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CIONI Vittorio

Tesserato per l’UC Livornesi i cui canottieri sono bonariamente etichettati come “scarronzoni”. Guadagnano questo soprannome nella loro prima vittoria di buon livello, il titolo toscano di “yole a otto” ottenuto nel giugno 1928 sul Lago di Massaciuccoli. Il vocabolo deriva dal vernacolo livornese, dal verbo “scarrocciare” ovvero deviare dalla rotta, riferito soprattutto alle barche a vela, soggette ai colpi di vento. Gli scarronzoni canottieri scarrocciano non a causa del vento, ma per la loro tecnica, piuttosto approssimativa e grezza, costruita solo sulla forza, una voga d’impeto quasi bestiale, che deriva dal loro modo di essere e sentire la vita. In effetti a bordo vi sono tipi rudi, dalle maniere forti, che non temono la fatica del duro lavoro: molti difatti sono risiatori, sommariamente definiti come scaricatori di porto. Per la precisione si tratta degli equipaggi di gozzi a dieci remi che a Livorno quando il mare è mosso ed impedisce alle navi di entrare in porto, rimorchiano l’imbarcazione fino al molo, trascinandola con la sola forza delle braccia. Abituati e temprati a simili incarichi, per gli scarronzoni è facile far diventare redditizia in un armo per canottieri la loro remata tanto vigorosa, grazie anche all’animosa ed amorosa guida del CT Mario Ghiozzi. Difatti passati sull’otto outrigger (fuori scalmo), i livornesi mietono vittorie a raffica. Cioni è sull’armo che il 9 luglio 1928 vince a Pallanza il titolo italiano juniores. L’anno seguente torna nella stessa località ed il 28 luglio si aggiudica il tricolore dell’otto, come capovoga, ruolo che non abbandonerà più. Il 28 luglio i livornesi, dopo una gara vibrante ed incerta, superano due armi in cui pullulano gli olimpionici come gli istriani della “Pullino” ed i piacentini della “Vittorino”. In precedenza, il 30 giugno a Pisa sull’Arno, Cioni aveva guadagnato il campionato toscano del “4 con” assieme a Garzelli, Del Bimbo, Nenci ed il timoniere Milani. Il 29 luglio altro successo nell’otto. La vittoria nei tricolori garantisce, il 17 e 18 agosto, la partecipazione agli Europei di Bydgoszcz, in Polonia dove gli scarronzoni guadagnano un fenomenale oro dopo un bel duello con i padroni di casa, deciso per due secondi di margine.

Nel 1930 Cioni esordisce ad Orbetello il 25 maggio: chiude al terzo posto il “4con”, alle spalle dei cremonesi della “Bissolati” e dei romani dell’Aniene. Con lui gareggiano Del Bimbo, Garzelli, Nenci ed il timoniere Milani. Gli “scarronzoni” al completo, sull’otto, si rivedono il 16 giugno 1930 sulla Senna a Parigi ed è ancora spettacolo: vincono difatti la regata del triangolare Francia-Italia-Belgio che gli azzurri si aggiudicano nettamente. Stesso risultato ai tricolori di Salò del 26 e 27 luglio quando gli scarronzoni, dopo un bel duello coi napoletani di “Giovinezza”, colgono il campionato italiano: Cioni è ancora il capovoga. Ciò consente la partecipazione ai Campionati Europei di Liegi dove, per sfortuna dei labronici, sono invitati anche gli Stati Uniti che il 18 agosto costringono gli scarronzoni alla medaglia d’argento, risultato comunque di notevole spessore tecnico: sono pur sempre i primi del continente. Si rivedono alla grande ai tricolori del 1931, disputati il 26 luglio a Como: vincono nettamente il titolo. Ciò, come di consueto, vale il pass per gli Europei di Suresnes, sulla Senna, dove guadagnano di nuovo l’argento, superati stavolta dai padroni di casa francesi. Si rivedono il 20 dicembre nella preolimpica di Venezia, disputata su 1500m in un canale nella zona Bottenighi di Marghera: vincono con 5” di margine sui napoletani e la via per Los Angeles sembra spianata anche se sorgono voci, peraltro infondate, di problematiche caratteriali tra i nove e, addirittura, di scioglimento della formazione. A Livorno, si sa, sono vulcanici e spesso esagerano: tutto rientra nella norma e gli scarronzoni dominano i tricolori, disputati il 26 giugno a Stresa e validi come ultima preolimpica. Superano i piacentini della “Vittorino” per nove secondi, garantendosi il viaggio a Los Angeles dove oltre tutto rappresentano un’importante carta da giocare. È tempo dunque di pensare al viaggio in America. Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”.

Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e nel clan azzurro non manca la fiducia. Le gare olimpiche di canottaggio si svolgono a Long Beach, nel “Marine Stadium”, un canale artificiale in prossimità di un porticciolo, nei pressi di Belmont Shore. Alla prova dell’otto partecipano solo 8 nazioni e le possibilità di medaglia per i nostri sembrano consistenti. Soprattutto dopo la semifinale del 10 agosto, letteralmente volata e dominata dai nostri, vittoriosi con sei secondi di margine sulla Gran Bretagna che precede a sua volta Giappone e Brasile. Tre giorni dopo, è finale a quattro e gli “scarronzoni” volano nuovamente, ma stavolta trovano avversari tostissimi negli USA che viaggiano “punta a punta” con loro. Il duello è entusiasmante, da cardiopalmo, e si risolve solo negli ultimi metri, con gli americani ad avere il guizzo vincente in vista del traguardo: passano primi ed il fotofinish dà loro ragione. Ai nostri tocca l’argento, al termine comunque di una prova superlativa. Peccato perdere per così poco, ma questa è la dura legge dello sport. Bronzo al Canada, di misura davanti alla Gran Bretagna. Gara bellissima. Gli scarronzoni si rivedono vincenti il 9 luglio a Zurigo dove però Cioni si infortuna ai muscoli lombari e deve interrompere l’attività. Non è infatti tra i nove che si aggiudicano il tricolore a Napoli, sostituito da Godini. Non solo: non rientra più sull’armo, non ottenendo ulteriori vittorie di spicco mentre il ciclo degli scarronzoni terminerà solo nel 1941.

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Los Angeles 1932. Gli scarronzoni che guadagnano l’argento: tra loro anche Cioni, evidenziato dal tondo