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BRUNI Ferruccio

Camisano Vicentino (VI) 13.07.1899 / Santa Fè (Argentina) novembre 1971

1924. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 800 m, 1500 m e Prova a Squadre (con Ambrosini, Davoli e Garaventa)

bruni ferruccio“Ragazzo del ‘99”, nella Prima Guerra Mondiale è bersagliere. Ha già iniziato a correre, pur senza risultati importanti. A conflitto terminato, riprende l’attività podistica con un certo successo. Il 13 maggio 1919 è secondo, battuto solo dal quotato Ambrosini in un 800 a Cremona. Bruni si rivede il 30 maggio a Brescia, dove è terzo sui 1200 siepi, superato di nuovo da Ambrosini ma anche da Simonazzi. Il 3 giugno arriva la prima vittoria, sui 1500 a Poviglio. Il 1920 è annata olimpica e dunque Bruni ci prova, ma trova avversari più forti. Il 13 giugno nella prima selezione olimpica, a Udine, è 3° nei 1500 dietro Ambrosini e Ferrario. Il 27 giugno a S. Pietro in Casale è battuto da Ambrosini su 400 e mille. Sette giorni dopo è terzo, superato ancora da Ambrosini e Porro, sugli 800 nella prova di selezione olimpica a Milano, sul campo dello SC Italia. Il CT Adams lo giudica acerbo e non lo inserisce nella lista azzurra, al contrario di Bonini e Lussana, da lui peraltro superati in quella fatidica gara di 800. D’altra parte Bruni, nell’ultimissima gara di scrematura, a Busto il 18 luglio, termina terzo sugli 800 alle spalle di Ambrosini e Bonini. Fa addirittura peggio sette giorni dopo, sul campo dello SC Italia a Milano, sugli 800: quarto. A questo punto la sua esclusione pare giustificata dai risultati.

Non riesce a stemperare la delusione nel breve periodo: il 29 agosto vince a Cervia gli 800, ma poi sparisce di scena così bene che si rivede su alti livelli solo dopo un anno esatto, per la precisione il 28 agosto 1921, quando ad Este vince 100, 400 e miglio, peraltro su una concorrenza non irresistibile. Quando il gioco si fa più duro, comunque non delude: il 18 settembre ai tricolori di Bologna è buon secondo nei 1500, superato dal forte Ambrosini e terzo nei 1200 siepi, alle spalle dello stesso Ambrosini e Negri. Il 2 ottobre ad Este domina: 400, miglio e 1200 siepi. Il 16 ottobre vince gli 800 a Rovigo: manifesta dunque una certa crescita tecnica. Crescita confermata, ma a sprazzi, anche nel 1922, quando gareggia per la Polisportiva Estense. Il 7 maggio a Venezia, campo di S. Elena, è quarto sugli 800 vinti da Cominotto. Il 14 maggio Bruni primeggia nel Campionato Veneto dei 1500 a Padova. Il 28 maggio a Verona è battuto nei campionati veneti da Cominotto su 400 e 800. Il 25 giugno vince il miglio ad Este ed un mese dopo, il 23 luglio, è sopravanzato da Ferrario nella stessa località e sulla medesima distanza. Il 19 agosto Bruni vince la “Traversata notturna di Treviso” sui 3 km, davanti al conterraneo Biscuola. Il 3 settembre è secondo sui mille a Trento, battuto di misura da Bonini (spezza il filo con le mani ma l’altro è davanti col petto). Bruni però si prende la sontuosa rivincita il 16 settembre ai tricolori di Busto, vincendo i 1500 col tempo di 4’04”2/5, che gli vale l’ingresso nell’elite dei mezzofondisti nazionali. Nel week-end successivo si distingue anche nella gara tricolore dei 1200 siepi, disputata sul nuovo campo meneghino della “Forza e Voraggio”, in Via Trento: chiude secondo alle spalle del forte Ambrosini. Il 29 ottobre Bruni vince la “Traversata di Padova”.

