BESCAPÈ Attilio
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S. Angelo Lodigiano (LO) 22.09.1910 / Milano 03.03.1975
1932. Sollevamento Pesi. 5° pesi piuma
1936. Sollevamento Pesi. 6° pesi piuma
Nasce in una famiglia di contadini, che si sposta frequentemente in cerca di migliori condizioni di lavoro e vita. Difatti già dopo due anni dalla sua nascita, i Bescapè abbandonano la Cascina Montalbano di S. Angelo (dove è nato Attilio) per trasferirsi più ad ovest, nel pavese. Qui il giovane Bescapè, non molto alto ma vigoroso, intraprende l’attività ginnica, utilizzando i pesi come potenziamento del corpo in funzione degli esercizi agli attrezzi. Tesserato per la “Ginnastica Pavese”, si dedica pure all’atletica (velocista) e gioca a calcio. Alto 1,67m, pesa una sessantina di kili, proprio al limite dei “piuma”. Poco a poco capisce che coi pesi può andare lontano e li pratica con sempre maggiore impegno. Già l’11 marzo 1928, dunque a 17 anni, è secondo nel campionato lombardo dei “piuma”, battuto da Conca, in una gara organizzata dalla “Pro Patria” di Milano. 14 giorni dopo, chiude terzo i tricolori, organizzati a Milano dal “GS Battisti” nel salone di Via Romano, sopravanzato da Gabetti e Brizzi. Il 3 giugno vince la preolimpica di Pavia alla quale però non prendono parte tutti i grossi calibri. Il noto pesista Quadrelli ne apprezza le potenzialità ed in pratica ne diventa il mentore. Bescapè rappresenta un po’ la sorpresa dell’annata, ma non si conferma ed alla fine non viene selezionato per i Giochi, data anche la sua giovane età: si consola vincendo il campionato sociale della “Ginnastica Pavese” il 18 luglio. Nel 1929 passa alla “Pro Patria” e trova in Merlin un altro grande pesista che lo prende sotto la sua egida.
Bescapè si allena con grande impegno, progredisce costantemente e raccoglie i frutti del suo lavoro: il 6 ottobre 1929 a Bari guadagna il titolo nazionale nei “piuma”. Non ha difficoltà il 25 maggio 1930 ad aggiudicarsi il campionato sociale della “Pro Patria”. Il 28 settembre primeggia nei campionati lombardi, disputati nei locali del “GS Azienda Tramviaria”. Il 3 novembre si aggiudica il titolo tricolore a Napoli, confermandosi ad alti livelli e superando il romano Brizzi per 5 kg (267,5 contro 262,5 totali). Si rivede in pedana l’8 marzo 1931 quando, nei locali della “Pro Patria” a Milano, guadagna il campionato lombardo. Quindi parte militare e le licenze scarseggiano: ciò gli impedisce di gareggiare nelle prime preolimpiche. Si rivede però ai tricolori, disputati il 20 settembre a Genova, nella palestra della Doria: nei “piuma” trova un osso duro nel romano Brizzi che però riesce a domare, per 7,5kg (265 contro 257,5 kg totali). Ai primi di ottobre è in Lussemburgo, per i Campionati Europei: chiude sesto tra i “piuma”, lontano dal vincitore, l’egiziano Mohamed, per una prestazione al di sotto dei suoi standard abituali. Si rivede solo il 28 febbraio 1932 a Genova nella “Coppa Zucconi”, organizzata dalla “Sampierdarenese” che vale anche come indicativa olimpica: solleva 260kg totali, ma viene battuto dal “solito” Brizzi con 2,5kg in più. Il 17 aprile seconda prova tricolore (ha disertato la prima) ed altra indicativa olimpica, disputata nella palestra dell’ATM a Milano: vince davanti a Conca e lo stesso Brizzi che rimane il suo avversario principale. I due difatti lottano anche il 28 maggio nella terza gara di Campionato, a Roma dove Bescapè prevale per 10kg. Questo successo gli apre definitivamente le porte della Nazionale per i Giochi: dall’8 al 30 giugno partecipa dunque al collegiale azzurro preolimpico, tenuto allo Stadio PNF di Roma. Poi inizia la grande avventura americana. Dapprima, il 1 luglio, tutti gli azzurri sono trasferiti su un treno speciale che li porta a Forlì dove vengono ufficialmente e pomposamente ricevuti dal Duce che li “carica”, augurando loro le migliori fortune nell’agone olimpico. Quindi un altro treno li riporta a Napoli dove nel pomeriggio del 2 luglio sono imbarcati sul transatlantico “Conte Biancamano”. Qui si allenano come possono, sul ponte della nave, cercando di tenersi in forma e mantenere attiva la muscolatura, ovviamente sollevando pesi ma anche con piccole corse ed esercizi a corpo libero.
