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COLOMBO Cesare

La Spezia 1889 / deceduto nel 1945

1920. Tennis. Eliminato Quarti Doppio (con Balbi di Robecco), Eliminato Ottavi Singolare, Eliminato Ottavi Doppio Misto (con Gagliardi)

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Si cala alla perfezione nel clima aulico ed aristocratico del tennis milanese di inizio Novecento in cui il match è solo un’occasione mondana di svago, talvolta anche sentimentale, e permeata sempre da uno spirito molto british. Coglie i primi risultati intorno ai 20 anni d’età, sulla spinta del fratello Luigi con cui spesso gioca, e vince, in doppio: nel 1911 Cesare si aggiudica il torneo di lawn tennis (si dice ancora rigorosamente in questo modo) al TC Milano[1] sia nel singolo che nel doppio, insieme a Torri. È già tra i migliori giocatori italiani. Nel 1912, non a caso, è in predicato di recarsi ai Giochi di Stoccolma ma alla fine, complici anche problemi economici per l’onerosa trasferta ed un risultato tutt’altro che sicuro, rinuncia. Dà spettacolo a fine settembre, in un ambiente autunnale, al torneo di Stresa: vince il singolare della “Coppa Hotel Regina” ed il doppio con Bonacossa, battendo i forti fratelli Fender. Si dimostra giocatore completo al punto che le cronache del tempo lo descrivono in questi termini: “potenza di diritto e rovescio, sicurezza d’impostazione, misura del colpo, percezione tattica, rapidità e resistenza”. I suoi punti deboli sembrano essere il servizio ed un certo nervosismo che talora lo irretisce, portandolo a deconcentrarsi ed a sbagliare. Può ambire a grandi traguardi secondo i tecnici. Ma nel 1913 fa un piccolo passo indietro: nel singolare dei Campionati Italiani, disputati al TC Milano, alla Cagnola, viene battuto nei quarti dal genovese Balbi che poi perde in finale con Suzzi. Nel doppio invece Colombo gareggia assieme allo stesso Suzzi e vincono, superando in una combattutissima finale Prouse-Bonacossa 4-6 7-5 6-4 6-3. Per Colombo è il primo titolo di una lunga serie. Ma lo scoppio della guerra complica tutto e l’attività va avanti col contagocce. Oltre tutto Colombo combatte come Capitano di Fanteria.

