CIPOLLINA Giovanni Battista
-
Genova 20.06.1903 / Genova 03.05.1981
1924. Canottaggio. 4° quattro con
Nasce a Genova nel giugno 1903 in una famiglia della buona borghesia: il padre (che muore giovane di tifo) è uno stimato orefice ed il nonno per parte di madre, Liberio Rombo, è stato un attivo garibaldino. Una bambinaia ed istitutrice francese lo chiama “Jean” e quel nomignolo gli rimarrà addosso tutta la vita al punto che perfino nei documenti olimpici è indicato in questo modo. Negli anni della Prima Guerra Mondiale Jean è in collegio, tra Carcare e Domodossola, e si appassiona allo sport dato anche il suo fisco alto (ben 1,89m), slanciato e ben formato. Inizia con l’atletica, in particolare corsa e salto in alto. Nei primi anni Venti rientra sotto la Lanterna e, oltre all’atletica, pratica pure canottaggio, tesserandosi per il “Rowing Club Genovese”. Per classe, forza e spirito diventa presto capovoga di tutti gli equipaggi in cui si trova, dal due all’otto. Ottiene il primo successo di rilievo il 9 dicembre 1923 nella “Coppa Giudice” a Genova, col “due con” assieme a Locati ed il timoniere Piacentini, sull’armo battezzato “Sparvieri”. Il canottaggio non è il suo unico amore sportivo: gareggia difatti anche in varie prove atletiche ed il 22 maggio 1924 vince la gara di salto in lungo nei campionati studenteschi, ancora nella sua Genova. Gli allenamenti atletici gli giovano anche per la pratica del canottaggio: il “Rowing Club” lo inserisce a bordo di un “4 con” ben armonizzato e sul quale i tecnici, su tutti il mitico Cesare Malagamba, confidano molto. Il club ha sede nel porticciolo destinato alla nautica da diporto situato all’interno del porto di Genova, a ridosso del mare aperto. Accanto è presente un altro club remiero, l’Elpis, con cui è in atto ovviamente una certa rivalità: il loro armo principale si chiama “Lascia fare” e Cipollina ribattezza polemicamente il suo “Lascia dire”. Tra il dire e il fare...c’è di mezzo il mare ma nessuno conosce i genovesi del “Rowing” quando a sorpresa il 22 giugno 1924, in una giornata piovosa, si impongono a Sesto Calende nella selezione olimpica del “4 con”, sulle acque del Lago Maggiore. L’imbarcazione ligure oltre a Cipollina ha a bordo anche Casanova, Ballestrero, Cerato e Berninzone che ne è il timoniere. I cinque, dopo una lotta spasmodica, hanno la meglio quasi al fotofinish, per 1/5 di differenza, sulla “Timavo” di Monfalcone. Ciò però vale loro la qualificazione per i Giochi di Parigi anche se fino all’ultimo, per problemi organizzativi e tecnici, la Federazione stenta a lasciare il pass ai genovesi, ritenuti forse non all’altezza di un simile cimento internazionale. Alla fine però si convince anche il CT Sacchini ed i genovesi, in treno, filano nella capitale francese.
Le gare olimpiche si disputano sulla Senna ad Argenteuil, nel tratto di fiume immortalato dai celebri quadri degli Impressionisti, a nord-ovest di Parigi. Al “quattro con” prendono parte 10 nazioni. Il 13 luglio Cipollina è sull’armo che disputa la batteria, che poi è una sorta di semifinale perchè chi vince accede all’atto conclusivo. L’equipaggio è lo stesso: con lui Cerato, Casanova, Ballestrero ed il timoniere Berninzone. I nostri vincono la prima gara, dopo un bel duello con l’Ungheria, superata alla fine per un metro o poco più: 7’13” per gli azzurri il tempo impiegato, 7’13”8 per i magiari. In finale, il 17 luglio, si affrontano cinque armi e la concorrenza è elevata. Mentre gli olandesi si ritirano, la Svizzera se ne va e si dimostra la più forte del lotto, vincendo con tre secondi di margine. I nostri arrancano e chiudono quarti dietro Francia e Stati Uniti, a tre quarti di imbarcazione dagli americani. Peccato, la medaglia pregiata non sembrava impossibile, invece ci tocca quella “di legno”. Comunque una buona prestazione, largamente sufficiente, visto anche lo scetticismo della vigilia. Cipollina insiste, col canottaggio ma anche con gli studi universitari in chimica. Il 23 maggio 1925 a Pavia, con Casanova e Berninzone timoniere, si aggiudica il “due con” riservato proprio agli universitari davanti al Politecnico di Zurigo, sconfitto per 3”. Il 16 agosto, con Ballestrero al posto di Casanova, Cipollina vince il titolo tricolore del “due con” a Santa Margherita Ligure. Il successo desta scalpore perchè i battuti, a 7” di distacco, sono niente meno che gli olimpionici veneziani Olgeni-Scatturin. Il vantaggio, associato ad una condotta di gara in attacco fin dalle prime battute, parla chiaro sulla limpida vittoria dell’armo genovese. I tre si presentano anche agli Europei di Praga, disputati sulla Moldava, ma il 6 settembre non superano le qualificazioni, opposti peraltro a due equipaggi molto forti come gli svizzeri (che infatti vinceranno il titolo) e gli olandesi. Partiti troppo forte e leggermente fuori rotta, vengono presto superati e si ritirano. Sulla prova pesano anche le non perfette condizioni di Cipollina che è stato male nella nottata. Altra bella annata il 1926. Il 13 giugno a Piacenza sul Po, con Ballestrero ed il timoniere Mazzini, Cipollina vince il “due con”. Il 24 luglio a Pallanza Cipollina e Ballestrero vincono il tricolore nel “due senza”. Si ripetono un mese dopo, il 29 agosto a Como, nella selezione azzurra per gli Europei di Lucerna. Qui il 5 settembre ottengono un bell’argento, sia pure staccati di 12” dagli svizzeri Rheinard-Siegentraler. Questo risultato rappresenta l’acme della carriera di Cipollina. Continua ancora a gareggiare per due anni, ottenendo qualche altra sporadica vittoria: il 6 giugno 1927 a Pavia si aggiudica il “due con” assieme a Ballestrero ed al timoniere Berninzone. Poi però gli impegni universitari, con la laurea nel 1928, lo tengono lontano dall’acqua, ma non dal mare. Nel 1928, assieme ad altri coraggiosi, salva tre persone che stanno per annegare, ottenendo una Medaglia al valore. Dopo la laurea, lavora per la “Mobil Oil”, trasferendosi prima a Savona e quindi a Napoli dove diventa direttore della locale raffineria, abbinando ai successi remieri quelli della vita quotidiana e rappresentando dunque una bella figura sportiva ed umana.