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BORIANI Giancarlo

Bologna 14.12.1894 / Bologna 26.01.1982

1920. Tiro a Segno. 4° Fucile da 300 m in Piedi a Squadre, 7° Pistola Libera a Squadre, 9° Pistola Automatica a Squadre. Sconosciuti i piazzamenti individuali

1936. Tiro a Segno. 32° Pistola Libera 50m

Bolognese purosangue, si avvicina al tiro già in giovane età, addirittura intorno ai 16 anni, praticando soprattutto il fucile ma anche la pistola nel poligono, che allora era situato ai piedi della collina di San Luca. E’ comunque la pistola che gli dà le principali soddisfazioni: nel 1913-14 conquista il titolo italiano nella categoria “giovani”. Poi la guerra, ovviamente, interrompe tutto. Se ne riparla nel 1919 e Boriani torna ad alternare fucile e pistola. Si disimpegna bene al punto che nel 1920 è adocchiato da Vitali (Segretario dell’Unione Tiratori Italiani) e Dalai, incaricati di selezionare gli uomini per Anversa. Boriani non è tra i più esperti, ma è un tiratore completo, in grado di sviluppare un buon rendimento sia col fucile che con la pistola e può essere utile in particolare nelle gare a squadre. Difatti riesce ad entrare nella lista per i Giochi. Le gare olimpiche si svolgono nel poligono militare di Beverloo, a Leopoldsburg, una sessantina di km ad est di Anversa. Sono talmente tante che verrà coniato un detto, fin troppo abusato nella storia dei Giochi, per esprimere la pletora di tiri effettuati: ad Anversa, si dirà, s’è sparato più che a Verdun, riferendosi ad una delle battaglie più cruente della Prima Guerra Mondiale. Sparano anche gli italiani, che entrano in gioco il 29 luglio. Boriani è inserito nella squadra che disputa la prova col fucile da 300 metri, nella posizione in piedi: 15 le nazioni presenti. Schieriamo anche Ticchi, Isnardi, Favretti e De Ranieri. Nonostante la compagine non sia la più titolata di quelle presentate, tra tutte le gare di Anversa nel tiro, questa risulta la migliore degli italiani, che sono pure sfortunati: coi loro 251 punti mancano il bronzo per soli 4 punti. L’oro va alla Danimarca (è l’unica vittoria che sfuggirà agli USA!) con 266 davanti a Stati Uniti (255) e Svezia (255). “Medaglia di legno” dunque per Boriani, che ci riprova nella pistola libera a squadre da 50 metri il 2 agosto. 60 colpi a testa, 3000 il punteggio massimo ottenibile. 13 nazioni al via, con lui presentiamo Ticchi, Galli, Preda e Frasca. Non sviluppiamo una grande prestazione e ci fermiamo a metà classifica: settimi, con 2224 punti, ad un solo punto (su duemila!) dalla Francia. Oro, ovviamente, agli USA con 2372, argento alla Svezia (2289) e bronzo al Brasile (2264). Classifica corta, con maggior fortuna e precisione potevamo ambire pure ad una medaglia. Il giorno seguente, 3 agosto, tocca alla pistola automatica a squadre, distanza 30 metri e 30 colpi a testa, punteggio massimo 300. Boriani è di nuovo in campo, assieme agli stessi uomini di 24 ore prima: Ticchi, Galli, Preda e Frasca. Stavolta andiamo proprio malissimo: nona ed ultima posizione, con soli 1121 punti. Ennesimo oro agli USA con 310 punti, argento alla sorprendente Grecia (1285), bronzo alla Svizzera (1270). Si chiude l’amara esperienza olimpica di Boriani, con due risultati al di sotto della sufficienza: il nostro movimento, soprattutto nella pistola, esce con le ossa rotte dalle gare di Anversa, dove raramente siamo riusciti ad entrare in corsa per una medaglia che, oltre tutto, non è arrivata.

Intanto, sulla via di ritorno dal Belgio, i nostri si fermano a Rennes, dove l’11 agosto è prevista una grande gara internazionale. L’Italia, con Boriani, vince la classifica a squadre nella pistola. Negli anni seguenti Boriani continua a gareggiare, senza mai emergere in modo particolare, alternando lo sport all’attività di ferramenta che svolge nel suo negozio di Bologna. In diverse occasioni, come nel 1929, arriva vicino alla selezione per i Mondiali, ma non la trova. Si prende molte pause, mantenendosi comunque sempre sulla breccia, anche se i grandi risultati stentano ad arrivare: nel 1932 chiude al 7° posto i tricolori di Roma vinti da Capone. Torna in auge per i Mondiali di Roma del 1935: termina 9° nella pistola libera[1], conquistando un bell’argento a squadre[2], alle spalle della Svizzera, ma davanti alla Germania. Ad inizio 1936 il CT Battistoni, che ben conosce Boriani, lo inserisce tra i “probabili olimpici”. Difatti è in Nazionale anche per il torneo “delle nazioni latine”, cui partecipano anche Francia, Portogallo e Monaco: Boriani non è il migliore dei nostri, ma fornisce comunque un contributo fondamentale per la vittoria azzurra. E’ un bel viatico per i Giochi: si parte per Berlino il 27 luglio da Verona, in treno. Le gare olimpiche di tiro a segno si svolgono al poligono di Wannsee, nei pressi di Potsdam, nella periferia sud-occidentale di Berlino. Il 6 e 7 agosto Boriani partecipa alla pistola libera da 50 metri cui prendono parte 43 tiratori di 19 nazioni. La prova è prevista su 60 colpi in sei serie da 10, con bersaglio che ha punteggi a scalare, col centro che vale 10. Boriani va male: totalizza 506 punti, che gli valgono solo il 32° posto. L’oro va allo svedese Ullmann che, con 559, ottiene pure il record del mondo. Argento per il tedesco Krempel con 544 e bronzo al francese des Jammonieres con 540. I 34 punti di distacco dal gradino più basso del podio rappresentano un fardello troppo pesante per la gara di Boriani, che non può certo essere considerata positiva. Dopo i Giochi comunque, nonostante i 40 anni suonati, Boriani si conferma tra i nostri migliori tiratori di pistola libera: nel 1937 vince il titolo italiano e partecipa ai Mondiali di Helsinki, dove però non va oltre il 39° posto individuale ed il nono a squadre. Si rivede in azzurro nel 1939, alla rassegna iridata di Lucerna, ma il risultato non è certo significativo: 44° a livello individuale 8° a squadre. Complice la guerra, è la sua ultima partecipazione a livello internazionale. Poi l’età, e pure qualche problema di vista, gli impongono lo stop definitivo dall’attività. Svolge poi vari incarichi in Federazione, rimanendo una figura di primo piano nella storia del nostro tiro a segno.


[1] L’oro va allo svedese Ullmann con 547 punti su 600, argento al tedesco Kremperl con 545, bronzo per lo svizzero Buchi con 539. Boriani totalizza 518 punti

[2] Con lui gareggiano Margotti, Capone, Maresca e Pistolesi