CAMBIASO Luigi
-
Rivarolo - Genova 29.01.1895 / Bolzaneto - Genova 25.03.1975
1920. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre
1924. Ginnastica artistica. MEDAGLIA D’ORO Concorso a Squadre, 14° Volteggio, 14° Parallele, 17° Anelli, 17° Concorso Individuale, 18° p.m. Salita alla Fune, 21° Sbarra, 30° Salto del Cavallo in Traverso, 44° Cavallo con Maniglie
Già nel 1907, a soli 12 anni, gareggia nei concorsi ginnici della sua categoria, rivelandosi un vero e proprio enfant prodige. Tesserato per la “Colombo” di Genova, nel maggio 1914 partecipa all’importante concorso ginnico federale nella sua città natale e vince la gara artistica, agli attrezzi, tra gli juniori. Il 7 luglio al concorso internazionale di Lussemburgo guadagna con la squadra la corona d’alloro destinata ai più bravi e chiude buon 6° nella classifica finale della gara artistica, al cospetto di ginnasti stranieri ben più esperti di lui. La sua carriera sembra ben lanciata, ma lo scoppio della Prima Guerra Mondiale blocca tutto. Se ne riparla solo il 21 settembre 1919 quando a Genova Cambiaso è terzo nella gara agli attrezzi, alle spalle di Costigliolo e Ghiglione. Si diletta anche nel salto con l’asta: il 5 ottobre a Lucca, in Piazza d’Armi, è battuto solo da Giuli. Nel 1920, tesserato per la “Ginnastica Sampierdarenese”, Cambiaso cerca la qualificazione olimpica e la trova, risultando tra i migliori nelle prove di selezione che si tengono alla fine di giugno proprio nella sua Genova, nei locali dell’“Andrea Doria”. Il suo nome è difatti nella lista dei 32 uomini che si ritrovano per il raduno collegiale a Villa Badia, a Cornigliano, di proprietà del munifico conte Raggio. Qui, sotto la guida del CT Manlio Pastorini ed Enrico Gualdi (Presidente della Commissione Tecnica federale), i nostri affinano la preparazione fino alla “gara interna”, una sorta di saggio, che screma il plotone ai 24 titolari. Cambiaso e tra questi e dunque si va ad Anversa, in treno via Modane e Parigi, dopo l’ultimissima “prova generale” tenuta a Sampierdarena il 16 agosto. I nostri paiono in grande forma, si può avere fiducia anche se la squadra è molto ringiovanita e, forse, un po’ inesperta a livello internazionale. Le gare di ginnastica si tengono nell’Olympisch Stadion. Nel pomeriggio dei giorni 23 e 24 agosto, si inizia con la prova a squadre, simile ma non uguale a quella del 1912 e redatta sul “modello tedesco”. Consta di 5 tipi di esercizi: prova di gruppo con gli strumenti (clave e bastoni), corsa ad ostacoli (4 di 70 cm), sbarra, parallele e cavallo con maniglie. Rispetto a Stoccolma, mancano gli anelli ed è un peccato perchè rappresentano un punto di forza dei nostri. Negli attrezzi i ginnasti, che si esibiscono a gruppi, devono eseguire esercizi obbligatori e liberi. Punteggio massimo ottenibile 404. Assenti i massimi interpreti di questa disciplina, svizzeri e tedeschi, gli azzurri (che gareggiano ancora in maglia bianca) ripetono il trionfo di Stoccolma, ottenendo 359,8 punti ovvero l’89% del possibile. Secondi i sorprendenti padroni di casa del Belgio, con 346,7, che superano la Francia, bronzo con 340,1. Grande successo per gli azzurri, ma su un numero alquanto esiguo di squadre: le altre due nazioni partecipanti difatti sono la Cecoslovacchia, “medaglia di legno”, e la Gran Bretagna. Al rientro in Italia grandi festeggiamenti per tutti.
