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BLASI Ettore

Roma 16.04.1895 / deceduto in Brasile

1920. Atletica Leggera. Ritirato Maratona

1924. Atletica Leggera. Ritirato Maratona

blasiettore2Si trasferisce da adolescente in Lombardia con i genitori e segue le orme del fratello maggiore Umberto, noto podista che nel 1908 si ritira nella maratona olimpica di Londra, la famosa competizione di Dorando Pietri. Sono podisti, sia pure di caratura assai inferiore, anche altri due fratelli, Giovanni e Rinaldo. Ettore inizia presto a correre e si segnala già a 15 anni: il 20 novembre 1910 vince difatti il “Campionato Alta Italia” della categoria “Giovanetti”, su 5.6 km. Dopo una stagione interlocutoria senza slanci, si rivede nel 1912 quando, sulla scia del fratello che gli fa da chioccia, tenta addirittura subito l’avventura del professionismo. Il passo pare troppo prematuro e difatti Ettore non va troppo lontano. Giunge comunque 6° nella “Targa De Capitani” a Gorla, 11 km, davanti al fratello. Posizione invertite ad Arconate sui 10 km, con entrambe le prove vinte dal forte Zanti. Ettore capisce di aver osato troppo e nel 1913 torna a Roma, si riqualifica dilettante e si tessera con la “Colombo”. Esordisce nella maratona, il 12 maggio a Milano, giungendo 20°. Un mese dopo è secondo nella “Coppa Savona” a Roma ed il 10 agosto coglie un’altra piazza d’onore nella “Coppa d’Estate”, ancora nella Capitale: nelle due prove è preceduto da Primo Brega[1]. Blasi si riscatta aggiudicandosi il Campionato Romano sui 5 km anche se lo stesso Brega, giunto in ritardo al via, parte (fuori gara) con diversi secondi di svantaggio, recupera il divario e taglia per primo il traguardo, inutilmente perchè non viene considerata valida la sua prova. Blasi comunque inizia a carburare: il 20 settembre, sulla pista dell’US Milanese, nei tricolori dei 20 km è battuto solo dal forte Speroni. 14 giorni dopo, vince i mille metri del Campionato Sociale della “Colombo”.

Chiude la stagione il 30 novembre, tentando a Roma il record della mezz’ora, ma fallisce, percorrendo solo 8,888 km. Tesserato con la “SS Testaccio”, apre il 1914 con l’ennesima sfida, perduta, con Brega che lo supera nel cross di Roma l’8 marzo ma il giorno di Pasqua, 12 aprile, Blasi si aggiudica il “Giro dell’Esquilino”, 3 km intorno al colle. Brega però non è presente in questa gara: lo è invece, e si vede, il 19 aprile in una prova sui 5mila, dove vince e Blasi chiude solo terzo, superato pure da Serafini. Blasi sfrutta l’assenza della sua “bestia nera” Brega anche nel “Giro di Trastevere”, su 3.8 km, che vince in scioltezza. Ma son dolori quando il “terribile” Brega torna in gara: Blasi difatti è di nuovo battuto nella “Traversata di Roma” (7.2 km) di metà maggio. Non va meglio nel “Giro del Testaccio”, solo terzo. Blasi torna alla vittoria il 7 giugno nella 3 km organizzata dallo SC Roma, ma 14 giorni dopo è nuovamente battuto da Brega nel “Campionato del Monte Esquilino” (4.5 km). Ma con Brega assente, le cose cambiano: Blasi difatti vince, in rapida successione, una gara notturna di 8 km e poi il “Doppio Giro di Trastevere” di 7 km. A metà luglio fa sua la gara organizzata nella capitale dallo Sporting Club e la settimana seguente batte l’ancora valido Pagliani nella 5 km della “SS Macao”, una delle associazioni polisportive più gloriose ed attive della capitale. Un mese dopo è solo 5° nella “Coppa d’Estate”, vinta dal “solito” Brega e dietro anche a Pagliani. Si riscatta ad ottobre quando, dopo essere stato battuto da Cesaroni in una prova sul km, si aggiudica (sotto la pioggia battente) il Campionato Romano dell’Ora, coprendo 17,404 km, davanti al fratello Umberto, che sta ritrovando lo smalto vincente[2]. Chiude l’annata il 13 dicembre con il successo nel “Giro del Quartiere Monti”, 4.5 km a Roma.

