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CAZZULANI Giovanni

Pandino (CR) 05.08.1909 / Varzi (PV) 22.10.1983

1932. Ciclismo. 7° Gara Individuale

È un ragazzone alto, possente, dalle lunghe leve. Inizia a praticare ciclismo già prima dei vent’anni di età, gravitando presto nell’orbita meneghina e tesserandosi per la “Viscontea”. Ottiene il primo risultato interessante il 26 aprile 1931 quando chiude al secondo posto il “GP Groppello”, superato allo sprint dal compagno Scurati. Coglie la vittoria il 17 maggio nella “Coppa Gloria” a Monticello dove giunge da solo al traguardo. Si ripete sette giorni dopo a Milano nel “GP Stella d’Italia”, ancora in solitario. Stesso discorso il 30 agosto nella “Coppa Bottecchia” a Monza. Giunge invece quinto, in volata, nella “Targa Ripamonti” a Milano il 6 settembre. 14 giorni dopo, si aggiudica allo sprint il “GP Saronno”, confermandosi corridore completo mentre il 22 settembre chiude al quarto posto la “Coppa Collecchio” vinta in volata dall’altro futuro olimpionico Borsari. Il 27 settembre finisce sesto pari merito la “Coppa Bernocchi” appannaggio di Bovet, ma la gara poi sarà annullata per varie irregolarità[1]. Il 4 ottobre Cazzulani termina ottavo la “Coppa Catene Regina” vinta in volata nuovamente da Bovet. Il 28 ottobre finisce poi quarto la “Coppa Giussano” guadagnata da Fontana. Tre giorni dopo, trascina i compagni Adami e Cattaneo al successo nel “Trofeo Lattuada”, cronometro a staffetta: è il migliore dei suoi che alla fine si impongono per un solo secondo sul terzetto della “Legnanese[2]”. 

Ritrova un bel successo il 15 novembre nella “Coppa Grassigli” della quale vince la seconda tappa, Laveno-Milano, superando allo sprint i compagni di fuga Olmo (altro futuro olimpionico) e Fontana. Proprio con Olmo si ritrova compagno di colori nel 1932 con l’US Milanese: tra i due si instaura un bel rapporto tanto che si allenano insieme in Riviera, tra gennaio e febbraio, facendo sede a Celle, a casa di Olmo. Il ritiro fa bene: il 28 febbraio Cazzulani coglie un bel terzo posto nel “GP S. Geo”, prima corsa della stagione, superato da Migliorini e Rimoldi. Risale sul gradino più basso del podio anche il 6 marzo nel “Criterium d’Apertura”, battuto allo sprint da Andretta e Dabini. Cazzulani è in piena forma e si rivela grande protagonista anche della “Sestri-Sanremo” il 13 marzo: scatena l’azione decisiva sui saliscendi intorno a Vado, ma sul Berta cede all’arrembante Iori che va a vincere, mantenendo comunque il secondo posto, a 1’02”. Inizia ad essere guardato con un certo interesse dai tecnici azzurri, guidati dal capitano Vittorio Spositi, segretario UVI e supervisore delle Nazionali, e da Luigi Bertolino, in pratica CT del reparto-strada. Intanto il 20 marzo Cazzulani coglie il primo successo dell’annata, in volata sul gruppetto dei battistrada, nel “GP Aquilano” sulle strade meneghine. Si rivede in prima fila dopo un mese, nel “Giro del Piemonte” a tappe che, dopo essere stato spesso tra i migliori, chiude al quinto posto, a 3’17” dal vincitore Martano. Cerca la maglia azzurra per i Giochi ed il 1 maggio chiude al quarto posto la preolimpica di Milano, disputata a cronometro su 67 km: 3’10” il suo ritardo dal vincitore Olmo, ma può ancora sperare. Quattro giorni dopo, ci riprova e chiude terzo nella preolimpica di Cremona, con 2’55” di ritardo dal vincitore Pedretti. Il 29 maggio Cazzulani si conferma ottimo passista, conquistando la “Coppa Italia”, cronosquadre di 142,8 km a Roma, alla media di 36,5 km/h[3]: indubbiamente è tra i migliori dilettanti italiani. Il 12 giugno vince la “Coppa Doniselli” a Monza e sette giorni dopo chiude terzo la “Coppa Buttafuochi” a Revere, superato da Masarati e Fraccaroli. Il 26 giugno a San Vito al Tagliamento si disputa l’ultima e decisiva preolimpica, 103,3km a cronometro: Cazzulani chiude di nuovo terzo, a 40” dal sorprendente vincitore Zaramella e battuto anche da Sella, ma si guadagna un posto tra gli azzurri di Los Angeles. È  tempo quindi di pensare al viaggio per l’America.

