CHIESA Omero
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Capua (CE) 22.12.1893 / Roma 11.11.1975
1924. Pentathlon Moderno. 24°
Trasferitosi da bambino a Roma al seguito della famiglia, di buona estrazione sociale, il suo primo sport è il nuoto e dunque il suo playground preferito diventa presto il biondo Tevere dove a quel tempo i cosiddetti fiumaroli abbondano. Adolescente, affronta un altro trasferimento, a La Spezia dove continua a nuotare, stavolta in mare, ed a gareggiare più seriamente. Già a 15 anni difatti, il 5 settembre 1909, gareggia a La Spezia, davanti allo stabilimento balneare Selene, nella “Challenge” organizzata da “La Gazzetta dello Sport”, su un tracciato di 100m. Si comporta benissimo, sorprendendo tutto, perchè contende fino all’ultimo il successo al forte Baiardo che poco prima ha vinto sulla stessa distanza il tricolore sui 100m organizzato dalla Federazione Ginnastica. Chiesa è ottimo secondo, davanti ad un altro grande nuotatore di quel periodo, Amilcare Beretta. Potrebbero essere i prodromi di una grande carriera ed in effetti l’anno seguente Chiesa si ripete. Il 13 e 14 agosto 1910, partecipa ai tricolori “di lago[1]” che si tengono a Salò. Si conferma piccolo prodigio, chiudendo secondo nello “stadio” (185 m) alle spalle del fuoriclasse Massa dopo aver condotto, un po’ avventatamente, per due/terzi di gara. Piazza d’onore anche nei 100 dorso, battuto dal milanese Sinigaglia, e nella staffetta dove la sua squadra, RN Spezia[2], è superata dall’Ardita Juventus dell’imbattibile Massa[3]. 15 giorni dopo, Chiesa è a Napoli, per i tricolori “di mare”: nello “stadio” stavolta chiude quarto, battuto comunque da nomi che vanno per la maggiore come Massa, Beretta e Costa, il meglio del nuoto italiano. Rientrato a Roma e tesseratosi per la gloriosa “SS Lazio”, coglie il primo successo importante nella “Coppa di Natale”, disputata il 25 dicembre 1912 nel Tevere. A Roma viene accolto come un fenomeno anche perchè si districa bene pure in altri sport, segnatamente l’atletica leggera. Chiamato sotto le armi, trova comunque il modo di farsi notare: nel giugno 1913 disputa i Campionati Nazionali Militari a Roma dove vince lungo ed alto. Il giorno 22 dello stesso mese ottiene un buon 19” nei 110hs sulla pista romana di Piazza di Siena. Sembra un atleta a tutto tondo tant’è vero che ha preso a giocare pure a pallanuoto, o water-polo come si diceva allora: nell’agosto 1913 partecipa difatti con la Lazio alla finale dei tricolori sul Lago d’Albano, a Castel Gandolfo. La Lazio perde 2-1 col Genoa, nonostante una grande partita di Chiesa e pareggia 2-2 con la RN Partenope: chiude così al terzo posto, col Genoa che, avendo pareggiato con i partenopei 1-1, si aggiudica il titolo.
