Seleziona la tua lingua

Image
images/atleti/olympiabolario/bettoni_piccola.jpg

BETTONI CAZZAGO Alessandro

Brescia 17.11.1892 / Roma 28.04.1951

1928. Equitazione. 4° Gara a Squadre Concorso ad Ostacoli, 21° p.m. Gara Individuale Concorso ad Ostacoli

1948. Equitazione. Non classificato Gara a Squadre Concorso ad Ostacoli, non classificato Gara Individuale Concorso ad Ostacoli

Cavaliere eccellente, tra i migliori di tutti i tempi. Per lui parlano i dati: nella sua ventennale carriera ha conquistato 412 vittorie! Pur non frequentando la Scuola di Pinerolo, ha portato nel mondo lo “stile” italiano più che il “sistema”, interpretato peraltro in maniera personale e non proprio ligia ai dettami di Caprilli. Già nel 1910, a 18 anni, intraprende la carriera militare, partendo come volontario nei cavalleggeri di L’Aquila. L’anno seguente è sottufficiale, a 20 anni è sottotenente dei Lancieri di Montebello, il 15 luglio 1915 viene promosso Tenente. Nella Prima Guerra Mondiale combatte sul Carso, in Carnia ed è fatto prigioniero sul Tagliamento nei giorni della disfatta di Caporetto. Torna dal campo di prigionia nel 1919 e la sua carriera militare procede di pari passo con la sua attività sportiva di cavaliere, entrando presto nell’elite italiana degli ostacoli. Sempre misurato e freddo, signorile ma dal forte spirito agonistico, dalla metà degli anni Venti viene selezionato per la disputa della prestigiosa “Coppa delle Nazioni”, dove in totale otterrà ben 21 vittorie. Nel 1925 il suo primo successo nella manifestazione, a Stresa, su Scoiattolo con cui l’anno seguente vince a Roma e Milano. In quello stesso 1927 inizia il fortunato connubio con Aladino col quale chiude secondo a Stresa nella “Coppa Calvi”, battuto da Lequio. Con Aladino stabilisce un feeling ed un’empatia di primo ordine, ottenendo nel 1928 successi a raffica. Il 4 aprile vince a Sanremo, il 13 maggio a Roma si impone nel “Premio Campidoglio” e due giorni dopo nel “Premio Quirinale”. Il 19 maggio si aggiudica il “Premio Reale”.

Simili successi non possono passare inosservati ed il CT Amalfi[1] lo inserisce nella lista azzurra per i Giochi di Amsterdam. La gara olimpica del concorso ad ostacoli si svolge il 12 agosto e vi prendono parte 46 cavalieri di 16 nazioni: si svolge all’Olympisch Stadion su un percorso di 720 m, caratterizzato da 16 ostacoli che però risulta poco complicato. Difatti ben 7 cavalieri eseguono percorso netto, senza incorrere in penalità: tra loro anche l’italiano Forquet, in sella a Capinera che però chiude 7°. Male invece Bettoni Cazzago che ottiene 6 punti di penalità e finisce 21° p.m. Dopo ben due spareggi, l’oro va al ceco Ventura, in sella ad Eliot; argento per il francese Bertrand de Balanda su Papillon e bronzo allo svizzero Kuhn su Pepita. La prestazione poco esaltante di Bettoni Cazzago, unita all’analoga del terzo azzurro (Lequio), non permette ai nostri di salire sul podio nella gara a squadre la cui classifica è stilata per semplice somma dei punti conseguiti da ogni cavaliere. L’Italia infatti ottiene 12 punti e chiude al quarto posto. L’oro premia la Spagna, argento per la Polonia e bronzo alla Svezia. Per Bettoni Cazzago una partecipazione al limite della sufficienza. Peccato perchè aveva indubbiamente le qualità per emergere.

Tant’è vero che in quel 1928, sempre con Aladino, vince la “Coppa delle Nazioni” a Roma e Lucerna oltre il “GP Mont Blanc” a Ginevra. Bettoni-Aladino è un binomio veramente notevole: il 5 maggio 1929 vincono il “Premio del Littorio” a Roma dove si impongono anche nella “Coppa della Nazioni”. Bettoni brilla anche a New York, nel concorso al “Madison Squadre Garden”. Nel 1929 i successi nella “Coppa delle Nazioni” si susseguono: primeggia anche a Nizza e Bruxelles, sempre montando Aladino. Il 1930 lo vede impegnato a Nizza, Roma e nella “Coppa Svizzera” a squadre a Lucerna. Il 4 maggio è secondo a Roma nel “GP Esquilino”, battuto da Borsarelli. Lo si rivede al Valentino di Torino il 18 maggio 1930 quando, montando Scoiattolo, chiude al terzo posto il concorso ad ostacoli vinto dal giapponese Inamura su Sonny Boy davanti a Borsarelli su Crispa. Sette giorni dopo, nella stessa sede, fa ancora meglio e vince “Coppa Mussolini” e “Premio Duca d’Aosta”, rispettivamente in sella a Scoiattolo ed Aladino. Il 24 luglio ad Aquisgrana si aggiudica il “Premio della Mosella” di salto in elevazione, con Scoiattolo. Chiude vittorioso la stagione a Ginevra il 16 novembre montando Aladino, il cavallo che sarà con lui vincitore nel 1931 del “GP Aquisgrana” e del “Premio Stansehorn” a Lucerna il 4 luglio. Il 20 marzo 1932 con Scoiattolo si impone al Concorso di Genova, ma di Olimpiadi non si parla: Los Angeles è lontanissima e i costi per l’invio negli Stati Uniti di cavalli e cavalieri è proibitivo. Nel 1933 Bettoni si segnala per il successo al “GP Bruxelles” su Nereide e nel 1934 inizia a concorrere con un altro cavallo di valore, Judex, imponendosi a Roma, Amsterdam e Aquisgrana. L’11 luglio a Lucerna chiude 4° al “Premio S. Gottardo” con Lerdino e Judex. Con quest’ultimo è secondo a Ginevra il 3 novembre assieme a Di Campello e D’Angelo. Infine vince il “GP del Belgio” e il 2 ottobre il “GP Vienna”.

