BERNASCONI Domenico
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Carate Lario (CO) 16.11.1902 / Torrigia di Laglio (CO) 02.02.1978
1924. Pugilato. Eliminato Primo Turno pesi gallo
Sulle rive del Lago di Como inizia a praticare canottaggio, anche se il suo fisico è alquanto minuto. Trasferitosi a Milano, si tessera per la gloriosa “US Milanese” e diventa un pugile delle categorie minori. Il suo esordio in un torneo importante si sviluppa ai primi di agosto del 1922 a Torino, nella “Coppa Grassi”, riservata ai “mosca” ed organizzata dalla Società Ginnastica Subalpina. Bernasconi si rivela: batte Rosano ai punti, poi supera il tricolore Farabullini, ancora ai punti, in un match equilibrato ed entusiasmante. In finale è protagonista di un altro grande incontro, con il torinese Rolandi: le tre riprese finiscono in parità[1] e viene disputata un round supplementare. Tra le proteste del pubblico la vittoria è attribuita al padrone di casa che pure viene contestato dagli spettatori. L’episodio, clamoroso, fa acquisire notorietà e sicurezza in se stesso a Bernasconi, ancora alle prime armi, ma comunque molto interessante in prospettiva. Si conferma il 23 novembre quando, ancora nei “mosca”, vince il torneo organizzato dalla sua USM a Milano nei locali dell’associazione “Figli del Lavoro”, in Via Lomazzo. In finale batte ai punti il brillante e dinamico Castellenghi, uno tra i più forti pugili meneghini pound-for-pound. Militare nel 12° Bersaglieri, noto per essere il “reggimento degli sportivi” cui lascia grande libertà, Bernasconi trova comunque il tempo di allenarsi. Difatti si rivede già il 28 gennaio 1923, in un’altra riunione organizzata dall’USM: batte Ipsale ai punti. Bernasconi cresce di peso e passa nei “gallo”, categoria nella quale il 7 aprile conquista il titolo di Campione Lombardo, battendo ai punti Caggiula nella palestra dell’US Lombarda in Via Colletta. I due si affrontano appena undici giorni dopo, al Teatro Carcano di Milano, ma il risultato non cambia. Bernasconi ormai è lanciato, noto e stimato: il 5 maggio vince il “Campionato Alta Italia”, battendo a Milano, ai punti, Savi. Il 30 giugno ad Ancona, al teatro “Vittorio Emanuele”, guadagna il titolo italiano dei “gallo”, battendo ai punti il romano Chiari. Continua a dominare: il 5 agosto al “Teatro dei Ferrovieri” di Milano, in un’apposita riunione definita “preolimpica”, batte Soncini per ko al primo round, dimostrando velocità e potenza. Il 29 novembre al “Teatro Verdi” di Milano batte Carena ai punti. E’ indubbiamente tra i migliori pugili italiani e comincia ad essere soprannominato “Pasqualino”, sia per il suo fisico non proprio da marcantonio ma soprattutto, come dicono i suoi tifosi, perchè agli avversari...fa sentire le campane di Pasqua a forza di ricevere cazzotti!
All’inizio del 1924, annata olimpica, viene preso sotto l’egida del noto Zambon[2] che lo aiuta a migliorare la sua tecnica. Il 29 gennaio Bernasconi batte di nuovo Caggiula ai punti, al Politeama Verdi di Milano. Continua a segnalarsi per il suo gran gioco di gambe e l’ottima capacità di schivare i colpi grazie ad una grande mobilità sul tronco. Intanto, irrobustitosi ed aumentato di peso, passa nei “piuma” tra i quali, ai primi di febbraio, conquista subito il titolo lombardo al Cinema Roma di Corso Lodi a Milano: batte, non senza difficoltà e con un verdetto contrastato, grazie all’arbitro che gli attribuisce il punto decisivo, il rampante Modena. Il 22 febbraio Bernasconi partecipa all’incontro Lombardia-Lazio, disputato al Politeama Milanese di Corso Buenos Aires e valido per la “Coppa Ferrario”: tra i “piuma” batte il romano Chiari ai punti, confermandosi in ottime condizioni. I lombardi vincono 5-3. Il 2 e 3 marzo, a Como, Bernasconi batte Monico per abbandono alla prima ripresa e Trombetta per abbandono al terzo round. A metà marzo a Firenze, nel Politeama, domina i tricolori dei “piuma” che valgono anche come “preolimpica”: nel primo turno batte Zoli che abbandona al secondo round, in semifinale supera F. Marfurt ed in finale, dopo averlo mandato al tappeto due volte, costringe al ritiro il sardo Lecis. Inserito ovviamente nella lista degli azzurrabili, stilata dal CT Alfredo Bianchi, Bernasconi parte per il ritiro collegiale di Bellusco dove, dai primi di giugno, è radunata una trentina di pugili. Bernasconi è in forma, tra i migliori dell’intero lotto ed è tra quelli che si dilettano di più a tuffarsi nel vicino Adda tra una pausa e l’altra della preparazione. Soprattutto però