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BERTINI Romeo

Gessate (MI) 21.04.1893 / Milano 29.08.1973

1924. Atletica Leggera. MEDAGLIA D’ARGENTO Maratona

1928. Atletica Leggera. Ritirato Maratona

bertini2Sin da adolescente si butta nel mondo delle gare podistiche di Milano e dintorni, alternandole al duro lavoro di bracciante agricolo nei campi dell’hinterland meneghino. Il suo primo risultato significativo è il 4° posto ottenuto il 20 febbraio 1910 in un cross di 10 km a Gorgonzola, vinto da Porro. In agosto si piazza 5° nel “Giro di Lodi” (8,5 km, vince Orlandi) e l’8 ottobre coglie un’ottima quarta piazza (ha solo 17 anni!) nei 10 km dei Campionati Italiani a Milano. Chiude la stagione nel “Giro di Monza” del 27 novembre dove giunge 5° (vince Cattro). Niente male per un esordiente, o quasi. Bertini comincia bene il 1911: tesserato per la “Agamennone” vince il cross di Brescia ed è secondo ad Omegna dietro Fraschini. Il 16 aprile al Velodromo Milanese vince la gara dell’ora, coprendo 16,701 km davanti al quotato Cattro. Dopo qualche piazzamento di buon livello (3° nel Giro di Verona, 5° nella “Corsa Statuto” a Milano, 2° a Lecco su 15 km e 3° nel “Giro di Bergamo”), il 2 luglio vince il cross di 10 km all’aerodromo milanese di Taliedo, in un caldo infernale che costringe al ritiro la metà dei partiti. Disertati i tricolori di Roma, Bertini vince una prova di 8 km a Cassano d’Adda e chiude l’annata col secondo posto in una 15 km a Pavia dietro Fontana. Nelle corse su strada si dimostra dunque uno dei nostri migliori podisti. Il 1912 è annata olimpica ed un pensierino ai Giochi, a 19 anni, è lecito farlo anche se inizia a brillare la stella del bustocco Speroni che vince la “Coppa Malvezzi” (con Bertini terzo) ed il “GP Pasqua” a Vigentino (5° Bertini). Con il 4° posto nel “Giro di Verona” del 28 aprile, Bertini capisce che vi sono troppi atleti più forti di lui ed i Giochi rimangono per ora un sogno. Tuttavia non demorde ed il 18 agosto vince la “Coppa Crescenzago” mentre venti giorni dopo è 2° nella “Milano-Gratosoglio-Millano”, superato da Martinenghi, altro giovane in ascesa. Il 20 settembre Bertini è 4° nella “Traversata di Milano”, vinta dal forte Orlando, e disputata nel maltempo tra fulmini e nubifragi. Stesso piazzamento nella “Coppa Città di Pavia”, 15 km in Piazza Castello, vinta da Lussana che è il solo a superarlo nel “Triplo Giro di Monza” su 14,5 km. Poi Bertini trionfa nella “Gorla-Monza-Gorla” in due tappe, disputate una al mattino ed una al pomeriggio (ciascuna di 11 km): vince la prima frazione ed è secondo nella seguente dietro Martinenghi, aggiudicandosi comunque la classifica finale. Chiude l’annata con il terzo posto nel “Giro di Lodi”, vince Lussana.

Bertini sembra in grado di progredire ulteriormente, anche grazie ai suoi allenamenti alquanto particolari: in pratica disputa una gara col tram a cavalli che dalla natia Gessate termina la sua corsa a Milano, intorno ai giardini di Porta Venezia. Quando vede che riesce a stare dietro al tram, o addirittura a precederlo, capisce di essere in ottima forma. Così accade nel marzo 1913 quando, dopo i proficui allenamenti, la domenica di Pasqua (il giorno 23) vince la gara di 11 km organizzata a Milano dalla “Post Resurgo Libertas”, sotto un vero e proprio diluvio. Il giorno seguente, forse stanco, chiude invece quinto nella “Coppa Monza” vinta da Lussana. Alternando le gare al suo lavoro nei campi, ottiene qualche altro buon piazzamento: 7° nella maratonina di Bordighera, 3° nel “Giro di Verona”, buon 5° nella maratona di Milano, 7° nel GP Reale e 4° in un 5mila a Mantova. Nella seconda parte di stagione però il suo nome non compare più negli ordini d’arrivo, complici gli obblighi militari: è difatti di stanza a Verona in un reggimento di Bersaglieri. Nel 1914 ottiene qualche licenza in più per gareggiare anche se la forma non può essere delle migliori dati gli scarsi allenamenti: il 15 febbraio si piazza comunque quinto nel cross di Stupinigi vinto da Martinenghi e l’8 marzo è 8° nella “Coppa Malvezzi” che tradizionalmente apre la stagione su strada a Milano. Gli impegni militari non gli consentono grandi risultati: il 10 maggio giunge 8° nel “Giro di Verona” vinto da Speroni, poi non si hanno più notizie di lui sino a fine stagione.