Il 1923 è annata di transizione. Il 10 maggio a Venezia si aggiudica il miglio. Tre giorni dopo, a Trento vince il Campionato Veneto dei 1500. Il 20 maggio ad Este, in una delle primissime gare del genere, stabilisce il record italiano dei 3mila siepi in 9’56”3/5. Poi però, complice qualche leggero infortunio, sparisce di scena e diserta pure i tricolori. Si rivede nel 1924 ed inizia presto la cruciale annata olimpica. Il 15 gennaio vince una prova sui 2 km a Vicenza. Il 17 febbraio si laurea campione veneto di cross ed il 23 marzo conquista il titolo regionale sui 1500, bissandolo poi sui 3mila sette giorni dopo ad Este. E’ in forma: a Genova, nella “preolimpionica” (in quell’epoca le chiamano così) di Genova, che si tiene il 12 e 13 aprile, vince bene i 5mila. Nell’ultima prova di selezione olimpica, il 7 e 8 giuno sul campo di Viale Lombardia a Milano, chiude terzo sui 1500. Non basta per la severa Commissione Tecnica, guidata dall’ex ostacolista Colbachini, che lo inserisce solo nella lista dei “rivedibili” ovvero di coloro che dovranno manifestare una buona condizione di forma nell’apposito ritiro collegiale di Busto. Bruni rimane dunque in bilico ma il 22 giugno, a Busto, al termine del ritiro, chiude secondo sui 1500 dietro Garaventa nell’apposita riunione di rifinitura, convincendo tutti: Bruni sarà a Parigi anche perchè viene favorito dalla scelta di Facelli, che opta per i 400hs e dalle difficoltà fisiche di Cominotto. Le prove di atletica si svolgono nel mitico stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato dal celebre film “Momenti di Gloria”. Bruni esordisce il 6 luglio negli 800, cui prendono parte 50 atleti di 24 nazioni. Giunge 4° nella sua batteria, preceduto nell’ordine dallo svedese Johansson, il belga Morren ed il britannico Mountain. Riesce a prevalere sul canadese Phillips, il polacco Oldak e l’olandese Bolten. Ma poichè accedono al turno successivo solo i primi due, viene subito eliminato. Non certo una prestazione memorabile, tuttavia neanche totalmente insufficiente. Ha fatto il possibile, ma non è bastato. L’oro va al britannico Lowe sullo svizzero Martin e sullo statunitense Enck. Bruni ci riprova il 9 luglio sui 1500, cui partecipano 40 atleti di 22 nazioni. Va ancora peggio: 6° su otto senza mai essere stato in gara per i primi due posti che permettono l’accesso al turno seguente. La batteria è vinta dal grande finlandese Nurmi (5 ori in quell’edizione!) sul britannico Spencer ed il danese Larsen. Seguono il francese Jubeau e l’estone Antson. Bruni riesce comunque a sopravanzare il messicano Eslava ed il polacco Jaworski, ma certo la sua prova è opaca. L’oro va al fenomenale Nurmi davanti allo svizzero Scharer ed al britannico Stallard. La situazione per Bruni non migliora molto nella prova a squadre sui 3mila metri. Il regolamento è semplice: si parte tutti insieme e per la classifica valgono i piazzamenti sul traguardo (1 punto al primo, 2 al secondo e così via). Partecipano nove nazioni. L’11 luglio i nostri al via della batteria sono Ambrosini, Bruni, Davoli e Garaventa. Bruni si difende, giunge 14° mentre il migliore dei nostri è Davoli, settimo mentre Garaventa è 17° ed Ambrosini si ritira. Chiudiamo però solo quarti, dietro l’inarrivabile Finlandia, Gran Bretagna e Norvegia. Battiamo solo la Polonia. Passano le prime tre e rimaniamo di nuovo esclusi. L’oro va, neanche a dirlo, alla stratosferica Finlandia su Gran Bretagna e Stati Uniti.

A conti fatti, tre gare anonime per Bruni che nelle riunioni post-Giochi continua la saga dei piazzamenti. Il 20 luglio a Bruxelles è terzo sugli 800 dietro lo svedese Lindgren e lo svizzero Martin mentre chiude secondo sui 1500 alle spalle del forte statunitense Payne. Bruni arriva secondo anche il 17 agosto a Conegliano sugli 800, battuto stavolta da Cominotto. La sera dello stesso giorno si prende però una bella rivincita nella “traversata notturna” della stessa città. Sette giorni dopo, a Venezia, Bruni è terzo dietro Facelli e Cominotto sugli 800. Il 21 settembre a Bologna, sul campo della Virtus, delude ai tricolori: 4° sui 1500 vinti da Ferrario, si ritira nei 3mila siepi appannaggio di Negri. Chiude così un’annata in definitiva tra più ombre (anche olimpiche) che luci. Negli anni a seguire Bruni va progressivamente in calando. Nel 1925 si vede poco e brilla raramente. Il 10 maggio a Venezia è battuto sui 1500 dall’emergente Lippi. il 17 settembre a Fiume vince gli 800 in una riunione riservata alle “legioni fasciste”. L’11 ottobre si aggiudica la “Traversata di Vicenza” e 14 giorni dopo è primo nel “Giro di Merano”, unici successi significativi di una stagione in ombra. Ancora peggio nel 1926: il 19 settembre a Mestre vince i 1500, poi più niente. Nel 1927 si pensa già ai Giochi dell’anno seguente e Bruni ci prova. Il 16 giugno a Venezia, nella preolimpica dello stadio S.Elena, è quarto sui 1500 vinti da Ferrario e capisce quanto sia dura tornare ai Giochi. In effetti, dopo qualche altro tentativo infruttuoso, rinuncia e praticamente chiude l’attività.