Cambiaso, sulla scia dei Giochi, il 26 settembre vince la gara artistica di Millesimo. Si mantiene su buoni livelli: il 28 agosto 1921 è terzo, dietro Maiocco e Lucchetti, nel grande concorso organizzato a Savona dalla “Fratellanza”. Dopo un anno oscuro, dove il suo nome non compare mai ai primi posti, si tessera con la “Sampierdarenese” e punta ai Giochi dove cerca una seconda clamorosa convocazione. Non è probabilmente tra i più forti, ma può ancora dire la sua e l’esperienza non gli manca. La Federazione fa le cose sul serio e già nel 1923 si parla di selezioni. Nel week-end tra il 25 ed il 26 agosto si svolge a Milano, sul campo del Milan in Viale Lombardia ed organizzata dalla Pro Patria, la prima fondamentale prova pre-olimpica, una gara artistica agli attrezzi: vince Paris su Zampori, due grandissimi ginnasti, ma Cambiaso è buon sesto e viene inserito tra gli azzurrabili. Il 30 settembre a Savona, nel concorso che celebra il 40° anniversario della “Fratellanza”, Cambiaso è secondo nella gara artistica dietro Lucchetti. Sì, può credere di nuovo al sogno olimpico. Tutto si decide il 5 e 6 gennaio 1924 a Monza, nella gelida palestra della “Forti e Liberi”, dove si svolge la decisiva preolimpica sotto lo sguardo attento e partecipe del neo CT Mario Corrias[1]. Cambiaso è grande a parallele e cavallo, guadagnandosi l’inserimento nella prima lista di 16 azzurrabili dai quali si dovranno scegliere gli otto titolari. Nei primi mesi del 1924 si susseguono i ritiri collegiali, ancora a Monza, pure nel Parco Reale dove viene allestita un’apposita palestra all’aperto, per simulare le condizioni di gara parigine. La selezione è dura, si sta parlando dei migliori ginnasti mondiali, vi sono diverse medaglie d’oro di Anversa, ma Cambiaso non molla di un centimetro. Anzi, è spesso tra i migliori, in grande forma, una sicurezza giorno dopo giorno ed alla fine non gli sfugge la maglia azzurra, per un bis eccellente. Non è tra i campioni più celebrati come Paris o Zampori, ma è comunque un solo gradino sotto. Le prove di ginnastica si svolgono dal 17 al 20 luglio allo stadio di Colombes, centro nevralgico di quell’edizione ed immortalato anche nel celebre film “Momenti di Gloria”. Vi sono due classifiche, individuale ed a squadre, ma gli esercizi si svolgono una volta sola. 9 le nazioni al via, ciascuna con otto atleti. Complessivamente si sviluppano 11 prove: su 4 attrezzi (sbarra, parallele, anelli e cavallo con maniglie) i ginnasti devono eseguire esercizi obbligatori e liberi mentre in tre circostanze (volteggio, salto del cavallo in traverso e salita alla fune) solo liberi. Inoltre vengono assegnati punti per la cosiddetta impressione generale e pure per la marcia di ingresso ed uscita dallo stadio dell’intera compagine schierata.
Rispetto alle edizioni precedenti cambia molto: i ginnasti difatti non si esibiscono più insieme e vengono istituite anche le classifiche separate per ogni attrezzo, con conseguente aumento delle medaglie disponibili. I nostri dimostrano una grandissima coesione di squadra ed un’ottima compattezza su alti livelli: non vi sono individualità formidabili (come Braglia o lo Zampori del 1920), ma il rendimento medio degli azzurri è strepitoso. Difatti vincono la medaglia d’oro a squadre, ottenuta dalla semplice somma aritmetica dei punteggi degli otto rappresentanti per nazione. L’Italia risulta prima, con un totale di 839,058 punti davanti a Francia (820,528) e Svizzera (816,660), per il quarto trionfo olimpico consecutivo. L’andamento delle prove non è lineare, al contrario è da batticuore. Si comincia con la sbarra e dominano gli svizzeri, con i nostri superati anche dai francesi. Grande colpo di scena alle parallele dove due cecoslovacchi (Indruch e Kos) cadono e s’infortunano. Gli italiani intanto salgono in seconda posizione. Gli anelli, terza prova, sono da sempre la nostra specialità e dunque passiamo al comando. Al cavallo con maniglie elvetici sugli scudi, ma nei volteggi gli azzurri si riprendono il primo posto e, con esso, l’oro che non può certo sfuggire con l’ultima prova in programma, la fune. Cambiaso dà il suo buon contributo anche se i suoi 101,320 punti gli valgono solo il 17° posto nella classifica individuale. Ottiene il suo miglior piazzamento al volteggio ed alle parallele (14°), si difende ad anelli (17°) e fune (18° p.m.), sufficiente alla sbarra (21°), va male al salto del cavallo in traverso (30°) ed al cavallo con maniglie (44°). Risulta distante dal bronzo oltre 5 punti, inutile recriminare anche se le sue prestazioni al cavallo potevano essere migliori. L’oro è del grande sloveno Stukely, che in realtà gareggia per la Jugoslavia, il quale precede per solo 17 centesimi di punto il ceco Prazak mentre terzo è l’altro ceco Supcik, per un trionfo della scuola est-europea. La Cecoslovacchia si dimostra la squadra più forte, piazzandone quattro nei primi sei, ma due atleti si infortunano e dunque non portano punti: per questo i cechi non vengono classificati e probabilmente è un bel colpo di fortuna per gli italiani. Cambiaso dunque bissa l’oro di Anversa, confermandosi tra i nostri migliori ginnasti di sempre. Da questo momento però la sua parabola vira verso il basso: alla soglia dei 30 anni, in quell’epoca un fardello pesante per molti atleti, scompare presto dalle classifiche e lascia l’attività agonistica. Rimane a lungo nel mondo sportivo, prima come allenatore dell’Andrea Doria e poi come Presidente della Sampierdarenese. Un grande uomo di sport, con due grandiose medaglie d’oro olimpiche all’attivo.
[1] Sardo di nascita ma milanese di adozione. Classe 1890, ha iniziato con l’Amsicora. Trasferitosi a Milano, è stato bravo attrezzista con “Miani” e “Ardita”, inserito anche nel giro della Nazionale. Instancabile organizzatore ed istruttore in seno alla “Pro Patria” meneghina, è un ottimo preparatore che sa istruire gli atleti e coordinare ogni esercizio. Guiderà gli azzurri anche ai Giochi di Los Angeles nel 1932, diventando poi DT della Nazionale e segretario della Federazione