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BELLINI Delfo

Rivarolo - Genova 13.01.1900 / Pavia 11.09.1953

1928. Calcio. MEDAGLIA DI BRONZO

Sin da adolescente, negli anni della Prima Guerra Mondiale, Bellini [1] gioca a calcio nella Rivarolese, la squadra del borgo natio. Passa quindi alla Sampierdarenese, dove nel 1918 entra in prima squadra, giocando in tre stagioni 11 partite e segnando un gol. Gioca come mezzala, ma sa farsi valere anche in difesa. Nel 1921-22 colleziona nove presenze con la Sestrese, poi la svolta della sua carriera col passaggio al Genoa nel 1922-23. Qui viene impiegato ancora a centrocampo, ma inizia la sua trasformazione in terzino grintoso, efficace, sicuro. L’esordio in rossoblu è col botto: gioca 11 volte e segna 4 gol, ma soprattutto il Genoa vince il Campionato, superando in finale la Lazio 4-1 in casa e 2-0 a Roma. Bellini è ormai un terzino dal rendimento affidabile e sicuro, costituendo col portiere De Prà e l’altro terzino De Vecchi la miglior linea difensiva d’Italia. Tant’è vero che l’anno seguente il Genoa rivince il Campionato, in cui Bellini totalizza 22 presenze, superando in finale il Savoia, 3-1 in casa ed impattando 1-1 in Campania. Il 1924-25 è altra grande annata, con Bellini che esordisce pure in Nazionale, il 23 novembre 1924 a Duisburg contro la Germania, con gli azzurri che escono vincitori 1-0. Il Genoa invece, dopo cinque tiratissime e tumultuose partite, perde la finale della Lega Nord col Bologna, con Bellini che colleziona 23 presenze. L’anno seguente passa all’Inter, dove in due anni gioca 48 partite e segna un gol. I nerazzurri non raggiungono le finali, ma il rendimento di Bellini è sempre eccellente e non perde la Nazionale dove gioca altre cinque partite, peraltro senza mai uscire sconfitto dal campo. Gli azzurri, tra l’altro, pareggiano a Budapest con l’Ungheria 1-1 (l’8 novembre 1925) e con lo stesso risultato fermano la Svizzera a Zurigo il 18 aprile 1926 mentre il 29 maggio 1927 a Bologna superano la Spagna 2-0. Bellini fa sempre il suo dovere, terzino di affidamento. Nel 1927-28 torna al Genoa che chiude secondo il girone finale della Lega Nord. Un buon torneo dove Bellini non gioca molto (9 presenze ed 1 gol), ma il CT Rangone, che lo conosce bene, si fida di lui e lo chiama tra i 22 per i Giochi anche se col ruolo di riserva.

Al torneo olimpico di calcio, con la formula ad eliminazione diretta, partecipano 17 nazioni e, data la complessità, è la prima competizione ad iniziare, addirittura il 27 maggio. Gli azzurri, con Bellini in panchina, esordiscono il 29 maggio negli ottavi, contro la Francia e non è una partita facile. Si gioca alle 14 all’Olympisch Stadion di fronte a 2500 spettatori, arbitra il belga Christophe. L’inizio è sconvolgente: dopo 20 minuti siamo sotto 2-0 causa una doppietta dello scatenato Brouzes. La reazione dei nostri è veemente: al 21’ accorcia Rossetti ed al 39’ pareggia Levratto. All’ultimo minuto del primo tempo rovesciamo il risultato con Banchero. Si va al riposo sul 3-2. Dopo un quarto d’ora della ripresa Baloncieri mette il suo sigillo, ma c’è ancora da soffrire perchè un minuto dopo accorcia Dauphin. Manca mezz’ora alla fine ma i nostri controllano e vincono 4-3. Il 1 giugno altro incontro difficile e complicato: nei quarti affrontiamo la Spagna. Si rigioca all’Olympisch Stadion, stavolta con inizio alle 19, di fronte a 3388 spettatori paganti. Arbitra l’uruguaiano Lombardi (di chiare origini italiane). Di nuovo Bellini non gioca. La Spagna è avversario ostico: al 21’ passa in vantaggio con Zaldua. Si va al riposo sullo 0-1. Nella ripresa ci pensa ancora Baloncieri che pareggia al 63’. Il risultato non cambia, neanche dopo i supplementari. In quel tempo non sono previsti i rigori e la partita si ripete tre giorni dopo, il 4 giugno, nella stessa sede, con inizio alle 14, davanti a 4770 spettatori. Arbitro l’olandese Boekman. Bellini assente. Stavolta non c’è partita, la Spagna è annientata: vinciamo 7-1. Il primo tempo termina 4-0 per le reti di Magnozzi al 10’, Schiavio al 15’, Baloncieri al 18’ e Bernardini al 40’. La Spagna accorcia alla prima azione della ripresa con Yemo, ma nel finale i nostri dilagano: al 73’ segna Rivolta e poi Levratto chiude con una doppietta (82’ e 84’). Siamo in semifinale e la medaglia pare vicina. Il 7 giugno, all’Olympisch Stadion, con inizio alle 19, ci tocca però il fortissimo Uruguay, campione in carica. 15.290 spettatori, arbitra l’olandese Eijmers. Bellini guarda i suoi compagni dalla tribuna. Baloncieri (ancora lui) ci fa sognare e segna dopo 9’. Il sogno dura appena nove minuti perchè Cea pareggia. Gli uruguayani sono forti e tessono con abilità la loro trama offensiva: al 28’ Campolo ed al 31’ Scarone sembrano mettere la parola fine alla disfida. I nostri si rinfrancano nel riposo e ci provano: dopo un quarto d’ora della ripresa Levratto ci porta sul 2-3. L’impresa pare possibile, ma il risultato non cambia. L’Uruguay vince 3-2, ma non abbiamo demeritato.