Di tornei importanti se ne riparla solo nel 1920: Colombo vince il singolare a Firenze, nel circolo situato alle Cascine[2], superando in finale Prouse per 6-1, 6-4, 6-2 e trionfa anche nel doppio, con Bonacossa, battendo Merciai-Fovra per 6-2, 3-6, 6-4. Perde invece il doppio misto, assieme alla moglie, dai padroni di casa Strozzi[3]-Mercuri per 6-4, 4-6, 7-5, al termine di una partita molto equilibrata e combattuta. Altri successi giungono per Colombo, probabilmente il nostro miglior tennista del momento, nel torneo di S. Pellegrino. Il 19 luglio difatti batte nettamente Suzzi nella finale del singolare per 6-0, 6-3, 6-3. I due poi si aggiudicano il doppio, superando Bonacossa-Clerici per 6-3, 7-5, 3-6, 6-4. Non appagato, Colombo vince pure il doppio misto, assieme alla moglie, superando Conelli-Bonacossa per 2-6, 6-2, 10-8. Inevitabilmente Colombo entra nella lista degli azzurri per Anversa, stilata direttamente dal consiglio della FIT e dal Presidente Croce in persona. I tornei olimpici si giocano al Royal Berschoot Tennis&Hockey Club, nei pressi dell’Olympisch Stadion. Al singolare maschile partecipano 41 giocatori di 14 nazioni, ma il livello qualitativo non è eccelso: mancano statunitensi ed australiani, impegnati nel concomitante, e ben più importante, US Open a Forest Hills. Colombo esordisce il 17 agosto ed è un gran bell’inizio: supera agevolmente il norvegese Nielsen, per 6-2, 6-3, 6-1. Lo stesso giorno inizia anche il torneo di doppio, con Balbi di Robecco, al quale prendono parte 44 giocatori di 11 nazioni. I due sono stati esentati dal primo turno e negli ottavi battono gli svizzeri Simon-Syz in quattro set, col punteggio di 6-3, 7-5, 3-6, 6-4. Con due vittorie su due, la giornata di Colombo è più che positiva. Ma i suoi sogni si interrompono bruscamente due giorni dopo, il 19 agosto. Negli ottavi del singolare è difatti battuto dal britannico Lowe per 6-4, 6-0, 2-6, 7-5 e nei quarti del doppio i nostri cedono ad altri britannici, Turnbull-Woosnam, che vincono 6-2, 6-8, 6-1, 6-3. Colombo è dunque eliminato da entrambi i tornei. Nel singolare l’oro va al sudafricano Raymond davanti al giapponese Kumagae ed al connazionale Winslow. Nel doppio invece vincono proprio Turnbull-Woosnam mentre Kumagae (in coppia con Kashio) si porta a casa un altro argento ed il bronzo è appannaggio dei francesi Decugis-Albarran. Colombo ci riprova nel doppio misto, con Rosetta Gagliardi. Partecipano 32 coppie di 7 nazioni. Esentati dal primo turno, i due entrano in gioco il 20 agosto negli ottavi, ma escono subito, sconfitti 8-6, 6-3 dai belgi Storms-Halot. Hanno battagliato nel primo set, ma poi hanno ceduto. L’oro va ai francesi Lenglen-Decugis, argento per i britannici McKane-Woosnam e bronzo, un po’ a sorpresa, per i cechi Skrbkova-Zemla.

Colombo comunque non esce a pezzi dai tornei olimpici: ha lottato alla pari con i più forti tennisti del lotto e certamente ha accumulato esperienze in grado di elevare il suo gioco e la sua tecnica. Difatti continua ad ottenere buoni risultati anche se la passione per l’equitazione, ed i concorsi ippici ad ostacoli cui talora partecipa, lo distraggono un po’ troppo dal tennis che comunque rimane il suo sport principale. Nella prima metà degli anni Venti, Colombo rimane pur sempre uno dei nostri migliori giocatori. Nel 1921 perde la finale dei tricolori con Balbi insieme al quale però trionfa nel doppio. Nello stesso anno vince i tornei di Premeno, Varese e Cernobbio dove si aggiudica pure il doppio misto con la Perelli. L’anno seguente difende i colori azzurri nella nostra prima partecipazione alla già mitica Coppa Davis, assieme a Balbi, in luglio a Roehampton contro l’Inghilterra. I nostri perdono 4-1 e Colombo perde i sui tre incontri[4]: in Davis giocherà altre 8 partite, ma sarà sempre sconfitto. A settembre Colombo è grande a Marsiglia, nell’amichevole Italia-Francia: perde al quinto set col grande Borotra, ma vince in quattro set col fortissimo Cochet[5], confermandosi il nostro miglior tennista. Non a caso in quello stesso 1922 Colombo si laurea campione italiano di singolare e doppio (con Balbi). Nel 1923 inizia a perdere qualche colpo (nella finale dei tricolori è battuto in 5 set da Sabbadini) e l’anno seguente viene convocato per i Giochi di Parigi, nonostante non abbia brillato a Copenaghen, in Coppa Davis, dove la Danimarca ci supera 3-2[6]. Tuttavia ai Giochi non va: militare di carriera nell’Esercito, col grado di Capitano, è impossibilitato a partire e costretto alla rinuncia. Continua comunque a giocare su buoni livelli: il 6 e 7 settembre vince i suoi tre incontri (un singolare e due doppi) nel match Italia-Svizzera al TC Milano, ma gli elvetici battono 13-11 i nostri. Nel weekend successivo è ad Aix-les-bains per un altro Francia-Italia: Colombo perde due singolari con Féret e Cochet (che si “vendica”), ma vince il doppio assieme a De Morpurgo. L’incontro viene interrotto per pioggia, con i nostri che perdono 7-4. Nel 1925 Colombo si mantiene su ottimi livelli. Il 7 giugno ai tricolori di Firenze è sconfitto in finale da D’Avalos ma, assieme a Giulia Perelli, vince il doppio misto, battendo Groney-Sartorio. Gioca anche in Coppa Davis, ma con poca fortuna: assieme a De Morpurgo, i nostri vengono battuti 5-0 dalla Francia di Lacoste e Borotra. Gli azzurri, donne e Colombo compresi, perdono anche un incontro amichevole col Belgio a Bruxelles, al Leopold Club, 9-7. Alla fine di giugno il TC Milano affronta a Roma il TC Parioli che vince 3-2: il meneghino Colombo si impone nei due singolari, contro Serventi e De Lorenzi ma perde il doppio, assieme a Bonzi, che si rivela decisivo.

