BALDI Baldo
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1920. Scherma. MEDAGLIA D’ORO Fioretto a Squadre, MEDAGIA D’ORO Sciabola a Squadre, 12° Sciabola Individuale
Appartenente al celebre Circolo Fides guidato dal vulcanico ed inflessibile Beppe Nadi, padre del mitico Nedo. Baldi dunque ha modo di crescere agonisticamente e tecnicamente in un ambiente schermistico di primo livello dove apprende, sia pure attraverso i metodi non certo teneri del maestro Nadi, i dettami stilistici che lo portano, grazie ad impegno e costanza negli allenamenti, ai più alti livelli. Ma la sua crescita è lenta.
Inizia a segnalarsi nel 1910 quando è 3° fra gli “juniori” nel torneo del Club d’Armi milanese. A giugno quindi si distingue nel torneo di Ferrara, organizzato nel castello estense, dove dimostra di essere valido nelle tre armi: 2° nel fioretto, battuto solo dal formidabile Nadi, e nella spada, è 4° nella sciabola. Nel 1911 va in Nazionale per la prima volta e vince il torneo di sciabola a Vienna, assieme a Belloni e Benfratello, superando Austria, Ungheria e Germania. Un gran bel successo che sembra potergli spalancare le porte di un avvenire luminoso. In realtà non è così: nel 1912, annata olimpica, ha una brusca battuta d’arresto che gli pregiudica la convocazione olimpica. La situazione non migliora nelle due stagioni successive quando il suo nome non compare mai ai primi posti nei tornei. La guerra fa il resto. Tutti si ritrovano, e ci riprovano, nel 1919. Essendo ancora sotto le armi e con la “spinta” di Nadi, Baldi è cooptato per i “Giochi Interalleati” di Parigi, la prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi, vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Per la scherma il padre-padrone è il Generale Ceccherini, già medaglia d’argento olimpica nella sciabola a squadre nel 1908. I nostri sono forti ma anche sfortunati: nella prova di fioretto a squadre perdono in finale contro la Francia ma solo per il computo delle stoccate (127 a 125). Gli azzurri si prendono la rivincita nella sciabola a squadre: 19-8 al Belgio, 19-10 alla Francia, 19-8 al Portogallo il loro cammino lastricato d’oro, con Baldi buon protagonista. Di tornei importanti se ne riparla nel 1920, quando si deve preparare la trasferta olimpica. I livornesi sono forti, è vero, ma anche favoriti dal fatto di avere Nedo Nadi nel ruolo non solo di capitano ma anche, in un certo senso, di selezionatore occulto perchè è ovvio che, dall’alto del suo carisma, ha l’ultima parola sulla composizione della Nazionale. Baldi comunque parla con i risultati. A fine luglio nel prestigioso torneo di Venezia, disputato nella sontuosa cornice del cortile di Palazzo Ducale, termina sesto nella spada ed ottimo terzo nella sciabola dove è superato solo dai fratelli Nadi che occupano le prime due posizioni anche nell’altra arma (con Nedo sempre primo, neanche a dirlo). Nadi conosce benissimo Baldi, gran sciabolatore ma anche ottimo fiorettista, e non può non prenderlo in considerazione: così lo inserisce nella lista per Anversa. Baldi esordisce nella prima prova in programma della scherma: il fioretto a squadre che inizia lo stesso giorno della cerimonia di apertura dei Giochi, il 15 agosto. Si gareggia in due playground: turni eliminatori al Royal Beerschot Tennis&Hockey Club, nei pressi dell’Olympisch Stadion e la finale al Floralien, il padiglione dei fiori, nel Middelheim Park, nella parte meridionale di Anversa, al confine col sobborgo di Wilrijk. Alla prova a squadre partecipano 8 nazioni ed il regolamento è semplice: si affrontano 4 atleti alla volta, tutti contro tutti, ed ogni singolo incontro viene deciso alla terza stoccata a favore. Sono possibili sostituzioni dopo ogni match ed i nostri adotteranno un cospicuo turn-over, risparmiando i grandi calibri quando possibile. Nella mattina del giorno 15 gli azzurri iniziano con la Gran Bretagna, liquidata 9-7 da una compagine di seconde schiere nella quale anche Baldi fa la sua bella figura (con lui Terlizzi, Speciale e Costantino). Con lo stesso punteggio è superato anche il Belgio, poi tocca alla Danimarca ed alla Cecoslovacchia, quasi annientate. L’Italia domina il suo girone eliminatorio (4-0) e si prepara alla finale, ben decisa a vendicare la cocente sconfitta dei Giochi Interalleati di Parigi dell’anno precedente. Il giorno della verità è il 17 agosto, si comincia alle 9 di mattina. In finale l’unico dei nostri a non scendere in pedana è proprio Baldi, ma gli altri sono strepitosi. La Gran Bretagna è schiantata 16-0, gli USA battuti nettamente 13-3, la Danimarca superata agevolmente 12-4. Il match decisivo, come prevedibile, è con la Francia. Gaudin, il “campionissimo” transalpino fa paura, soprattutto quando Nedo Nadi viene battuto 3-2, ma ci pensa uno strepitoso Aldo a ridimensionarlo. Sul punteggio di 8-7 per noi, tocca a Puliti contro Ducret che è un osso duro e per di più è stato allevato da un maestro italiano, Gabrielli. Ma viene steso 3-1 ed è trionfo azzurro, il primo a squadre nella scherma. Argento ovviamente alla Francia, bronzo agli USA. Per Baldi il massimo risultato col minimo sforzo: con la sua unica presenza, non ha poi faticato troppo per guadagnarsi questa medaglia d’oro.
