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COLETTI-CONTI Alberto

Anagni 1885 / deceduto

1924. Tiro a Segno. 10° Fucile a Terra a Squadre, 14° p.m. Fucile a Terra da 600 m

Complice la Prima Guerra Mondiale ed il conseguente stop delle attività sportive, i suoi primi risultati di rilievo datano nei primi anni Venti. Specializzato nei tiri col fucile. Ai Mondiali di Milano del 1922 partecipa difatti alla prova “tre posizioni” col fucile di ordinanza, ottenendo come miglior risultato il 14° posto nella posizione in piedi. Disertati, come tutti gli italiani, i mondiali americani del 1923, si ripresenta su buoni livelli nell’annata olimpica e guadagna il posto in azzurro per i Giochi in una Nazionale che peraltro necessita di un certo “svecchiamento” dei ranghi. Per l’epoca difatti un tiratore quarantenne come Coletti-Conti è, addirittura, tra i più giovani.  Sulla via per Parigi, gli azzurri si fermano a Reims dove a metà giugno si disputano i Mondiali. Tra l’altro quel poligono sarà teatro pure delle prove olimpiche. I nostri non brillano. Nella prova col fucile di grosso calibro da tre posizioni chiudono ottavi nella classifica a squadre ben lontani dagli USA vincitori. Coletti-Conti si piazza solo 45° nella generale, vinta dallo statunitense Fisher, non certo un risultato brillante visto che i partecipanti sono 65. Ottiene il miglior piazzamento col 43° posto sia nella posizione in ginocchio che quella in piedi. È l’unica prova in cui viene schierato e non è certo un bel viatico per i Giochi dove, in effetti, assistiamo ad un’altra nostra debacle.

Le prove di tiro a segno col fucile si svolgono, appunto, nel poligono militare di Chalons, a Mourmelon-le-Grand, nei pressi di Reims. Coletti-Conti esordisce il 26 giugno nella gara col fucile a squadre che si protrae anche il giorno seguente. Con lui gareggiano Ticchi, De Ranieri, Isnardi e Laveni. Si sparano 10 colpi per serie, a terra, da 400 m, 600 m e 800 m. Il punteggio massimo ottenibile per un singolo tiratore è 150 che, ovviamente, diventano 750 per la squadra. Non andiamo bene. Otteniamo 578 punti e chiudiamo al decimo posto. Trionfano gli statunitensi, grazie al loro famoso fucile Springfield, con 676 punti davanti alla Francia ed alla sorprendente Haiti che, invasa dagli USA durante la Prima Guerra Mondiale, ha schierato tiratori istruiti per anni dai Marines, evidentemente con grande profitto. Il migliore dei nostri è De Ranieri che totalizza 122 punti mentre Coletti ne ottiene 113. Prestazioni dignitose, per un risultato che ci colloca a metà classifica. Coletti-Conti gareggia quello stesso 27 giugno anche nella prova col fucile a terra da 600 m cui partecipano 73 tiratori di 19 paesi. Si eseguono 20 tiri ed il punteggio massimo è 100. Discreta la sua prestazione: con 84 punti si colloca al 14° posto p.m. Vince lo statunitense Fisher, con 95, dopo spareggio col connazionale Osburn mentre il bronzo va al danese Larsen che ottiene 93 punti.

Nel complesso due prove non eccezionali per Coletti-Conti che però rispetto ad altri azzurri s’è difeso con un certo onore. Si difende anche negli anni seguenti: il 30 agosto 1926 a Viareggio vince il “GP Eccellenza” ed alla Farnesina di Roma trionfa con carabina e pistola. Nel 1927 guadagna il tricolore di arma libera a Verona. In Nazionale ai Mondiali, quando presente, si comporta dignitosamente. Ottiene il suo miglior risultato ad Anversa nel 1930 quando è 4° nella carabina di piccolo calibro, a due soli punti dal bronzo del danese Kurlstrup. Per il resto solo prestazioni lontane dai primi: nel 1931 9° a Leopoli di nuovo nella carabina, 22° nel 1930 ad Anversa nel “fucile tre posizioni” gli altri suoi migliori risultati a livello individuale. Nel 1934 coglie il suo ultimo risultato rilevante: il secondo posto nel tricolore del fucile “tre posizioni” alle spalle del grande Isnardi. In definitiva per Coletti-Conti una carriera più che onorevole anche se senza successi eclatanti.