Alla fine di settembre Colombo è in campo nel match Italia-Francia a Cernobbio, ma perde i suoi 4 incontri (due singolari e due doppi) ed i nostri sono seccamente sconfitti 9-3. Nel 1926 inizia a sentire l’età, ma si mantiene sulla breccia, selezionando gli appuntamenti. Non emerge come negli anni precedenti. A Parigi esce al secondo turno, battuto dallo spagnolo Tejada. Il 19 settembre vince il doppio misto a Stresa: con Gagliardi batte Forlanini-Sabbadini 7-5, 1-6, 6-2. Due giorni dopo, è a Cernobbio per l’incontro amichevole Italia-Belgio, vinto dai nostri 15-5, con Colombo che porta a casa 4 punti, due singolari, il doppio (con Gaslini) ed il doppio misto (con Perelli). Il 5 ottobre vince il doppio del torneo di Varese, assieme a Bocciardo. Dunque è ancora un ottimo tennista. Tant’è vero che alla fine di maggio del 1927 guadagna il torneo del TC Milano, battendo in finale Del Bono 6-0, 6-1, 6-1. Nel 1928 invece arrivano solo sconfitte. Colombo perde la finale del doppio al torneo di Stresa, con Serventi, da D’Avalos-Sabbadini. Accade lo stesso nel doppio misto a Villa d’Este dove, assieme a Macchi, è sconfitto da O’Hara-Balbi. Non è ancora arrivato al capolinea della sua carriera: nel 1929 gioca ancora a buoni livelli, pur non ottenendo grandi risultati, ma nel 1930 si aggiudica il torneo di Legnano e, in doppio con Sabbadini, vince a Milano. Sono i suoi ultimi squilli: a 40 anni suonati chiude la sua brillante carriera ad alti livelli.


[1] In quel periodo il club si trova alla Cagnola. I primi campi da tennis milanesi sono tuttavia situati in Via Pagano, nei pressi della chiesa del Corpus Domini, sin dal 1893. Dieci anni dopo vengono trasferiti in via Alberto da Giussano e quindi, dal 1908, alla Cagnola

[2] Il circolo, fondato nel 1898, è ancora oggi esistente, nello stesso posto, e chiamato TC Firenze

[3] Lucia Strozzi, marchesa, appartenente alla famosa famiglia fiorentina

[4] Perde con Kingscote, Lowe ed il doppio, giocato assieme a Balbi

[5] Henri Cochet, nato a Villeurbanne il 14.12.1901. Figlio del custode del TC Lione, è tra i più forti giocatori degli anni Venti, primo nel ranking mondiale tra il 1928 ed il 1930. Al suo attivo 8 titoli del Grande Slam in singolare: 5 a Parigi, 2 a Wimbledon ed un US Open. Ai Giochi di Parigi sarà argento in singolare e doppio. Nel doppio vanta 5 titoli del Grande Slam e 3 nel doppio misto

[6] L’altro azzurro è De Morpurgo che vince i due singolari. Alla fine decide il doppio che i nostri perdono