Militare nel genio, trova comunque il tempo di continuare l’attività. Alla fine di gennaio del 1915 vince il cross di Napoli davanti al fratello. Poi però l’entrata in guerra del nostro Paese, con i conseguenti obblighi militari, pregiudica il prosieguo dell’attività. Blasi si rivede soltanto l’11 maggio 1919, quando vince il “Giro di Roma”, favorito in verità da uno sbaglio di percorso dell’emergente Persico, in quel momento al comando. La rivincita non tarda: il 25 maggio Persico batte Blasi nel suggestivo “Giro di Napoli” in notturna. Ed ancora nella metropoli partenopea, l’8 giugno Blasi ottiene il 5° posto nel “Giro dei 4 Comuni” vinto da Speroni. 14 giorni dopo, a Roma, chiude invece terzo, dietro Brega e Parboni, una gara di 4.5 km tenuta nei giardini di Piazza Vittorio Emanuele. Brega lo supera anche il 29 giugno nel “Giro di Velletri”. L’11 luglio Blasi torna al successo nel “Giro di Bari”, superando tutti i più forti podisti locali mentre il 3 agosto a Mantova giunge 3° in un 5mila alle spalle di Speroni e Martinenghi. Un mese dopo, il 7 settembre, vince la “Genzano-Nemi-Genzano”, 9 km. Sette giorni dopo, è al via della “Maratona Flegrea”, da Sorrento a Napoli per 42.8 km. Attacca subito e guadagna cinque minuti, vincendo numerosi traguardi parziali. Poi però va in crisi ed a Torre del Greco viene raggiunto da Malvicini, che poi lo stacca: deluso e sfinito, Blasi si ritira, ma con in tasca i premi dei traguardi. La sera del 19 settembre chiude terzo la “Traversata Notturna di Roma”, alle spalle di Brega e Biscuola. Sulla scia del fratello, si avvia verso distanze più lunghe: ai tricolori di Milano, disputati sul campo dell’Inter di Via Goldoni, un po’ a sorpresa l’11 ottobre vince i 20 km su pista davanti al più pronosticato Pagliani. Il giorno seguente chiude terzo, alle spalle di Maccario e Lussana, i 10mila. Il 9 novembre, a Roma, si aggiudica il titolo italiano di cross per i militari. Ancora nella Capitale, il 21 dicembre, è autore di due successi a poche ore di distanza: dapprima vince i 1500 allo “Stadium” e poi, di sera, si aggiudica la “Traversata di Corso Umberto” sulla stessa distanza. Riparte bene anche nel 1920, cruciale annata olimpica: il 4 gennaio vince il cross di Roma ed il 15 febbraio si aggiudica il Campionato Romano sui 5mila. Sette giorni dopo, guadagna il titolo capitolino anche sulla maratonina (25 km), che si disputa sul “giro” di Castel Giubileo, davanti all’emergente Persico. Il 28 marzo Blasi trionfa nel “Giro di Roma”, 20 km, davanti al “vecchio” Pericle Pagliani. Quindi s’infortuna e si rivede solo in piena estate: il 4 luglio vince allo “Stadium” un’americana con Persico. I due sono in predicato di andare ai Giochi, anche se disertano le prime prove ufficiali di selezione che si tengono nel Nord Italia. Non possono esimersi però dal partecipare il 25 luglio alla corsa di 30 km che il CT Adams indica come prova di qualificazione per la maratona olimpica e che si svolge sul percorso Milano-Sedriano-Milano. Il responso è chiaro: primo Persico e secondo Blasi.

