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CALZ Giorgio

Trieste 20.07.1900 / Trieste 31.03.1970

1920. Lotta Greco-Romana. Eliminato Ottavi di Finale pesi massimi

Da adolescente nuota e pratica tuffi. Di temperamento cosmopolita, come la città in cui è nato e cresciuto, a 18 anni trova un imbarco su un piroscafo spagnolo che fa rotta verso l’America, ma la sua attività di marinaio dura neanche un anno. Rientrato a Trieste ormai italiana, continua coi tuffi: il 3 settembre 1919 vince la gara organizzata dall’US Triestina al Bagno Militare, totalizzando 61 punti contro i 60 del quotato De Sanctis[1]. Dal fisico robusto e pesante, Calz va in palestra e si tessera con la gloriosa “Ginnastica Triestina”. Qui trova il maestro Micheluzzi che gli insegna i rudimenti della lotta greco-romana ed in breve tempo Calz è pronto per cimenti di un certo rilievo. Nel marzo 1920 partecipa al suo primo torneo importante, a Bologna presso il Teatro Contavalli. A sorpresa, perché sconosciuto, vince la categoria dei “massimi”, battendo nel match decisivo Franchini, e lotta per trenta minuti col forte “mediomassimo” Testoni, idolo di casa, perdendo solo di misura ai punti nel girone per il titolo assoluto. Alla fine di maggio gareggia nel grande Concorso Ginnastico Nazionale a Venezia, vincendo nei due sport preferiti: lotta (categoria “massimi”) e tuffi, con quest’ultima gara che si disputa nel Canale della Giudecca e nella quale supera il “vecchio” Bonfanti, già tuffatore olimpionico. Possiede dunque ottime qualità in entrambe le discipline, ma è la lotta che lo attrae, anche per i giudizi entusiastici di molti tecnici e giornalisti che già lo vedono come erede del grandissimo Raicevich. Un mese dopo è la stella del saggio organizzato dalla “Triestina” nel piazzale della caserma Oberdan dove Calz conquista il titolo di campione sociale nella lotta che ormai è il suo sport preferito. Difatti si presenta, tra il 10 e 13 luglio, alle selezioni olimpiche di Genova, tenutesi nella palestra della “Colombo”. Calz batte De Candido e Salvadori, ottenendo il primo posto tra i “massimi” e guadagnando il pass per Anversa.

Un vero miracolo, considerando che pratica seriamente la lotta da circa un anno. Le gare olimpiche di lotta si svolgono nel Salone delle Feste della Società Zoologica Reale, nei pressi dello zoo di Anversa e della Stazione Centrale. Calz gareggia nella categoria dei “massimi” ovvero dei “giganti” con peso superiore a 82,5 kg. Al torneo, ad eliminazione diretta, partecipano 19 lottatori di 12 nazioni. Calz non sta bene: le condizioni di alloggio degli azzurri, in una scuola-dormitorio che in pratica rappresenta la prima quanto spartana “Casa Italia”, gli provocano la scabbia ma non si arrende. Viene curato anche con bagni di zolfo, ma certo non è al meglio della condizione. Il 17 agosto, nel primo turno, Calz batte il ceco Kraus dopo 33 interminabili minuti di combattimento aspro, incerto e difficile, riuscendo alla fine a “schienare” l’avversario. Il giorno seguente, negli ottavi, affronta il norvegese Vasbotten ed è tutta un’altra storia: afflitto anche da una febbriciattola che lo debilita, dopo appena 1’25” Calz è battuto. Termina qui la sua esperienza olimpica: peccato, perchè in condizioni fisiche migliori avrebbe probabilmente potuto ottenere di più. L’oro va al finlandese Lindfors, argento per il danese Hansen e bronzo all’altro finnico Nieminen. Calz si rivede ai primi di maggio del 1921 quando a Prato, battendo Testoni, guadagna il titolo italiano dei “massimi” e poi quello assoluto, superando i campioni delle altre categorie. Quindi, alla fine del 1921, si trasferisce in America e diventa professionista, bagnando il suo esordio al mitico Madison Squadre Garden di New York con una vittoria. In breve diventa uno dei principali protagonisti del catch, famoso ed apprezzato, vincendo addirittura più di mille match nel corso di una lunga quanto gloriosa carriera. Sempre legato alla sua Trieste, Calz rifiuta sempre la cittadinanza statunitense, offertagli a più riprese, e torna nella sua città saltuariamente, anche per organizzare e disputare match di “libera” come nel 1934 e 1935 quando, ai primi di agosto, si aggiudica pure il primo Campionato Italiano per professionisti. Poi torna in America. Alla fine degli anni ’60 rientra a casa, stanco e malato, per spegnersi a Trieste. Nel 2007 la città gli dedica il Palazzo dello Sport di Chirabola.


[1] Guglielmo De Sanctis parteciperà poi nei tuffi ai Giochi Olimpici di Anversa


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