Gli obblighi militari lo tengono lontano dalle corse e si allena saltuariamente: il 25 aprile 1915 giunge 7° nel “Giro di Verona” vinto da Lussana. Ma un mese dopo anche il nostro Paese entra in guerra e Bertini è inviato al fronte dove combatte come caporalmaggiore, e poi sergente, dei Bersaglieri. Ad aprile 1917 viene ferito ad un ginocchio e passa la convalescenza a casa dove torna ad allenarsi ed a correre, stentando comunque a ritrovare la condizione migliore: il 10 giugno è solo 11° nella “Milano-Monza”, ma il rientro per lui è già un successo vista la ferita. Fino al termine della guerra gareggia poco o niente, pensa solo a guarire perfettamente e vi riesce. Si ripresenta alle gare il 2 marzo 1919 nei tricolori di cross, disputati nel Parco Reale di Monza: chiude solo 11°, ma non vi sono più timori su una sua ripresa totale. Comunque stenta ad ingranare: il 23 luglio è 6° nel “Giro di Cremona” vinto da Martinenghi ed il 3 agosto solo 11° nella maratonina (15 km) di Pavia (1° Malvicini). Non ottiene altri risultati interessanti sino al termine dell’annata. Nel 1920 sparisce letteralmente di scena, ancora alle prese con un fisico che non vuole mettere giudizio. Non va meglio nelle due stagioni successive, si barcamena con poche gare e senza vittorie. Rientra timidamente ad inizio 1924, coltivando il sogno olimpico. Il 3 febbraio chiude solo 20° il cross internazionale organizzato a Milano dalla “Gazzetta” e vinto dal francese Schnellmann. Inizia a carburare: il 24 febbraio è secondo, battuto solo da Martinenghi, nel cross “dei 7 campanili” a Cavaria. Si difende bene nei tricolori di cross a Stupinigi il 2 marzo: settimo, ma distante dal vincitore Davoli. Sette giorni dopo, a Monza è 5° (vince Ambrosini). Il 3 marzo brilla nella “Coppa Malvezzi”, 10 km su strada: secondo dietro il sempre forte Speroni. Identico risultato il 20 aprile nella prova organizzata dalla “Post Resurgo Libertas” nei pressi di Limito. Ha ritrovato comunque una buona condizione e la ricerca della maglia azzurra lo stimola al massimo. Il 27 aprile si disputa una “preolimpionica” (come le chiamano all’epoca) per i maratoneti, sulla distanza però di 20 km, sul percorso Milano-Lissone: Bertini sbaraglia la concorrenza, primo al traguardo davanti al grande Blasi. E’ sulla via giusta per Parigi. Peccato che qualcuno si metta sulla sua strada: il 10 maggio è in testa nella seconda “preolimpionica”, 25 km a Busto, quando uno spettatore gli getta addosso una secchiata d’acqua, facendolo sbandare e tramortire. Viene così superato da Blasi, ma riesce a conservare il secondo posto e, con esso, il sogno olimpico. Identica situazione il 25 maggio a Udine: Blasi lo supera per 8” ma Parigi si avvicina. Bertini convince tutti nell’ultima prova di selezione, a Milano il 15 giugno, 37 km con partenza ed arrivo all’Arena dopo una puntata fino al rondò di Monza. Dopo un inizio tranquillo, rientra in testa sul fuggitivo Biscuola assieme ad Alciati del quale però perde le tracce ai meno 2. Bertini è comunque secondo ed il suo nome è nella lista dei sei maratoneti che difenderanno i nostri colori a Parigi. La maratona olimpica si svolge il 13 luglio, con partenza ed arrivo dallo stadio di Colombes, centro nevralgico di quei Giochi: il percorso si snoda fino a St. Ouen, a nord di Parigi, per poi tornare indietro. I nostri si presentano in maglia bianca, per cercare di sopportare meglio il gran caldo. Gareggiano 58 atleti di 20 nazioni. La partenza, avvenuta alle 17.23, è ritardata di due ore per il gran caldo. Nelle prime fasi brilla il greco Kranis, poi a metà percorso al comando passa il francese Verger, ma tutti i migliori, compresi i nostri Blasi e Bertini, si mantengono vicini. Intorno al 22 km attacca il finnico Stenroos e nessuno lo vede più fino al traguardo. Dietro si lotta per il podio: mentre Blasi cede ed il favorito Kohlemainen clamorosamente si ritira, Bertini lotta con lo statunitense Demar e l’altro finlandese Halonen. Leggenda vuole che Bertini, accortosi che Halonen non era il temutissimo Kohlemainen, abbia pensato di staccarlo più facilmente. In effetti, incrementato il ritmo, Bertini si installa in seconda posizione, volando a conquistare un grande argento, col tempo di 2h47’19”, sia pur staccato di sei minuti dall’oro Stenroos. Bronzo allo statunitense DeMar, in 2h48’19” davanti a Halonen ed il britannico Ferris. Dunque gara strepitosa per Bertini che oltre tutto conquista l’unica medaglia azzurra nelle prove di corsa di quell’edizione[1].

