BONFANTI Luisa
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Milano 1906 / deceduta
1928. Atletica Leggera. 6° 4x100 m (con Polazzo, Marchini e Vivenza), Eliminata Primo Turno 100 m
Nata nel 1906 a Milano, Luisa detta Luigia si cimenta nelle corse sin dall’età di 15 anni anche se ottiene i primi risultati importanti nel 1923. Il 6 maggio, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, nella prima storica edizione dei tricolori femminili, giunge seconda nel lungo, a soli due centimetri (4,56m contro 4,54) dalla vincitrice Piantanida[1], la prima grande atleta, o atletessa come si diceva allora, della nostra atletica leggera. Il 10 agosto sul campo del Milan in Viale Lombardia viene eliminata in batteria sui 150m da Bordoni che poi vince la finale. Il 2 settembre a Chiasso è terza nel lungo dietro Ghiringhelli e Bianchi. Il 27 ottobre a Codogno sui 60m chiude di nuovo terza, superata da Banti e Ghiringhelli. Nel 1924 scala i vertici. Il 20 aprile, sul campo della “Forza e Coraggio”, la sua squadra, vince gli 80 e la 4x200. Il 4 maggio sul campo del Milan si aggiudica i 100 in 14”1/5. Sette giorni dopo, in occasione della “Coppa Romano”, organizzata dall’USM sul campo di Via Colletta a Milano, vince gli 80m: ormai è tra le nostre migliori velociste. Si conferma il 15 giugno, ancora sul campo della “Forza e Coraggio”, con una bella doppietta su 80 e 4x100[2]. La doppietta non gli riesce invece nei campionati lombardi il 22 giugno, sul campo della Bicocca: se nella 4x100 riesce ancora a primeggiare (la formazione è la stessa), sugli 80 viene superata da Zacconi mentre nel lungo finisce terza, alle spalle di Nebuloni e Sacco. Sette giorni dopo, sul solito campo della sua “Forza e Coraggio”, vince gli 80 con il buon tempo di 11”. Il 20 luglio, nell’apposita selezione per l’importante meeting londinese di Stamford Bridge, vince le 100y in 13” netti (nuovo record italiano) e si guadagna la convocazione per la prima grande manifestazione internazionale cui prendono parte nostre atlete, prevista il 3 agosto nella metropoli inglese. Intanto è ammirata per la sua grazia a la serenità con cui si comporta in pista: spesso sorridente e gentile con tutti, “sa accattivarsi la simpatia delle rivali e vincere sorridendo” come recitano i commenti dell’epoca. A Londra però Bonfanti non arriva: il passaporto, essendo peraltro minorenne, non le viene rilasciato in tempo. Parte lo stesso con le altre nove selezionate, in treno, sotto la guida di Anita Podestà, un’insegnante di educazione fisica che fa le veci di madre-CT, ma alla frontiera italo-svizzera, in località Iselle, a quattro atlete, tra cui Bonfanti[3], non viene concesso l’espatrio in quanto il documento, provvisorio, rilasciato dalle autorità competenti non viene considerato valido. Pianti, strilli e suppliche non servono a niente: Luisa torna a casa. A Londra arrivano invece sei atletesse[4], per il primo grande confronto internazionale al femminile in cui gareggiano nostre rappresentanti.
