CALVI Guido
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Bergamo 01.05.1893 / Bergamo 06.09.1958
1912. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 800 m, Eliminato Primo Turno 1500 m
Inizia giovanissimo a gareggiare nella Società Bergamasca di Ginnastica, cimentandosi soprattutto nelle gare atletiche. Ottiene i primi risultati significativi nel 1909 quando, all’ippodromo di Borgo S. Caterina, guadagna il titolo di campione bergamasco nei 5mila. In quella stessa annata si piazza 3° nella “Traversata di Brescia”, vinta dal grande Lunghi, e vince anche la gara “Juventus”, per minori di 17 anni, organizzata in Piazza d’Armi a Milano. Sembra promettere bene. Passa all’Atalanta e si fa notare a Busto Arsizio dove sul miglio è di nuovo superato solo da Lunghi. Pochi giorni dopo “esplode” a sorpresa nei tricolori, aggiudicandosi il titolo nazionale nei 1000, approfittando dell’assenza dello stesso Lunghi, suo avversario imbattibile, ma anche punto di riferimento inarrivabile nonché stimolo per un continuo miglioramento agonistico. Lo stesso Lunghi difatti nel 1911 supera Calvi sui 1000 prima a Firenze e poi soprattutto nel Campionato Italiano: il ligure lascia sfogare il bergamasco che guadagna qualche metro, per poi infilarlo sulla retta d’arrivo. In quella stessa stagione Calvi si migliora costantemente, portando il suo limite sui 1000 a 2’38”, ma nella finale del Concorso Ginnico di Torino cade malamente, perdendo così un probabile successo. Nella stessa manifestazione è 2° nei 400, distanza però poco consona alle sue caratteristiche di mezzofondista puro. Coglie uno dei suoi più bei successi stagionali il 30 aprile a Cremona, in una gremitissima Piazza Castello, in una gara a coppie di 8 km assieme al concittadino Orlando. Poi il 28 maggio a Nembro supera Porro sui 1000, distanza sulla quale si impone a Lecco pochi giorni dopo ed all’ippodromo di Bergamo il 18 giugno. Con Orlando e Sfondrini, come lui dell’Atalanta, giunge quarto nella competizione “Veltri d’Italia” a squadre, tenutasi allo Stadium di Torino. In estate gareggia poco: si rivede il 27 agosto a Brescia dove supera Orlando sui 1000, distanza nella quale ai tricolori di Roma è battuto (ancora!) da Lunghi.
Il 1912 non inizia bene: Calvi il 7 aprile è battuto da Porro sin un mille sulla pista dell’US Milanese. Ma Calvi si riscatta presto, confermandosi, in pratica, “il migliore dopo Lunghi”: a maggio, a Milano, stabilisce il suo personale sugli 800 con un brillante 2’01”4/5[1]. Poi ai tricolori, che valgono come selezione per i Giochi, è secondo, ovviamente dietro Lunghi, sui 1000 e guadagna la convocazione per Stoccolma, in una situazione però rimasta sempre nell’ombra dal punto di vista organizzativo[2]. In Svezia però non va lontano. Agli 800 partecipano 47 atleti di 16 nazioni. Il 6 luglio Calvi è 4° ed ultimo nella sua batteria, vinta dallo statunitense Jones. L’oro va allo statunitense Meredith col primato mondiale (1’51”9), un tempo decisamente fuori portata per Calvi, come abbiamo visto subito eliminato. Stessa sorte nei 1500 cui prendono parte 45 atleti di 14 paesi. Il 9 luglio addirittura Calvi si ritira nella sua batteria, vinta dal tedesco Von Siegel. L’oro va al britannico Jackson, al termine di un’appassionante contesa[3]. Giochi amari, dunque, per Calvi, incapace di reggere il confronto con l’élite mondiale del mezzofondo. A settembre ha un sussulto e vince il “Campionato di Edolo”, 6 km su strada; il mese seguente è primo sui mille metri, davanti ad Orlando, a Quinto di Valpantena (Verona). Si ripete sulla stessa distanza il 3 novembre a Bergamo e la settimana seguente vince il miglio a Busto Arsizio, chiudendo dunque con disinvoltura una stagione deludente solo ai Giochi. Nel 1913, complici gli obblighi militari a Roma nei Granatieri, il suo nome scompare dagli ordini d’arrivo. Si ripresenta nel 1914, tra una licenza e l’altra: il 23 marzo vince a Roma un 800, il 20 settembre è superato da De Bernardinis nel Campionato Laziale dei 400 ed infine, una settimana dopo, nei tricolori dei 1200 siepi è battuto da Grosselli. La sua carriera volge al termine. La guerra, dove viene ferito alla schiena nei pressi di Monfalcone, mette la parola fine alla sua attività agonistica.
[1] Questo tempo sarà poi dichiarato primato italiano anche se vi erano state in precedenza migliori prestazioni sulla distanza, in particolare di Lunghi
[2] In sostanza non si sa se sia stata la FISA, che pure lo aveva iscritto, a pagargli il viaggio oppure abbia provveduto di tasca sua, con l’aiuto della sua società
[3] La finale dei 1500 m dei Giochi di Stoccolma è tra le più appassionanti gare di corsa di tutti i tempi. È stata addirittura definita da diversi storici come “la più grande prova atletica mai disputata”. Tre atleti nel giro di un decimo, con uno sprint finale mozzafiato. Jackson supera di misura gli statunitensi Kivat e Taber