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BIACH Emerico

Nagykanizsa (Ungheria) 23.11.1893 / deceduto

1924. Nuoto. Eliminato Primo Turno 200 m rana

biach1Nato nell’allora Impero austro-ungarico, Emerico [1]si trasferisce presto a Trieste, dove comincia a nuotare già prima della guerra, che però interrompe tutto. Se ne riparla dopo il conflitto, quando Trieste è finalmente divenuta italiana. Biach si specializza negli “stili artistici”, come si diceva in quel tempo, ovvero non “liberi”: tesserato per la gloriosa US Triestina, il 27 giugno 1920 a Barcola vince 100 rana e dorso. Il 1 agosto vince il tricolore dei 100 rana a La Spezia ma...solo perchè è l’unico a gareggiare! Certamente più impegnativo per Biach aggiudicarsi il Campionato Giuliano dei 100 rana a Portorose il 29 agosto, quando gli avversari non mancano. Nella stessa manifestazione finisce 2° sui 100 dorso, battuto da Tripold. L’Istria è sua terra di conquista: chiude la stagione il 13 settembre, vincendo a Fiume il “Campionato del Carnaro” su 100 rana e dorso. Si rivede il 3 luglio 1921 nell’importante riunione natatoria organizzata nell’inconsueta località di Millesimo, sulle Alpi Marittime. Qui difatti esiste una delle rare piscine olimpioniche italiane (dimensioni 50x20 m), realizzata dai munifici e visionari proprietari della SIPE, che nei pressi ha un’importante fabbrica. La vasca è situata in un complesso sportivo all’avanguardia che rappresenta una specie di “cattedrale nel deserto” e vi confluiscono tutti i più forti nuotatori italiani. Biach vince 100, 200 e 400 rana, affermandosi come il massimo interprete nazionale dello stile. Sette giorni dopo, al termine di un viaggio in treno disagevole, è a Praga, dove si gareggia nella Moldava con la temperatura dell’acqua di soli 14°C. Biach, anche in questo difficile contesto internazionale, è spettacolare: vince 100 rana e dorso con tempi di assoluto livello (rispettivamente 1’31” e 1’33”), è secondo nei 400 rana alle spalle del francese Sommer. Biach ormai è una sicurezza: il 14 e 15 agosto nei tricolori di Passignano domina 200 e 400 rana mentre sui 100 dorso è battuto dal solo fiumano Mohorovic. Mostra qualche cedimento verso il finale di stagione: il 21 agosto nei Campionati Giuliani, disputati al Bagno Savoia di Trieste, vince i 100 dorso ma è superato nei “suoi” 100 rana, in un arrivo allo spasimo, da Andreancich. Biach si riscatta subito: rivince nella rana il 18 settembre, nella stessa sede, ma sui 60m ed all’interno di un “pentathlon natatorio” con classifica a punti. Biach giunge 3° sui 60m sl e 4° nei tuffi, primeggiando pure nel lancio del pallone da water-polo, col risultato di 16,50 m, guadagnando così il primo posto della generale a punti.

