CESARANO Federico
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Padova 05.07.1886 / Milano 22.01.1969
1920. Scherma. 10° Sciabola Individuale, Eliminato Semifinale Fioretto Individuale
1924. Tiro a Volo. 9° Fossa a Squadre
Padovano di nascita, ma la famiglia, con tradizioni schermistiche significative, è di origine napoletana. Sin da adolescente è in pedana ed ottiene il primo risultato importante nel 1904 quando è terzo nel torneo di spada del Club d’Armi Milanese. Ai tricolori dell’anno seguente non brilla particolarmente, ma la giovane età induce i tecnici a prevedere per lui un buon avvenire: chiude 9° nella spada e 14° nella sciabola. Proprio con quest’ultima arma si fa strada nel 1906: il 3 aprile a Roma, davanti a Re e Regina, vince l’eliminatoria per la selezione dei Giochi “intermedi” di Atene dove, nonostante le ristrettezze economiche della spedizione, viene inviato perchè in grado di ben figurare. In effetti è così, ma tra mille polemiche: Cesarano difatti si rifiuta di tirare nell’ultimo assalto dopo i continui soprusi ed ingiustizie patiti dalla giuria, smaccatamente favorevole ai padroni di casa ed agli ungheresi. Si crea uno scandalo internazionale, con proteste vibranti da parte di molte delegazioni che si schierano apertamente con l’italiano. Ma il risultato non cambia: Cesarano è bronzo, dietro al greco Gerogiadis ed il tedesco Casmir. Rimane poi tra i migliori schermidori italiani anche se con risultati alterni. Nel 1907 si piazza 5° nel Campionato Piemontese di spada. L’anno seguente è in predicato di essere selezionato per i Giochi di Londra, è nel giro della Nazionale, ma poi gli stringenti problemi economici legati alla nostra spedizione provocano una forte riduzione nel numero degli atleti inviati oltremanica e Cesarano viene depennato dalla lista degli schermidori. Nel 1909 si mantiene nel ristretto novero degli schermidori italiani di primo livello: a Desenzano è premiato con una medaglia d’oro, al Lido di Venezia chiude secondo sia nel fioretto che nella sciabola, alle spalle rispettivamente di due campioni come Nedo Nadi e l’ungherese Bekessy[1]. L’anno seguente Cesarano si conferma ottimo schermidore, ottenendo a Perugia il titolo italiano universitario in fioretto e sciabola. Poi però affronta un difficile periodo a livello personale, non riuscendo ad essere selezionato per i Giochi di Stoccolma.
La Prima Guerra Mondiale fa il resto, ma Cesarano non abbandona l’amata scherma, anzi rilancia. Difatti, essendo ancora sotto le armi, Cesarano è selezionato per i “Giochi Interalleati” di Parigi, la prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni. Così, finalmente, riesce a difendere i colori italiani in un importante consesso sportivo. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Per la scherma il padre-padrone è il Generale Ceccherini, già medaglia d’argento olimpica nella sciabola a squadre nel 1908. I nostri sono forti ma anche sfortunati: nella prova di fioretto a squadre perdono in finale contro la Francia ma solo per il computo delle stoccate (127 a 125). Gli azzurri si prendono la rivincita nella sciabola a squadre: 19-8 al Belgio, 19-10 alla Francia, 19-8 al Portogallo il loro cammino lastricato d’oro, con Cesarano buon protagonista. Cesarano partecipa anche al torneo individuale di fioretto, ma viene subito eliminato al primo turno. Questi Giochi parigini rappresentano però per lui una sorta di “rinascita”: a 33 anni non sembra ancora “finito” e non è certamente il solo atleta ad aver visto interrotta la sua carriera dalla guerra. In molti hanno saputo ripartire e tra questi anche il grandissimo Nedo Nadi, capitano indiscusso della nostra Nazionale ma anche selezionatore occulto: non si entra in squadra senza il suo assenso. Nadi conosce Cesarano, era con lui anche a Parigi e ne ha ammirato stile e determinazione. Può essere certamente utile ad Anversa. Così Cesarano ottiene una maglia azzurra per i Giochi “veri”, quelli del 1920, dove partecipa al torneo di fioretto individuale, disputato al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Al via 56 schermidori di 10 nazioni.
