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BONINI Mario Giuseppe

Golasecca (VA) 19.08.1897 / deceduto

1920. Atletica Leggera. Eliminato Quarto di Finale 800 m, Eliminato Primo Turno 1500 m

1924. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 800 m

bonini2Alto e slanciato, ottiene il primo risultato di spicco il 22 aprile 1917 quando, tesserato per la prestigiosa US Milanese, si aggiudica la “Popolarissima” a Milano davanti a molti giovani della sua età: la gara difatti, in tempo di guerra e con molti atleti al fronte, serve a promuovere la ricerca di nuove leve tra gli adolescenti. Bonini dunque sembra promettere bene, anche se si allena poco e male, come ammette lui stesso nel dopo-corsa, impegnato nel suo lavoro di meccanico che, con la guerra, si trasforma in un impiego presso una fabbrica meneghina. Avendo la fortuna di non andare al fronte, almeno può saltuariamente gareggiare. Si rivede in corsa il 24 giugno, quando giunge secondo nella  tradizionale “Coppa Malvezzi” dietro il forte Pagliani, che sta vivendo la sua annata migliore. Un mese dopo, il 22 luglio, Bonini è al Velodromo Sempione, per un’americana a coppie dove, assieme a Colombo, è secondo alle spalle di Orlandi-Giustacchini. Si ripresenta il 2 settembre nei campionati sociali dell’US Milanese, dove è 4° sui 100 vinti da Carpi e partecipa pure ai lanci, finendo però lontano dai primi. Per ritrovare il suo nome ai primi posti di un ordine d’arrivo si deve attendere il 9 dicembre quando, in un freddo glaciale e con spruzzate di nevischio, si disputa il “Giro di Milano”: vince Pagliani e Bonini chiude quinto. Già il 13 gennaio 1918 riprende l’attività, nel cross di Stupinigi, dove chiude quarto (vince Omodei). Identico piazzamento il 24 febbraio nel cross organizzato a Monza dalla “Modoetia” e vinto dal padrone di casa Ambrosini. Tesserato ancora per l’US Milanese, coglie il primo successo stagionale il 10 marzo nella Milano-Lambrate-Milano, 6 km, ed è ormai considerato tra i nostri migliori podisti, tant’è vero che il 5 maggio, in un’americana di 2.8 km al “Sempione”, è accoppiato al grande Speroni e i due vincono la prova. La settimana seguente Bonini delude parzialmente sui 400, di nuovo al Velodromo milanese, che servono a designare gli uomini da inviare al meeting di Londra tra soldati interalleati: è terzo dietro a Lunghi e Candelori, ma comunque selezionato. Va dunque a Stamford Bridge: giunge 2° sulle 880y ad handicap, battuto solo dal neozelandese Mason ed è terzo nel miglio vinto dal britannico Arden. Non male per un esordiente a livello internazionale.

Bonini è in effetti tra gli elementi più emergenti del panorama atletico milanese e si conferma il 25 agosto al “Sempione”, vincendo il miglio davanti a personaggi di alto livello quali Pagliani, Speroni e Malvicini, regolati nell’ordine. Con questi stessi uomini, battaglia nel “Giro di Milano” del 15 settembre, chiudendo terzo dietro Pagliani e Malvicini. Cinque giorni dopo, è a Roma, allo “Stadium”, dove gareggia negli 800 in un grande meeting di soldati interalleati[1]: chiude terzo alle spalle dello statunitense Winpnagle, che supera il grande Lunghi. Analoga riunione il 23 settembre, in attesa dell’arrivo della Milano-Roma ciclistica. Bonini vince gli 800 ad handicap, dopo una corsa di testa, favorito anche dai 12 metri di vantaggio concessigli in partenza. Sei giorni dopo, brilla pure a Milano, nel meeting appositamente organizzato dalla FISA per gli juniori sul campo di Via Goldoni: primeggia su 400 e 1500, confermandosi talento emergente. Sulla scia di questi risultati viene inviato a Parigi, dove il 20 ottobre si tiene una grande manifestazione sportiva tra soldati interalleati: Bonini gareggia sui 3mila, probabilmente una distanza troppo lunga per lui, ma chiude comunque buon terzo, perdendo pure una scarpetta nel fango sulla pista appiccicosa del Giardino delle Tuileries, dietro ai francesi Vermeulen e Bouchard. E terzo arriva anche nella “Traversata di Busto” disputata il 3 novembre, proprio il giorno della nostra avanzata decisiva nelle terre irredente, a dimostrazione di come nel 1918 lo sport non si sia mai fermato: vince Pagliani su Malvicini. Sette giorni dopo, tutti ancora scossi dai festeggiamenti per la Vittoria, Bonini vince i 5mila nella riunione di Gallarate ed il 17 novembre fa suoi gli 800 all’Ippodromo di Bergamo: ottimo mezzofondista, sa disimpegnarsi bene anche su kilometraggi non eccessivi. Difatti il 20 novembre vince il “GP Autunno” per juniori, su strada a Milano. E’ la sua ultima gara dell’annata. Si ripresenta alle corse il 26 marzo 1919 nel Campionato di Cross del Corpo d’Armata di Milano, tenutosi a Boldinasco: Bonini, che è ancora sotto le armi perchè la smobilitazione prosegue a rilento, chiude quarto la gara vinta da Speroni. Seguono due mesi di stasi e Bonini si ripresenta il 12 giugno a Roma, allo “Stadium”, in una sorta di prova generale per i “Giochi Interalleati”: sugli 800 è battuto da Candelori, ma si guadagna la convocazione anche perchè tre giorni dopo, sulla stessa pista, vince un’americana a coppie sui 5 km, assieme a Baldan, davanti a Speroni-Negri. Sembra dunque in forma per questi anomali “Giochi”, riservati ai soldati degli eserciti vincitori nella guerra, che i nostri hanno comunque preparato bene, in un collegiale ad Arma di Taggia.