Viene unanimemente considerato come uno dei più forti nuotatori italiani del periodo, epigono di quel “movimento giuliano” che porta gli atleti “delle terre redente”, come si usa dire in quell’epoca, ai vertici non solo delle specialità acquatiche, accolti sempre con molta simpatia ognidove. Redento o irredento, Biach si conferma tra i migliori anche nel 1922. Il 30 luglio a Grado vince 400 dorso e 500 rana. Gareggia anche nella pallanuoto, con l’US Triestina, ed il 13 agosto a Trieste vince la “Coppa Bross”, da capitano e migliore in campo. Il 28 agosto è a Milano, nella vasca di Via Argellati a Milano, in una riunione che è già definita “pre-olimpica”, anzi “pre-olimpionica” come si dice in quel tempo: domina 100 dorso e 200 rana. Ai tricolori di Abbazia, proprio nelle terre redente, del 9 e 10 settembre, Biach arriva da strafavorito, ma si sente male alla vigilia, è febbricitante: sui 400 rana viene battuto da Andreancich e sui 100 dorso chiude terzo, superato dai fiumani Tripold e Mohorovic. Vince però la staffetta “tre stili” (rana, dorso, libero) con l’US Triestina. Il passaggio a vuoto non lo piega più di tanto, anzi lo carica. Nel 1923 difatti sbaraglia il campo. Già il 13 maggio al Bagno Savoia di Trieste, nella prima gara della stagione, vince i 60 dorso. Tra l’11 e 13 agosto è a Roma, per i tricolori che si disputano nella piscina della Farnesina[2]. Biach è grandissimo: vince 100 dorso e 400 rana. Il CT della FIRN, il tedesco Wisbar, lo prende già in considerazione per i prossimi Giochi di Parigi. Al posto di Wisbar però arriva Baiardo, grande nuotatore del recente passato, che si concentra soprattutto su liguri e milanesi al punto da organizzare appositi ritiri collegiali nel capoluogo meneghino che si svolgono nella vasca riscaldata delle Terme tra metà aprile e metà giugno. Trieste e l’Istria rimangono ai margini, poco considerate, anche se esprimono validi talenti. Tra questi il migliore rimane Biach, che parla coi fatti. Il 1 giugno a Trieste domina i 100 dorso. 14 giorni dopo è a Milano, per la decisiva prova di selezione, disputata nella piscina di Via Argellati. Dopo essere stato snobbato, Biach vince i 200 rana ed è secondo sui 100 dorso dietro Polli, garantendosi la convocazione per Parigi, alla faccia di liguri e milanesi.

Le gare olimpiche natatorie si tengono nella Piscine des Tourelles, in Rue de Tourelles, nella parte orientale di Parigi, nei pressi della Porte des Lilas, praticamente dove oggi sorge lo “Stadio Nautico Georges Vallerey”. Biach gareggia nei 200 rana, cui prendono parte 28 nuotatori di 16 nazioni. Il 15 luglio arriva quinto su sei nella sua batteria, col tempo di 3’26”8, troppo lontano dal 3’06”4 che consente all’ungherese Hollosi di giungere secondo, alle spalle del britannico Flint, e dunque di qualificarsi al turno successivo. Biach viene superato anche dal francese Bouvier e dall’olandese Moes. Riesce a superare solo lo slavo Pavelic, ma è comunque subito eliminato. L’oro va allo statunitense Skelton davanti al belga Decombe ed all’altro statunitense Kirschbaum. Per Biach una partecipazione incolore, che non lascia segno. In Italia invece continua a primeggiare ed a metà agosto brilla ai tricolori di Pesaro. Il giorno 15 è battuto di nuovo sui 100 dorso da Polli, ma il 16 vince bene i 200 rana ed il 17 è primo anche sui 400 rana, sia pure a pari merito con Trolli e dopo un arrivo contestato[3]. Come nota di colore, si può dire che, in quest’occasione, viene soprannominato “barba”, e come tale incitato dal pubblico, data appunto la barbetta “a Nazzareno” che gli circonda il viso e che fa sorridere gli spettatori per il suo fluire nell’acqua. Nel 1925 si dedica soprattutto alla pallanuoto con la Triestina, ma non manca di tornare al nuoto: il 26 luglio, nella piscina del Bagno Savoia a Trieste, vince i 90 dorso mentre la Triestina, con Biach in acqua, perde 1-0 un match di pallanuoto con una selezione napoletana. Per Biach però tutto si interrompe con l’improvvisa scomparsa della moglie: il dolore ed i problemi familiari lo allontanano dallo sport attivo, che lascia sulla soglia dei 30 anni, pur continuando talora a giocare a pallanuoto.


[1] A volte la dizione del cognome viene indicata come Bjack della quale Biach è probabilmente l’italianizzazione

[2] In quel periodo è l’unica piscina “sportiva” esistente a Roma e si trova all’interno della Scuola Centrale Militare di Educazione Fisica. Da tempo non esiste più ed in pratica era situata dove oggi sorgono i parcheggi dello Stadio Olimpico

[3] I due arrivano simultaneamente. Biach, seppur per una frazione di secondo, è il primo a toccare il pontile di arrivo, ma con una sola mano mentre Trolli tocca con entrambe le mani, seguendo le raccomandazioni impartite agli dai giudici alla vigilia. Salomonicamente, i due sono dichiarati vincitori a pari merito