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BOLZONI Nino Ultimo

Cremona 07.03.1903 / deceduto a Cremona nel 1972

1928. Canottaggio. 4° “due senza” (con Sisti)

Alto 1,80m x 78kg di peso, ha il fisico perfetto per un canottiere. Tesserato per la “Baldesio”, gareggia sin dai vent’anni di età, anche se stenta ad affermarsi pienamente. Punta tutto sui Giochi del 1928, iniziando alla grande l’annata olimpica. Il 29 aprile a Pavia, sul Ticino, assieme a Sisti si aggiudica la prima regata preolimpica sia nel “due senza” che nel “due con”, in quest’ultimo caso assieme al timoniere Pancini. I due, da soli, si ripetono il 13 maggio a Como. Tra il 7 e 8 luglio a Pallanza si aggiudicano il tricolore dopo un bel duello con l’Eneo di Fiume, che nel massimo sforzo si rovescia. Col successo arriva anche la maglia azzurra di Amsterdam. Il ritiro collegiale preolimpico viene svolto, a luglio, nella stessa Pallanza, sotto la guida dell’ex campione Scipione Del Giudice, coadiuvato da Gaetano Caccavallo[1]. Bolzoni e Sisti sono gli ultimi arrivati, i meno noti, ma paiono in forma e pronti per l’agone olimpico anche se nessuno si fa illusioni. Le gare olimpiche di canottaggio si svolgono nel Ringvaart, un canale a Stolen, sobborgo a sud-ovest del centro di Amsterdam. Il canale non è molto ampio e si devono confrontare non più di due equipaggi alla volta: dunque i turni sono numerosi ed il torneo diventa macchinoso. Bolzoni, in coppia con Sisti, gareggia nel “due senza”, cui partecipano 8 nazioni. L’esordio dei nostri è vincente: il 2 agosto superano nettamente gli olandesi Van Wankum-Van Suylekom, distanziandoli di ben 18”, tra la sorpresa ed il disappunto dei padroni di casa. Il 6 agosto tocca ai quarti di finale e gli azzurri rivincono, stavolta lasciando a 8” gli svizzeri Reinhard-Muller. Si comincia a pensare ad una medaglia, ma la realtà purtroppo è ben diversa: l’8 agosto in semifinale Sisti-Bolzoni, nonostante un inizio gagliardo, vengono nettamente sconfitti dai britannici O’Brien-Nisbet, che li staccano di 8”. Sulla prova pesano non poco le precarie condizioni di Sisti, febbricitante sin dalla sera precedente a causa di un coraggioso atto di eroismo[2] che ha coinvolto pure Bolzoni, anche lui non a posto fisicamente. I nostri sono così relegati nella “finalina” per il bronzo, ma va male anche stavolta, con i due ancora non al meglio: sono difatti battuti dagli statunitensi McDowell-Schmitt che coprono il tracciato in 7’20”4 contro i 7’24”4 degli azzurri. Niente da fare: è “medaglia di legno”.

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L’oro va ai tedeschi Muller-Moeschter davanti ai britannici. Per gli azzurri comunque una bella prova, con la medaglia sfuggita di poco e qualche recriminazione per non aver potuto giocare le proprie carte in condizioni fisiche perfette. I due si rivedono nelle prestigiose acque di Lucerna l’anno seguente. Il 22 giugno 1929 si aggiudicano il “due senza” ed il giorno seguente primeggiano nel “due con”, assieme al timoniere Lombardi. Un mese dopo, conquistano il titolo tricolore del “due senza” nelle acque di Pallanza. Ciò vale la partecipazione, il 17 e 18 agosto, agli Europei di Bydgoszcz, in Polonia, dove guadagnano uno splendido oro, con 6” di margine sui polacchi. Aumentano ulteriormente i rimpianti per il risultato ai Giochi dell’anno prima. I due si aggiudicano agevolmente anche la regata di Villa Olmo a Como, disputata il 22 settembre. Si rivedono il 16 giugno 1930, quando a Parigi, sulla Senna, primeggiano nella regata del triangolare Francia-Italia-Belgio, che gli azzurri si aggiudicano alla grande. Sisti e Bolzoni si presentano da favoriti ai tricolori del 26 e 27 luglio a Salò, ma vengono superati a sorpresa dai genovesi Giusti-De Magistris, complice un avvio troppo tranquillo rispetto alle loro più convicenti esibizioni, dando praticamente inizio al loro declino. Tuttavia non demordono: il 1 settembre vincono a Barcola, anche nel “2 con” assieme al timoniere Priori. Si ripetono sei giorni dopo a Bari ma solo nel “2 senza”. Nel 1931, causa alcune incomprensioni (la sconfitta ai tricolori ha lasciato il segno), la coppia si scinde: Bolzoni si accasa dapprima con Canapa (militare), poi con Tacchinardi ed il timoniere Priori. Non hanno molta fortuna, ma sviluppano un bel colpo di coda nel finale di stagione: l’11 ottobre vincono difatti la prima regata remiera mai disputata all’Idroscalo di Milano, superando nel “2con” proprio la “Baldesio” di Sisti (con Siboni). Nel 1932 Bolzoni-Tacchinardi insistono, assieme al timoniere Filippini, cercando un posto ai Giochi. In effetti fanno tutto quello che devono, vincendo i tricolori, ultima prova di selezione, disputati il 26 giugno a Stresa. Ma la Commissione Tecnica, guidata dal presidente federale Sambuy e dal segretario federale Rossi, non li considera adatti per figurare degnamente nell’agone olimpico e li esclude dalla lista azzurra per Los Angeles. Si deve considerare che, in linea di principio, il CONI non ha potuto largheggiare nella spedizione dei nostri atleti date le ingenti spese da sostenere per la trasferta americana: dunque è stato inviato soltanto chi poteva garantire risultati di un certo livello. Per questo Bolzoni, probabilmente in modo ingiusto, rimane a casa: la sua carriera ad alti livelli termina praticamente qui.

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[1] Figura storica del canottaggio dei primordi. Nato a Bari, tra i fondatori della “Barion” e componente dei famosi “Trabaccolanti”, il “4con” che guadagna a Zurigo nel 1901 il primo titolo europeo nella storia remiera italiana. Tra i suoi successi anche 4 tricolori. Poi DS della “Barion”, ricopre anche vari incarichi federali, seguendo gli azzurri ad Europei e Giochi Olimpici del 1928. Designato CT per il 1932, muore in un incidente ferroviario il 24 dicembre 1931 a Cerignola

[2] Il giorno precedente i due della “Baldesio” si erano tuffati nell’acqua gelida del canale di gara per salvare i livornesi del “due con”, rovesciatisi a pochi metri dalla loro imbarcazione