Dopo la parentesi estiva, Bonfanti rientra alle gare il 14 settembre a Vigevano dove vince gli 80 e la staffetta (con la sorella Maria e Gariboldi). Il 28 settembre ecco i tricolori, sul campo della “Forza e Coraggio” a Vigentino. Delude sugli 80, solo quarta dietro Barbieri, Zacconi e Piantanida. Vince però le due staffette, 4x75 e 4x200[5]. Chiude seconda nel lungo, con 4,32m, superata nettamente dalla forte Piantanida (4,63m). Il 12 ottobre sono di nuovo protagoniste le staffette, ancora sul campo della “Forza e Coraggio”: il solito quartetto, con le sorelle Bonfanti, Bigatti e Gariboldi, ottiene tempi strepitosi che valgono addirittura il record del mondo, sia pure in specialità ancora poco praticate in quel periodo. Rispettivamente 28” nella 4x55m, 40”3/5 nella 4x75m e 55”3/5 nella 4x100. Il 16 novembre Bonfanti chiude l’annata, indubbiamente soddisfacente, a Cremona, aggiudicandosi i 100 in 14” netti, un tempo di tutto rispetto per l’epoca. Inizia il 1925 come ha finito il 1924, vincendo. Il 19 aprile, sul campo della “Forza e Coraggio”, vince 80 e lungo con 4,24. Il 17 maggio nella stessa sede ottiene il record italiano sulle 50y con 6”1/5. Il 21 giugno a Mantova, in Piazza Virgiliana, è battuta sugli 80 da Gariboldi, ma vince la staffetta[6]. Il 12 luglio, sul “solito” campo della “Forza e Coraggio”, fa tripletta, aggiudicandosi 100y, lungo (con 4,45m) e staffetta (la formazione è la stessa di Mantova). Il 18 ottobre nei tricolori, disputati sul campo della “Forza e Coraggio”, ganglio nevralgico dell’attività femminile in quegli anni, Bonfanti vince 80 (davanti alla sorella Maria) e staffetta 4x75[7] mentre è seconda nel lungo, battuta da Sacco[8] (4,51 contro 4,44). Il 4 aprile 1926, giorno di Pasqua, Bonfanti a Lodi vince 80 e 4x80[9]. Il 2 maggio a Stresa viene clamorosamente battuta dalla 13enne Vivenza sugli 80, ma vince il lungo, con un salto a 4,52m, riuscendo a sconfiggere la quotata Sacco. Il 16 maggio a Menaggio si aggiudica i 75m. Sette giorni dopo, vince lungo, 60m e 4x75 a Trezzo. Il 4 luglio a Sesto trionfa nei 100 davanti alla sorella Maria. Sette giorni dopo, sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”, vince i 60 con l’ottimo tempo di 8”1/5 che eguaglia il primato italiano[10]. Il 1° agosto a Legnano altre due belle vittorie con altrettanti primati italiani, a conferma di essere la miglior velocista del campo nazionale: 80m con 10”3/5 e 4x100[11]con 55”2/5. Sette giorni dopo, brilla anche sul nuovo campo di Dalmine: si aggiudica 100, lungo e 4x75 (stavolta con la sorella Maria, Pizzini e Ceriani). Si rivede il 5 settembre quando ad Intra si impone sugli 80. Sulla stessa distanza primeggia anche a Stradella l’11 settembre, primeggiando pure nel lungo, con 4,61m. Il 26 settembre guadagna tre titoli italiani a Dalmine: 75m (col nuovo record nazionale di 10”1/5), lungo e staffetta 4x75[12]. Il 17 ottobre, sul campo della “Forza e Coraggio”, effettua alcuni tentativi di record: riesce a stabilire il primato italiano delle 100y, correndo in 12” netti. Nel 1927 è ancora sulla breccia. Il 17 aprile, giorno di Pasqua, sul campo della “Forza e Coraggio”, a sorpresa è battuta nel lungo da Vivenza.
Si rivede solo il 10 luglio nella riunione di Sesto S.G.: vince 80, lungo e 4x75 (con la sorella Maria, Schenone e Ceriani). Il 28 agosto sul campo della “Forza e Coraggio” si svolge un’importante selezione per l’incontro con la Francia: Bonfanti vince 80 e lungo. L’11 settembre però, sul campo della “Forza e Coraggio”, le transalpine si rivelano troppo forti per le nostre che soccombono 27-54 senza vincere neppure una gara. Bonfanti è quarta nel lungo e sugli 80 (superata pure dalla sorella); perde pure la staffetta[13]. Il 25 settembre a Castellanza si impone sugli 80 e nel lungo. Il 2 ottobre a Bologna si disputano i tricolori: Bonfanti vince i 100 col nuovo record italiano (13”3/5) ed è seconda nel lungo, battuta da Vivenza. Primeggia anche nella 4x100 (con la sorella Maria, Ceriani e Schenone). Sette giorni dopo, a Vimercate si impone sugli 80 mentre nel lungo è battuta da Ceriani. In inverno si prepara bene per i Giochi del 1928 dove, per la prima volta, è previsto l’invio anche di una spedizione femminile. Il 20 maggio Bonfanti si aggiudica gli 80 in una preolimpica sul campo meneghino della “Forza e Coraggio”. Il 10 giugno altra prova di selezione, al “Littoriale” di Bologna: sui 100 è battuta da Moraschi. Il 15 luglio a Dalmine si svolge la decisiva