Rientra quindi alle gare il 17 agosto nella maratonina (21 km) di S. Stefano Belbo: stanco per i festeggiamenti post-olimpici, è nettamente battuto da Marengo che lo stacca inesorabilmente e senza discussioni (1’52” il divario), incrinandone subito il fresco prestigio. Sette giorni dopo, su una distanza per lui breve (12 km), affronta il “Giro di Biella” dove chiude terzo, battuto da Speroni e Malvicini. Si dimostra ancora il migliore il 14 settembre a Firenze nei tricolori di maratona che vince con un tempo intorno alle 3 ore[2], staccando di 5’42” il secondo, il sorprendente friulano Agnoletti. Il 5 ottobre, di nuovo su una distanza a lui poco congeniale, sfida Speroni nella “Traversata di Venezia”: viene battuto, ma non demerita, ottenendo un bel secondo posto. Torna ai suoi kilometraggi preferiti e realizza un altro exploit. Il 26 ottobre Bertini vince difatti la maratona di Torino, anche se il sorprendente Ferrera gli dà filo da torcere: riesce a superarlo difatti solo all’ultimo km, in piena città, sul ponte Margherita. Bertini vince con 47” su Alciati mentre Ferrera, sfinito e traumatizzato dal sorpasso, chiude quarto, a passo d’uomo. Bertini è in forma e non manca al “Giro di Milano” del 2 novembre, corso in gran parte sui bastioni: non può niente però contro Speroni che lo relega ad un comunque positivo secondo posto. Il risultato non cambia sette giorni dopo a Santa Maria Capua Vetere, su 9 km. Bertini chiude la sua ottima annata su strada a Barcellona il 7 dicembre, sui 14 km della “Challenge Pedro Prat”: vince ancora il “solito” Speroni, ma Bertini chiude buon terzo, superato anche dall’iberico Palau. Il 21 dicembre è battuto da Garavaglia nel cross della Modoetia a Monza e sette giorni dopo chiude quarto il cross di Vimercate, disputato in parte su strada: le campestri comunque, dato anche il kilometraggio non elevato, non sembrano rappresentare il terreno migliore per Bertini. Ma il suo bilancio al termine del 1924 è più che positivo e quella medaglia d’argento, la prima olimpica per un maratoneta italiano, brilla quasi come oro puro. Nel 1925 inizia presto. A Gessate l’11 gennaio organizzano un cross su 8 km ed anche se non è la sua specialità, Bertini non può mancare. Chiude buon terzo, superato da Ferrario e Squellati. Il 25 gennaio è quinto nel “Giro di Viareggio” vinto da Lippi. Si tiene in forma con gare su distanze a lui poco consone: l’8 febbraio chiude al settimo posto il cross “dei 7 campanili” vinto da Robino su Speroni. Esattamente un mese dopo, l’8 marzo, è ottimo secondo nel campionato lombardo di cross, alle spalle di Ferrario. Il 15 marzo è quarto nei tricolori di cross, dietro comunque a grandi specialisti come Davoli, Speroni e Re. Sette giorni dopo, Bertini chiude settimo il cross di Bertolla, Torino, vinto da Speroni. I cross gli hanno permesso di trovare comunque una buona forma: nella prima corsa su strada, la “Coppa Malvezzi”, peraltro disputata su 7 km, Bertini è ottimo secondo alle spalle di May ma davanti al grande Speroni che però lo supera il 12 aprile nella prestigiosa “Beaulieu-Monaco” di 10 km: per Bertini comunque un grande risultato su una distanza poco adatta alle sue caratteristiche. Dopo una lunga pausa, con allenamenti mirati per le lunghe distanze, Bertini si ripresenta solo ai primi di agosto a Copenaghen, in Danimarca, dove affronta una prova di 30 km. Si presenta da favorito, ma a metà strada si trova imbastito ed affaticato, vede fuggire via gli avversari e si ritira. Deluso ed abbacchiato, ci riprova nei tricolori di maratonina, il 16 agosto a Napoli. Ma anche qui non va bene: stroncato dai saliscendi di Posillipo, cede nella seconda metà di gara e finisce terzo, sopravanzato dal campano D’Amore e Bovone. Qualcuno parla già di declino, in ogni caso di prestazioni deludenti. Non va meglio peraltro nei tricolori di maratona, il 13 settembre al Lido di Venezia: