CERATI Umberto
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Verona 24.03.1911 / Milano 23.07.1994
1936. Atletica Leggera. 7° 5000 m
Veronese di nascita ma milanese d’adozione. Comincia a correre a 16 anni, ma disputa la prima gara “vera” nel 1928 quando, tesserato per la “Forza e Coraggio”, si cimenta in un mille. All’inizio si sente un mezzofondista puro e si testa più volte sui 1500, ma senza molto successo. Raddoppia la distanza e va molto meglio. Dopo aver maramaldeggiato nelle apposite selezioni regionali, il 29 settembre 1929 vince difatti i 3mila metri nella finale del “GP Giovani” a Roma, apposita manifestazione tesa alla ricerca di nuovi talenti. Nel 1930 entra nello “SC Italia”, una delle principali società meneghine. Il 2 febbraio vince il campionato lombardo di cross per universitari a Milano. Si rivede a maggio: il giorno 4 viene battuto da Beccali a Torino sui mille, distanza in cui sette giorni dopo finisce terzo, sul campo dello “SC Italia”: è un bel risultato perchè lo precedono due campioni affermati come (di nuovo) Beccali ed il francese Martin. Il 25 maggio a Firenze vince il titolo italiano universitario sui 5mila. Il 1 giugno esordisce in Nazionale, a Brescia, nell’incontro Italia-Spagna che i nostri si aggiudicano 86-60: Cerati contribuisce al successo, vincendo bene i mille. Il 22 giugno a Bologna vince gli 800: sta diventando un mezzofondista di tutto rispetto. Sette giorni dopo, è battuto solo dal forte Beccali nel campionato lombardo dei 1500. Si aggiudica però il titolo regionale sugli 800 il 6 luglio. Sette giorni dopo, è in Nazionale a Parigi, nel mitico stadio di Colombes, per l’incontro Francia-Italia: chiude terzo gli 800, battuto dai forti francesi Keller e Martin. I nostri perdono il confronto 67 a 81. Cerati ritrova l’azzurro già il 20 luglio a Basilea, contro la Svizzera: finisce di nuovo terzo gli 800, sopravanzato da Tugnoli e Schwebel. Gli elvetici sono battuti 88-69. Ai tricolori di Udine del 26 e 27 luglio chiude secondo sia gli 800 che i 1500, battuto rispettivamente da Tugnoli e Beccali. Il 9 e 10 agosto gareggia ai Mondiali Universitari, disputati a Darmstadt in Germania: finisce 4° sui 5mila vinti dallo svedese Dehlstrom e 7° sui 1500 dopo aver sprecato troppe energie in partenza (primeggia il britannico Helphs). Si diploma ragioniere e si ripresenta in pista il 19 ottobre a Bologna, per il “Campionato delle Regioni Alta Italia”: sui 1500 viene onorevolmente battuto dal grande Beccali. Sette giorni dopo, vince un 5mila sulla pista meneghina dello “SC Italia”. Il 1 novembre a Roma, nella finale del GP Regioni, chiude secondo sui 1500 e terzo sugli 800, gare entrambe vinte da Beccali che lo supera anche il giorno seguente sui mille a Firenze. Stesso risultato il 9 novembre a Milano, campo “Giurati”, dove però Cerati si impone nei 3mila. Se ne riparla l’8 marzo 1931 quando si aggiudica il tricolore di cross per universitari. Poi, complice il militare, sparisce di scena. Si rivede solo il 18 ottobre a Firenze, nella finale del “GP Regioni”, dove chiude 5° i 1500 vinti da Beccali. Sette giorni dopo, a Torino finisce terzo i mille vinti da Dusio. Nel 1932 riprende l’attività in pieno. L’8 maggio a Vimercate chiude al secondo posto, battuto dal grande Beccali, i 1500 del campionato lombardo. Sette giorni dopo, all’Arena di Milano nella seconda preolimpica, è superato da Bartolini sui 3mila.
