BESTETTI Pietro
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Niguarda - Milano 22.12.1898 / Milano 03.01.1936
1920. Ciclismo. 5° Prova a Squadre, 21° Prova Individuale
A 17 anni, nel 1916, Pietro detto Pierino, tesserato per l’UCM, è già tra i migliori della sua provincia: 2° nel Campionato Milanese assoluto dietro Tonani, vince la stessa prova riservata ai “giovanetti”. Inoltre chiude 13° la “Milano-Piano dei Giovi” vinta dal ben noto Gremo[1], corsa promiscua ovvero gara aperta a tutte le categorie come molte di quel periodo: un risultato importante per un giovanissimo, ottenuto al cospetto dei più forti e smaliziati corridori del periodo. Bestetti sembra dunque promettere bene. Nel 1917, passato allo SC Genova, si conferma anche se sembra azzardare un po’ troppo, partecipando addirittura alla “Milano-Sanremo” del 15 aprile. Invece ha ragione: in una corsa resa durissima dal maltempo, in un mare di fango, Bestetti resiste meglio di molti altri e chiude ottimo 5°, anche se a 42’ dal vincitore Belloni, che supera pure Girardengo. Un risultato di assoluto prestigio per il 18enne Bestetti, che sembra lanciato verso grandi traguardi. In effetti il 29 aprile vince la “Popolarissima Cremonese”, per dilettanti, ma è squalificato per volata irregolare: un suo sbandamento ha infatti provocato la caduta di alcuni avversari che lo stavano superando. Sette giorni dopo, per evitare sorprese, stacca tutti nel “GP SC Genova” a Milano, iniziando la fuga vincente nella discesa della Cappelletta sotto la pioggia battente ed arrivando al traguardo con 3’ di margine. Le cronache si occupano di lui, descrivendolo in questi termini: “routier forte, tenace, coraggioso. Ragazzotto non molto alto ma grosso, col viso placido e tondo. Di taglia grossolana e poderosa”. In effetti appare un po’ troppo grasso ma col tempo perderà qualche chilo, mantenendo però forza e resistenza. Continua a ben figurare: nella “Milano-Varese”, altra promiscua, rimane nel gruppo di testa, ma nel finale fora tre volte e si ritira. Il 3 giugno è 2° nella “Corsa Statuto” a Torino, battuto da Costa ed è poi 8° nella “Milano-Dagnente”, con arrivo in salita dove non si trova a suo agio, causa anche la sua stazza non certo da grimpeur. Accade lo stesso nella “Milano-La Spezia”, altra corsa con i “pro”, del 1 luglio quando va in difficoltà sulla Cisa e chiude 13° (rivince Gremo). L’8 luglio è ottimo 5° nella corsa organizzata all’interno di una grande manifestazione polisportiva a favore degli orfani di guerra, con fulcro all’Arena di Milano, dove parte ed arriva la gara: vince lo svizzero Egg e Bestetti rivaleggia coi più forti professionisti del momento (Girardengo è terzo dietro Lucotti). A fine stagione, il 21 ottobre, chiude 6° in volata la “Milano-Varese-Milano”: lo sprint finale si svolge al Velodromo Sempione e Bestetti, che non ha ancora dimestichezza con la pista, non riesce ad emergere. Il 4 novembre Bestetti disputa il “Lombardia”, deciso da una fuga sulla Cicognola: in uno sprint incerto quanto regale, vince il belga Thys davanti al francese Pelissier, con Bestetti che chiude 13°, a 19’ dai primi.
