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CIMATTI Marco

Bertalia (BO) 13.02.1912 / Bologna 21.05.1982

1932. Ciclismo. MEDAGLIA D’ORO Inseguimento a Squadre (con Borsari-Ghilardi-Pedretti)

cimatti grande

Già a 17 anni, nel 1929, è tesserato per lo “SC Maserati” e gareggia tra gli Allievi. Il 1 settembre vince la “Coppa Castaldini” a Bologna. Tre settimane dopo, primeggia nel Campionato Emiliano ed il 29 settembre a Bologna si impone nella “Targa Conelli”. Sorprende tutti, probabilmente anche sè stesso, quando il 1 novembre a Milano, Velodromo Sempione, realizza il nuovo record dell’ora per la categoria Allievi, con 40,237 km, strappandolo a Ceschina. Evidente che si parli di lui come “grande promessa, passista eccezionale”. In effetti a 17 anni si tratta di una grande performance. Il 10 novembre a Bologna viene organizzata la sfida tra i duellanti sull’ora: Cimatti raggiunge Ceschina dopo 8,2 km di gara, prevista sui 10km. L’8 dicembre Cimatti si aggiudica il circuito di Beverara, ma è su pista che dimostra le migliori qualità. Sette giorni dopo difatti al “Sempione” meneghino si aggiudica l’importante “Coppa Conelli” per Allievi, dominando le tre prove previste, velocità, giro a cronometro ed australiana. A 18 anni ancora da compiere, Cimatti appare come un “piccolo prodigio”: certamente è il miglior pistard della sua categoria. Nel 1930, spinto dai risultati ed ancora Allievo, si dedica con maggiore convinzione alla pista. Il 25 maggio al Velodromo del Tè di Mantova si aggiudica l’americana a coppie, con Milzani. In pista migliora giorno dopo giorno: il 13 luglio a Firenze vince il “GP Giovani” di velocità, ma nei tricolori Allievi viene clamorosamente eliminato negli ottavi da Arioli. Il 5 agosto a Bologna, in una riunione che celebra Guerra dopo il suo secondo posto al “Tour de France”, gareggia con gli Indipendenti in alcune prove su pista: nell’individuale a punti e nell’eliminazione viene superato dal più esperto Vistoli. Il 26 agosto a Faenza viene invece battuto da Bertoni in un’eliminazione. Torna alle gare su strada ed il 28 ottobre si aggiudica la “Coppa dell’Amarissimo” a Riccione dove supera allo sprint Servadei, altro futuro olimpionico. Il 2 novembre chiude al secondo posto il “Campionato Triestino”, con avversari ben più quotati ed esperti di lui, a due minuti dal vincitore Del Conte.

Termina così un’annata in cui non ha del tutto confermato le aspettative. Inizia presto il 1931: il 18 gennaio vince il cross di Firenze. L’8 febbraio a Bologna termina buon 4° il campionato italiano di ciclocross vinto dall’altro felsineo Castellari. Torna presto alla pista: il 6 aprile è a Como per la prima prova dei tricolori di velocità dove però non va lontano. Chiude invece al terzo posto l’eliminazione, gara di contorno, battuto da Altissimo e Ghilardi. Discorso similare sei giorni dopo a Crema, nella seconda prova tricolore di velocità: Cimatti viene eliminato in semifinale, ma chiude buon secondo l’individuale, battuto dal romano Ghilardi. Ormai è entrato nel giro del campionato italiano di velocità e disputa tutte le prove anche se il risultato non cambia: il 19 aprile a Padova viene nuovamente eliminato in semifinale, ma vince l’individuale a punti, prova di contorno. Due giorni dopo, a Carpi stesso risultato nella velocità mentre nell’individuale chiude terzo, sopravanzato da Borsari e Ghilardi. Intanto riprova anche su strada: il 26 aprile chiude 8° la “Coppa Pasini” a Forlì vinta da Scacchetti. Il 10 maggio finisce 4° nella prova tricolore di velocità a Verona, rivinta dall’imbattibile Pellizzari che si impone pure quattro giorni dopo a Firenze dove Cimatti è eliminato in semifinale e chiude quarto l’americana (con Milzani) vinta da Ghilardi-Marcomini. Il 17 maggio all’Appio di Roma guadagna l’americana a coppie con Pellizzari. Sette giorni dopo, a Genova esce ancora in semifinale mentre nell’americana (con Milzani) finisce terzo: vincono Pellizzari-Altissimo. Alterna la pista alla strada: il 14 giugno chiude secondo la “Coppa Volta” a S. Bartolomeo in Bosco, superato dal padrone di casa Carlotti. Si cimenta pure a cronometro: il 9 agosto finisce quinto la gara di Padova valida come indicativa per i Mondiali e vinta da Cipriani. Non viene selezionato e sparisce per due mesi: il 4 ottobre chiude al sesto posto la “Coppa Serra” a Cesena, vinta da Zanasi. Sette giorni dopo, si aggiudica la “Coppa Podestà” a Budrio, battendo in volata Servadei. Stesso risultato il 18 ottobre nella “Coppa Monti” a Milano. Il 4 novembre Cimatti è nella squadra bolognese che vince la staffetta Firenze-Roma[1].

