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CAVAGNOLI Carlo

Milano 21.02.1907 / Taleggio (BG) 20.07.1990

1928. Pugilato. MEDAGLIA DI BRONZO pesi mosca

Inizia a boxare giovanissimo, già intorno ai 16 anni. Va subito forte: il 27 aprile 1924 a Milano vince la “Coppa Boine” tra i “mosca”, battendo ai punti De Capitani. Il 6 maggio al Politeama Milanese è battuto ai punti da Patti e nove giorni dopo sullo stesso ring perde ai punti con Malinverni: essendo questa una prova preolimpica, svaniscono i suoi sogni parigini. Si rivede l’8 novembre nelle sale del suo “CPM”: batte ai punti il compagno di squadra Muzzi. Nel 1925 va avanti tra alti e bassi. Il 27 gennaio è battuto dall’olimpionico Castellenghi nella finale del Campionato Milanese. Tra fine febbraio e primi di marzo vince il Campionato Lombardo, superando nell’ordine Longaretti, Cinelli e (in finale) Mastrosimoni (ai punti). A metà aprile, al cinema Dumont di Via Frisi a Milano, è battuto ai punti dall’altro olimpionico Lanzi nella finale del Campionato della “Lega Nord” che racchiude i migliori pugili dell’alta Italia. Selezionato in Nazionale per il match Italia-Francia, al “Palazzo dello Sport” di Milano l’8 luglio, viene sconfitto ai punti da Belouze, ma i nostri comunque vincono il confronto 5-3. Si rivede solo il 3 ottobre, nella palestra meneghina di Via Romano, quando supera ai punti il quotato Martinoli, al termine di un duello incerto ma nel quale prevale per la maggiore aggressività dimostrata nel terzo round. Non si ferma: il 16 ottobre a Ginevra, nel Plainpalais, supera ai punti Maire, assumendo dunque anche una valenza internazionale. Nel 1926 combatte poco, ma è sempre tenuto in grande considerazione dai tecnici. Difatti effettua una tournée a Copenaghen dove il 2 dicembre supera ai punti Coller. Passa quindi in Norvegia e sconfigge Nilsen. Nel 1927 è molto più attivo. Il 23 gennaio nella “Coppa Canetta” a Milano batte Grimoldi. Il 19 febbraio al Teatro Diana di Milano perde ai punti col romano Frontanoni. Il 5 marzo nella palestra della “Lombarda” a Milano batte Camagna: il match fa parte dell’incontro Lombardia-Piemonte, terminato 5-3 per i padroni di casa. L’11 giugno nella palestra della “Lombarda” Cavagnoli batte il nizzardo Gentil per kot alla terza ripresa. Sette giorni dopo, allo Stadium di Torino sconfigge Abrate ai punti. Il 10 settembre nella palestra della “Lupi”, Cavagnoli batte Vizzini ai punti. Il 5 novembre, nella meneghina Sala Carpegna, Cavagnoli batte Pomi ai punti per la “Cintura di Milano”. Il 2 dicembre a Ginevra trova nell’elvetico Burgissler un avversario che lo sorprende: il primo pugno lo manda al tappeto e lo rende groggy al punto che, dopo altri due atterramenti, l’arbitro sospende il match.