Poi deve fare i conti col servizio militare. Difatti nel gennaio 1918 è arruolato, dapprima nel deposito dell’Aeronautica di Taliedo, nei pressi di Milano, poi trasferito alla Scuola Aviatori di Ponte San Pietro. Grazie alle licenze, partecipa sporadicamente a qualche gara ma certo la forma non può essere ottimale. L’11 agosto Bestetti è 11° nella “Monza-Montevecchia”, con arrivo in salita (vince Bordin[2]), poi il 20 settembre si schiera al via della prestigiosa “Milano-Roma” in due tappe. Termina in gruppo (7° a pari merito) la prima tappa, che arriva a Bologna e viene vinta in volata dal francese Godivier. Nella seconda rimane presto attardato sui saliscendi appenninici e chiude solo 12°, a 3 ore e 10’ dal vincitore Galetti, primo anche della generale in cui Bestetti finisce 11°. Tre giorni dopo, Bestetti è secondo nella “Coppa Val Tidone” alle spalle del solitario Poid ed il 6 ottobre è decimo nella “Milano-Torino” vinta da Belloni. Ormai è in grado di rivaleggiare con i più forti professionisti anche se vince raramente. Il 10 novembre, a guerra finalmente terminata, chiude l’annata al “Lombardia”: sul traguardo è 14° ma viene squalificato per non aver firmato il foglio di controllo sul Brinzio (vince Belloni). Molti si aspettano un suo passagio tra i professionisti, ma non è così. Bestetti preferisce rimanere ancora tra i “puri”, d’altra parte ha solo 20 anni. Inaugura la stagione 1919, tesserato per lo “SC Genova”, piazzandosi 9° nella “Milano-Pavia-Milano” del 9 marzo. Venti giorni dopo, stacca tutti nella “Sampierdarena-Finalmarina-Sampierdarena”, ottenendo un successo di rilievo che lo lancia definitivamente tra i più forti dilettanti italiani del periodo. Il 13 aprile ha però un passaggio a vuoto e chiude solo 19° la “Milano-Torino” vinta da Tonani. Ancora Tonani in luce nel “GP UCM” dell’11 Maggio: in volata Bestetti è secondo. Stesso risultato nella “Milano-Busalla”, alle spalle di Ugo Bianchi anche se poi viene retrocesso al 26° posto per irregolare cambio di bicicletta. Bestetti non riesce ad emergere invece nello sprint di 19 uomini che chiude il “GP Statuto” a Torino il 1 giugno e viene classificato tra i pari merito. Sette giorni dopo, è buon quinto nella prestigiosa “Coppa del Re”, vinta in solitario dall’emergente Brunero. Il 19 giugno termina quarto la volata che chiude il “GP Girardengo” a Novi Ligure, inserito in una grande giornata di celebrazioni per il campione che ha appena dominato il Giro d’Italia: la corsa è vinta dal sempre più convicente Gay. Tre giorni dopo, Bestetti inaugura l’albo d’oro della “Tre Valli Varesine[3]”, brillando davanti a Scaioni. Poi si rivede solo il 31 agosto: 5° nella “Milano-Sestri”. Sette giorni dopo, è secondo nella “Milano-S.Pellegrino”, battuto allo sprint dal semisconosciuto Magri che coglie qui il successo più importante della sua carriera. Bestetti non sembra attraversare un buon momento di forma: il 28 settembre giunge soltanto 12° nella “Salsomaggiore-Spezia”, rimanendo irrimediabilmente attardato sulla Cisa, confermando come le salite non siano il suo forte. Sette giorni dopo, il 5 ottobre, vince la “Coppa Franci” il cui percorso comunque, spingendosi fino a Como e Monza, è ricco di saliscendi. Bel bis il 12 ottobre, col successo nella “Coppa Tonelli” che si decide sulla salita di Galbiate dove Bestetti resiste al ritmo di Bianchi, Poiani e Tragella, da lui poi regolati allo sprint sul traguardo. Sette giorni dopo, invece è battutto in volata da Ferrario nella “Coppa Principe Ereditario” a Brescia. Si riscatta il 2 novembre, vincendo la “Coppa Abbiatense” allo sprint sui tre compagni di fuga. Un buon finale chiude dunque un’annata positiva nella quale Bestetti ha dimostrato coi fatti di poter rivaleggiare coi più forti dilettanti italiani.
Non è un caso dunque che Bestetti, tesserato ancora per lo “SC Genova”, vinca la prima corsa del 1920, tra l’altro annata olimpica, la “Coppa Del Grande” del 14 marzo, disputata sul classico ed inflazionato percorso Milano-Pavia-Milano, battendo allo sprint i 13 compagni di fuga. La sua tattica di gara non è scevra da critiche: Bestetti ha corso sempre al coperto, sulle ruote, per piazzare poi il suo spunto vincente. Per questo è definito “astuto, smaliziato ed esperto”. Qualità che rifulgono anche il 28 marzo quando Bestetti vince il “Giro della Vernasca” a Cremona: resiste al passo dei migliori in salita, scatena l’azione vincente in discesa ed allo sprint supera facilmente il compagno di squadra Tragella[4]. E’ in forma, ma la sfortuna di accanisce contro di lui l’11 aprile nella “Cornigliano-Finalmarina-Cornigliano”, disputata sotto la pioggia: è coi primi, ma