È l’ultimo atto di una stagione per lui certamente positiva, ma nella quale non ha ancora manifestato un indirizzo ben preciso: ha vinto su strada, s’è comportato bene su pista, è tra i migliori a cronometro. Comincia bene anche il 1932, vincendo il 10 gennaio il ciclocross di Firenze, bissando il successo sette giorni dopo a Modena. Il 24 gennaio a Seveso finisce invece quinto il cross vinto da Enrico Mara. Sette giorni dopo, è tra i favoriti dei tricolori di cross ma un incidente meccanico lo toglie presto di scena (vince Ferrando). Cimatti non ha ancora un piano preciso, ma punta i Giochi. Non ha neppure una specialità preferita visto che il 20 marzo torna alla pista, a Genova, sull’anello della Nafta dove vince l’australiana (con Fiorini) e chiude secondo il giro di pista a cronometro e l’individuale, prove entrambe guadagnate dal forte Pellizzari. Va bene un po’ dappertutto ed è difficile scegliere la disciplina su cui provare ad ottenere la maglia azzurra. Intanto il 28 marzo, lunedì di Pasqua, al “Sinigaglia” di Como viene superato di misura da Pedretti in un inseguimento su 10 giri di pista, circa 4,3km. Una buona performance, per entrambi, che rappresenta, a priori, un importante tassello in chiave olimpica anche se nessuno, sul momento, ci fa caso. Confermandosi adatto alla pista e multidisciplinare, nella stessa riunione Cimatti chiude al secondo posto l’individuale appannaggio del “solito” Pellizzari. Il 10 aprile a Forlì supera Servadei in un altro individuale. Rientra alla strada e vi trova il primo successo stagionale a Codifiume nel “Circuito delle due province”, in volata sul gruppetto dei migliori. Il 12 giugno a Crema chiude al terzo posto il km da fermo, superato da Sacchi e Consonni mentre termina secondo l’inseguimento: si comincia a studiare i ruoli per i Giochi e Cimatti pare ben attrezzato per ricoprire una parte da primattore. La decisiva preolimpica si svolge il 26 giugno a Pordenone. Cimatti viene inserito in formazione assieme a Ghilardi, Borsari e Pedretti: i tecnici, su tutti Plinio Turazza (delegato per la pista) ed il supervisore Vittorio Spositi (potente segretario UVI), hanno assemblato la squadra che, dopo vari test nel collegiale di Verona, appare la più omogenea ed equilibrata. Si trovano di fronte cinque avversari (Lusiani, Bambagiotti, Consonni, Sacchi e Costa). Si decide tutto in questi 4km ad inseguimento. Vincono i 4, con circa 100m di margine: la compagine olimpica è fatta. Poi si pensa al viaggio per l’America.

