Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/ceccherini_piccola.jpg

CECCHERINI Sante

Incisa Val d’Arno (FI) 15.11.1863 / Marina di Pisa 09.08.1932

1908. Scherma. MEDAGLIA D’ARGENTO Sciabola a Squadre (con Nowak, Bertinetti, Pirzio Biroli, Olivier)

Fin da adolescente si dedica alla vita militare, allievo anche della prestigiosa Accademia di Modena da dove esce col grado di Sottotenente nel 1884. Sotto le armi, inquadrato tra i Bersaglieri cui resterà fedele tutta la vita, diventa un abile schermidore, soprattutto con la sciabola, l’arma d’attacco per antonomasia, dove si segnala ripetutamente a livello nazionale. Nel 1887 è buon 6° nel torneo di Firenze cui sono presenti i più forti dilettanti italiani. Alla fine degli anni ’80 è inviato in Eritrea a seguito dell’esercito italiano che sta invadendo quelle terre. Rientrato dopo un anno in patria, continua a dedicarsi alla scherma anche se non consegue mai il titolo di maestro, rimanendo sempre dilettante. Nel 1895, sempre con la sciabola, è 4° nel torneo di Livorno e l’anno seguente trionfa nel prestigioso torneo di Budapest, aggiudicandosi le poules sia di spada che di sciabola. Poi è una continua conferma di grandi risultati: nel 1897 a Venezia guadagna il primo premio nella sciabola ed il secondo nella spada. Vince ripetutamente, ancora con la sua amata sciabola, a Genova nel 1897, a Roma (dove è il migliore tra i militari) e Sanremo l’anno seguente, a Varese nel 1899 (anno in cui è secondo ad Asti) ed a Genova nel 1900. Si cimenta pure nel ciclismo, vincendo nel 1899 la “Sanremo-Piena-Sanremo”, gara riservata agli ufficiali del 12° Reggimento Bersaglieri cui appartiene. Avvicinandosi ai 40 anni, è ancora tra i più forti sciabolatori dilettanti italiani: nel 1900 brilla al torneo organizzato a Genova dalla gloriosa “Andrea Doria”, vincendo nella sciabola e piazzandosi 2° nella spada. Nel 1902 fa sua la poule del quotato torneo di Torino. Definito tiratore-gentiluomo, Ceccherini non demorde, anzi più avanzano le stagioni e più sembra migliorare, come un buon vino anche se, complici gli impegni militari, la sua attività non si sviluppa con continuità, almeno a livello di risultati importanti. Nel 1906 vince il torneo di Bergamo nella sciabola, arma con cui è tra i migliori nelle selezioni romane per le Olimpiadi “intermedie” di Atene, vincendo la classifica a squadre, anche se non viene inviato in Grecia, per una spedizione azzurra che deve fare troppo i conti con i costi della trasferta.

L’anno seguente sparisce dalle cronache, ma torna a competere nella stagione olimpica. Nonostante ormai prossimo ai 45 anni di età, divenuto Maggiore dei Bersaglieri, è sempre tra i migliori: vince il Campionato Militare di sciabola a Roma ed è 4° nel torneo, aperto anche ai borghesi, di fioretto che si svolge nella caserma S. Caterina. Giunge 4° pure nella “Coppa Ravaschieri” di spada e quando si forma la Nazionale per i Giochi è inserito, anche se soltanto nella sciabola che rimane l’arma in cui dà più affidamento. Masaniello Parise, incaricato di formare la Nazionale olimpica, lo conosce bene e sa di poter contare sul suo apporto. A Londra, nel torneo a squadre, i nostri, dopo aver superato nei quarti la Gran Bretagna 11-5 il 21 luglio, il giorno seguente vengono battuti dalla fortissima Ungheria (poi oro) 11-5 in semifinale (Ceccherini perde i quattro incontri disputati). Una stranezza del regolamento, che per il secondo posto vede sfidarsi tutte le compagini battute dai vincitori, permette all’Italia di guadagnare l’argento dopo aver sconfitto la Germania 10-4 nella “finalina” (cui Ceccherini non partecipa). Si tratta della prima medaglia della storia in assoluto per la scherma italiana. Dopo i Giochi, Ceccherini prosegue a gareggiare: a fine stagione, dopo il 6° posto nel torneo di spada a Livorno, guadagna il tricolore di sciabola e nel 1909 (a 45 anni suonati!) il titolo nazionale nella spada, arma con cui si impone pure nella “Coppa Ravaschieri” a Roma, battendo in finale il detentore Pirzio Biroli. Si segnala anche in ambito militare. È tra i protagonisti degli aiuti umanitari alle popolazioni terremotate di Messina e Reggio Calabria tra la fine del 1908 e l’inizio del 1909, guadagnandosi in questo frangente una Medaglia d’Argento al Valore Civile per l’impegno profuso. Alterna il servizio militare alle gare anche nel 1910 quando, col fioretto, è 2° nei tricolori per ufficiali (battuto solo da Cavacioppi) e 9° nel campionato italiano assoluto, disputato nel Teatro Argentina a Roma. Si piazza di nuovo 2° anche nei tricolori di sciabola (battuto dalla sorpresa Biondi).

Ormai prossimo ai 50 anni, lascia finalmente l’attività schermistica ed è comunque nei conflitti bellici che Ceccherini guadagna gli allori principali, ottenendo, tra guerra italo-turca[1] e Prima Guerra Mondiale, tre medaglie d’Argento ed una di Bronzo al Valor Militare. Divenuto Generale e sempre accompagnato dal fumo della sua pipa (detta “la gorgogliosa”), nella Primavera del 1919 viene scelto dall’Esercito, grazie ai suoi trascorsi sportivi, come responsabile militare della nostra spedizione ai “Giochi Interalleati” di Parigi, riservati ai soldati degli eserciti vincitori la guerra. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la trasferta e preparando gli atleti in una sorta di raduno collegiale ad Arma di Taggia, in una struttura alla cui costruzione hanno provveduto anche prigionieri austriaci e tedeschi. Ceccherini supervisiona in particolare la compagine della scherma, che ha nei fratelli Nadi i principali protagonisti. Andiamo in Francia con 120 atleti e tutto sommato non demeritiamo. Ceccherini poi partecipa all’impresa di Fiume a fianco di D’Annunzio, schierandosi perciò apertamente col fascismo, marcia su Roma compresa. Quindi è tra i capi della MVSN[2] oltre che collaboratore fidato di Mussolini in relazione, ovviamente, a tematiche militari. Queste sua forte appartenenza al regime fascista ne mina inevitabilmente il ricordo ed il prestigio sino ai nostri giorni.


[1] Ceccherini combatte in Libia ed ottiene una medaglia d’Argento al Valor Militare per essersi distinto particolarmente negli scontri di Regdaline, Sidi Bilari e Sidi Alì

[2] acronimo di Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, una forza armata del regime fascista, inizialmente guidata in prima persona da Mussolini


Vai alla gallery