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BOTTINO Filippo

Borzoli - Genova 09.12.1888 / Sestri Ponente (GE) 18.10.1969

1920. Sollevamento Pesi. MEDAGLIA D’ORO pesi massimi

1924. Sollevamento Pesi. 6°

Nato nel borgo di Borzoli, situato sulle alture del ponente genovese, quando questo era ancora un Comune a sé stante[1]. Sin da ragazzo pratica sport, in particolare la ginnastica, tesserato per la S.G. Pro Sestri. Ma il suo fisico cresce in modo abnorme, passa alla “Libertas” di Sestri Ponente e si dedica al sollevamento pesi dove già a 17 anni si segnala tra i migliori a livello locale. Nel 1906 è terzo ai tricolori mentre l’anno seguente è secondo nella gara di sollevamento pesi al concorso ginnico di Piacenza, vinta dal suo concittadino Storace[2]. Nel 1910 giunge 2° nel “Campionato Alta Italia” di Acqui e viene definito “dotato di braccia erculee”. L’anno seguente si trasferisce a Napoli e si tessera con la locale “Naples”. Allo Stadium di Torino vince la prova di sollevamento pesi nell’importante concorso ginnico internazionale. Nell’aprile del 1912 trionfa nel Campionato Napoletano, tra i pesi “massimi”, sollevando 120 kg nello slancio. Al concorso federale ginnico di Roma, tenutosi l’8 e 9 giugno, in concomitanza con le selezioni per i Giochi di Stoccolma, fa ancora meglio, giungendo a 130 kg. Peccato che il sollevamento pesi non sia ancora inserito tra gli sport olimpici. Nel 1913, tornato in Liguria e tesserato per la “Pro Sestri”, continua la sua ascesa. Il 21 settembre a Savona ottiene due record, sollevando 122 kg senza slancio e 150 kg con lo slancio. E’ ormai il nostro miglior esponente del movimento pesistico e lo conferma un mese dopo ai tricolori organizzati dalla Federazione Ginnastica a Genova, sollevando in totale 295 kg (75 kg con un solo braccio e 120 kg con lo slancio). Chiude l’annata alla grande, con un altro titolo nazionale, stavolta messo in palio dalla FAI[3] a Genova, nella palestra della “Colombo”: Bottino stravince tra i  “massimi”, sollevando in totale 385 kg. Stesso risultato al grande concorso ginnico federale di Genova nel maggio 1914: Bottino è ancora il numero uno. E come tale si aggiudica quasi in scioltezza il Campionato Ligure, alzando di nuovo 385 kg, un limite irraggiungibile per qualsiasi altro atleta italiano. Il 20 dicembre è la volta del Campionato nazionale dove Bottino è ancora il più forte. L’ampia sala del Club Atletico Milanese, teatro della gara, non è riscaldata e ciò impedisce risultati di prestigio: Bottino comunque solleva in totale 380 kg, battendo per 10 kg l’ancora valido Cogliolo[4], assicurandosi il margine decisivo nello strappo di cui rimane un maestro. Bottino è il più forte sollevatore italiano e la conferma arriva presto. Il 2 maggio 1915 domina il Campionato Ligure, sollevando in totale 395 kg, ottenendo il suo primato personale. Dieci giorni dopo, fa ancora meglio nel Criterium Nazionale organizzato dal Club Atletico Milanese. Stravince, stabilendo pure tre nuovi record nazionali: 75 kg nello strappo ad un braccio, 95.3 kg nello strappo a due braccia e 125,7 kg nello slancio a due braccia. I tecnici sono entusiasti e la stampa lo definisce “fuoriclasse magnifico di stile e forza”. Ma scoppia la guerra e di sport per qualche mese non se ne parla: saltano anche i tricolori di sollevamento pesi.