Il 1 luglio tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. I ciclisti sono i più fortunati perchè hanno a disposizione il cosiddetto home-trainer ovvero i rulli che, in cabina o all’aperto, permettono comunque di tenere le gambe in movimento. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura ed il quartetto dell’inseguimento perfeziona cambi ed amalgama. Le gare olimpiche di ciclismo si disputano al “Rose Bowl” di Pasadena. Cimatti partecipa all’inseguimento a squadre cui prendono parte solo 5 nazioni e la medaglia per gli azzurri è già nell’aria prima di iniziare. Con lui gareggiano Pedretti, Ghilardi e Borsari. Il 2 agosto i nostri mostrano già di che pasta sono fatti: nelle qualificazioni ottengono difatti il miglior tempo, 4’52”9, che vale anche il nuovo record olimpico. Poche ore dopo in semifinale domano facilmente il Canada, quasi una passeggiata, con 10” di margine. Il 3 agosto è finale, contro la ben più solida Francia. Ma anche qui c’è poca partita: gli azzurri contengono bene i francesi, con un Cimatti spettacolare, vera “locomotiva” del quartetto, soprattutto negli ultimi due giri. I nostri chiudono in 4’53”0, con due secondi abbondanti di margine. Un altro grande trionfo in questa particolarissima specialità: per l’Italia è il quarto oro consecutivo e sempre, ovviamente, con uomini diversi. Un trionfo assoluto. Non è facile smaltire la sbornia olimpica: gli azzurri rientrano in patria solo ai primi di settembre, con tanto di altro ricevimento dal Duce. Tra feste e premiazioni, si torna agli allenamenti con calma.

Cimatti si rivede in gara solo il 23 ottobre sulla pista di Fiorenzuola dove è grande protagonista: vince velocità ed americana (con Sesenna), ma soprattutto un inseguimento su 4,8km contro l’altro oro olimpico Pavesi, idolo di casa. Sette giorni dopo, a Cento primeggia nella velocità. Il 4 novembre è nella squadra della Legione di Bologna che chiude al secondo posto la staffetta propagandistica “Firenze-Roma”, disputata con bici militari e vinta dai comaschi. A differenza di altri olimpionici, Cimatti preferisce rimanere un altro anno tra i dilettanti. Il 5 febbraio 1933 vince il cross di Forlì. Sembra particolarmente adatto a questa specialità e difatti sette giorni dopo giunge secondo nei tricolori, disputati a Bologna, alle spalle di Zucchini. Il 19 marzo a Napoli Cimatti si aggiudica il “Criterium d’Apertura”. Sette giorni dopo, chiude al quinto posto il “Giro della Lombardia Sud” vinto da Negri. Il 2 aprile Cimatti torna alla vittoria, nella “Coppa Tabacchi” a Ferrara. Si ripete 14 giorni dopo nella Brescia-Bologna, prima tappa della Brescia-Roma, riservata ai Giovani Fascisti. Primeggia pure il 15 giugno nella “Coppa Bertoni e Catti” a Copparo. Poi viene invitato in Belgio per disputare il criterium di Wangen, coi più forti dilettanti europei: vince. Si tratta del miglior viatico per i tricolori di velocità, disputati a Genova sulla pista della Nafta il 9 luglio: giunge in finale, ma è battuto dall’emergente Pola con cui è in atto una certa rivalità. I due si ritrovano all’ippodromo di Parma sette giorni dopo: Cimatti vince velocità e giro di pista a cronometro, ma perde l’inseguimento a coppie, assieme all’altro olimpionico Pedretti, dove Pola gareggia con Bonfanti. Cimatti comunque guadagna la convocazione in Nazionale per i Mondiali su strada, ma il 14 agosto sul circuito di Monthlery, in Francia, fora nelle prime battute ed a niente vale il suo tenace inseguimento: non rientra sui primi e si ritira. Si rivede in palla solo due mesi dopo: il 15 ottobre vince la “Coppa Montanari” a Pescarola. Il 29 ottobre altro bel successo nel “GP Pasquali” a Bologna: va in fuga con Servadei, per poi superarlo allo sprint. I due sono grandi protagonisti anche il 4 novembre nella “Firenze-Roma”, propagandistica gara a staffetta: fanno difatti parte della squadra vincente, la Legione di Bologna. Cimatti chiude la sua bella annata il 14 novembre: a Molinella vince agevolmente la prova di velocità. Decide di rimanere dilettante un altro anno, al contrario di molti suoi colleghi che non vedono l’ora di passare professionisti: una scelta forse troppo prudente, ma dettata dalla sicurezza di poter vincere molto. Si ripresenta pimpante ad inizio 1934, tesserato per lo “SC Pasquali”: il 14 gennaio primeggia difatti il ciclocross di Bologna. Sette giorni dopo, è superato da Zucchini nel campionato emiliano di cross. Confermando buona attitudine alla specialità, il 21 gennaio finisce buon terzo nei tricolori di ciclocross a Varese, superato da Canavesi e Macchi.

