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BONIVENTO Renzo

Sassari 15.08.1902 / Venezia 24.05.1963

1936. Equitazione. 15° Salto ad Ostacoli Individuale, non classificato Salto ad Ostacoli a Squadre

Allievo della scuola di Pinerolo, ne esce ufficiale di Cavalleria e viene inquadrato nel mitico reggimento Savoia, di cui sarà poi comandante. Laureato in Giurisprudenza, intraprende la carriera militare, dedicandosi allo sport equestre in ogni sua accezione, dal “completo” allo steeple-chase. Si segnala già a metà degli anni Venti come cavaliere dinamico ma pure ricco di stile, grande appassionato e studioso indefesso del cavallo e delle prerogative di monta. Alla fine si specializza nei salti e nei concorsi, gareggiando in mezza Europa e diventando pure istruttore nelle principali scuole, non solo a Pinerolo e Tor di Quinto, ma anche a Parma ed all’Accademia di Livorno. E’ tuttavia intorno ai 30 anni di età che inizia ad ottenere i risultati migliori. La sua grande annata è il 1935, quando è titolare fisso della nostra squadra che partecipa alla “Coppa delle Nazioni”, montando Ronco: i nostri vincono a Bruxelles, Budapest, Varsavia e Vienna, preparando al meglio, sotto la guida del CT Francesco Amalfi, i Giochi di Berlino. L’inizio del 1936, in quanto a risultati, non è altrettanto positivo, ma i cavalieri azzurri affrontano la trasferta in Germania con una certa fiducia, seppur consci delle difficoltà. Si parte il 31 luglio, in treno, da Torino dopo aver svolto l’ultimo collegiale di rifinitura a Pinerolo.

Bonivento partecipa al salto ad ostacoli che si svolge nell’Olympiastadion il 16 agosto, in gara unica, ed al quale prendono parte 54 cavalieri di 18 nazioni. Va bene ma non troppo: cavalcando Osoppo, termina difatti 15° ed è il migliore dei nostri. L’oro va al tedesco Hasse (su Tora), argento per il romeno Rang (su Delfis) e bronzo all’ungherese Platthy (su Sello), dopo spareggio. Nella prova a squadre gli azzurri non vengono classificati in quanto Filipponi non termina la gara. L’oro va alla Germania, argento per i Paesi Bassi, bronzo al Portogallo. Per Bonivento comunque una partecipazione sufficiente, anche se condita da qualche errore di troppo che ne ha inevitabilmente condizionato la classifica finale. Negli anni seguenti continua a gareggiare e soprattutto a dedicarsi all’istruzione, allo studio, alla valutazione di cavalli e cavalieri. Inizia anche a scrivere articoli attenti ed appassionati, attività che proseguirà a lungo, scrivendo per anni su “Cavallo Italiano”, la rivista ufficiale della Federazione, con acume ed intelligenza, analizzando fenomeni tecnici e sociali, cercando di collegare tradizione con futuro ed innovazione. Dopo la guerra, lasciata l’attività agonistica, diventa tecnico della nostra Nazionale di Pentathlon Moderno, pure ai Giochi del 1948 e 1952. Nel contempo ha proseguito la carriera militare, entrando nello Stato Maggiore ed arrivando al grado di Generale. Scompare ancora relativamente giovane, a 60 anni.

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Bonivento su Osoppo durante la gara ai Giochi di Berlino nel 1936