Bottino è arruolato in Marina come “cannoniere armaiolo” anche se poi trova un buon posto come automobilista. Ciò gli permette di continuare ad allenarsi ed il 4 giugno 1916 ai tricolori, ri-organizzati, dà spettacolo: vince, anzi stravince, con 395 kg totali contro i 380 del secondo (Carpi), ottenendo con lo slancio ben 140 kg. Quest’ultimo risultato lo proietta vicino alla storia che raggiunge pochi giorni dopo, il 21 giugno, nella palestra della “Colombo” in Via Frugoni, sollevando con lo slancio 145 kg e ottenendo così il nuovo record italiano, togliendolo ad un mito come Scuri[5] che lo deteneva da anni con 144 kg: Bottino inizia ad essere visto come suo erede e in effetti è già tra i sollevatori italiani più forti di tutti i tempi. Ripete il risultato il 6 agosto a Sestri Ponente, in una riunione atletica, tra l’entusiasmo generale. Poi la guerra lo allontana dalle gare. La sua nave compie il periplo della penisola e risale l’Adriatico. Si riparla di lui a livello sportivo nel luglio 1918 quando a Ravenna si aggiudica un torneo tra marinai ma di...lotta. La guerra, finalmente, termina e nel 1919 si tenta di tornare alla normalità. Bottino rientra in gara il 4 maggio, nel torneo organizzato dal Club Atletico Milanese: stravince, sollevando in totale 390 kg. E’ ancora il numero uno. Fa ancora meglio l’8 giugno nel Campionato Ligure, con 396 kg di cui 138 con lo slancio. Gli bastano invece “solo” 345 kg per aggiudicarsi il titolo tricolore il 21 dicembre nella sua Genova, con un regolamento comunque diverso dai precedenti e più rispondente ai criteri olimpici. Tra l’altro Bottino batte il record italiano del sollevamento lento ad un braccio, con 80 kg, superando di ben 10 kg il primato precedente, appartenente al famoso Monticelli[6] che lo aveva stabilito addirittura nel 1900. Bottino inizia il 1920, cruciale stagione olimpica, alla grande: il 10 febbraio, nel torneo di Sestri Ponente, solleva 380 kg e stravince “massimi” e categoria assoluta. Poi pensa soprattutto ad allenarsi in vista dei Giochi e rientra alle gare solo in estate. Il 5 luglio vince agevolmente il titolo di campione ligure, nella palestra della Sampierdarenese, sollevando 270 kg contro i 245 del suo grande rivale (ed eterno secondo) Carpi. 14 giorni dopo, altro successo nelle selezioni olimpiche, tenutesi ancora a Genova ma stavolta nella palestra della “Colombo”: è in grande forma, alza 265 kg e regola agevolmente Tonani che andrà comunque ad Anversa ma...nel tiro alla fune. Bottino sa di avere una grande opportunità e rifinisce serenamente ma con grande impegno la preparazione nel collegiale di Sampierdarena, ben guidato dai prof. Figini e Fioranti, incaricati dalla FAI. Bottino ai Giochi gareggia nei “massimi” dove, con il suo quintale, supera abbondantemente il peso limite minimo di 82,5 kg. Alla prova prendono parte solo 6 atleti di cinque nazioni e la medaglia per l’azzurro è già nell’aria prima di cominciare. Le gare di sollevamento pesi si svolgono all’Olympisch Stadion e Bottino scende in pedana, ultimo tra gli azzurri, nel pomeriggio del 31 agosto. I sollevatori devono compiere tre alzate: strappo con una mano, slancio con una mano, slancio con due braccia. Bottino inizia alla grande, risultando il migliore nella prima prova, con 70 kg contro i 65 degli avversari. Va in leggera difficoltà nel secondo test, alzando 75 kg e piazzandosi secondo a pari merito dietro allo svedese Brunn (80 kg). E’ di nuovo il migliore, assieme allo stagionato lussemburghese Alzin (37 anni), nella terza e decisiva prova, sollevando 120 kg. Fatti i conti, Bottino è oro, con 265 kg totali. Argento per Alzin (260) e bronzo per il francese Bernot (255). Vittoria limpida, la prima per un italiano nel sollevamento pesi, costruita in particolare nello strappo con una mano, risultato alla fine decisivo. Ma vittoria che lascia strascichi. Bottino è galvanizzato, si sente invincibile, stimolato anche dall’ambiente di lottatori e tiratori alla fune i quali, fin dal loro arrivo ad Anversa, si sono caratterizzati per il loro atteggiamento irrequieto e “casinista”. Bottino se la prende con gli schermidori che si pavoneggiano per la loro sequela di trionfi, apostrofandoli per il loro sport e per le loro movenze “poco maschili”. Il livornese Aldo Nadi, due ori ed un argento appena conquistati e fratello del più celebre Nedo (cinque vittorie), non ci sta: di temperamento focoso, risponde per le rime. Si arriva ad una sorta di duello, nel cortile della scuola che alloggia tutti gli azzurri (una specie di prima “Casa Italia”). La voce si sparge in fretta ed alla sfida assistono diversi atleti italiani: figurarsi, un duello tra due medaglie d’oro! Bottino imbraccia un grosso pezzo di legno, una specie di clava mentre Aldo tiene in mano un frustino. Il pesista ha subito la peggio: il frustino cala come una mannaia sulla sua mano, procurandogli una profonda ferita. Bottino ne ha abbastanza, Aldo Nadi si placa e tutto finisce senza ulteriori ripicche. Per qualche mese Bottino sparisce di scena.