fora due volte, recupera, è in scia dei battistrada ma cade e rompe un freno. Non demorde, è il migliore in corsa ma alla fine chiude terzo, dietro Gay e Vineis. Ha più fortuna nella “Coppa Santagostino”, gara impegnativa che ripercorre in parte il tracciato del “Lombardia”: scatena l’azione vincente ed in volata fulmina i tre compagni di fuga (Gay, Poiani e Cominetti). Si comincia intanto a parlare di selezione per i Giochi Olimpici e Bestetti è un nome che già figura nei taccuini dell’apposita commissione incaricata anche se la prova di Anversa sarà a cronometro e dunque necessitano forti passisti. Bestetti comunque è in forma: il 9 maggio chiude 5° nella “Milano-Torino” per dilettanti e 14 giorni dopo, sotto la pioggia, si aggiudica la “Milano-Garda”, sopravanzando allo sprint i compagni di fuga Gay e Poiani, con l’azione vincente nata sulla salita di S. Eusebio. Bestetti raccoglie molti consensi tecnici: viene descritto “magnificamente muscolato, svelto sul passo, energico in salita, dotato di sprint fulmineo”. Qualità che gli permettono di primeggiare anche nella “Targa Ripamonti”, a Milano, il 30 maggio, disputata a 32 km/h di media e conclusa con una volata di 12 uomini. In salita però, per quanto “energico”, Bestetti ha qualche difficoltà: il 3 giugno sul Penice viene nettamente staccato da Gay e deve accontentarsi del terzo posto, superato anche da Cominetti, nella “Milano-Cremona.” Tre giorni dopo però, in una gara senza grandi asperità e poco combattuta, fulmina tutti in volata nella “Milano-Brescia”. Bestetti è in grande condizione e vince anche l’impegnativa “Coppa S. Giusto” a Trieste, che si sviluppa in pieno Carso nei luoghi della Grande Guerra: trascina via la fuga vincente e batte in volata i compagni di fuga Arduino e Canavese. Il 20 giugno Bestetti sale sul gradino più basso del podio nella sempre prestigiosa “Coppa del Re”, disputata tra Milano e Monza, battuto in volata da Gay e Vineis. Sette giorni dopo è bruciato allo sprint da Ferrario nella “Coppa Cordano”, confermandosi comunque in grande forma. Difatti il 4 luglio a Piacenza si aggiudica il Campionato Italiano: sul Penice è l’unico a resistere ai furiosi attacchi di Arduino, per poi batterlo facilmente allo sprint. La maglia tricolore consacra definitivamente Bestetti, da molti indicato come carta sicura per i Giochi.
In effetti Bestetti è in formissima: l’11 luglio guida il quartetto dello “SC Genova” alla vittoria nell’eliminatoria lombarda della “Coppa Italia”, una cronometro a squadre. Quattro giorni dopo, è a Novi Ligure per la prova di selezione olimpica, disputata sul tracciato Novi-Serravalle-Tortona-Novi, quattro giri per un totale di ben 180 km, a cronometro. Stravince Gay, ma Bestetti è buon terzo, preceduto anche dal sorprendente Berti[5], staccato di 16’ dal vincitore. La prova di Bestetti è comunque positiva ed il suo nome non manca nella lista degli azzurri per Anversa, stilata dall’apposita Commissione Tecnica, guidata da Geo Davidson, presidente dell’UVI. Si festeggia con un’altra bella vittoria: il 25 luglio Bestetti guida la sua compagine alla conquista della “Coppa Italia”, una cronometro a squadre che si tiene sullo stesso circuito di Novi teatro delle selezioni olimpiche[6]. Proprio a Novi si ritrovano tutti gli azzurri designati, sotto la guida del CT Pavesi. Quindi si sviluppa un breve collegiale a Torino, su strada e su pista, che serve soprattutto a scegliere i ruoli per ciascun corridore e poi, in treno, via Modane e Parigi, la comitiva raggiunge Anversa. Le prove ciclistiche su strada sono due, una individuale ed una a squadre, ottenuta dalla somma dei tempi dei corridori di ogni nazione giunti al traguardo. La gara si svolge il 13 agosto, a cronometro lungo ben 175 km: si parte da Merksem e si arriva ad Anversa, nei pressi del velodromo, passando per Tornhout, Molt. Heist-op-den-Berg e Lierre. 46 i partenti di 12 nazioni. Percorso sostanzialmente pianeggiante, per cronomen possenti. Oltre tutto si gareggia a pignone fisso ed è favorito chi ha studiato bene ogni dettaglio. Non certo i nostri che montano pignoni inadatti mentre, al contrario, gli avversari utilizzano addirittura bici da pista e rapporti quasi da stayers. Il tracciato è attraversato più volte dai binari del treno, con relativi passaggi a livello: le pause inevitabili, prodotte dalla chiusura delle sbarre, saranno opportunamente conteggiate dai giudici e tolte dal computo generale del tempo impeigato; come vedremo, risulteranno decisive. Non per i nostri che si trovano a malpartito e giungono lontani dai primi: Bestetti, nonostante sia un buon passista, non ingrana e chiude soltanto 21° a 