dopo una gara anonima, Bertini chiude 5°, ma distanziato di ben 19’ dal sorprendente vincitore, il padrone di casa Conton. Quinto posto per Bertini anche nella Bologna-Pianoro, vinta dall’abruzzese Zitti: in molti si chiedono se Bertini tornerà mai quello di Parigi. Ci prova: il 18 ottobre chiude al terzo posto la maratona di Torino alle spalle di Malvicini ed Alciati. Il distacco dal vincitore, 8’12”, appare ancora pesante ed il suo tempo supera di poco le tre ore, ma almeno il podio lo ha agguantato. Un mese dopo, il 15 novembre, termina al quinto posto il “GP del Re” a S. Maria Capua Vetere dove vince il fiorentino Lippi. Nel 1926 riparte dalle campestri. Il 31 gennaio è sesto nel cross della Bovisa, organizzato dallo “SC Italia”. Il 14 febbraio è invece quinto nel “GP d’Inverno”, un cross vinto dall’emergente Reati. Sette giorni dopo nella sua Gessate è superato allo sprint da Speroni nel campionato lombardo di cross. Lo stesso Speroni il 28 febbraio vince il cross “dei sette campanili”, con Bertini quinto. Il 7 marzo, nel cross per la “Coppa Fiera di Milano” all’ippodromo di San Siro, Bertini chiude 7°, nettamente attardato dal vincitore, il francese Thierrée. Sette giorni dopo, alla Bovisa, Bertini è ottimo secondo ai tricolori di cross, staccato di 9” dal vincitore Davoli: un bel risultato che lo conferma tra i nostri migliori podisti. Il 21 marzo, non a caso, Bertini si aggiudica il cross della Malpensa. Poi iniziano le gare su strada: il 4 aprile Bertini finisce quinto nella Beaulieu-Monaco vinta dal forte francese Guillemot. Si rivede un mese dopo, il 2 maggio: 2° nella “Coppa Vimercate”, bruciato da Garlaschelli. Il 18 luglio chiude sesto il “Giro di Roma” su 23 km. Si ripresenta solo il 29 agosto nel “Giro di Biella”, finito al terzo posto dietro Speroni e Chiusa. Terzo anche nella “maratonina biellese” il 12 settembre, alle spalle di Malvicini ed Alciati. Sette giorni dopo, Bertini chiude 4° la maratonina di Ivrea, vinta da Mangiante. Il 26 settembre termina quarto anche nella maratona di Milano, staccato di 7’ dal vincitore Malvicini, preceduto anche da Natale e lo sconosciuto Patroccolo. Finalmente arriva il successo della “resurrezione”, come titolano i giornali: il 24 ottobre Bertini domina la Bologna-Pianoro, su 32 km, staccando il secondo (Zuccaro) di 6’20”. Sembra in grande forma, ma delude il 7 novembre nella maratona di Torino, ritirandosi (vince il britannico Ferris). Va male anche nel “Giro di Milano”: addirittura 19°, lontanissimo dal vincitore Davoli. La sua prima gara del 1927 è il cross di Monza del 13 marzo: finisce settimo, vince Oleotti che poi trionfa anche nel “Giro dei Tre Laghi” ad Ivrea il 4 aprile. Qui Bertini termina quarto. Ritrova il successo importante nella selezione per le gare di Londra ed Atene che si svolge l’8 maggio in pista a Bologna su 20 km. Difatti il 6 giugno è nella capitale inglese per una prova su 14 miglia dove però si ritira senza mai essere stato protagonista e deludendo le aspettative. Il parziale riscatto arriva solo il 7 agosto nel “Giro di Milano” che, portato a 22 km, vale come preolimpica. Bertini fa una gran gara, va in testa, seleziona il gruppo dei migliori, ma nel finale è superato da Rossini che lo relega alla piazza d’onore, staccato di 32”. Lo stesso Rossini il 4 settembre si aggiudica il tricolore di maratonina a Torre del Greco dove Bertini chiude quinto. Bertini torna alla vittoria nella maratonina di Biella l’11 settembre. Nove giorni dopo, chiude terzo la “Coppa Paracchi” a Torino, 13,5 km su strada, superato da Malvicini e Morino. Il 25 settembre chiude al quarto posto la Bologna-Pianoro vinta da Rossini. Il 16 ottobre si ritira nel tricolore di Maratona a Torino dove vince ancora Rossini: brutto passo falso sulla strada dei Giochi. Bertini si riprende in fretta: il 30 ottobre si aggiudica la maratonina canavesana ad Ivrea (26 km).