Si rivede il 19 giugno 1921 quando, in una gara organizzata dalla “Colombo” a Genova, solleva un totale di 396 kg, confermandosi ancora su grandi livelli di rendimento. Poi il 6 novembre è selezionato tra gli italiani che affrontano gli svizzeri in uno dei primi match internazionali organizzati sul nostro territorio, a Milano. La Svizzera vince, sollevando in totale 1639 kg contro i 1571 dei nostri. La gara è semplice: divisi per categorie, un rappresentante per ogni nazione, vince chi solleva di più. Bottino fa il suo dovere, solleva 360 kg, ma lo svizzero Hunnenberger, un medio-massimo, fa ancora meglio, alzando 377 kg. Bottino è comunque ancora grande: il 4 dicembre vince agevolmente il Campionato Ligure, alzando 380 kg. Tesserato per la “Sestrese”, è il favorito dei tricolori tenutesi a Genova, nei locali della Sampierdarenese, il 18 e 19 febbraio 1922[7]. Non delude, anche se la sua prestazione viene valutata dai tecnici inferiore alle sue potenzialità: solleva comunque un totale di 375 kg, superando Carpi e Tonani che si fermano a 360 kg. Quindi, afflitto anche da alcuni problemi personali, si prende una pausa, ritirandosi per diversi giorni sul Lago di Lugano, ospite di un facoltoso ammiratore. Torna però ad allenarsi con vigore, si ripresenta a Genova il 5 giugno ed è spettacolo, zittendo i critici. Ottiene difatti due nuovi record italiani: nella distensione lenta a due braccia solleva 116 kg (contro i 114 del precedente primato del mitico Scuri) e nello slancio a due braccia arriva a 128,5, battendo di 1,2 kg il limite di Epicoco. Venti giorni dopo, altro grande successo: con 370 kg totali stravince la prova del Concorso Ginnico Nazionale di Trieste, una sorta di tricolori della FGNI. Il 1° ottobre va ancora più lontano: nella palestra della “Sestrese” solleva 130,3 kg, ottenendo il nuovo primato italiano nello slancio a due braccia. E’ ancora il più forte della penisola. Difatti il 22 ottobre stravince i tricolori nella sua Sestri: solleva ben 407,5 kg, ottenendo il primato italiano di strappo con il braccio sinistro (77,5 kg), distanziando nettamente quello che tutti considerano il suo erede, Tonani, che si ferma a 372,5. Per Bottino, oltre al titolo dei “massimi”, ovviamente anche quello assoluto. In Italia è famoso, è considerato l’uomo più forte della penisola e, come tale, ha successo anche nella grande “festa dello sport” che si tiene il 19 gennaio 1923 al Teatro Del Verme di Milano: Bottino si esibisce in alcune alzate di pura potenza, applaudito a scena aperta. Si mantiene grandissimo: l’11 marzo a Genova, nei locali della “Colombo”, nel grande meeting nazionale organizzato dalla FAI, stravince tra i “massimi”, sollevando ben 505 kg contro i 469 di Tonani. Non solo, migliora tre record italiani: strappo con il braccio sinistro (80 kg), slancio con il braccio destro (90 kg) e strappo a due braccia (105 kg). Sembra imbattibile, ma il suo prestigio subisce un brutto colpo il 6 maggio quando nei locali del CAM a Milano affronta in un confronto diretto l’austriaco Agnier che lo supera nettamente: 500 i kg sollevati dall’italiano contro 524,5. Ancor più brutto è il colpo che Bottino riceve il 25 novembre a Genova, nei locali della “Colombo”, per i tricolori: solleva 494 kg ma non bastano perchè Tonani, finalmente “esploso”, ne alza tre in più e guadagna il titolo. Inizia qui il declino di Bottino che però non molla certamente. Tuttavia non fa una bella figura nella prima preolimpica del 1924, disputata il 16 marzo nella palestra della “Sestrese”: tenta di alzare 72,5 kg con strappo al braccio destro, ma non vi riesce. Stizzito e sfiduciato, si ritira clamorosamente mentre Tonani sbaraglia il campo. Bottino è “obbligato” comunque a rispondere coi risultati altrimenti rischia di non partire per Parigi. Si riprende, anche se non sembra ancora al meglio: il 9 giugno a Trieste, in un’altra preolimpica alla quale però manca Tonani, Bottino solleva 495 kg, non riuscendo dunque a sfondare il “muro” dei 500. Gli basta comunque per rinfrancarsi e tranquillizzare la Commissione Tecnica. Tuttavia Bottino non partecipa all’ultima prova di selezione, nella sua Genova il 22 giugno, adducendo un’indisposizione che molti ritengono diplomatica. Non è facile per lui, abituato a stravincere, vedersi nel ruolo di “eterno secondo”. Attraversa in effetti un periodo di scoramento e si abbatte a livello psicologico. Ma è il campione in carica e tutti si adoperano per rincuorarlo, fargli capire che può dire ancora la sua. La FAI lo convoca comunque per il collegiale di rifinitura ed alla fine, anche perché mostra una discreta ripresa di forma, Bottino ha il suo posto in azzurro, Ne fa le spese Mercoli, giunto terzo nell’ultima prova di selezione genovese e relagato al ruolo di riserva. Le prove olimpiche di sollevamento pesi si svolgono al Vel d’Hiv, il famoso Velodromo d’Inverno della capitale francese, teatro di numerose competizioni ciclistiche di primo piano. Bottino gareggia nei “massimi”, categoria in cui si schierano 19 atleti di 12 nazioni, ed alla quale possono partecipare atleti che pesano più di 82,5 kg. La competizione, disputata il 23 luglio, prevede cinque prove: strappo ad un braccio, slancio ad un braccio, pressa militare, strappo a due braccia e slancio a due braccia. Bottino va bene, ma non benissimo. Solleva in totale 495 kg e chiude ad un buon sesto posto: brucia però il distacco dal bronzo, ottenuto dall’estone Tammer dopo spareggio, solo 2,5 kg. L’oro va all’altro strepitoso azzurro, Tonani, che con 517,5 kg costringe alla resa l’iridato in carica, l’austriaco Aigner che si ferma a 515. Bottino è ottimo alla pressa dove chiude terzo, con 110 kg contro i 112,5 dei primi (Tonani ed Aigner a pari merito), è valido nello strappo (5° p.m. con 97,5 contro i 100 dei primi a p.m. tra cui Tonani), ma è fiacco nelle altre prove. Giunge 7° p.m. nello strappo ad un braccio (77,5 kg contro gli 87,5 del lussemburghese Alzin) e nello slancio ad un braccio (85 kg contro i 97,5 di Aigner) mentre è 8° p.m. nello slancio (125 kg contro i 140 di Tammer). Nel complesso dunque una buona prestazione cui è mancato, rispetto a quattro anni prima, il tocco in più del fuoriclasse: il rammarico è legato a quei due chili e mezzo, distacco piccolo (lo 0,5% del totale) ma evidentemente stavolta incolmabile. Il risultato dei Giochi è per Bottino il principio della fine.