Nei giorni seguenti affronta una trasferta al Nord, con la squadra della “Lombarda”: il 14 dicembre a Copenaghen batte il danese Joergensen ai punti. Appena rientrato in Italia, nella palestra della “Lombarda”, supera Bresciani ai punti. Il 1928 è annata olimpica e Cavagnoli fa le cose per bene. Il 29 gennaio, nella palestra della “Battisti” che è diventata la sua nuova squadra, batte Bonacina per kot al secondo round. Un mese dopo, il 26 febbraio, disputa la preolimpica nella meneghina Sala Carpegna: stranamente impacciato, in serata-no, è battuto dal riminese Rodriguez. Si riscatta il 18 marzo, nelle finali del “Campionato Alta Italia”, disputate al “Palazzo dello Sport”: vince il titolo, battendo ai punti Monti. Il 10 aprile partecipa all’incontro “Alta Italia”-Danimarca al Teatro Del Verme di Milano: supera ai punti Koller. Il match termina 4-4. A fine aprile Cavagnoli giganteggia nei tricolori, disputati nella meneghina Sala Carpegna: guadagna il titolo senza indugi, sconfiggendo in finale il piemontese Rosano. Una maglia per i Giochi è praticamente sua. Difatti viene convocato per il ritiro collegiale preolimpico che si svolge in un suggestivo chalet nei pressi del Lago del Segrino, nel comasco, sotto la guida dell’ex olimpionico Garzena e del maestro Zanati, coadiuvati dal massaggiatore Paolo Bianchi detto “schisc”. Il supervisore e CT è comunque Carlo Czerny. I pugili convocati sono ben 32, ma Cavagnoli è il migliore tra i “mosca” e va in Olanda. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al Krachtsportgebouw, una sorta di Palazzetto dello Sport situato a lato dell’Olympisch Stadion, in pieno centro ad Amsterdam. Cavagnoli gareggia nei “mosca”, la categoria più bassa di peso ed il cui limite è 50,8 kg. Al torneo partecipano 19 pugili di altrettante nazioni. Esentato dal primo turno per sorteggio, Cavagnoli esordisce l’8 agosto contro il belga Sartos, vincendo ai punti, in modo netto ed inequivocabile, dimostrando grande condizione al punto che sulla stampa viene definito “meraviglioso”.

Il giorno seguente nei quarti di finale supera ai punti il messicano Gaona, dominando “con boxe intelligente e varia” come scrivono i giornali. Il 10 agosto affronta il forte ungherese Kocsis: match difficile, molto equilibrato. Nella terza ripresa Cavagnoli tenta il tutto per tutto: attacca, si scopre, riceve qualche colpo ma proprio nel finale manda al tappeto il magiaro che si rialza, visibilmente stordito, proprio al suono del gong. Tutti si aspettano la vittoria dell’azzurro ma non è così: due giudici su tre vedono vincente Kocsis che va in finale, non senza proteste del pubblico. Cavagnoli è relegato nella “finalina” dove dà una lezione al sudafricano Lebanon, guadagnando un bel bronzo. L’oro va allo stesso Kocsis che batte il francese Apell. Per Cavagnoli indubbiamente un bel torneo, in cui ha dato il meglio di sè, per tornare a casa con una medaglia più che meritata e qualche inevitabile rammarico. A metà novembre alcuni azzurri eseguono una tournée in Svezia e Cavagnoli è tra questi: vince il torneo di Stoccolma, battendo in finale Gitlitz, batte Lylyedahl ad Uppsala ed è superato da Hagg a Gotemburgo, ma solo grazie a giudici troppo partigiani. Festeggia questa vittoriosa tournée il 22 dicembre alla meneghina Sala Carpegna, battendo Trombetta ai punti. Il 30 gennaio 1929, al Teatro Del Verme di Milano, partecipa all’incontro tra una rappresentativa della “Battisti” ed una squadra francese: batte Hummel per ko alla seconda ripresa. Il 28 aprile, nella palestra della “Battisti”, supera Trombetta ai punti, senza entusiasmare. Poi passa professionista e nel 1930 perde il match per il titolo italiano contro Savo. Gareggia molto all’estero, soprattutto a Parigi ed in Francia, ma anche in Gran Bretagna e Svizzera, con alterne fortune. L’8 febbraio 1933 guadagna il titolo italiano dei “mosca”, superando Gori a Milano. Perde il titolo l’anno seguente contro Urbinati. Chiude l’attività nel 1936, con uno score non particolarmente brillante: 27 vittorie, 36 sconfitte, 11 pareggi. Una carriera comunque di buon livello se si guarda ai risultati principali: un bel bronzo olimpico ed i titoli italiani da dilettante e professionista.


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