Le autorità militari fanno le cose al meglio, organizzando ottimamente la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Bonini è tra i primi ad esordire, il 23 giugno: giunge 6° nella batteria dei 1500, dopo una corsa anonima, e viene subito eliminato (primo il neozelandese Mason). Stessa sorte negli 800 del 2 luglio: solo 4° nella batteria vinta dallo statunitense Freser. Due prestazioni insufficienti per Bonini, che si rivede in gara in Italia solo il 3 agosto a Mantova, nello stadio del Tè, dove vince i mille metri davanti a Porro: un mese dopo, il 7 settembre, identica situazione a Novara, ma sui 1500. Il 14 settembre Bonini, assieme al forte Speroni, vince l’americana a coppie disputata a Brescia, davanti a Cermenati-Negri. 14 giorni dopo, di nuovo a Brescia, è primo nei Campionati Lombardi sugli 800 mentre sui 400, distanza poco consona a lui, è battuto da Orlandi. L’11 ottobre sugli 800 viene invece superato da Bertoni nella finale dei tricolori, disputati sul campo dell’Inter di Via Goldoni a Milano. Analogo risultato il giorno seguente sui 1500: stavolta è Porro a precederlo. Questa è la sua ultima gara dell’annata. Bonini, tesserato per l’Internazionale, si rivede solo il 9 maggio 1920 a Gallarate: vince gli 800 e si guadagna un posto nel taccuino di Platt Adams, l’americano divenuto CT della nostra Nazionale di atletica in vista dei Giochi Olimpici. La decisiva prova di selezione si svolge comunque nel primo weekend di luglio a Milano, sul campo dello SC Italia: Bonini chiude 4° sugli 800 vinti da Ambrosini, che lo supera anche sulla stessa distanza il 18 luglio a Busto Arsizio. Qui però Bonini è non solo secondo sugli 800, ma anche terzo sui 1500 e convince il CT Adams che, volendo andare sul sicuro, lo inserisce nella lista per Anversa, a danno di altri giovani emergenti (Ferrario e Bruni in primis), i quali forse avrebbero meritato una chance. Bonini supera comunque questi giovani sugli 800 nell’ultima rifinitura, il 25 luglio sul campo dello SC Italia a Milano, anche se viene battuto a sua volta da Ambrosini. Nessun dubbio: Bonini merita la maglia azzurra ed entra nella comitiva che, in treno via Modane e Parigi, raggiunge Anversa.