Nei giorni precedenti, per la precisione l’11 agosto, nelle stesse acque Chiesa si schiera al via dello “stadio” ai tricolori juniores dove chiude terzo, sopravanzato nell’ordine da due futuri campioni come Bacigalupo e Frassinetti[4]. Il 13 agosto, ancora a Castel Gandolfo, Chiesa si aggiudica il “GP Lazio”, manifestazione di contorno dei tricolori, sui 50m, prendendosi la rivincita su Frassinetti, secondo. Chiesa dunque appare un buon nuotatore, in via di sviluppo ed in cerca di conferme: l’anno seguente rivince la “Coppa di Natale” tiberina, ma sembra frenare la sua crescita a livello nazionale. L’entrata in guerra dell’Italia blocca ogni attività sportiva. Anche Chiesa è arruolato, sottotenente dell’82° Fanteria: da tempo difatti frequenta l’elitario Circolo Militare di Roma[5] dove, oltre all’equitazione, apprende anche l’arte della scherma, due discipline che, come vedremo, gli torneranno utili. In guerra si distingue, e non poco, ottenendo addirittura una Medaglia di Bronzo al Valor Militare, per un’azione ardimentosa nella zona del colle Son Pauses, pochi km a nord di Cortina, tra il 14 e 15 giugno 1915. In pratica, durante una ricognizione contro alcune fortificazioni nemiche, il plotone di Chiesa si trova sotto il fuoco nemico. Morto il Capitano, Chiesa assume il comando e riesce, nonostante ferito, a riportare in salvo i suoi uomini. La ferita e la conseguente convalescenza gli fanno risparmiare un bel po’ di conflitto alla fine del quale rientra a Roma dove riprende a frequentare il Collegio Militare, come istruttore, e soprattutto a gareggiare in vari sport anche se il nuoto rimane il suo preferito. Il 20 settembre 1919 difatti vince il Campionato del Corpo d’Armata di Roma, disputato su 400m nel Tevere. Poco prima era giunto terzo, risparmiando in parte le forze, nel GP Anio, alle spalle di Gavelli e Sebastiani. Forse dovrebbe limitarsi alla sola disciplina natatoria ed invece insiste con la poliedricità. Ai primi di novembre del 1919 partecipa nuovamente ai Campionati Militari di Roma di atletica leggera: il 7 novembre è 4° nel salto in lungo con l’asta (6.27 m contro i 7.19 del vincitore Contoli) e 6° nel salto del reticolato con l’asta (vince Lungo). Poi è terzo nel disco. Il giorno 9, nel Tevere gonfio di acqua limacciosa, viene battuto nei tricolori militari dei 100m dal ligure Frassinetti.
All’inizio del 1920 Chiesa insiste con le gare di atletica. Il 15 febbraio nei Campionati Romani vince 110hs, lungo e triplo, queste due ultime specialità con e senza rincorsa. In primavera cerca la qualificazione olimpica. Allo Stadium di Roma il 23 maggio vince triplo e disco mentre è terzo nel lungo. Sette giorni dopo, nella stessa sede, domina il pentathlon, dall’alto della sua versatilità. Il 13 giugno a Udine, in una prova di selezione olimpica, è superato nel triplo da Giuli. Prova anche altre discipline, ma non raggiunge risultati eclatanti, esce più volte battuto e non viene preso in considerazione dal CT Adams per l’ingresso in Nazionale. Niente Giochi. In estate torna al nuoto ed il 20 settembre è secondo, dietro l’imbattibile Massa, nella “Traversata del Tevere” e nei 100m. Un mese dopo, ancora nella Capitale, è secondo nei tricolori per militari nell’alto da fermo, ma vince i 100m nel Tevere tra l’entusiasmo generale. Nello stesso fiume biondo fa di nuovo sua la “Coppa di Natale” il 26 dicembre, sulla distanza di 150m. Il freddo non lo spaventa: è difatti spesso protagonista dei vari “cimenti invernali”, con nuotate nell’acqua ad una temperatura prossima ai 5-6°C[6]. Nel contempo Chiesa pratica anche altri sport: continua ad andare a cavallo, in particolare a Tor di Quinto, e si reca spesso nella sala di scherma gestita da Francesco Innorta[7]. In questi due sport comunque è ancora ad un livello discreto, ma non certo eccezionale. Però si applica, si impegna, si migliora. Comincia a farsi largo in lui, poco a poco, l’idea di poter gareggiare nel pentathlon moderno, la nuova specialità creata ad hoc da de Coubertin in persona, tesa alla ricerca del “soldato perfetto”, e che ha esordito ai Giochi del 1912. In effetti in questo nuovo sport c’è anche il tiro a segno di cui Chiesa è, sportivamente parlando, ancora completamente a digiuno, pur se ovviamente, da buon ufficiale, sa sparare e magari centrare qualche volta il bersaglio. Le premesse, insomma, ci sono. Ma non esistono gare specifiche di pentathlon e gli atleti, generalmente, sono scelti un po’ a caso, tra i migliori ufficiali dell’Esercito di qualche disciplina particolare. Chiesa dunque insiste col nuoto: il 17 luglio 1921 è secondo nella “Traversata del Tevere”, battuto a sorpresa da Varallo, ma riconquista la “Coppa di Natale”, con la temperatura dell’acqua che viene misurata a 9°C. Alla soglia dei 30 anni Chiesa è nel pieno della maturità agonistica e lo dimostra ampiamente nel 1922. Nelle “Universiadi Italiane”, disputate a Roma, il 18 aprile vince nel triplo ed è terzo nel lancio della pietra e del peso. Il 20 aprile si impone nel lancio della palla vibrata. In estate, ovviamente, torna al nuoto: il 9 luglio vince il “GP Tiberis”, 100m sul Tevere, iniziando a nuotare una specie di crawl.