preolimpica: Bonfanti ottiene il secondo tempo sui 100, dietro Polazzo. Il suo nome comunque figura nella lista azzurra per i Giochi anche se la situazione rimane incerta sino all’ultimo. La prescelta sembra difatti essere la torinese Scolari che però, causa motivi personali, rifiuta la convocazione, lasciando spazio alle altre. Le gare olimpiche di atletica si disputano nell’Olympisch Stadion. Bonfanti esordisce il 30 luglio nei 100 cui partecipano 31 atlete di 13 nazioni. Non va molto bene: nella sua batteria giunge terza su tre e viene subito eliminata. E’ superata dalla francese Gagneux e dalla svedese Sundberg le quali accedono entrambe al turno successivo. L’oro va all’australiana Robinson, argento per canadese Rosenfeld e bronzo all’altra canadese Smith. Bonfanti ci riprova nella 4x100, assieme a Polazzo, Marchini e Vivenza. Va un po’ meglio: le nostre il 4 agosto giungono terze nella semifinale, dietro Stati Uniti e Germania, qualificandosi per la finale, sopravanzando il Belgio. E’ un risultato storico: per la prima volta difatti un’azzurra, in questo caso una squadra, disputa una finale olimpica di atletica. L’epilogo non è tuttavia ottimale: con 53”6 chiudono seste su sei ma mai come stavolta vale la massima “l’importante è partecipare”. La finale testimonia comunque la crescita del movimento sportivo femminile italiano nel suo complesso, seppur tra mille difficoltà ed una realtà civile ancora misogina ed antiquata rispetto al ruolo della donna. L’oro della staffetta va alle forti canadesi che realizzano pure il primato mondiale (53”6) davanti alle statunitensi ed alla Germania. Le nostre sono precedute anche da Francia e Paesi Bassi, ma rimane un risultato significativo. Per Bonfanti, deludente sui 100, una partecipazione in chiaroscuro. D’altra parte probabilmente ha già dato il meglio di sé. La conferma arriva dai tricolori di Bologna, il 14 ottobre: Bonfanti non va oltre due quinti posto, nel lungo e sui 60m. Risultati deludenti che probabilmente stanno alla base della sua clamorosa decisione di abbandonare improvvisamente l’attività agonistica a soli 18 anni, evento peraltro non così insolito per le atlete di quegli anni.
[1] Maria Piantanida, nata a Busto Arsizio il 28.01.1905. Pioniera dello sport femminile italiano. Maestra elementare ed insegnante di educazione fisica, pratica diverse discipline atletiche, ma anche il basket dove vince il tricolore nel 1925. Tesserata per la Pro Patria di Busto dove sarà poi allenatrice per 25 anni. Tra 1923 e 1924 conquista 9 titoli italiani tra cui due nel lungo e nel giavellotto a due mani. Numerosi i suoi record italiani su 80, 80hs, peso, lungo. Ai Giochi di Berlino 1936 sarà la capitana, senza gareggiare, delle azzurre di ginnastica. A lei è intitolato il palazzetto dello sport di Busto
[2] Con lei gareggiano la sorella Maria, Bigatti e Gariboldi
[3] Le altre tre sfortunate sono Zacconi, Gariboldi e Piantanida
[4] Le italiane che gareggiano a Londra sono Pizzini, Barbieri, Schenoni, Nebuloni, Zanetti e Sacco. Il termine “atletesse” è ripetutamente presente sui giornali dell’epoca. Queste coraggiose quanto ammirevoli ragazze rappresentano il primo embrionale nucleo di Nazionale femminile, vere e proprie pioniere nello sport italiano del tempo nel quale, al pari della nostra società, non sono mancati segni di misoginia
[5] Con lei, nella squadra della “Forza e Coraggio”, gareggiano Bigatti, Gariboldi e la sorella Maria
[6] Con lei gareggiano la sorella Maria, Bigatti e Gariboldi
[7] Con lei gareggiano la sorella Maria, Gariboldi e Pizzini
[8] Andreina Sacco, nata a Torino il 02.02.1904. Diplomata insegnante di Educazione Fisica, gareggia ed insegna. Atleta e ginnasta a tutto tondo, negli anni Venti si aggiudica 7 titoli italiani di atletica leggera, in alto, lungo e peso. Più volte primatista italiana nell’alto, con un personal best di 1,41m. Ottima pianista e diplomata al conservatorio, abbina musica ed atletismo nella ginnastica ritmica di cui diventa una grande esponente. Terminata l’attività agonistica, si dedica all’insegnamento, ricoprendo anche importanti incarichi dirigenziali nella FIG
[9] Con lei gareggiano la sorella Maria, Gariboldi e Pizzini
[10] Il record è stato stabilito nel 1921 da Pizzini ed eguagliato anche da Banzi e Boscolo nel 1922
[11] Con lei gareggiano la sorella Maria, Pizzini e Ceriani
[12] Con lei gareggiano la sorella Maria, Schenoni e Pizzini
[13] Con lei gareggiano la sorella Maria, Marchini e Barbieri