A 36 anni il declino è inevitabile, fisiologico. Che non sia più quello di prima è evidente ai tricolori del 1925, disputati a Sestri Ponente: Bottino, con 325 kg totali, è superato da Mercoli che ne solleva 337, guadagnando il vantaggio decisivo nello slancio. Per lunghi mesi Bottino è indeciso sul da farsi, abbandona l’attività, poi ci ripensa e nel 1927 si tessera nuovamente per la “Sestrese”. Sogna la terza qualificazione olimpica e fa ben sperare: il 24 luglio vince agevolmente il campionato regionale nei locali della Sampierdarenese. Ma ai tricolori di Como il 7 agosto si scontra con due altrettanto formidabili assi: viene difatti relegato al terzo posto da Tonani e Mercoli che finiscono nell’ordine. Lo stesso Tonani lo supera nella prima preolimpica, disputata l’11 dicembre a Sestri Ponente: Bottino si ferma a 340kg totali, l’avversario va 7,5kg più sù. Bottino si allena intensamente e sembra ritrovare la forma vincente: il 26 febbraio 1928 a Sampiedarena, nella seconda preolimpica, alza un totale di 345kg e costringe Tonani (in difficoltà sin dalle prime alzate) alla resa. Il 18 marzo si conferma in forma, aggiudicandosi nettamente il campionato ligure: andare ai Giochi non pare un’idea così peregrina. Tonani però mette le cose in chiaro ai tricolori del 25 marzo, organizzati dal “GS Battisti” nel salone di Via Romano: Bottino solleva un totale di 330kg, ma il rivale arriva a 350 ed il sogno olimpico si complica. Tant’è vero che nelle altre preolimpiche non emerge e viene escluso dai Giochi. Non demorde, nonostante superi la fatidica soglia dei 40 anni. Il 25 agosto 1929 è ancora in pedana, a Roma, per la selezione in vista degli Europei: viene battuto per 5,5kg da Mercoli (327kg contro 332,5). Si difende ancora con la consueta tenacia: il 6 ottobre ai tricolori di Bari finisce terzo, superato dallo stesso Mercoli e da Tonani. Si rivede solo il 30 settembre 1930 quando, nella palestra Marabotto di Sampierdarena, vince il campionato ligure, titolo bissato il 29 marzo 1931. Non abbandona il sogno dei Giochi: il 2 e 3 maggio partecipa alla prima preolimpica, tenutasi nella palestra di Via Moscati a Milano. Viene battuto solo da Tonani che, per superarlo, deve stabilire il record italiano di distensione. Stesso risultato a Bologna il 21 giugno, nella seconda prova di selezione, dove Bottino perde per soli 2,5kg (337,5 contro 335). Poi però, improvvisamente, non riesce più ad ottenere alzate significative ed i Giochi sfumano. Non molla e si ripresenta in pedana il 27 agosto 1933, nella seconda prova tricolore, disputata nei locali genovesi della “Colombo”: vince, anche se la concorrenza è molto limitata. Il 12 dicembre a Milano si aggiudica la gara organizzata dalla “Pro Patria”. Nonostante i risultati non siano più quelli di un tempo e l’età sportivamente avanzata, ancora appassionato ed in forze, Bottino insiste: il 30 giugno 1935 dà il suo contributo alla “Sampierdarenese” che si aggiudica la “Targa Storace”, competizione a squadre basata sui piazzamenti dei diversi atleti nelle varie categorie. L’anno seguente diserta tricolori e preolimpiche, ma torna alla “Targa Storace”: la Sampierdarenese stavolta è sconfitta dall’ASSI. La sua carriera, grande e luminosa, si esaurisce praticamente a questo punto.


