BINASCHI Angelo
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Cozzo (PV) 15.01.1889 / Mortara (PV) 15.03.1973
1912. Calcio. Eliminato Primo Turno (9° a pari merito)
Nato in Lomellina in una famiglia benestante, proprietaria di riserie a Cozzo e Mortara. Fin da adolescente inizia a giocare a calcio e viene tesserato dalla Pro Vercelli, a quel tempo uno squadrone. Diplomato ragioniere, in campo è un difensore puro, grintoso e dinamico, veloce, agile, tempista, preciso. Si reca agli allenamenti in bicicletta, percorrendo più di 40 km tra andata e ritorno. Con le gloriose “casacche bianche” vercellesi, unica squadra della sua carriera, rimane dal 1907 al 1921, realizzando 113 presenze con 2 gol e vincendo ben 6 Scudetti (dal 1908 al 1913 e 1920-1921), partecipando in pieno dunque alla grande epopea della squadra, la più forte d’Italia nel periodo pre-bellico e diventando amico fraterno del compagno Giuseppe Milano. Inevitabile l’esordio in Nazionale, che data 6 gennaio 1911, all’Arena di Milano, contro l’Ungheria, che vince 1-0. Altrettanto inevitabile, essendo uno dei migliori difensori italiani, la convocazione per i Giochi di Stoccolma dal CT Vittorio Pozzo, alla sua prima esperienza in Nazionale. La spedizione azzurra però è preparata in tutta fretta, male organizzata e proseguita peggio, con pochi soldi e molti problemi contingenti: i nostri dormono in una scuola e per mangiare sono costretti a lunghi spostamenti in modo da raggiungere l’unico ristorante italiano della capitale svedese. Inoltre i calciatori sono molto “attirati” dalle valchirie nordiche: tra l’altro per molti di loro è il primo lungo soggiorno all’estero. Tutto questo spiega comunque solo in parte il mediocre risultato azzurro.
Al torneo di calcio prendono parte 11 nazioni in un torneo ad eliminazione diretta. Il sorteggio pone di fronte ai nostri i finlandesi. La gara si gioca il 29 giugno alle 11 di mattina, al Tranebergs Idrottsplats, nella parte settentrionale di Stoccolma, presenti 600 spettatori. E’ il primo match in assoluto del torneo. Sulla carta non sembra una partita impossibile, ma le cose si mettono subito male: i finnici passano in vantaggio dopo appena due minuti di gioco, con Ohman. Pareggia Bontadini al 10’, quindi Sardi capovolge il risultato al 25’. Soinio impatta al 40’. Il risultato non cambia e si va ai supplementari: al termine del primo extra-time segna Wiberg. I nostri non riescono a pareggiare e vengono malamente eliminati al primo turno. Il torneo verrà vinto, anzi dominato, dai maestri inglesi. L’Italia è relegata nel torneo di consolazione. Il 1 luglio, al Rasunda Idrottsplats di Solna, alle ore 19, di fronte a 2500 spettatori, vinciamo contro i padroni di casa svedesi 1-0, con rete ancora dell’ottimo Sardi al 15’ del primo tempo. Segue il 3 luglio la semifinale del torneo di consolazione, alle 19, all’Olympiastadion di Stoccolma, di fronte a 3500 spettatori contro l’Austria, che vince nettamente 5-1. Binaschi gioca tutte e tre le partite, non demeritando ma neppure riuscendo a contenere gli avversari. La parentesi olimpica azzurra appare piuttosto mesta: il 9° posto finale, a pari merito, la dice lunga sul risultato tecnico dei nostri. Binaschi prosegue la sua bella carriera, anche in Nazionale dove colleziona in totale 9 presenze. Il 1 maggio 1913 é in campo a Torino in una partita importante dal punto di vista storico-statistico: la nostra Nazionale supera il Belgio 1-0 ed è costituita per 9/11 da giocatori della Pro Vercelli[1]. La guerra, in cui combatte da ufficiale, pone fine alla sua attività agonistica. Lascia il mondo del calcio, per occuparsi del mulino di famiglia, diventando un imprenditore di successo nel campo risiero, settore in cui ancora oggi lavorano i suoi discendenti a Mortara.
[1] Gli unici due “estranei” sono il milanista De Vecchi ed il doriano Fresia. La rete vincente è segnata da Ara, al 53°