Entrambi ottengono il pass per Anversa, dove si arriva dopo un lungo viaggio in treno, via Modane e Parigi. La maratona olimpica si disputa il 22 agosto su un percorso di 42,750 km, il più lungo nella storia dei Giochi. Giornata fresca ed uggiosa, con pioggia battente a tratti. Il percorso, con partenza ed arrivo all’Olympisch Stadion, si snoda nella campagna circostante Anversa, col giro di boa nel villaggio di Kontich. Al via 48 atleti di 17 nazioni dei cinque continenti (vi sono anche rappresentanti di Cile ed India). Il sudafricano Gitsham ed il belga Broos forzano subito il ritmo e sgranano il gruppo. I primi a rientrare in testa sono il finlandese Kolehmainen e Blasi, che all’apparenza sembra in ottime condizioni. Ma quando l’incontenibile Gitsham accelera, solo Kohlemainen lo tallona, per poi ripartire di slancio intorno a metà gara. Blasi perde terreno, viene superato da diversi concorrenti finchè, senza più speranze ed intirizzito, si ritira. In pratica abbandona al km 32, assieme al concittadino Persico, salendo su un’ambulanza della Croce Rosse Americana che sta seguendo la corsa. Sparisce di scena anche Gitsham, che ha osato troppo, ed alla fine vince Kohlemainen, che resiste a stento al grande ritorno dell’estone Lossman, argento mentre il bronzo va all’altro italiano Arri, autore di una strepitosa rimonta, una medaglia che salva la nostra spedizione nel fondo. Per Blasi un bilancio fallimentare: ha seguito lo stesso destino del fratello, ritiratosi nella maratona del 1908. Probabilmente era necessaria una migliore distribuzione delle energie: ha pagato a caro prezzo la sua avventatezza. Il “treno” di Kohlemainen era quello giusto, ma forse sarebbe stato meglio temporeggiare: non a caso sui gradini più bassi del podio salgono atleti che hanno corso in negative split, rimontando alla grande nella seconda parte di gara.

Blasi stempera presto la delusione olimpica: il 9 settembre vince difatti la maratonina di Livorno davanti a Persico. Dieci giorni dopo nella sua Roma, allo “Stadium”, coglie il titolo tricolore sui 20 km in pista, ancora davanti a Persico, ma il 20 settembre si ritira nella prova dei 1200 m siepi. Torna al successo il 17 ottobre sui 4 km del “GP Tiburtino” nella capitale, corsa con la quale chiude la sua annata, che ha visto la sua prova più deludente proprio ad Anversa. Si riparte già il 5 gennaio 1921: Blasi è 5° nella “Traversata di Lucca”. Torna alla vittoria il 6 marzo nella maratonina (24 km) di Napoli, che ha il suo punto di metà percorso a Portici, superando tutti i più forti podisti partenopei. Sette giorni dopo, prevale agevolmente in un match di inseguimento contro Morvidi, allo Stadium di Roma. Il 3 aprile vince alla grande il “Giro di Roma” sui 20 km ed il giorno 10 domina il cross di Livorno. Blasi si rivede a Londra, nell’importante meeting organizzato a metà maggio e che raccoglie i più quotati atleti europei: vince alla grande la maratonina (14 miglia), superando il britannico Mills ed il francese Djebella. Una delle vittorie più prestigiose della sua carriera., bissata peraltro il 5 giugno a Parigi su 20 km. E’ quasi una “passeggiata” per lui il “GP S. Giovanni” a Roma, disputato il 24 giugno sulla distanza di 3 km in centro: Blasi domina. Così come domina il 30 giugno un 5mila ad Anzio. Gli va male invece nella prestigiosa maratona di Londra il 17 luglio: eppure inizia bene, va in testa, dopo 17 km è solo al comando, ha la corsa in pugno ma improvvisamente ha un forte dolore alla milza, rallenta, cerca di continuare, viene raggiunto e, ancora sofferente, si ritira poco oltre metà gara (vince il britannico Mills). Stempera la delusione già sette giorni dopo, vincendo il “Giro del Quartiere di Campo Marzio” a Roma. Si rivede solo ai tricolori di Bologna: il 18 settembre vince i 20 km in pista, ottenendo il titolo che lo conferma tra i nostri migliori fondisti anche se due giorni dopo chiude solo 4° i 10mila vinti da Speroni. Il 26 settembre, nella suggestiva “Traversata notturna di Roma”, Blasi ritrova la sua “bestia nera” Brega ed è nuovamente costretto alla piazza d’onore così come in un’altra gara che ha lo stesso nome ma un’altra organizzazione, si svolge il 9 ottobre e viene vinta dallo sconosciuto Pierini. Sette giorni dopo Blasi è superato ancora da Brega, sui 5 km del “GP Arditi” a Roma. Altro secondo posto, ben più prestigioso, nel “Giro di Milano” del 23 ottobre, alle spalle del forte Speroni. Il 6 novembre a Roma, allo “Stadium”, percorre in un’ora 17,844 km e realizza il record italiano[3]. Si rivede il 4 dicembre quando vince il “Circuito del Tevere” davanti al vecchio rivale Persico. Blasi inizia il 1922 con una sconfitta: il 12 marzo chiude terzo la “Coppa Eco” a Roma, sopravanzato da Brega e Rosolini. Non prosegue bene: il 30 aprile è superato nel “Giro di Roma” da Malvicini ed il 9 luglio da Rosolini nel Campionato Laziale dei 10mila.