Nel 1928 parte tranquillo, in vista dei Giochi. Si allena con i cross: l’11 marzo chiude 11° la prova tricolore vinta da Lippi all’Ippodromo di San Siro. Sette giorni dopo, sulla pista del “Littoriale” di Bologna, è battuto da Badiali sui 10mila. Il CT Gaspar comunque lo tiene in considerazione e lo inserisce nella lista dei “probabili olimpici” per la maratona. Il 6 maggio Bertini coglie un bel terzo posto nel “Giro di Milano”, 24 km, superato da Prato e Conton. Il 17 giugno verifica in chiave olimpica nella Parigi-Corbeil di 28 km: Bertini non va benissimo ma neanche male. Chiude difatti nono, comunque lontano dal vincitore Tell e da Conton, secondo. L’8 luglio a Bologna si disputa la preolimpica decisiva, su 38 km: Bertini chiude terzo, superato da Ferrera e Natale. I tre vanno tutti ad Amsterdam. La maratona olimpica si svolge il 5 agosto, con partenza ed arrivo all’Olympisch Stadion. La giornata è fresca e ventosa, il kilometraggio è ormai quello canonico di 42,195 km. Partono 69 atleti in rappresentanza di 23 nazioni. Dopo metà corsa rimangono al comando 5-6 uomini e tutto si decide nei 5 km finali. Attacca lo statunitense Ray, poi cede. Al comando passa il giapponese Yamada, bloccato però dai crampi. Alla fine emerge il franco-algerino El Ouafi che attacca poco prima dell’ingresso nello stadio e vince in 2h32’57” davanti al cileno Plaza (2h33’23”) ed al finlandese Marttelin (2h35’02”). Bertini ha da tempo ha perso contatto dai primi e ha abbandonato intorno al km 20: per lui una prova assolutamente incolore e da dimenticare. Va meglio ma non troppo nella maratona di Torino il 14 ottobre, che vale il titolo italiano: vince il finlandese Marttelin e Bertini chiude solo 11°, lontanissimo. Altrettanto accade sette giorni dopo ai tricolori di maratonina, disputati a Rovigo: Bertini termina 13° (vince l’outsider Balbusso). Stesso risultato, non certo brillante, anche il 10 marzo 1929 ai tricolori di cross, disputati all’Ippodromo di San Siro a Milano e vinti da Lippi. Il 31 marzo Bertini chiude al 4° posto il “GP Pasqua” a Milano vinto da Morelli. Poi torna alle gare in pista: il 9 maggio è battuto da Pedraglio all’Arena sui 5mila dei campionati provinciali. Tre giorni dopo a Roma, nello stadio del PNF, vince i 10mila. A 36 anni dirada i suoi impegni. Si rivede solo il 4 maggio 1930 nel tradizionale “Giro di Milano” cui non può mancare: chiude al 6° posto, lontano dal vincitore Rossini. E’ l’ultimo suo risultato di buon livello. Alla sua scomparsa, Gessate lo ha onorato intitolandogli il campo sportivo.


[1] L’unico altro successo per l’atletica viene dal grande Frigerio che conquista l’oro nei 10 km di marcia

[2] Per la precisione 3h00’38”, ma il percorso misura esattamente 42,750 km