BOCCHINO Giorgio
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Firenze 14.07.1913 / Firenze 04.12.1995
1936. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre, MEDAGLIA DI BRONZO Fioretto Individuale
Sale in pedana praticamente bambino e mostra subito grandi attitudini, tirando solo di fioretto, usando il braccio sinistro: è difatti mancino puro. “Esplode” letteralmente a 16 anni, nel 1930: il 12 maggio a Napoli chiude al secondo posto i tricolori, superato da un altro giovane emergente, il padrone di casa Girace. Quindi il 31 maggio a Cremona vince il prestigioso “Trofeo Dux”, competizione giovanile, senza perdere un assalto. L’anno seguente, il 15 maggio, si ripresenta a Cremona e rivince il torneo di fioretto juniores: è certamente più di una “promessa”, ma la sua ascesa è lenta. Il 13 dicembre finisce difatti soltanto 11° il torneo di fioretto ad Alessandria, vinto da Trevisan su Di Rosa, altri due “ragazzi terribili”. L’8 gennaio 1932 torna già in pedana, nel torneo di fioretto organizzato dalla “Patriottica” a Milano: chiude secondo, battuto allo spareggio da Rastelli. Si rivede il 24 aprile quando, a Firenze, si aggiudica il Campionato Italiano Giovani Fascisti di fioretto, arma con cui si impone a Cremona il mese seguente. Il 1932 è anno olimpico, ma Bocchino è troppo giovane ed inesperto per essere considerato in vista dei Giochi: oltre tutto non raccoglie risultati di spicco. Se ne riparla nel 1933: il 1 aprile Bocchino vince il titolo toscano di fioretto, davanti a Di Rosa, un altro che farà strada in pedana. 15 giorni dopo è a Montecarlo, dove guida la nostra Nazionale “cadetti”[1] nella “Coppa Sporting Club”: i nostri vincono, ed è una mezza sorpresa, perchè le altre nazioni schierano schermidori affermati. Gli azzurri superano 9-7 l’Austria, 9-5 il Belgio e 9-3 la Francia. Bocchino dà sfoggio di classe e sicurezza. Il 23 maggio a Ferrara chiude al quarto posto i tricolori di fioretto: lo superano nell’ordine Guaragna, Ragno e Nostini. Poi Bocchino è protagonista agli Europei di Budapest dove, tra 9 e 11 giugno, guadagna il titolo nel fioretto a squadre[2] e chiude al 5° posto il torneo individuale vinto da Guaragna.
Si rivede solo il 27 marzo 1934, quando a Firenze vince il titolo regionale. Due mesi dopo, il 25 maggio, chiude al terzo posto il tricolore, disputato a Cremona, alle spalle di Guaragna e Di Rosa. Viene convocato in Nazionale per gli Europei di Varsavia: il 21 giugno è nella squadra che vince l’oro nel fioretto[3], superando in finale Ungheria (9-0), Germania (9-0) e la sempre temibile Francia (9-4). Il giorno seguente Bocchino è bronzo nel torneo individuale, superato da Gaudini e Marzi: il quarto posto di Guaragna completa il trionfo azzurro. Bocchino si rivede ai primi di novembre nei cosiddetti “Giochi Partenopei” di Napoli, voluti da Mussolini in persona per celebrare i fasti sportivi nazionali: vince fioretto a squadre (con Di Rosa e Tanzini) ed individuale. Inizia il 1935 a Sanremo il 31 gennaio quando, con Di Rosa e Purcaro, supera 5-4 il Belgio in un incontro in cui è il migliore dei nostri. Un mese dopo, il 1 marzo, è a Parigi, sala Wagram, dove batte 10-6 Haussy, ma perde 8-10 con Gardere. I nostri si aggiudicano l’incontro coi francesi 10-6. A metà maggio Bocchino a Bolzano si aggiudica il tricolore di fioretto, dopo un serrato spareggio con G. Nostini. Nell’ultima decade di giugno è a Losanna per gli Europei. Gli azzurri guadagnano il titolo di fioretto a squadre[4]: dopo aver liquidato Jugoslavia (16-0), Ungheria (12-4) e Belgio (9-5), in finale superano Ungheria (9-2), Austria (9-2) e Francia, che battono solo per il conto delle stoccate (67-55) dopo aver pareggiato 8-8. L’oro comunque è nostro. Bocchino si impone anche nell’individuale dove però, caso più unico che raro, arrivano in quattro a pari merito: il successo infatti arride anche a