Il 1 luglio tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, soprattutto con piccole corse ed esercizi a corpo libero. I ciclisti sono i più fortunati perchè hanno a disposizione il cosiddetto home-trainer ovvero i rulli che, in cabina o all’aperto, permettono comunque di tenere le gambe in movimento. L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura, sulle assolate strade californiane. Cazzulani appare in gran forma ed ha il posto assicurato. Zaramella invece ha sofferto più del dovuto il viaggio e pare l’ombra del corridore di un mese prima. Così i tecnici decidono di organizzare una vera e propria sfida su strada tra gli azzurri: Cazzulani è il migliore dopo Olmo mentre Zaramella invece finisce ultimo e perde il posto di titolare a vantaggio dello scalpitante Pavesi. La gara olimpica di ciclismo si svolge la mattina del 4 agosto lungo 100 km a cronometro, con partenza a Balcom Canyon ed arrivo nella periferia nord di Santa Monica, su un tracciato per lo più pianeggiante e pittoresco, a mezza costa davanti al Pacifico. Partecipano 35 corridori di 11 nazioni. I tempi realizzati dai primi tre concorrenti di ogni paese, tramite semplice somma, serviranno a compilare la classifica a squadre. La corsa si trasforma in uno straordinario trionfo azzurro, con Pavesi a coprire il percorso in 2h28’05”: risulta il miglior tempo in assoluto e vale la medaglia d’oro. Secondo, a 1’16”, giunge Segato mentre il bronzo va allo svedese Britz, a 1’40”. Quarto un altro italiano, Olmo, a 1’43”: per soli tre secondi dunque il podio non è tutto azzurro. Cazzulani è autore di una buona performance: chiude settimo, a 3’02” dal vincitore, ma non basta.

Risulta difatti il quarto italiano e la classifica a squadre, come detto, viene compilata sui tempi dei primi tre di ogni nazione. Così si vede sfuggire la medaglia d’oro che, da regolamento, non gli viene attribuita. I nostri difatti dominano, con un totale di 7h27’15”, addirittura con 11’35” di margine sulla Danimarca e 11’57” sulla Svezia. Cosa pretendere di più? Il nostro ciclismo dilettantistico va sul tetto del mondo anche in strada dopo i tanti successi della pista. Peccato per Cazzulani che pure avrebbe meritato il prezioso riconoscimento, ma i suoi compagni sono stati più forti di lui. Rientrato finalmente in Italia, dopo un altro faticosissimo viaggio, Cazzulani stenta a ritrovare il ritmo vincente: la sbornia, e la delusione, olimpica è difficile da smaltire. Passa comunque subito professionista anche se per i primi risultati importanti bisogna attendere il 1933 quando vince tre corse di secondo piano[4] e giunge buon 7° nel “Lombardia”. Quindi la sua carriera si dipana tra pochi alti e molti bassi sino al 1941. Ottiene una sola vittoria di buon livello, il “Giro di Toscana” del 1936 quando nel finale, sfruttata la clamorosa defaillance del fuggitivo Bartali, si impone allo sprint su Cipriani e Gotti. Per il resto solo piazzamenti, comunque anche di spessore come il 2° posto alla “Sanremo” del 1934 (a 1’40” dal vincitore Demuysere) ed il terzo grandino del podio al “Giro d’Italia” dello stesso anno, alle spalle di Guerra e Camusso. Notevole anche la piazza d’onore al tricolore del 1936, basato su una classifica a punti ottenuta dai piazzamenti in varie gare nel corso dell’annata e vinto dal suo vecchio compagno di club e Nazionale Olmo. In sostanza una buona carriera, ma vissuta sempre a ridosso dei vincitori, dove è mancato quel quid in più per emergere definitivamente.


[1] Tra queste numerose spinte e soprattutto il caos a diversi posti di controllo, con molti corridori incapaci di firmare i relativi verbali per la mancanza degli stessi...volati via per il vento!

[2] Costituito da Reschini, Stefanazzi e Dabini

[3] Con lui, per l’US Milanese, gareggiano Cazzulani, Cattaneo e Baroni

[4] Coppa Maccarese, Trofeo Farinacci a Cremona e GP Alberghi Termali a Salsomaggiore