Per i Giochi in effetti sembra ancora troppo acerbo. Intanto però a Gallarate il 22 maggio si aggiudica un 5mila e si ripete il 5 giugno a Bologna nell’ultima preolimpica. I tecnici però, su tutti il CT Contoli, non lo ritengono ancora maturo ed il suo nome non figura nella lista azzurra. Si deve anche considerare che il viaggio per Los Angeles incide molto sulle spese generali del CONI e dunque si cerca di “stringere i cordoni”, puntando su atleti esperti, affidabili ed in grado di ben figurare. A niente vale, in termini olimpici, la sua bella prestazione, con vittoria netta, sui 5mila a Zurigo il 19 giugno per Svizzera-Italia: i nostri si impongono 92-65. Cerati non va ai Giochi. Torna invece in Nazionale il 24 luglio per Italia-Austria: i nostri migliori sono in America, ma Cerati si fa onore e vince i 5mila. Gli azzurri dominano 76-55. Cerati è in forma ed il 9 agosto, sul campo milanese dello “SC Italia” in Via Sismondi, consegue il record italiano sui 5mila con 15’07”, stabilendo “di passaggio” anche quello delle 3miglia. È la sua risposta a chi non lo ha portato in America dove probabilmente avrebbe meritato di essere. Cerati insiste e, sfruttando l’assenza del grande Beccali (che a Los Angeles ha conquistato l’oro), si aggiudica i 1500 dei tricolori, disputati il 17 e 18 settembre a Bologna. Molti, tecnici compresi, lo considerano comunque più un fondista e difatti ritrova la Nazionale sui 5mila, il 16 ottobre a Torino per Italia-Ungheria: Cerati vince e convince, coi nostri che si impongono 72-69. Inizia il 1933 con una brutta prova: il 6 gennaio si ritira nel cross di Cesano Boscone vinto da De Florentis. Si riscatta il 12 febbraio quando si aggiudica il campionato lombardo di cross. Si conferma sette giorni dopo, vincendo il cross di Malnate. È dunque tra i favoriti dei tricolori di cross, disputati a Venezia il 5 marzo, ma si ritira (vince De Florentis). Si rivede solo il 21 maggio quando, sulla pista meneghina dello “SC Italia”, effettua un tentativo di record sui 4km: non riesce, ma di passaggio ottiene il nuovo primato delle 2 miglia con 9’40”3/5. Il 28 maggio è battuto da Betti a Firenze in un 5mila. L’11 giugno è in Nazionale, allo stadio parigino di Colombes, per Francia-Italia: chiude solo quarto i 5mila vinti da Rerolle. I nostri si aggiudicano l’incontro 80-68. Quattro giorni dopo, all’Arena di Milano è battuto da Beccali in una gara su ¾ di miglio. È comunque in forma: il 18 giugno, nella stessa Arena, stabilisce il record italiano dei 3mila in 8’37”2/5. Il 25 giugno a Torino altro primato, stavolta di passaggio sulle 2miglia (9’39”1/5), nella gara vinta sui 5mila. Il primato viene ulteriormente abbassato, a 9’36”0, l’8 luglio a Londra, stadio di White City[1], dove però Cerati chiude secondo la gara sulle tre miglia, battuto dal finnico Lehtinen. Il 23 luglio, sul campo meneghino del “Giurati”, vince il titolo lombardo dei 1500. Sei giorni dopo, a Firenze si aggiudica il tricolore degli 800. Il 27 agosto all’Arena di Milano vince i 3mila. Sulla stessa distanza il 7 settembre primeggia nel Mondiale Universitario a Torino. Due giorni dopo, guadagna il bronzo sugli 800, sopravanzato dai tedeschi Dessecker e Danz.
Il 17 settembre è in Nazionale per Italia-Inghilterra, disputato all’Arena di Milano: vince bene gli 800, con un gran finale. I nostri si aggiudicano l’incontro 85-62. Si rivede un mese dopo: il 15 ottobre a Torino chiude terzo i 1500, superato dal grande Beccali e dal finnico Michelsson. 14 giorni dopo, vince i 3mila a Trieste. Inizia il 1934 con calma. Esordisce difatti solo il 20 maggio all’Arena di Milano in un 1500 dove è battuto dal “solito” Beccali. Il 3 giugno a Torino, nel “GP Fidal”, ritrova la vittoria sui 3mila. Sette giorni dopo, stessa pista, vince un mille. Il 17 giugno è battuto da Beccali sui 1500 a Bologna, nell’incontro Italia-Polonia che i nostri vincono 69-51. Il 22 luglio Cerati vince a Milano il campionato zonale degli 800, distanza sulla quale però chiude solo quinto i tricolori, disputati sei giorni dopo all’Arena meneghina e vinti da Lanzi. Il 12 agosto a Bologna vince i 1500. Sette giorni dopo, è a Budapest per Ungheria-Italia, disputata di fronte a 30mila spettatori: nei 1500 parte da lontano e, sfruttando il marcamento tra Beccali e Szabò, si aggiudica la gara davanti all’altro azzurro. I nostri però perdono 65-76. Poi tocca alla prima storica edizione degli Europei: il 7 settembre Cerati chiude al decimo posto la finale dei 1500 dopo una corsa in cui non è mai stato protagonista, al contrario