Siamo così relegati alla “finalina” per il bronzo dove troviamo il sorprendente Egitto. Sulla carta l’avversario sembra malleabile (ne ha presi sei dall’Argentina nell’altra semifinale). Si gioca il 9 giugno all’Olympisch Stadion, con inizio alle 16, arbitro il belga Langenus, spettatori paganti 6378. Il CT opera qualche cambio e Bellini, finalmente, gioca, al posto di Rosetta: si tratta della sua prima ed ultima partita olimpica. In effetti vinciamo facile anche se gli africani non sono così sprovveduti ed all’inizio ci fanno soffrire. Dopo sei minuti segna Schiavio, ma dopo altri sei minuti pareggia Riadh. Al 14’ Baloncieri riporta avanti gli azzurri ma ancora Riadh pareggia due minuti dopo. Una doppietta di Banchero, al 19’ ed al 39’, indirizza la partita nel verso giusto. Schiavio, al 42’, e di nuovo Bancheri, al 44’, chiudono i conti. La ripresa ha poca storia: Baloncieri (al 52’) e Schiavio (al 58’) arrotondano il punteggio, con El-Ezam (al 60’) a salvare la bandiera. Una tripletta di Magnozzi (72’, 80’ e 88’) fissa definitivamente il risultato in un clamoroso 11-3 che ci regala un bel bronzo, a dimostrazione della crescita internazionale sviluppata dal nostro movimento calcistico. L’oro va di nuovo all’Uruguay che così si laurea nuovamente “Campione del Mondo”: difatti, come quattro anni prima, anche questo torneo olimpico ha valenza di Mondiale, secondo quanto stabilito dalla FIFA. Ma che fatica per la “celeste”! La finale tra Uruguay ed Argentina del 10 giugno termina difatti 1-1 ed è necessaria la ripetizione, tre giorni più tardi, che va agli uruguagi per 2-1. Quegli stessi uruguagi che due anni dopo, superando di nuovo i tradizionali rivali argentini, guadagneranno anche il primo “vero” Campionato del Mondo. Intanto l’Italia inizia ad emergere, rinfrancata dal bronzo olimpico, il primo alloro intercontinentale del nostro calcio. Per Bellini il massimo risultato col minimo sforzo: una sola partita, vinta, e la medaglia al collo. La sua carriera volge al termine. Gioca ancora due anni con la Dominante[2] e poi appende gli scarpini al fatidico chiodo. Due scudetti ed un bronzo olimpico: non sono poi molti i calciatori italiani di quel periodo a vantare un simile curriculum, per un terzino che ha sempre eseguito i suoi compiti al meglio.

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La Nazionale bronzo nel 1928. In piedi da sinistra: Combi, Bernardini, BELLINI, Genovesi, Banchero, Baloncieri, Caligaris, Schiavio, Levratto. In ginocchio: Magnozzi, il masseur Pilotta e Pitto


[1] Alla nascita il cognome originario è BELLINO, con la o finale. Viene appositamente cambiato tramite richiesta ufficiale all’anagrafe

[2] La squadra nasce il 27 luglio 1927 dalla fusione di Andrea Doria e Sampierdarenese. Nel 1930 assumerà il nome Liguria