Si inizia la mattina del 17 agosto e Cesarano parte alla grande: nella poule eliminatoria vince tutti gli incontri che lo oppongono ai 4 avversari, il belga Crahay, lo statunitense Honeycutt, il danese Bonde e l’egiziano Hassanein. Sembra ben lanciato per la semifinale, ma qualcosa si inceppa e nel pomeriggio del giorno seguente è il patatrac: Cesarano difatti perde tutti e 5 gli incontri, anche con quello stesso Crahay battuto 24 ore prima. Lo sconfiggono anche il francese Trombert, l’altro belga De Montigny, il danese Osler ed il connazionale Costantino. Ovviamente, viene eliminato. Il torneo vede un’altra affermazione del grandissimo Nedo Nadi, col secondo oro dei cinque ottenuti in questa edizione, davanti ai francesi Cattiau e Ducret. Cesarano è inserito anche nella lista degli otto schermidori azzurri per il torneo di sciabola a squadre, disputato il 24 agosto al “solito” Floralien, ma non scende mai in pedana. Questo gli pregiudica la conquista della medaglia d’oro, ottenuta difatti dai nostri in modo anche abbastanza netto, vincendo tutti gli incontri con le altre sette compagini iscritte. Il regolamento è chiaro: non avendo mai combattuto, al contrario di altri che pure eseguono un solo incontro (Santelli, Gargano, Urbani), a Cesarano non spetta la medaglia. Il giorno seguente, di nuovo nel Floralien, Cesarano è al via dell’ultima gara in programma, il torneo di sciabola individuale. Partecipano 43 atleti di 9 paesi. L’inizio è buono: con lo score di 5-2 è secondo nella poule vinta dall’altro italiano Puliti ed accede tranquillamente alla semifinale dove va ancora meglio. Difatti, vincendo 5 incontri e perdendone uno solo, è il migliore del suo girone e vola nella finale a dodici. Qui però perde smalto e poi tira i remi in barca: chiude solo decimo, con lo score di 3-8, mentre l’oro e l’argento vanno ai due straordinari fratelli Nadi (primo ovviamente Nedo, al quinto oro!) ed il bronzo al coriaceo olandese De Jong che beffa Puliti per il computo delle stoccate.
La scherma italiana esce alla grandissima dai Giochi di Anversa, Cesarano un po’ meno: una medaglia, soprattutto nella prova a squadre, era alla sua portata ma non è arrivata. In ogni caso la sua rimane una carriera di tutto rispetto anche se spesso il suo nome non è tra i più citati quando si parla degli schermidori attivi nelle prime due decadi del XX secolo. Ma l’avventura olimpica di Cesarano non si ferma qui. Da sempre appassionato di tiro e caccia, lascia la scherma attiva per imbracciare il fucile. Nel 1924 a Parigi va come tiratore “al piccione di argilla”, locuzione con cui viene chiamato in Francia il piattello[2]. Le gare olimpiche di tiro a volo, specialità fossa (o trap), si svolgono sul campo di Issy-les-Moulineuax, a sud-ovest di Parigi. Si inizia con la prova a squadre, disputata il 6 e 7 luglio da 12 nazioni ciascuna con sei tiratori: vengono scelti per la classifica i migliori 4 risultati. Ogni tiratore spara 100 colpi per centrare altrettanti bersagli: dunque il massimo punteggio ottenibile da una compagine è 400. I nostri deludono: ottengono complessivamente 328 punti e si collocano soltanto in nona posizione, a soli 4 punti dalla Gran Bretagna, ottava. Sopravanzano Ungheria, Francia e Cecoslovacchia. L’oro va agli USA con 363 punti davanti a Canada e Finlandia. Cesarano si difende, non è il peggiore nè il migliore dei nostri: centra 75 piattelli, risultato comunque mediocre. Gli altri non brillano ed alla fine non riusciamo a guadagnare un piazzamento nella prima metà della classifica, terminando al nono posto. Cesarano comunque entra nella storia olimpica italiana: è tra i pochissimi atleti a gareggiare in due sport ai Giochi, sia pure in edizioni diverse. Stavolta però la poliedricità non ha fatto rima con qualità. Dopo questo suo exploit, di lui si perdono le tracce sia come schermidore che come tiratore.
[1] Bela Bekessy, nato a Debrecen il 16.11.1875. Grande sciabolatore, allievo di Santelli, conquista diversi titoli nazionali nella prima decade del Novecento e nei Giochi del 1912 guadagna l’argento. Ussaro nella Prima Guerra Mondiale, combatte in prima linea sul fronte orientale dove muore in combattimento il 06.07.1916 nell’attuale Ucraina
[2] Non si deve difatti dimenticare che fin dalla fine dell’800 è dappertutto molto in voga il tiro al piccione, disciplina quanto mai cruenta e discutibile, con strage di milioni di inermi volatili, impallinati dai tiratori. Col passare degli anni, ma molto lentamente, ai piccioni verranno sostituiti i piatteli, dapprima in argilla e poi in plastica