BEVIACQUA Giuseppe
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Savona 28.10.1914 / Savona 12.08.1999
1936. Atletica Leggera. 11° 10000 m
Giuseppe detto Nicolino lavora sin da ragazzino in una pasticceria, la “Ruggeri” di Via Montenotte a Savona. Leggenda vuole che, come Dorando Pietri, corra per portare la spesa ai clienti anche a casa e, soprattutto, per cercare di acchiappare i suoi coetanei, che spesso gli fanno scherzi, rubandogli il cibo sul vassoio, o lo scherniscono. Piccolo e segaligno, ma con gambe lunghe e sottili, non cresce molto: arriva a stento a 1,60m di altezza per 42kg di peso. Per questi gli affibbiano il soprannome di Nicolino, Niculin in dialetto, e come tale sarà sempre chiamato e ricordato. Dalle corse con le paste alle gare vere e proprie, proprio come Dorando, il passo è breve: Beviacqua, indossata la maglia della “Fratellanza”, gloriosa e laboriosa società locale, vince la prima gara cui partecipa, un’eliminatoria della “Bissolati”, già a soli 13 anni. Da lì è tutto un crescendo, di risultati e non certo di fisico: preso da una passione vorticosa per la corsa e dotato di una ferrea volontà, fa vita da atleta, quasi da asceta, ma i primi risultati di buon livello arrivano solo nel 1935, quando intanto s’è fatto crescere un vezzoso paio di baffetti. Il 17 marzo Beviacqua chiude al quarto posto il campionato ligure di cross vinto da Porcheddu. Il 14 luglio si piazza secondo nei tricolori di “prima categoria” dei 5mila, superato dal compagno Torrassa. Il 28 luglio a Firenze partecipa ai tricolori assoluti, ma finisce solo nono nei 5mila vinti da Beccali. Sulla stessa distanza chiude secondo i tricolori dei Giovani Fascisti, battuto dal vicentino Ugolini l’8 settembre a Genova. Il 13 ottobre Beviacqua si aggiudica il Campionato Italiano della staffetta 3x5mila, disputata al “Giurati” di Milano: assieme a lui, per la “Fratellanza” savonese, gareggiano De Florentis e Torrassa. Sette giorni dopo, a Rapallo chiude terzo i 5mila, alle spalle di Mastroieni e Lippi. Il 27 ottobre è superato solo da De Florentis nel “Giro di Savona”. Si prende la rivincita, sotto una fitta pioggia, nell’ultima gara stagionale, la “Coppa Monardo” a Genova il 10 novembre. Inizia alla grande il 1936, annata olimpica: il 9 febbraio a Romagnano Sesia si aggiudica il cross denominato “Trofeo Zanchetta”, su 8 km. Il 23 febbraio è battuto da De Florentis nel tradizionale cross “dei 7 campanili” a Cavaria. Il 29 marzo a Rapallo, nel primo test preolimpico, a superarlo su una prova di 4mila metri è il toscano Betti. Il 13 aprile, sulla pista genovese della Nafta, termina terzo i 5mila, alle spalle di Torrassa e lo stesso Betti. Il 26 aprile si aggiudica bene i 10mila nella preolimpica di Firenze, facendo un passo deciso se non decisivo verso Berlino. Il 17 maggio a Bologna si cimenta sui 1500, distanza forse troppo breve per lui: chiude terzo, superato da Torrassa e Betti. Il 30 maggio all’Arena di Milano vince bene i 10mila e la maglia azzurra si avvicina ancor di più. Il 14 giugno a Firenze guadagna il tricolore dei 5mila tra i “prima categoria”, la classe di atleti immediatamente sotto i cosiddetti “fuori classe”[1]. 14 giorni dopo, a Bologna primeggia pure nei Campionati assoluti, conseguendo il titolo italiano sui 10mila, entrando ovviamente nella lista azzurra per Berlino, stilata dal CT Comstock.