A metà agosto è a Castiglione, sul Lago Trasimeno, per le cosiddette “Olimpiadi Universitarie”: vince i 400 e si piazza secondo nei tuffi (disciplina che ancora mancava al suo repertorio), superato da Rea. Il 25 dicembre rivince alla grande la “Coppa di Natale” sul Tevere. Nel 1923 il copione non cambia, atletica e nuoto. Il 10 giugno Chiesa partecipa ai Campionati Laziali a Roma: 2° nell’alto vinto da Uicich, è terzo nel disco e nel lungo. In agosto coglie due bei successi natatori: il giorno 7 è primo a Ladispoli, in mare, sui 100 ed il 19 fa sua la “Traversata del Tevere”. Diserta però i tricolori, non riuscendo in sostanza a compiere l’ultimo balzo di qualità. Il 25 dicembre sesto ed ultimo successo nella “Coppa di Natale”, 150m in favore di corrente sul Tevere. Nel 1924 le cose cambiano, eccome. Si pensa ai Giochi ed i vertici militari non si lasciano sfuggire l’occasione. Il Pentathlon Moderno è disciplina militare per antonomasia e si decide di inviare alcuni esponenti delle forze armate a Parigi. Si scelgono coloro che dimostrano le migliori attitudini in alcune delle cinque discipline e Chiesa, forte nel nuoto ed in atletica, discreto schermidore, che sa comunque cavalcare e perfino tirare, è inevitabilmente subito cooptato e prescelto. Teoricamente è il migliore dei nostri e qualcuno ipotizza pure, un po’ troppo ottimisticamente, la possibilità di una medaglia. Non essendosi disputate gare di preparazione, tutto pare possibile anche se la nostra spedizione va un po’ allo sbaraglio, pur se si tenta qualche allenamento mirato. Le prove valide per il Pentathlon Moderno si svolgono dal 12 al 17 luglio. Partecipano 38 atleti di 11 nazioni. La generale viene stilata in base alla somma dei punti assegnati secondo i piazzamenti ottenuti (1 al primo, 2 al secondo e così via): vince perciò chi totalizza il minor numero di punti. La prima gara in programma è il tiro a segno, con pistola automatica, su 200 colpi e si svolge al poligono di Versailles, nei pressi della celeberrima reggia. Vince il danese Olsen che totalizza 186 punti. Male i nostri: Chiesa è solo 29°, con 136 punti e d’altra parte non era lecito attendersi di più. Tra gli azzurri è preceduto da Corradi che, con 240 punti, chiude 26° mentre gli altri due italiani, Micheli e Pasta, terminano nelle posizioni di coda, rispettivamente 32° (con 134 punti) e 36° (con 126 punti). Lo stesso giorno, qualche ora dopo, si disputano i 300m di nuoto, nella Piscine des Tourelles, in Rue de Tourelles, nella parte orientale di Parigi, nei pressi della Porte des Lilas: oggi, riammodernata, è diventata lo “Stadio Nautico Georges Vallerey”. Chiesa, sfruttando le sue doti e l’esperienza, è grandioso e termina secondo, col tempo di 5’21”6, alle spalle dello svedese Lindman (futuro oro) che chiude in 5’18”6. Male gli altri azzurri: 22° Corradi, 35° Michele e 36° Pasta.