L’11 luglio arrivano a New York dove rimangono due giorni tra festeggiamenti vari, accolti calorosamente dalla folta ed entusiasta comunità italo-americana. Il 13 ripartono in treno ed attraversano tutto il continente: Washington, St. Louis, Salt Lake City le tappe che finalmente portano il 17 luglio a Los Angeles. Qui iniziano gli allenamenti di rifinitura e Bescapè appare in buone condizioni. Le gare olimpiche di sollevamento pesi si tengono al Grand Olympic Auditorium, non lontano dal centro di Los Angeles, nella zona sud-ovest della città. Alla gara dei “piuma”, peso-limite 60 kg, che si svolge il 31 luglio, partecipano solo sei atleti di 4 nazioni: la medaglia non sembra impossibile. Si gareggia su tre prove: pressa militare, strappo e slancio. La pressa sembra lanciare qualche speranza a Bescapé che chiude secondo, a pari merito, con 82,5 kg. Primo il tedesco Wolpert con 85. Tutto è in gioco, ma lo strappo è fatale alle aspirazioni dell’azzurro: solleva 77,5 kg e finisce quinto, lontano 10kg dal francese Suvigny. Ci vorrebbe un miracolo nello slancio, ma non arriva. Bescapé si ferma a 102,5kg e termina di nuovo 5° p.m. L’oro va allo stesso Suvigny, con un totale di 287,5kg; l’argento è per Wolpert con 282,5 ed il bronzo dello statunitense Terlazzo, nato a Patti, in Sicilia, emigrato da giovane in America., che solleva 280. Bescapè, col totale di 262,5, rimane lontano 18kg dal bronzo e viene superato anche dal tedesco Schafer (267,5), riuscendo a sopravanzare solo lo statunitense Bachtell (252,5). La prova di Bescapé non può essere considerata sufficiente, nonostante il quinto posto (su sei).
Tornati finalmente in Italia, è difficile smaltire la sbornia olimpica: tra feste e premiazioni (Duce e principe Umberto compresi) passano due mesi e Bescapè non torna in pedana sino a fine annata. Si rivede in effetti solo il 7 maggio 1933 a Milano, al Teatro Tonoli, per la prima prova dei tricolori che vince alla grande. Si ripete il 27 agosto nei locali genovesi della “Colombo”: il titolo è suo. A metà settembre è ad Essen, in Germania, per gli Europei: chiude al quarto posto, a 2,5kg dal bronzo del teutonico Schafer (395kg contro 397,5); oro ed argento ad altri due padroni di casa, Woelpaert e Muhlberger. Il 16 dicembre Bescapè si aggiudica la gara organizzata a Milano dalla “Pro Patria”. Si rivede in pedana il 15 aprile 1934 a Sestri Ponente, per la prima prova tricolore che si aggiudica con sicurezza. Il 1 luglio è il migliore della sua categoria nel primo Campionato Italiano a squadre, ma la sua “Pro Patria” finisce solo terza, alle spalle dei Vigili del Fuoco meneghini ed il GS Oberdan. Il 27 settembre a Modena si disputa la seconda prova tricolore: Bescapè è superato da Brizzi, ma il gioco dei punti lo favorisce e guadagna il titolo italiano. Il 10 novembre è il suo gran giorno: nel Teatro Giardino d’Italia, a Genova, Bescapè guadagna difatti il titolo europeo dei “piuma” davanti al tedesco Walter ed all’austriaco Andryseck, realizzando pure il record italiano nello slancio (115kg)[1]. Una grande prova che lo lancia già in vista dei Giochi di Berlino. Si rivede in pedana il 24 marzo 1935 quando a Genova, nei locali della “Sampierdarenese”, si aggiudica senza troppi patemi la prima prova tricolore tra i “piuma”. Si ripete il 19 maggio, ancora a Genova dove il 30 giugno vince tra i “piuma” la prova della “Targa Storace” a squadre, appannaggio però della Sampierdarenese. Nella sua categoria è imbattibile: il 18 agosto a Varese, nella palestra di Via Recalcati, vince pure la terza ed ultima gara di Campionato, ottenendo tra l’altro il record italiano di strappo (92,5kg). Il titolo tricolore è ovviamente suo. Compie un altro show il 6 ottobre a Genova dove si disputa il tricolore a squadre: è il migliore di categoria, ma la Pro Patria viene superata nel computo finale dai cugini dei Vigili del Fuoco meneghini. Bescapè è inevitabilmente convocato per gli Europei di Parigi, ma proprio alla vigilia delle gare vengono applicate all’Italia le famose sanzioni economiche dalla Società delle Nazioni per l’invasione dell’Etiopia. Il nostro governo, tra le varie reazioni, decide di impedire ai nostri atleti qualsiasi contatto con le nazioni ostili: così Bescapè, già giunto a Parigi, torna a casa senza gareggiare, perdendo una probabile medaglia. Si rivede il 15 dicembre quando a Milano si aggiudica il campionato lombardo.