Marzi, Gardere e Lemoine. Bocchino si rivede solo il 21 marzo 1936 nella preolimpica di Ferrara, che si aggiudica, garantendosi già la casacca azzurra per Berlino. Un mese dopo, il 21 aprile, è a Montecarlo dove gli azzurri[5] chiudono secondi: vincono difatti col Belgio (9-7), ma perdono con la Francia (7-9) che poi supera agevolmente i belgi (9-3) e consegue il torneo. Cinque giorni dopo, Bocchino è già a Merano dove si disputa un altro torneo preolimpico: nel fioretto chiude terzo, battuto da due grandi come Gaudini e Marzi. Un posto ai Giochi è ormai sicuro. Si conferma ai tricolori di fioretto, organizzati il 13 giugno a Napoli: chiude quinto, ma è superato da grandi campioni (vince Guaragna). Viene perciò convocato per il consueto ritiro collegiale di rifinitura, svoltosi a Pontepetri, alla “Pensione Paradiso”, sulle colline pistoiesi, per l’intero mese di luglio, sotto la guida di Nedo Nadi, Presidente della Federazione e supervisore assoluto della nostra spedizione olimpica.
Alla fine Bocchino convince tutti e parte per Berlino, in treno, il 27 luglio da Verona. Ai Giochi, Bocchino esordisce nel fioretto a squadre, che si tiene nella “Haus des Sports”, la “Casa dello Sport”, un palazzetto nei pressi dell’Olympiastadion. Partecipano 18 nazioni ed il 2 agosto nel primo turno viene subito schierato titolare contro l’Egitto, agevolmente superato 13-1. Proprio Bocchino è l’unico a perdere un assalto, con H. Tawfir. Gli altri azzurri sono Di Rosa, Guaragna e Verratti. Poichè anche l’Austria supera gli africani (11-5) ed accedono al turno successivo due squadre, non si effettua l’incontro tra azzurri ed austriaci. Bocchino va invece in panchina contro la Svizzera, liquidata con un sonoro 15-1. In pedana troviamo Gaudini, Marzi, Verratti e Di Rosa (che perde con Fauconnet). Poichè anche gli USA superano gli elvetici (13-3), pure stavolta accediamo subito alle semifinali senza ulteriori incontri. In semifinale, iniziata quello stesso 2 agosto, il discorso diventa più impegnativo, ma non troppo. Liquidiamo difatti l’Austria per 12-4 e Bocchino è di nuovo titolare, con Gaudini, Di Rosa e Verratti. Quest’ultimo è l’unico ad uscire imbattuto mentre Bocchino perde un assalto (con Losert che batte pure Di Rosa) e Gaudini, a sorpresa, ne perde due (Baylon e Losert). L’ultimo match dell’estenuante giornata arriva contro l’Ungheria ed è un’altra schiacciante vittoria: 13-3 il risultato, ma Bocchino chiude con lo score di 2-2, perdendo con Hatszeghy e Bay, ma vincendo comunque con Maszlay e Gerevich. L’altro punto viene perso da Guaragna con lo stesso Bay mentre Marzi e Verratti non subiscono sconfitte. Se ne riparla il 4 agosto contro gli USA e Bocchino torna in panchina. Di Rosa, Gaudini, Guaragna e Verratti dominano comunque 13-3 e voliamo in finale, disputata poche ore dopo. Come spesso accaduto, l’incontro decisivo è con la Francia. Schieriamo ovviamente la nostra migliore formazione: Gaudini, Guaragna, Marzi e Bocchino, che fa appieno il suo dovere perdendo solo con Lemoine e vincendo con i fratelli Gardere e Bougnot. Se Gaudini (0-3) delude clamorosamente, ci pensano Guaragna e Marzi (3-0) a rimettere i nostri sulla giusta via: alla fine vinciamo 9-4 (i restanti assalti non si disputano per il risultato acquisito). Gli altri due incontri sono formalità: la Germania è schiantata con un indiscutibile 16-0 dalla stessa formazione che ha battuto la Francia mentre Bocchino riposa con l’Austria, sconfitta comunque 13-3, con un ottimo Verratti (4-0) mentre Di Rosa perde con Baylon, Guaragna con Schonbaumsfeld e Marzi con Lion. Con tre vittorie su tre, ed un cammino senza ostacoli, gli azzurri guadagnano uno splendido oro davanti alla “solita” Francia e Germania. Per Bocchino un torneo in prima fila, di tutto rispetto, da fuoriclasse, nonostante qualche piccolo passaggio a vuoto: 15-5 il suo ottimo score.
