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BERRUTI Aroldo

Genova 23.12.1902 / Genova 01.05.1967

1924. Pallanuoto. Eliminato Primo Turno (10° p.m.)

Nuota con disinvoltura sin da ragazzino e presto si indirizza verso la pallanuoto, tesserandosi con il neonato Sturla[1], compagine genovese da sempre in lotta con gli eterni rivali dell’Andrea Doria. In effetti queste due squadre si dividono spesso le vittorie a livello locale, anche se sono i doriani a prevalere più spesso. Lo Sturla comunque non si tira mai indietro e replica colpo su colpo, anche a livello di tifoserie: in Liguria difatti la pallanuoto ha trovato molti supporters esagitati e non di rado le partite terminano con una scazzottata generale, in acqua e soprattutto fuori. In questo clima di battaglia si cala il ventenne Berruti, nel ruolo di centro-boa. Tra Doria e Sturla vicende alterne: se nel torneo di Millesimo del 1921 i doriani subiscono una netta sconfitta, si prendono la rivincita nella finale del girone eliminatorio ligure, per poi andare a vincere il tricolore. Stessa storia nel 1922, ma nel 1923 la musica cambia: lo Sturla finalmente supera i doriani e si aggiudica il Campionato anche se in modo rocambolesco. La finale è burrascosa: il 12 agosto a Roma, nella piscina della Farnesina, la Partenope di Napoli è in vantaggio per 1-0 quando, dopo una serie di interventi piuttosto rudi da ambo le parti, viene espulso il campano Del Giudice. I partenopei protestano vibratamente per l’arbitraggio ed alla fine abbandonano l’acqua: lo Sturla sarà cosi dichiarato vincitore[2]. In questo contesto Berruti dimostra sempre ottime qualità al punto che, all’inizio del 1924, quando il CT Boero deve diramare le convocazioni per i ritiri collegiali pre-olimpici, il suo nome figura nella lista. Berruti dunque si reca ogni domenica, tra aprile e giugno, a Milano nella piscina riscaldata delle Terme dove appunto si organizza la nostra spedizione a Parigi. Lo Sturla però, con Berruti in acqua, deve sempre fare i conti con la Doria che vince 2-0 la finale della “Coppa Fortoul” a Genova, il 29 giugno.

Si tratta dell’ultima prova importante prima dei Giochi dove Berruti ha il posto da titolare assicurato. Il torneo olimpico di pallanuoto si tiene nella Piscine des Tourelles, in Rue de Tourelles, nella parte orientale di Parigi, nei pressi della Porte des Lilas, praticamente dove oggi sorge lo “Stadio Nautico Georges Vallerey”. Partecipano 13 nazioni, col criterio dell’eliminazione diretto ed un complicato girone di consolazione che attribuisce le medaglie dei piazzati. L’Italia esordisce il 13 luglio ed è una debacle clamorosa, storica ed estremamente deludente: perdiamo difatti 7-0 con la Svezia e siamo subito eliminati. Non siamo ammessi neppure al girone per argento e bronzo: dunque disputiamo solo una partita. Visto l’esito, e la pessima figura, potevamo anche risparmiarci il viaggio. L’oro va alla Francia che in finale batte 3-0 il Belgio, che poi nel girone di consolazione conquista l’argento ai danni degli USA, bronzo. La partecipazione a Parigi nel 1924 rimane per la pallanuoto italiana una brutta macchia, di cui peraltro (comprensibilmente) s’è sempre parlato poco. Anche se, ancora a Parigi, si nota un segnale di risveglio: il 15 luglio, nella stessa piscina olimpica, si svolge un incontro amichevole tra i nostri e la Svizzera, pure eliminata nelle prime fasi del torneo. L’Italia, con Berruti in acqua, vince 3-0. Nel 1925 Berruti è protagonista di un clamoroso cambio di calottina: si accasa difatti proprio alla Doria, ma ne ha ben donde. Difatti vince a ripetizione. Il 7 giugno la Doria si aggiudica la “Coppa Esperia” nella piscina di Via Argellati a Milano. Batte 2-0 la Sampierdarenese e 4-0 la Triestina, pareggia 1-1 con la MVSN Napoli. Quindi domina il girone eliminatorio ligure del Campionato ed in finale a Napoli affronta, di nuovo, i padroni di casa della MVSN. La partita si svolge il 7 settembre nel civettuolo porticciolo di Santa Lucia tra centinaia di spettatori scalmanati assiepati ai bordi del campo di gioco. Il match è spigoloso, difficile, caotico: l’arbitro Massola stenta a tenere a freno il gioco duro da ambo le parti. I tempi regolamentari finiscono 0-0. Si va ai supplementari e qui avviene il “fattaccio”: mentre il partenopeo Del Giudice accusa i crampi, Della Casa segna per la Doria ed accade il finimondo. Il pubblico inferocito se la prende con l’arbitro, reo di non aver interrotto il gioco per soccorrere Del Giudice, e addirittura Massola viene preso di peso e gettato in acqua dove volano botte da orbi tra giocatori. Alla fine si riesce a riprendere il gioco, in un clima fortemente intimidatorio per arbitro e doriani che però non tremano e anzi, coi napoletanti troppo nervosi, raddoppiano con Ambrosini. La partita termina 2-0 e la Doria conquista il Campionato, ma arbitro e liguri rimangono per diversi minuti assiedati negli spogliatoi finchè non interviene la forza pubblica a sedare gli animi.

