CECCARELLI Domenico
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Roma 18.08.1905 / Brooklyn - New York (USA) ottobre 1985
1928. Pugilato. Eliminato Primo Turno pesi massimi-leggeri
Alto 1,75m x 79kg, è al limite della categoria dei “massimi”, ma riesce a rientrare nei “massimi-leggeri”. Comincia a segnalarsi intorno ai 20 anni di età. A fine novembre 1926 arriva in finale nel campionato centro-meridionale a Roma: deve combattere con Sannella, ma il match non si svolge in quanto la riunione viene sospesa per le intemperanze del pubblico che protesta vivacemente per il verdetto dei giudici di un incontro precedente. Il match si svolge dopo qualche giorno e Ceccarelli vince ai punti. Il 20 dicembre a Roma Ceccarelli vince anche il titolo italiano, battendo Daccò ai punti. Inizia male il 1927: il 27 marzo al Kursaal di Roma è battuto ai punti da Berardi. Il 3 luglio a Roma vince il Campionato dell’Italia Centrale, sconfiggendo in finale il marchigiano Palmonella. Il duello si ripete, con lo stesso esito, nella finale dei tricolori, il 15 agosto a Como. Il 22 settembre Ceccarelli gareggia nel match Lazio-Lombardia, tenutosi al Teatro Morgana di Roma: batte Pavesi ai punti ed i laziali vincono 6-3. Si rivede solo dopo tre mesi: il 20 dicembre, nella palestra della “Lombarda”, batte ai punti Daccò. Ceccarelli è tra i più attesi nell’annata olimpica che comincia col giusto piglio: il 4 marzo a Roma batte ai punti Meroni. Il 26 marzo si ripete, sconfiggendo nettamente Paparelli. Il 13 aprile partecipa all’incontro “Italia centrale”-Danimarca, disputato al Teatro Adriano di Roma: batte ai punti Hansen. I nostri dominano, vincendo 7-1. A fine aprile Ceccarelli partecipa ai tricolori che si svolgono nella meneghina Sala Carpegna. Parte alla grande, sconfiggendo per kot alla prima ripresa il friulano Carlon, poi supera il marchigiano Palmonella ma, a sorpresa, in finale è battuto dal lombardo Meroni.
La designazione per i Giochi rimane in bilico. Viene comunque convocato per il ritiro collegiale preolimpico che si svolge in un suggestivo chalet nei pressi del Lago del Segrino, nel comasco, sotto la guida dell’ex olimpionico Garzena e del maestro Zanati, coadiuvati dal massaggiatore Paolo Bianchi detto “schisc”. Il supervisore e CT è comunque Carlo Czerny. I pugili convocati sono ben 32 e la scelta non è semplice, la selezione impietosa. Alla fine però Ceccarelli, dopo alcuni appositi incontri, si guadagna la maglia azzurra da titolare. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di Palazzetto dello Sport situato a lato dell’Olympisch Stadion, in pieno centro ad Amsterdam. Ceccarelli gareggia nei “massimi-leggeri”, il cui peso-limite è 79,378 kg. Al torneo partecipano 16 pugili di altrettante nazioni. Ceccarelli non va lontano. L’8 agosto nel primo turno perde ai punti col sudafricano McCorkindale e viene subito eliminato. L’oro va all’argentino Avendano, argento per il tedesco Pistulla e bronzo all’olandese Miljon. Per Ceccarelli una prestazione olimpica alquanto opaca. Si riscatta in una tournée che alcuni azzurri eseguono in Svezia a metà novembre: Ceccarelli vince il torneo di Stoccolma, battendo in finale Sjostrand. Quindi ad Uppsala sconfigge Lundgreen ed a Gotemburgo prevale su Pettersson, facendo affiorare qualche recriminazione per le sue prestazioni di Amsterdam. Festeggia questa vittoriosa tournée il 22 dicembre alla meneghina Sala Carpegna, battendo Massacese ai punti. Nel 1929 passa professionista e combatte molto all’estero: Argentina, Cile, Francia, Spagna, Germania, Svizzera. In Italia gareggia soprattutto per il titolo nazionale dei “massimi leggeri”: il 29 ottobre 1933 guadagna il tricolore a Roma contro Merlo che però gli strappa la corona l’anno seguente. Ceccarelli si riprende il titolo il 12 ottobre 1935 contro Livan. Infine l’anno seguente emigra in America dove combatte molto sino al 1940, perdendo diversi incontri nella parte finale della sua carriera, inficiando il suo palmares. Senza queste ultime sfortunate performances il suo score sarebbe stato certamente migliore: 36 vittorie, 36 sconfitte, 12 pareggi. La sua rimane comunque una buona carriera, peccato solo per la “macchia” olimpica.