Le gare di atletica si svolgono nell’Olympisch Stadion. Bonini esordisce il 15 agosto nella batteria degli 800 ai quali sono iscritti 40 concorrenti di 17 Paesi. Si comporta bene, piazzandosi secondo alle spalle del britannico Mountain e qualificandosi alla semifinale del giorno successivo (ne passano quattro su nove partenti). Nel turno seguente però non va altrettanto bene: chiude 5° su sei, superando solo il francese Argouach. Vince il sudafricano Rudd (poi bronzo) in 1’57” davanti allo statunitense Campbell ed all’olandese Paulen, i tre qualificati. Bonini è battuto anche dallo svedese Lindgren e corre in 1’59”, troppo indietro per sperare nella qualificazione. L’oro va al britannico Hill sullo statunitense Eby. Bonini cerca il riscatto, ma non lo trova, nei 1500 cui prendono parte 28 atleti di 12 nazioni. Il 18 agosto difatti giunge 6° su otto nella sua batteria, vinta dallo svedese Lindgren e, poichè vengono ammessi al turno successivo solo i primi tre, viene subito eliminato. L’oro va di nuovo al britannico Hill, che fa doppietta, davanti al connazionale Baker ed allo statunitense Shields. In sostanza per Bonini una partecipazione olimpica che non lascia segno, anzi serpeggia un po’ di delusione che si stempera ai tricolori di Roma del 19 e 20 settembre: Bonini vince i 400 ed è secondo, dietro Ambrosini, sugli 800. Giunge invece solo quinto il 3 ottobre nella “Traversata Notturna” di Varese vinta da Ambrosini, che lo batte anche tre settimane dopo sugli 800 a Lecco. Chiude così una stagione altalenante. Si rivede in pista solo a fine maggio 1921, nelle selezioni per l’incontro internazionale di Praga, disputatesi a Milano sul campo dello SC Italia: giunge secondo negli 800, superato da Ambrosini. Il 10 luglio è invece terzo in un 400 ad handicap, vinto da Piccio e disputato sul campo dello SC Italia a Milano. Sette giorni dopo, gareggia a Gallarate, dove vince gli 800 ed è secondo sui 400, battuto da Tosi. Secondo giunge anche a Marsiglia il 14 agosto sui 400, superato dallo svizzero Imbach. Ai tricolori di Bologna il 20 settembre ottiene un grande successo sugli 800, riuscendo a prevalere sul forte Ambrosini mentre due giorni prima ha chiuso terzo sui 400, sopravanzato da Alfieri e Picco. E’ in forma e guadagna il titolo anche nella 4x400 assieme ai compagni della Ginnastica Gallaretese[2]. Il 25 settembre vince 400 e 1500 a Laveno mentre il 9 ottobre a Varese è secondo sui 400, battuto da Bertoni, ma vince la staffetta. Il 15 ottobre chiude al terzo posto, col suo “Internazionale”, la Milano-Busto, staffetta a squadre. Inizia il 1922 con una certa tranquillità: il 2 maggio è terzo sui 1500 a Genova, sul campo della “Spes”, battuto da Ferrario e Garaventa. Cinque giorni dopo, Bonini è secondo a Venezia, sul campo di S. Elena, superato dall’emergente Cominotto sugli 800, distanza in cui si impone il 21 maggio a Gallarate. Gli 800 sembrano il suo terreno preferito: il 28 maggio a Legnano vi si laurea difatti Campione Lombardo mentre sui 400 è battuto solo da Tosi. Il 5 giugno importante trasferta londinese per il tradizionale meeting di Pentecoste: sugli 800 Bonini è superato dal britannico Mountain e dal francese Heilbouth.

Rientrato in Italia, si mantiene su alti livelli: il 2 luglio vince gli 800 a Lodi, dove è battuto sui 400 da Maffiolini. Il 3 settembre è primo sui mille a Trento, bruciando sul filo Bruni, che però si prende la rivincita il 16 settembre sui 1500 nella ben più importante cornice dei tricolori di Busto: Bonini chiude terzo, sopravanzato anche da Ferrario. Sette giorni dopo, i tricolori si spostano a Milano, sul nuovo campo della “Forza e Coraggio”: a sorpresa Bonini è sconfitto sugli 800 dall’emergente Cominotto. Con questa scottante piazza d’onore Bonini chiude l’annata. L’esordio nel 1923 è datato 22 aprile a Codogno, dove è di nuvo secondo sugli 800, stavolta dietro il semisconosciuto Cavalleri. Un altro atleta di secondo piano, Grassi, lo batte il 29 aprile a Saronno sui 400. L’appuntamento con la prima vittoria dell’anno tarda: la sua “bestia nera” Cominotto gli infligge un’altra bruciante sconfitta il 10 maggio a Venezia sia sui 400 che sugli 800. Proprio in quest’ultima distanza, finalmente, Bonini guadagna il primo alloro stagionale, il 2 giugno sul campo della “Forza e Coraggio” a Milano, nella riunione di selezione per il meeting di Parigi. Nella capitale francese, dove in sostanza si sviluppa una sorta di prova generale per i Giochi dell’anno successivo, Bonini però non va oltre il sesto posto negli 800 vinti dallo svizzero Martin. Torna comunque al successo il 17 giugno a Milano, nella rinuione organizzata dal GSOM[3], sugli 800, che ormai è la distanza più adatta ai suoi mezzi. Peccato però che ci sia...Cominotto, che lo relega di nuovo al secondo posto sia ai tricolori di Bologna del 23 giugno che nella prima “pre-olimpionica” (all’epoca le chiamano così) di Roma a fine luglio. Nella Capitale Bonini è secondo anche sui 1500, superato stavolta dall’istriano Tercovic. Dopo aver vinto i 400 ad Agliate, Bonini si rivede solo il 14 ottobre a Bologna, dove guadagna gli 800 chiudendo in bellezza un’annata con troppe piazze d’onore. Bonini inizia il 1924, ovviamente, con un unico pensiero in testa: i Giochi di Parigi. A 26 anni è nel pieno della maturità agonistica e difficilmente un’altra occasione potrebbe ricapitare.