Nel 1926 altra grande stagione per la Doria (e Berruti) che vince nettamente il girone ligure di Campionato ed affronta in finale, nella piscina di Via Argellati a Milano, la 138a Legione MVSN di Napoli, costruita sui residui della “Partenope”. Partita combattuta, ben arbitrata dal grande Beretta, si risolve 1-0 a favore dei doriani con gol di Della Casa. Stagione alterna il 1927. Il 31 agosto Berruti è in Nazionale agli Europei di Bologna, ma i nostri perdono 3-1 la prima partita con la Cecoslovacchia e vengono subito eliminati I doriani si riscattano il 2 ottobre quando a Rapallo, in mare, vincono la finale di Campionato con la 32a Legione di Sampierdarena, battuta 1-0. Nel 1928 arriva un altro titolo italiano. I doriani vincono il Campionato il 19 e 20 settembre a Milano, nella piscina della “Canottieri”. In un girone a quattro, vincono 1-0 con in napoletani della 138a Legione, 4-1 con la Triestina e pareggiano 0-0 con la “Mameli”, guadagando così il primo posto nel girone. L’anno seguente però, dopo aver vinto il girone eliminatorio ligure, i doriani, con Berruti in acqua, sono ripetutamente, e clamorosamente, battuti nel girone finale che si disputa a Roma, nella piscina dello Stadio PNF, a metà agosto: chiudono addirittura al sesto ed ultimo posto. Vince la Triestina. I doriani si riscattano nel 1930 quando rivincono il Campionato. Il girone finale si svolge a Genova, a metà settembre e la Doria in semifinale supera 2-0 la Triestina, con doppietta proprio di Berruti. In finale domina la Florentia 5-0. I doriani si confermano nel 1931 quando comunque il Campionato ha un andamento alquanto complesso. Nel girone finale, a Roma, la Doria batte 5-1 il Camogli e 2-1 la “Mameli”: avrebbe vinto il torneo, ma in quest’ultima partita gli arbitri commettono un errore tecnico e l’incontro deve essere rigiocato. Il 6 settembre a Bologna la Doria supera di nuovo la “Mameli”, stavolta per 4-2 e si aggiudica definitivamente il Campionato: in questa finale Berruti segna un gol. Il ciclo della Doria però è finito: nel 1932 chiude al terzo posto il Campionato e Berruti termina la sua carriera su alti livelli.

berruti

Il “Settebello” del 1924

 


[1] La società è stata difatti fondata nel 1920

[2] Tra l’altro questo rimarrà l’unico scudetto della società nella pallanuoto