Frequenta così il ritiro collegiale, con sede a Bivigliano, sulle colline fiorentine, nella “Pensione Montesenario”, con allenamenti allo Stadio Berta fiorentino. Il 19 luglio, in treno, si parte per Berlino. Le gare di atletica leggera si disputano all’Olympiastadion. Beviacqua gareggia nei 10mila cui prendono parte 30 atleti di 14 nazioni. Si decide di non far disputare turni eliminatori e dunque i 30 partono insieme nella finale. La gara si trasforma in un dominio assoluto dei finnici, che alla fine occupano interamente il podio: oro a Salminen, argento per Askola, bronzo a Iso-Hollo. Beviacqua è autore di una gara discreta e generosa, ma chiude undicesimo, lontano 1’37” dal bronzo, troppo per avere recriminazioni. Lo precedono nell’ordine il giapponese Murakoso, animatore delle prime fasi, il britannico Burns, l’argentino Zabala, il tedesco Gebhardt, lo statunitense Lash, il norvegese Rajdal ed il danese Siefert. Sulla via del ritorno a casa, molti azzurri si fermano a Cassel, dove il 19 agosto Beviacqua vince un 5mila. Ritrova la Nazionale già il 29 agosto a Torino, per Italia-Giappone: sui 5mila chiude terzo, sopravanzato da Murakoso e Cerati. I nostri si impongono 92-81. Il 20 settembre al “Giurati” di Milano chiude al terzo posto i 3mila, superato da Cerati e Pellin. Il 4 ottobre a Parma vince il tricolore della staffetta 3x500: con lui, per la “Fratellanza Savonese”, gareggiano Torrassa e Malachina. Il 25 ottobre ritrova la Nazionale per Italia-Austria, disputata al campo Guardabassi di Roma: sui 5mila è battuto da Pellin e gli azzurri vincono 73,5-50,5. Identico risultato tre giorni dopo, sui 3mila a Novara. L’8 novembre Beviacqua termina terzo i 1500 a Rapallo, preceduto da Martini e Torrassa. Negli anni seguenti, trovato un impiego stabile all’Ilva, si mantiene ad alti livelli. Nel 1937 porta a 30’59”8 il limite nazionale dei 10.000m. Nel corso del 1938 è protagonista a Londra, vincendo il 15 luglio le 6 miglia dei Campionati Inglesi. Il 5 settembre, durante i Campionati d’Europa che si disputano allo stadio di Colombes, è autore di un epico duello con il campione olimpico, europeo in carica e primatista mondiale Ilmari Salminen sulla distanza dei 10mila. Il febbricitante Beviacqua deve cedere la vittoria allo spirlungone finnico negli ultimi metri. 30’52”4 per il vincitore, 30’53”2 per l’azzurro. Nel dopoguerra Beviacqua partecipa agli Europei organizzati a Oslo nel 1946, ritirandosi. Conclude l’attività agonistica dopo aver migliorato sei primati italiani individuali, conquistato 17 titoli nazionali (due di corsa campestre e a squadre, sette nei 10mila e sei nei 5mila, ai quali vanno aggiunte le vittorie del Campionato di cross del 1944 – non riconosciuto – e dei 5mila nel Campionato Alta Italia del 1945). Indossa la maglia azzurra per 20 volte. Favorito dalla crisi del mezzofondo italiano, rimane lungamente sulla breccia, disputando l’ultimo incontro con la nazionale il 1 settembre 1951 a Stoccarda contro la Germania (quarto nei 10mila) e riuscendo a guadagnare la medaglia d’argento, sempre nei 10mila, nei Campionati italiani del 1953, a 39 anni. Si ritira definitivamente nel 1955 con la vittoria nel “Trofeo Colombo” il 12 ottobre a Genova.
[1] Le categorie di appartenenza relative ad ogni singolo atleta sono compilate dalla FIDAL all’inizio di stagione, ovviamente in base ai risultati delle annate precedenti