viene notato per la sua fame...pantagruelica che gli fa divorare ogni cosa venga portata in tavola tra le risate generali. Non a caso però aumenta di peso e diventa un “gallo”. Nel ritiro Bernasconi si misura anche con pugili di peso superiore e ne esce bene: c’è fiducia intorno a lui ed al suo destro che pare preciso e soprattutto potente. A Parigi, come la maggior parte degli azzurri, i pugili alloggiano a “Casa Italia”, un grande palazzo appositamente affittato e situato a Neuilly, diretta e supervisionata da Giuseppe Corbari, grande uomo di sport[3]. Le gare olimpiche di pugilato si svolgono al famoso Vel d’Hiv, il velodromo d’inverno teatro di numerose competizioni ciclistiche di rilievo, in un caldo torrido. Il torneo dei gallo (peso-limite 53,524 kg) è ad eliminazione diretta e vi partecipano 21 pugili di 15 nazioni. Bernasconi è poco fortunato nel sorteggio: al primo turno, il 15 luglio, affronta il forte francese Ces. L’azzurro non trema, si batte bene e manda al tappeto il francese che si rialza dopo 4”. Il transalpino si scatena, cercando il recupero, ma Bernasconi regge bene l’urto anche se nel finale accusa qualche colpo di troppo. Alla fine il verdetto ai punti di una giuria troppo partigiana premia il francese, tra il disappunto di molti spettatori. Bernasconi esce dunque subito di scena, battuto ma non sconfitto. Avrebbe meritato di più e stavolta le recriminazioni paiono giuste, soprattutto dopo le aspettative della vigilia. Un vero peccato perchè Ces poi ottiene il bronzo alle spalle del sudafricano Smith e dello statunitense Tripoli.
Bernasconi non molla perchè, è notorio, la vendetta è un piatto che va mangiato freddo, anche quella sportiva. Il 10 novembre al Politeama Milanese si affrontano Italia e Francia. Bernasconi è opposto nuovamente a Ces e stavolta lo batte nettamente ai punti, senza discussioni. Nel computo generale le due nazionali pareggiano 4-4. Bernasconi è grande anche a Copenaghen, per Danimarca-Italia: il 20 novembre batte Nielsen per kot al secondo round e tre giorni dopo manda Seebitz due volte al tappeto, confermandosi pugile di ottima qualità in una sfida nettamente vinta dai nostri. Nel 1925 passa professionista e la sua sarà una grandissima carriera. Conquista subito il titolo italiano dei “gallo”, battendo Alessandri, poi perde due volte ai punti col belga Scille per il titolo europeo che comunque conquista nel 1929, superando un altro belga, Petit-Biquet. Mantiene più volte la supremazia europea, sconfiggendo anche Castellenghi per ko, perdendo poi il titolo contro lo spagnolo Flix, ma riconquistandolo nel 1932 ai danni del romeno Popescu. Il 19 marzo 1933 si batte anche per la corona mondiale, a Milano, contro il forte panamense Brown che però lo sconfigge ai punti dopo eventi alquanto controversi e clamorosi[4]. Perso il titolo europeo nel 1934 da parte di Petit-Biquet, Bernasconi l’anno seguente si ritira: il suo ultimo combattimento difatti si svolge a Cagliari il 18 agosto 1935, sconfitto in 10 riprese ai punti dal padrone di casa Masella. Bernasconi emigra quindi in America, stabilendosi a Coney Island dove apre una farmacia. Rientra quindi in Italia, qualcuno dice che diventi macellaio, certo è che alla fine torna nei luoghi natii dove oggi esiste anche una piccola strada che porta il suo nome. Bernasconi è stato certamente un grande pugile, il primo italiano ad avvicinare, quasi sfiorandolo, il titolo mondiale. Il suo score parla chiaro: 44 vittorie, 21 sconfitte, 5 pareggi. Ma vale soprattutto un dato: nella sua carriera non è mai stato sconfitto prima del limite.
[1] Un giudice dà la vittoria a Bernasconi, il secondo a Rolandi ed il terzo giudica parità
[2] Abelardo Zambon, milanese, nel 1915 conquista il titolo italiano dei medio-leggeri (oggi welter). La guerra interrompe la sua attività, ma nel 1919 si ripresenta e torna campione. Molto alto per la categoria, stenta a rientrare nei limiti di peso, perdendo così il titolo, ma riconquistandolo nel 1922. Combatterà per 10 anni con uno score di 42 vittorie ed 11 sconfitte
[3] Pavese, classe 1865, ex buon nuotatore, Corbari sarà anche Presidente della FIN dal 1928 al 1931
[4] Brown inizia il match molto impacciato, “lega” molto ed al quarto round lascia partire un colpo basso che l’arbitro giudica passivo di squalifica. Bernasconi è dichiarato campione del mondo. Ma interviene Lumianski, il potente manager di Brown, che parla con l’arbitro il quale...annulla la squalifica! Ripreso il combattimento, Brown si riscatta e vince ai punti