Si riscatta il 16 luglio nella “Bologna-Pianoro”, di 32 km, staccando tutti nettamente, rendendo sempre più evidente come ormai sia fondamentalmente un podista da lunghe distanze. Difatti nella breve gara in notturna del Bar Colonna a Roma chiude solo terzo, sopravanzato da Brega e Rosolini. Conferma questa teoria ai tricolori di Busto di metà settembre dove si aggiudica i 20 km in pista. Un mese dopo, il 15 ottobre, vince allo Stadium di Roma i 10mila e nel week-end successivo lotta coi migliori nel “Giro di Milano”, ma, causa il fango, perde entrambe le scarpe, è costretto a fermarsi e si ritira. Ritrova il successo nell’ultima gara dell’annata, il “Giro del Quartiere Flaminio”, a Roma, il 12 novembre. All’inizio del 1923, tesserato per la SS Pro Roma, prova con i cross: l’11 marzo, a Firenze, chiude al quinto posto i tricolori di specialità vinti da Davoli. E’ comunque sulla strada che dà il meglio di sè: il 6 maggio vince la “Milano-Lissone” di 20,5 km. Inviato dalla FISA a Parigi per un importante meeting internazionale, disputato nello stadio di Colombes ed organizzato dal Metropolitan Club, domina i 20 km in pista: partito al comando, sgretola la concorrenza metro dopo metro. Appena rientrato a casa, il 10 maggio vince il “Giro di Roma”, 22 km, dove il fratello Umberto, che ormai corre per divertimento, chiude al settimo posto. A fine luglio gareggia a Roma nella “pre-olimpica”, la prima di una lunga serie: vince i 10mila e la maratonina di 25 km. La sua seconda partecipazione ai Giochi non è un sogno anche perchè le buone prestazioni non mancano. Il 12 agosto Blasi vince quasi in scioltezza la “Coppa Todeschini”, gara su strada a Roma. Un mese dopo è a Milano, sul campo di Viale Lombardia, per un’altra “preolimpica”: Blasi non vuole sorprese nelle convocazioni e vince alla grande la prova sui 30 km in pista. E’ già pronta per lui una maglia azzurra, ma dovrà comunque confermarsi. Intanto il 20 settembre si aggiudica la “Coppa Greco”, in pieno centro a Roma tra due ali di folla entusiasta. Tre giorni dopo, vince a Luino una gara sui 32 km. Il 30 settembre è grande nella maratona di Torino che vince in rimonta. Si ripete il 21 ottobre nella classica “Bologna-Pianoro”, dove ottiene il record della corsa. Viene considerato ormai il nostro miglior maratoneta. Non si smentisce il 4 novembre quando si aggiudica il “GP del Re”, 8,5 km a S. Maria Capua Vetere. Il week-end successivo è a Napoli dove all’Arenaccia si disputa una riunione definita preolimpica e riservata agli atleti dell’Italia centro-meridionale: Blasi vince 5mila e maratonina di 22 km. Altro grande successo il 18 novembre nel “Giro di Napoli” su 18 km. Otto giorni dopo vince, ma non senza difficoltà, il “Giro del Rione Macao” a Roma, bruciando sul filo, dopo un lungo spalla a spalla, il semisconosciuto Ferruzzi. Poi inizia il 1924 col pensiero rivolto a Parigi. Il 24 febbraio Blasi vince il titolo di campione laziale di cross nella gara di 8 km che parte ed arriva allo stadio della Farnesina a Roma. Un mese dopo, il 23 marzo, guadagna il titolo regionale anche dei 5mila ed il giorno 30 fa tris coi 10mila. Pare una sicurezza su ogni distanza. Intanto il 13 aprile vince una gara su strada di 10 km a Livorno. 14 giorni dopo, viene organizzata la prima vera “pre-olimpionica” (all’epoca le chiamano così), 20 km sul percorso Milano-Lissone: Blasi è secondo, battuto dal ritrovato Bertini. Il 4 maggio vince a Roma la “Coppa Bertini”, gara a coppie di 16 km, assieme a Franceschini. Il 10 maggio nella seconda “preolimpionica”, a Busto su 25 km, duella di nuovo con Bertini, staccato nel finale solo perchè uno spettatore gli getta addosso una secchiata d’acqua che lo tramortisce. Blasi con la vittoria mette comunque in cassaforte la maglia azzurra. A scanso di equivoci il 25 maggio si ripete nella 30 km di Udine, altra “preolimpionica”, dove supera di nuovo Bertini, per 8”, grazie ad un poderoso allungo nel finale. Ha il posto in azzurro pressochè sicuro anche se delude nell’ultima decisiva selezione, il 15 giugno a Milano, 37 km con partenza ed arrivo all’Arena. Si fa vedere nella prima metà di gara, ma poi non resiste al ritmo dei migliori, accusa un malore (diplomatico?) e si ritira.