[1] Borzoli sarà assorbito dalla “grande Genova” nel 1926

[2] Dante Gaetano Storace, nato a Sampierdarena il 26.10.1885, della Società Ginnastica Sampierdarenese, ottiene il titolo italiano assoluto nel 1908 e quello dei massimi nel 1910. Di idee mazziniane e socialiste, molto attivo in ambito sociale e sindacale, parte volontario in fanteria, come sergente, allo scoppio della Prima Guerra Mondiale. Cade sul monte Mrzli, ferito a morte, il 24.10.1915, ottenendo una Medaglia d’Argento al Valor Militare

[3] Acronimo di Federazione Atletica Italiana, in quel periodo raccoglie lotta e sollevamento pesi

[4] Cesare Cogliolo, genovese, classe 1880, tra i più forti pesisti a cavallo del 1910. Campione italiano assoluto nel 1911 dopo il  2° posto ottenuto nel 1908, giunge 3° nel 1913, piazzamento che otterrà anche nel 1916

[5] Enrico Astolfi Scuri, nato a Corpi Santi di Pavia il 09.05.1868. Tesserato per la “Ginnastica Pavese”, vincitore dei primi tre Campionati Italiani della storia (1897-1898-1899), giunge 2° nel 1900 (battuto da Ruggeri) solo perchè ha una spalla lussata. Rivince il titolo nel 1901 e 1902. Bronzo ai Mondiali del 1899. Detto “l’invincibile”, alto 1,76 m per 102 kg, ha avuto il grande merito di aver reso celebre la disciplina dei pesi negli anni a cavallo del 1900

[6] Luigi Monticelli Obizzi, marchese, nato a Crema l’08.07.1863. Personaggio fondamentale nella storia della pesistica italiana. Dopo aver praticato diversi sport (nuoto, scherma, ginnastica) si avvicina ai pesi: nel 1885 entra nella “Forza e Coraggio” di Milano, poi fonda il Club Atletico Milanese. Nel 1897 promuove il primo Campionato Italiano di sollevamento pesi, a Milano, dove giunge 3°, piazzamento ripetuto nel 1900 mentre nel 1901 e 1902 giunge 2°. Campione Milanese nel 1900 e 1903, detiene il record nazionale di strappo. Non solo atleta ma anche organizzatore e dirigente appassionato, nel 1902 è tra i fondatori della Federazione Atletica Italiana che toglie in pratica alla Federazione Ginnastica l’egida di pesi e lotta: sarà Presidente del sodalizio fino al 1911

[7] Si tratta dei tricolori relativi al 1921, rinviati e posticipati nell’anno seguente. Difatti ad ottobre 1922 si disputerà un’altra sessione di tricolori