Esordisce su strada il 4 marzo e fa subito centro nel “Circuito del Reno”. Si ripete sette giorni dopo, nel “GP Apertura” a Napoli, bruciando anche diversi Indipendenti. Il 18 marzo terza vittoria di fila, nella “Milano-Sondrio”. Vincerebbe anche il circuito di Salsomaggiore del 2 aprile, dove ottiene il maggior numero di punti, se una foratura non gli facesse perdere un giro, relegandolo al quarto posto (vince Negri). Sei giorni dopo, è protagonista sulla pista di Grumello: vince individuale a punti ed americana (con Fava) mentre nella velocità è battuto da Pola. Il 21 aprile ritrova il successo nel circuito di Forlì. Cimatti continua ad alternare strada e pista: il 29 aprile a Cavezzo primeggia in una prova di velocità. Il 10 maggio è all’Arenaccia di Napoli dove vince tre gare: velocità, inseguimento a coppie (con Servadei) ed americana (con Bacchetti). Il 1 luglio Cimatti termina secondo il circuito di Berna, superato dal padrone di casa Buchwalder. Disertati i tricolori su pista, Cimatti vince il circuito di Pomponesco, disputato il 16 luglio. Sei giorni dopo, non trova lo spazio giusto nello sprint conclusivo della “Coppa del Re”, chiudendo sesto a pari merito (vince l’emergente Bini). Continua ad alternare strada e pista: il 31 luglio a Ferrara vince l’americana, assieme a Bacchetti. Il 26 agosto si aggiudica a Bologna la “Coppa Pagnoni” ed il 12 settembre fa suo il “GP Cesari” a Castelmaggiore. Su pista sembra aver perso smalto: il 16 settembre al velodromo di Bologna chiude sesto l’individuale vinto da Favalli. Su strada va sempre forte: il 23 settembre si aggiudica il “Giro dell’Emilia” mentre quattro giorni dopo è superato allo sprint dal solo Favalli nella “Coppa Buttafuochi” a Revere. Il 4 ottobre termina settimo nella “Coppa Venturini” ad Argenta dove il semisconosciuto Preti sorprende tutti. Il 4 novembre Cimatti si aggiudica il “Criterium della Vittoria” a Ravenna. Il 18 novembre chiude la sua avventura tra i dilettanti, perdendo l’omnium con Favalli a Cremona: vince la velocità, ma è superato nell’inseguimento e nel giro di pista cronometro. Passa quindi tra i professionisti dove raccoglie diverse soddisfazioni grazie al suo spunto veloce: nel 1935 vince il Criterium degli Assi di Milano e nel 1937 guadagna tre tappe al “Giro d’Italia”, sempre in volata (una per retrocessione di Bini). Nel 1938 si impone allo sprint nella Milano-Torino, prima tappa del “Giro” ed indossa quindi la maglia rosa che peraltro perde subito. Nel 1939 si impone nella “Milano-Modena”. La Seconda Guerra Mondiale pone fine alla sua carriera, comunque di buon livello. Ha già fondato l’omonima azienda di cicli, tra le principali del dopoguerra: alla fine degli anni ’40 la “Cimatti”, che intanto ha cominciato a produrre pure motorini i quali saranno molto apprezzati dal mercato anche straniero, sponsorizza una squadra ciclistica professionistica, con la maglia rosso-verde a scacchi, rimanendo comunque una compagine di secondo piano.


[1] Con lui figurano Servadei, Zanasi, Vignoli, Simoni, Verlicchi, Iori, Zucchini