Dopo la prima giornata Chiesa è 15° in classifica e può ambire ad un bel piazzamento. La medaglia è già impossibile, peccato per il tiro. Il 14 luglio tocca alla scherma, prova di spada, tutti contro tutti. Qui è grande Pasta, secondo dietro lo svedese Dyrssen, mentre Chiesa (che poteva fare di più) termina 22° p.m. assieme a Micheli, con Corradi 26° p.m. Chiesa è 16° in classifica: un piazzamento nella top ten è teoricamente ancora possibile. Il 16 luglio si disputa la prova di equitazione, un cross di steeple-chase, nell’ippodromo del Grand Parquet a Fontainebleau, pochi km a sud di Parigi. Vince il finlandese Avellan, con Chiesa che finisce a metà classifica, 19° p.m., preceduto da Micheli (17° p.m.), ma davanti a Corradi (22° p.m.) ed a Pasta che non conclude la gara. Infine il 17 luglio, ultima prova, il cross di 4 km a piedi, nello stadio di Colombes. Vince alla grande lo svedese Lindman, in 12’40”. I nostri terminano lontanissimi e compromettono le già residue speranze di una discreta posizione nella generale: Micheli, con 15’28”, è il migliore degli azzurri, ma chiude 30°, subito davanti a Corradi e Pasta, con un Chiesa irriconoscibile, probabilmente stanco per le fatiche precedenti, addirittura solo 36°, in 16’40”. Troppo poco. Chiesa, nonostante la disastrosa prova di corsa, è comunque il migliore dei nostri e finisce la generale 24° con 109 punti. L’oro va al grande svedese Lindman (primo nel nuoto e nella corsa) che totalizza 18 punti davanti ai connazionali Dyrssen (39.5) e Uggla (45.0) per un assoluto trionfo scandinavo. Chiesa s’è difeso con onore anche se la sua pessima prestazione nella corsa ha fortemente inficiato il conseguimento di un risultato migliore. Il pentathlon, lo dice la parola e lo dimostra anche la gara olimpica di Chiesa, è costituto da cinque sport: non si può pensare di eccellere in una o due prove per ambire ad un buon risultato. Il 1924 non è una grande stagione per Chiesa: avendo puntato tutto sui Giochi, stanco e deluso, non gareggia più. Si ripresenta il 25 dicembre nella “Coppa di Natale”, ma addirittura si ritira quando si vede nettamente battuto. In effetti negli anni seguenti continua la carriera militare, dirada molto la sua attività agonistica, ritirandosi presto dalle competizioni senza ottenere più risultati brillanti.
[1] In quel tempo, non esistendo ancora in Italia piscine “moderne”, i tricolori venivano divisi a seconda del luogo di svolgimento: lago, fiume e mare
[2] Con Chiesa gareggiano De Pasquale e Rizzato
[3] Con lui gareggiano Madella e Signorini
[4] Bacigalupo chiude in 1’58”, Frassinetti in 1’59” e Chiesa in 2’01
[5] Istituzione molto prestigiosa, fondata nel 1876 ed il cui presidente onorario è niente meno che il Re, Vittorio Emanuele III
[6] Tali prove si tengono anche a Milano, con la temperatura dell’acqua talvolta anche prossima allo 0°C
[7] La sala si trovava all’interno della sede della Società Podistica Lazio, in un prestigioso contesto, costituito dall’ex convento dei Cappuccini, in Via Veneto