Il 1935 è un’altra buona annata con il successo a Bruxelles su Juno, mentre con Judex vince a Budapest e Vienna, dove è primo anche nel “Premio Città di Vienna”. Tutto sembra andare per il meglio in prospettiva olimpica, ma nel 1936 il suo rendimento è inferiore alle attese, facendo registrare il 9 maggio un quinto posto a Roma nel “Premio Campidoglio”, vinto da Filipponi. Dunque niente Giochi. Torna alla vittoria nel 1937 montando Judex a Roma, ma il successo che più ama ricordare lo ottiene in Gran Bretagna, nella “Coppa Re Giorgio”, disputata a Londra: ha appena completato la sua prova e deve misurarsi allo spareggio con un concorrente spagnolo. Alla proposta del sovrano di riposarsi, risponde: “non sia mai che un cavaliere italiano faccia attendere un re d’Inghilterra”. Aneddoto che spesso ricorda agli amici assieme ad un altro primato singolare: 40 fratture rimediate sui campi di gara. Lo spessore del personaggio al di fuori dell’ambito sportivo emerge durante il secondo conflitto mondiale dapprima quando, al comando del Reggimento Savoia, guida la carica di cavalleria durante la campagna di Russia a Isbuschenskij il 24 agosto 1942. A questa ben nota vicenda bellica partecipano anche cavalieri che hanno ottenuto importanti successi in campo sportivo: Giuseppe Cacciandra è ferito ad una gamba; perdono la vita Alberto Litta Modignani e Silvano Abbà, il vincitore del bronzo olimpico nel pentathlon moderno a Berlino. Entrambi vengono decorati della Medaglia d’Oro al Valor Militare.

Dopo l’8 settembre 1943, Bettoni riesce a trasferire il Reggimento in Svizzera ed entra nella Resistenza partecipando alla costituzione delle Brigate Fiamme Verdi e come delegato del Corpo Volontari della Libertà. Al termine delle ostilità, nell’aprile del 1945, è comandante militare della piazza di Brescia. Viene allontanato dall’Esercito dopo l’instaurazione della Repubblica, avendo consegnato all’ormai esiliato Umberto II lo stendardo del Savoia Cavalleria. Comunque anche da borghese continua a gareggiare: viene inserito nelle rappresentative italiane per la partecipazione a manifestazioni internazionali già nel 1946 per volontà del tenente colonnello Gerardo Conforti, ufficiale agli ordini di Bettoni in Russia. Riesce a mietere vittorie e piazzamenti di prestigio, tanto da meritare la convocazione per i Giochi di Londra del 1948, edizione dove tuttavia i cavalieri italiani non brillano, non riuscendo a classificarsi nella graduatoria di squadra nonostante la presenza dell’esperto Gerardo Conforti e degli astri nascenti Piero e Raimondo D’Inzeo. Nel periodo tra il 1947 e il 1951, con il frac rosso al posto della divisa militare, Bettoni prende parte con la squadra italiana a sei edizioni della “Coppa delle Nazioni”, vincendo per due volte. Il 28 aprile 1951 a Roma durante il tradizionale Concorso ippico internazionale di Piazza di Siena ha un malore, affida il suo cavallo Litargirio a Piero D’Inzeo e rientra in albergo dove muore dopo poche ore. Il concorso gli dedica una toccante cerimonia di ricordo con la presenza della fanfara dei Carabinieri, dei cavalieri di tutte le nazioni e le bandiera poste a mezz’asta.


[1] Francesco Amalfi, tra i protagonisti della nostra equitazione per oltre 30 anni. Allievo del primo corso indetto da Caprilli a Pinerolo, vi diventa poi istruttore. Eclettico ed empirico, spazia dalle corse agli ostacoli dove si segnala già a S. Sebastian nel 1909. Due anni dopo vince la “Coppa delle Nazioni” a Roma su Montebello. Nel 1919 partecipa ai Giochi Interalleati di Parigi. Quindi assume la direzione del Centro Gare Ippiche, rappresentando un riferimento fondamentale per qualsiasi cavaliere


Vai alla gallery