22’14” dal vincitore, lo svedese Stenqvist che impiega 4h40’01”. In realtà il tempo migliore è realizzato dal sudafricano Kaltenbrunn che festeggia la vittoria col suo entourage prima che però la giuria tolga, come da regolamento, i 4’01” in cui lo svedese è stato costretto a fermarsi per il passaggio di un treno. Dunque oro a Stenqvist, argento allo scornato sudafricano (alla fine con un ritardo di 1’25”) e bronzo per il francese Canteloube, a 2’53” dal primo. Nessuno dei medagliati avrà una carriera significativa a livello professionistico. La prova a squadre va invece alla Francia su Svezia e Belgio, con l’Italia solo quinta, dietro anche alla Danimarca, e con un distacco dal bronzo di quasi un’ora, un’enormità per il nostro ciclismo che esce da questa edizione con le ossa rotte, almeno su strada visto che il quartetto degli inseguitori conquista l’oro. Bestetti, pur rammaricato, sa di aver dato il massimo e nel prosieguo della stagione italiana continua ad essere tra i migliori. Battuto il 22 agosto da Scaioni, che giunge in solitario al traguardo, nella “Coppa Bruni” a Brescia, sette giorni dopo è terzo nel “GP del Re” a Torino, vinto da Chiusano. Sale sul gradino più basso del podio anche nel “Giro dell’Emilia” vinto da Zoni e nella “Coppa d’Inverno” vinta in volata da Tonani. In questa corsa, disputata in dicembre, Bestetti è già professionista: ha difatti ottenuto un buon ingaggio dalla “Bianchi”, uno squadrone dell’epoca, per la stagione seguente. Ma tutto si complica: dopo Natale, Bestetti si ammala, ha la bronchite ed in pratica perde tutto il 1921, non riuscendo a trovare risultati significativi. Li trova però negli anni seguenti: nel 1923 e 1924 guadagna il titolo italiano dei “professionisti juniores”, categoria-cuscinetto tra “pro” e dilettanti; nel 1925 e 1926 vince una tappa al Giro d’Italia. Ma soprattutto si cala nel ruolo di “gregario di lusso” per Girardengo, scortandolo a più riprese in molte sue vittorie nella seconda metà degli anni Venti. Il bel secondo posto nella Parigi-Roubaix 1925, battuto allo sprint dal belga Sellier, rappresenta il miglior risultato di Bestetti in una classica-monumento, affiancato da due quarti posti ottenuti a Sanremo (1924 e 1925). Già durante l’attività, Bestetti ha pensato al futuro. Investe i risparmi e la sua esperienza in una piccola fabbrica dove realizza telai per biciclette, soprattutto per corridori locali, trovando comunque il suo spazio con mentalità imprenditoriale tipicamente ambrosiana. Stimato ed apprezzato, senza voli pindarici, ingrandisce poco a poco le sue prospettive e diversi corridori di secondo piano dell’hinterland milanese inforcano i suoi mezzi. Ma alla fine del 1935 la tragedia: Bestetti si ammala, un’altra bronchite che degenera in polmonite. Niente da fare: ai primi di gennaio se ne va, lasciando costernato ed affranto l’intero mondo ciclistico in cui, con grinta ed abnegazione, aveva saputo ritagliarsi un posto di primo piano accanto ai campioni più affermati.
[1] Angelo Gremo, nato a Torino il 03.12.1887. Coglie la sua vittoria più importante nella Milano-Sanremo 1919 davanti a Girardengo. Una ventina di successi da professionista tra cui Giro di Romagna 1913 e 1925, Giro dell’Emilia 1917, Giro del Piemonte 1922
[2] Lauro Bordin, nato a Crespino sul Po il 07.07.1890. Al suo attivo 17 successi da “pro” tra cui il principale rimane il Lombardia del 1914. Sue anche tre tappe del Giro d’Italia. Al termine della carriera, diverrà un grande e noto fotografo sportivo
[3] Questa prima edizione è poco più di un circuito e si disputa lungo soli 69 km. Nel corso del tempo però la “Tre Valli” acquisirà grande prestigio, soprattutto a partire dagli anni Trenta. Nel suo Albo d’Oro grandissimi campioni: Bartali (1938), Coppi (1941, 1948 e 1955), Magni (1947), Merckx (1968), Moser (1976 e 1978), Saronni (1977-1979-1980-1988) e Nibali (2015)
[4] Giovanni Tragella, nato a Greco Milanese il 29.10.1896. Discreto protagonista degli anni ’20, partecipa sei volte al Giro d’Italia ma senza entrare mai nei primi dieci. Consegue il suo principale successo nella Coppa Bernocchi del 1920. Sarà poi un grande Direttore Sportivo, legando indissolubilmente il suo nome alla “Bianchi” ed a Fausto Coppi con cui condividerà tutti i più grandi successi in maglia biancoceleste, fino alla sua prematura ed improvvisa scomparsa avvenuta il 25 ottobre 1955
[5] Marcello Berti, milanese, viene favorito nella sua prova dall’essere raggiunto da Gay, partito dopo di lui, e di aver usufruito della sua scia, cosa consentita dal regolamento, per molti km
[6] Con Bestetti, nella squadra dello SC Genova, figurano Bianchi, Guidi e Vigna