L’avvio è ottimo: il 30 marzo, sul campo del Milan di Viale Lombardia, vince il Campionato Lombardo degli 800, rilanciando subito le sue quotazioni in chiave olimpica. Peggiora, e di molto, però nell’importante “preolimpionica” che si tiene a Genova tra il 12 e 13 aprile: secondo sui 400, battuto da Cominotto, si ritira negli 800 quando vede di non avere più speranze di successo, lasciando perplessi i componenti della commissione tecnica, presieduta da Colbachini ma nella quale è presente pure Lunghi, che certo non ha niente da invidiare a nessuno in fatto di mezzofondo. Bonini è in bilico, ma si riscatta nel momento più importante e decisivo, l’ultima prova di selezione olimpica, disputata il 7 e 8 giugno sul campo di Viale Lombardia: secondo sugli 800, ma la severa CT non si fida e lo inserisce tra i “rivedibili” ovvero tra coloro che nel collegiale di Busto dovranno confermare una buona condizione. Il 22 giugno, nella stessa cittadina bustocca, è il momento della verità: Bonini chiude terzo gli 800, dietro Pucci e l’outsider Bartolozzi, ma il tempo è buono e convince il CT che alla fine, per il rotto della cuffia, gli concede i Giochi anche perchè sette giorni dopo, sulla stessa pista e distanza, si ripete, venendo battuto solo da Facelli. Certo, Bonini non arriva a Parigi da favorito nè come più atteso tra gli azzurri. Le prove di atletica si svolgono nel mitico Stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato dal celebre film “Momenti di Gloria”. Bonini gareggia negli 800, cui prendono parte 50 atleti di 24 nazioni. Il 6 luglio giunge 5° su sette nella sua batteria. Viene preceduto, nell’ordine, dal sudafricano Oldfield, dal britannico Houghton, dallo statunitense Enck e dal francese Grosclaude. Riesce a sopravanzare solo il ceco Riedl ed il messicano Escutia. Ma, poichè accedono al turno successivo solo i primi due, viene subito eliminato. Non certo una prestazione memorabile: ha fatto il possibile, ma non è bastato e, d’altra parte, viste le premesse, non era lecito attendersi di più. Qualcuno si chiede perchè lo hanno mandato a Parigi. L’oro va al britannico Lowe sullo svizzero Martin e sullo statunitense Enck. Bonini non emerge nemmno nelle riunioni post-Giochi: il 22 luglio a Dusseldorf è terzo sui 400 dietro i tedeschi Renel ed Uffer. Non va tanto meglio in Italia: il 17 agosto a Laveno è secondo sugli 800, battuto da Davoli. Non riesce a migliorarsi: il 14 settembre, sul campo di Vigentino, è solo 4° sugli 800 vinti da Facelli. Sette giorni dopo, è terzo nei 400 dei tricolori a Bologna, disputati sul campo della gloriosa “Virtus”: viene superato da Gargiullo e Maffiolini, confermando in sostanza uno scadimento di forma. E’ l’ultima sua gara di una stagione con più ombre che luci. In realtà è anche il suo ultimo risultato di un certo significato: non si rivede più difatti ad alti livelli.


[1] Anche Bonini difatti è stato chiamato alle armi, nel 7° Reggimento Fanteria, ma gli vengono concesse diverse licenze per gareggiare: dopo Caporetto, l’atteggiamento delle autorità militari nei confronti dello sport cambia radicalmente, nella ricerca di formare soldati-atleti

[2] Con lui gareggiano Maffiolini, Rossi e Bertoni

[3] Acronimo di Gruppo Sportivo Officine Meccaniche