Baldi si ripresenta il 24 agosto nel torneo di sciabola a squadre che inizia all’Olympisch Stadion ma poi, per la pioggia battente, viene trasferito al Floralien, nel Middelheim Park. Solo 8 le nazioni presenti e per questo viene deciso di sviluppare un’unica poule, senza eliminatorie. Grandi assenti proprio i formidabili ungheresi, ufficialmente “non invitati” ma in realtà estromessi dai Giochi, alla pari di tedeschi ed austriaci, per il pesante ruolo giocato nella Prima Guerra Mondiale. La mancanza dei magiari favorisce indubbiamente gli azzurri che dominano letteralmente il campo, gestendo con aculatezza il turn-over degli uomini, schierando sette degli otto schermidori presenti nella lista ufficiale. Il solo Cesarano non scende in pedana e ciò gli preclude la possibilità di mettersi la medaglia al collo. Perchè i nostri non lasciano il minimo spazio agli avversari, letteralmente schiantati. Baldi stavolta deve “faticare” un po’ di più e disputa quattro match su sei, è una sorta di titolare “semi-fisso”: assieme ai fratelli Nadi e Puliti, per una Nazionale in sostanza “livornese”, partecipa ai successi su Belgio (12-4), Cecoslovacchia (12-4, vince tre assalti) e soprattutto sulla temibile (sulla carta) Francia, dominata 13-3. Baldi è in pedana, conquistando altri tre punti, anche contro la Danimarca, battuta ancora 13-3, assieme ad Aldo Nadi (Nedo si concede un turno di riposo), Gargano e Puliti. L’ultimo incontro in programma, con la Gran Bretagna, non viene neppure disputato dato che non avrebbe cambiato l’esito finale. Dunque oro strameritato all’Italia, argento alla Francia e bronzo per i sorprendenti Paesi Bassi. Grande la prova di Baldi per un trionfo targato, come raramente accaduto nella storia del nostro sport, con la sigla di una sola città, “LI”: si potrebbe dire “Livorno contro il resto del mondo” e sul tetto del mondo, almeno ai Giochi di Anversa nella sciabola. E con Baldo Baldi grande primattore al fianco di campioni ben più celebrati.
Baldi cerca la difficile conferma il giorno seguente, di nuovo nel Floralien, nel torneo di sciabola individuale. Partecipano 43 atleti di 9 paesi. Baldi non va male: nella poule eliminatoria vince 3 incontri e ne perde altrettanti, chiudendo 4° a pari merito e passando comunque il turno (primo del girone è Nedo Nadi). Ritrova Nadi anche in semifinale dove è l’unico a batterlo: con lo score di 5-1 Baldi vola nella finale a dodici, con buone chance. Ma in finale cede di schianto e non ingrana: vince 3 incontri e ne perde 8, chiudendo all’ultimo posto. La sua partecipazione olimpica comunque rimane di alto livello: si porta a casa due ori, e non è cosa di tutti i giorni. Non sarà un Campionissimo, ma un ottimo schermidore sì. Difatti, dopo i Giochi, diventa professionista e proseguirà la sua attività con un certo successo.