di Beccali che guadagna un altro splendido oro, peraltro l’unico azzurro. Poi Cerati parte per l’America, assieme ai “Littori”, gli Universitari che sono stati invitati per una tournée dai più importanti atenei della costa orientale. Compie un bell’exploit il 5 ottobre a Cambridge (Harvard), Massachussets, quando vince i 3mila col record italiano (8’32”4), migliorando il suo precedente primato di ben 5” (!). Nel meeting successivo, allo Yankee Stadium di New York, sulla stessa distanza è battuto da Mac Kluskey. Si rivede in pista solo il 30 giugno 1935 quando all’Arena di Milano è battuto sui 2mila da Beccali che lo supera anche il 28 luglio a Firenze nei tricolori dei 1500. Il 25 agosto all’Arena di Milano, sotto la pioggia e davanti a 25mila spettatori, vince le 3miglia col tempo di 14’24”4 che rappresenta il nuovo record italiano. Sei giorni dopo, torna in Nazionale, a Berlino per il pentagonale con Germania, Ungheria, Svezia e Giappone: chiude terzo sui 400, alle spalle dello svedese Jonsson e del tedesco Syring. Gli azzurri finiscono quinti. Il 22 settembre a Torino Cerati termina terzo i 1500 nell’incontro Italia-Francia: è superato da Beccali e Normand. I nostri vincono nettamente, 83-65. Si riscatta sette giorni dopo a Parigi dove vince bene i 1500. Il 6 ottobre è a Vienna per Austria-Italia: sbaglia tattica sugli 800, tirando troppo, e viene bruciato nel finale da Reischberger. Gli azzurri comunque vincono 78-54. Cerati chiude l’annata in bellezza: il 3 novembre all’Arena di Milano, nell’intervallo del match calcistico Ambrosiana-Triestina, ottiene il primato italiano sui 3mila, con 8’27”4, strappandolo peraltro nettamente a Beccali, suscitando stupore ed ammirazione. Il 9 novembre chiude alla grande la sua bella annata, vincendo assieme a Fusarpoli la “Traversata notturna di Milano”.
Nel 1936 ovviamente punta i Giochi: segue i vari stages di preparazione ed il 26 aprile, nella preolimpica di Firenze, vince bene i 5mila. Il 17 maggio a Bologna si cimenta sui 1500, ma finisce solo quinto (primeggia Torrassa). Il 30 maggio all’Arena di Milano è il turno di un’altra preolimpica dove Cerati è grandissimo: ottiene difatti il primato italiano sui 5mila con 14’45”, lanciandosi verso Berlino. Spende parole importanti per lui il finnico Lehtinen, campione olimpico uscente dei 5mila, che lo vede tra i favoriti di Berlino mentre perfino l’immenso Nurmi ne elogia l’incedere, dicendosi possibilista di un suo tempo intorno ai 14’30”. Forse troppo, in effetti. Comunque Cerati va: il 29 giugno a Bologna si aggiudica il tricolore dei 5mila e nessuno può togliergli la maglia azzurra. Si presenta così nel ritiro collegiale azzurro, tenuto presso la “Pensione Montesenario” a Bivigliano, sulle colline fiorentine, con allenamenti e test allo Stadio Berta. Si parte per Berlino, in treno, il 19 luglio. Le gare di atletica leggera si disputano all’Olympiastadion. Cerati gareggia nei 5mila cui prendono parte 41 atleti di 23 nazioni. Il 4 agosto vince alla grande la batteria, che in pratica è una semifinale, davanti al danese Siefert, lo statunintense Lash, il finnico Salminen ed il britannico Reeve, tutti qualificati alla finale che si disputa il 7 agosto. Cerati, dopo la bella prova precedente, nutre qualche speranza di ben figurare ed in effetti non va male anche se gli scandinavi si rivelano troppo forti. Difatti oro e argento vanno ai finnici Hockert (14’22”2) e Lehtinen mentre il bronzo è dello svedese Jonsson. Cerati termina settimo, in 14’44”4[2], preceduto anche dal nipponico Murakoso, il polacco Noji e l’altro finlandese Salminen. Comunque una prestazione più che sufficiente. Cerati ritrova la Nazionale già il 29 e 30 agosto a Torino, per Italia-Giappone: il primo giorno sui 5mila è battuto da Murakoso, ma dopo 24 ore, “costretto” a sostituire l’infortunato Beccali, vince bene i 1500. Gli azzurri si impongono 92-81. Il 20 settembre vince in scioltezza i 3mila al “Giurati” di Milano, ripetendosi sette giorni dopo a Vigentino. Ormai però ha dato il meglio di sè. Si eclissa nel 1937, anno in cui non riesce a far meglio di 15’30”8 nei 5000m. Nel 1938 è terzo nella gara dei 1500 tricolori, disputati a Bologna il 24 luglio. Conclude l’attività agonistica ad alto livello nel 1939, quarto nelle liste stagionali dei 1500m con il tempo di 4’00”8. Si parlerà di lui come dirigente nei primi mesi di ripresa dell’attività sportiva dopo la fine della guerra.
[1] È lo stadio in cui si svolsero i Giochi del 1908
[2] Il tempo rappresenta il nuovo record italiano sulla distanza