Nel 1936 su di lui si accentrano le speranze della nostra pesistica per i Giochi di Berlino. In effetti parte bene: il 12 aprile a Faenza conquista il titolo italiano. Il 24 maggio è il migliore della sua categoria nella “Coppa Storace”, gara a squadre che si tiene a Genova: ma i suoi compagni non vanno altrettanto bene e la Pro Patria finisce terza, battuta da ASSI e Sampierdarenese. Bescapè comunque pare già in forma olimpica. Ovviamente, è tra i convocati per il ritiro olimpico che, sotto la guida del CT Merlin (ex olimpionico), si tiene dal 12 maggio ad Impruneta, sulle colline fiorentine, presso la Scuola Paolieri. Il collegiale è una sorta di clausura per gli azzurri che si ritemprano anche con lunghe passeggiate nei boschi e bagni nei vicini torrenti. Finalmente, il 27 luglio, si parte per Berlino, in treno da Verona. Le gare olimpiche di sollevamento pesi si disputano nella “Deutschlandhalle”, grande Palazzo dello Sport, situato alla periferia sud-occidentale di Berlino. Bescapè gareggia nei “piuma” il cui limite di peso è 60kg. La prova si svolge il 2 agosto e vi partecipano 21 atleti di 13 nazioni. Bescapè parte bene: con la pressa militare chiude alterzo posto, alzando 87,5kg contro i 92,5 dello statunitense Terlazzo e del tedesco Liebsch, primo con 92,5kg. Le cose si complicano nello strappo dove Terlazzo è ancora il migliore, a pari merito con l’austriaco Richter, con 97,5kg: Bescapè si ferma a 90kg e termina sesto. Potrebbe esserci ancora il margine per il bronzo, da cui dista 2,5kg, ma l’egiziano Mohamed, in quel momento terzo, è il migliore nello slancio con 125kg, assieme al connazionale Shams. Bescapè alza 110kg e finisce nono a pari merito. Troppo poco. L’oro va all’italo-americano Terlazzo, argento e bronzo per gli egiziani Mohamed e Shams (con 300kg). Bescapè chiude 6°, con 287,5kg: a 13 kg dal bronzo c’è poco da recriminare. La sua prova comunque può essere considerata sufficiente. Dopo i Giochi, Bescapè continua la sua carriera alla grande, vincendo altri 4 titoli italiani consecutivi, dal 1937 al 1940 e cogliendo uno splendido argento iridato nel 1938, alle spalle del tedesco Liebsch. Nello stesso 1938, con la “Pro Patria”, si aggiudica anche il titolo italiano a squadre. La Seconda Guerra Mondiale interrompe bruscamente la sua attività: arruolato, è inviato a combattere nei Balcani. Se la cava, e non è una fortuna da poco. Terminato il conflitto, a 35 anni suonati, riprende gli allenamenti e ritrova la forma vincente: rivince tre titoli italiani (1946-1948-1949) prima di cessare definitivamente l’attività. La sua carriera è esemplare: 15 titoli italiani e due partecipazioni olimpiche in cui, pur non guadagnando una medaglia, s’è difeso con onore. Indubbiamente, Bescapè è stato il miglior peso “piuma” italiano per tre lustri. Rimane poi alla “Pro Patria” come allenatore per lungo tempo.
[1] Bescapè arriva a parità di peso col tedesco che però alla bilancia accusa qualche etto in più di peso dell’italiano che, come da regolamento, guadagna l’oro