Ha però dato in precedenza ampia prova del suo status di maratoneta ed il suo nome non manca nella lista degli azzurri per Parigi. La maratona olimpica si svolge il 13 luglio, con partenza ed arrivo dallo stadio di Colombes, centro nevralgico di quei Giochi. Il percorso si snoda fino a St. Ouen, a nord di Parigi, per poi tornare indietro. I nostri si presentano in maglia bianca, per cercare di sopportare meglio il gran caldo. Gareggiano 58 atleti di 20 nazioni. La partenza, avvenuta alle 17.23, è ritardata di due ore per il gran caldo. Nelle prime fasi brilla il greco Kranis, poi a metà percorso al comando passa il francese Verger, ma tutti i migliori, compresi i nostri Blasi e Bertini, si mantengono vicini.. Intorno al 22 km attacca il finnico Stenroos e nessuno lo vede più fino al traguardo. Bertini rimane nelle prime posizioni mentre Blasi invece cede poco a poco fino a ritirarsi esausto. Grande gara di Bertini, che chiude secondo davanti allo statunitense DeMar. Per Blasi un altro ritiro olimpico, con poche attenuanti. Peccato perchè la forma c’era. Non a caso difatti il 20 luglio Blasi vince la “Coppa Paskowski”, 8 km a Roma. Poi viene squalificato un mese per aver firmato due cartellini con due società diverse[4]. Si ripresenta il 7 settembre e vince subito, nel “GP Dreher” a Roma, 12 km: con questa vittoria chiude la sua stagione ed anche la sua carriera italiana visto che, improvvisamente, decide di emigrare in Brasile, a San Paolo, dove continua per qualche anno a correre ed a vincere. Nel 1925 coglie una decina di vittorie tra cui il Campionato Paulista su 5 e 10 km, il “Giro di San Paolo” di 25 km, il “Giro di Campinas”, la “Coppa Marcondez” e la “Coppa Urbino-Taccola” organizzata da emigrati italiani. Continua a correre e vincere: nel 1927 e 1929 si aggiudica la famosa “Corrida di San Paolo”. Poi Blasi passa alle corse automobilistiche in qualità di meccanico, spesso accompagnando i piloti direttamente sull’auto come accadeva in quel periodo, soprattutto nelle prove più lunghe. Il 3 ottobre 1934 ha un brutto incidente nel GP di Rio de Janeiro, sul circuito di Gàvea, ma se la cava con la frattura della tibia[5]. Poi di lui si perdono le tracce.


[1] Nato a Tivoli il 10.11.1893. Vincitore di due titoli italiani sui 5mila (1914 e 1919) ed uno sui 10mila (1922). Padre del noto attore Mario Brega

[2] Il 29 novembre difatti Umberto vincerà il titolo italiano nella Maratona

[3] In realtà il 27 settembre 1914 Speroni aveva ottenuto sull’ora 18,060 km ma questo limite non venne mai omologato ufficialmente

[4] Questo fatto era ben noto da tempo, ma le autorità sportive rimandano appositamente ogni decisione a dopo i Giochi, proprio per permettere a Blasi di parteciparvi

[5] Il pilota brasiliano Nino Crespi, che guida l’auto, invece muore sul colpo