Con l’oro al collo, Bocchino affronta con entusiasmo il torneo individuale, che tra l’altro inizia il giorno seguente nell’adiacente “Sportforum”. Al via 62 schermidori di 22 nazioni. Supera agevolmente il primo turno, con uno score di 4-0: batte l’austriaco Ritz, il danese Schroder, il brasiliano Dunham ed il norvegese Jorgensen. Ha qualche difficoltà invece nel secondo turno, dal quale esce con lo score di 2-3: vince col belga Valcke e l’austriaco Sudrich, ma perde con lo statunitense Levis, il tedesco Eisenecker e lo svizzero Fauconnet, che lo costringe allo spareggio per accedere ai quarti. Bocchino alla fine si impone e supera il turno. La sera di quello stesso 5 agosto Bocchino affronta i quarti, dove si ritrova: supera il francese Lemoine, il britannico Lloyd e l’egiziano Abdin. Perde solo con Valcke e guadagna la semifinale, dove il giorno seguente dà spettacolo. Batte difatti il belga Bru, Lloyd, Valcke, il magiaro Hatszeghy ed Eisenecker, perdendo solo con Gaudini. Entra dunque alla grande in finale, disputata poche ore dopo. Si rende protagonista di un’altra prova ad alto livello: perde tre assalti (Gaudini, il francese E. Gardere ed il tedesco Casmir) ma ne vince quattro (Guaragna, Bru, il francese A. Gardere ed il belga De Bourguignon). Alla fine, col suo 4-3, è in terza posizione, alla pari con Casmir: decide il conto delle stoccate, favorevole a Bocchino (+6 cotro +2), che così guadagna un bel bronzo alle spalle di Gaudini ed E. Gardere. Grande partecipazione dunque per Bocchino, che esce dai Giochi con due medaglie, un bottino eccellente. Rimane notevole la sua carriera negli anni a seguire. Nel 1937 si aggiudica l’oro a squadre ai Mondiali di Parigi, nel 1938 fa ancora meglio nella stessa competizione iridata, che si svolge a Piestany, in Cecoslovacchia: all’oro a squadre abbina infatti l’argento del torneo individuale alle spalle di Guaragna. In quello stesso 1938 primeggia anche nel Campionato Italiano, bissando il successo nel 1940. Poi la Guerra travolge tutto e Bocchino non ottiene più risultati rilevanti.
[1] Con lui troviamo lo stesso Di Rosa, Pelissero, Purcaro e Pinton
[2] Con lui gareggiano Macerata, Nostini, Guaragna, Ragno e Di Rosa
[3] Con lui gareggiano Gaudini, Guaragna, Marzi e Di Rosa
[4] Con lui gareggiano Marzi, Purcaro, Nostini, Verratti e Gaudini
[5] Con lui gareggiano Guaragna, Gaudini e Macerata