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ASINARI DI SAN MARZANO Carlo

Torino 03.12.1884 / Torino 17.05.1969

1920. Equitazione. MEDAGLIA DI BRONZO Concorso ad Ostacoli a Squadre (c. Alvisi, Cacciandra, Caffaratti), 19° Concorso Completo

Conte e discendente di una delle famiglie più antiche ed aristocratiche dell’intero Piemonte[1]. Nella Prima Guerra Mondiale combatte in artiglieria ed ottiene una Croce di Guerra al Valor Militare per il suo ardimento. Ha, da tempo, già iniziato a cavalcare con un certo successo nei vari concorsi ippici, dedicandosi soprattutto agli ostacoli: nel 1908 è stato difatti tra i migliori allievi alla scuola di Tor di Quinto, poi è divenuto Capitano del Reggimento Lancieri Aosta. Dopo la guerra riprende ad esibirsi in gare ippiche. Uno dei suoi primi risultati accertati è il 6° posto nel concorso di Tor di Quinto del 7 novembre 1919, vinto da Cacciandra. L’anno seguente si distingue a Genova (Marassi), vincendo il 27 giugno la gara handicap di velocità davanti al quotato Alvisi e disimpegnandosi bene anche sugli ostacoli. E’ tra i nostri migliori cavalieri e l’Ispettorato Ippico, demandato al compito di selezionare i cavalieri, lo inserisce nella lista per i Giochi di Anversa. In Belgio, Asinari esordisce in quello che oggi è definito “concorso completo”, anche se all’epoca è ben diverso dall’attuale e viene chiamato “evento dei tre giorni”. Sono previste difatti tre gare: una cavalcata di 50 km in campagna di cui 5 km con 20 ostacoli, un cross di 20 km da percorrere in un’ora con aggiunta di 4 km di steeple-chase ed infine un concorso ad ostacoli. Le tre prove si tengono rispettivamente a Merksem, all’Hoogboom Country Club a Kapellèn ed all’Olympisch Stadion di Anversa. Al via si presentano 25 cavalieri di 8 nazioni. La prima prova, i 50 km, si svolge il 6 settembre, con partenza alle 8 di mattina. In sei vengono classificati primi a pari merito e tra loro figurano anche gli italiani Cacciandra e Spighi: i due totalizzano 900 punti. Asinari, in sella a Savari, non va troppo bene: difatti si piazza soltanto 18°, preceduto anche dall’altro italiano in gara, Caffarati (13° a pari merito). Partenza in salita, ma comunque ancora niente di compromesso. Due giorni dopo, l’8 settembre, tocca alla seconda prova, i 20 km. Vince lo svedese Von Braun che totalizza 630 punti. Ottimo Caffaratti, terzo, male gli altri azzurri, con Asinari ancora lontano, 13° a pari merito, superato anche da Spighi (10°) mentre Cacciandra ha un tracollo clamoroso e giunge addirittura ultimo. Per Asinari ormai ogni speranza è perduta: oltre tutto non termina neppure l’ultima gara, il 10 settembre. Al contrario gli altri azzurri brillano: Cacciandra si toglie la platonica soddisfazione di battere tutti nettamente (453,75 punti), con un risultato eccezionale quanto fondamentale per la classifica a squadre.

Caffaratti ottiene un brillante terzo posto (271,25) alle spalle dello svedese Helmer (320) mentre Spighi è settimo (207,5). I conteggi per la classifica finale sono presto eseguiti: oro a Helmer (1775 punti), argento all’altro svedese Lundstrom (1738,75), bronzo al bravo Caffaratti (1733,75). Bene anche Spighi (quinto con 1647,5) mentre Cacciandra (14° con 1353,75) ed Asinari (19° e penultimo con 1245) pagano le loro controprestazioni di una giornata. Ma la splendida performance di Cacciandra tra gli ostacoli ha un peso notevole. Si fanno difatti i conti anche per la classifica a squadre: la Svezia porta a casa un altro oro (5057,5) ma l’Italia guadagna un grande argento (4735) davanti al Belgio (4560,5). I punti vengono difatti assegnati tramite la semplice addizione dei primi tre di ogni nazione e dunque Asinari subisce pure la beffa di non essere premiato. Stranezze del regolamento anche se, in effetti, la sua prova sulle tre giornate è stata fallimentare. Fatti i complimenti agli svedesi, che confermano il primato del 1912, anche i nostri comunque escono con molto onore da una competizione complicata, difficile, estenuante, tra le più particolari ed affascinanti dell’intero programma olimpico. Asinari cerca il riscatto due giorni dopo, il 12 settembre, di nuovo all’Olympisch Stadion, nel concorso ad ostacoli a squadre. Gareggiano 20 cavalieri di 5 nazioni e per la classifica generale sono considerati i tre punteggi migliori di ogni compagine. I punti vengono assegnati per penalità perciò vince chi totalizza il quoziente più basso. Asinari monta Varone, ma di nuovo è il peggiore degli azzurri, incappando in un’altra giornata-no che addirittura lo fa totalizzare 33 punti, il peggior risultato di tutti. Per sua, e nostra, fortuna gli altri azzurri sono spettacolari: Caffaratti è il migliore di tutti, accusando solo 1,5 punti di penalità mentre Alvisi chiude con 6,25 punti e Cacciandra con 11. Questi tre punteggi, per un totale di 18,75 punti, consegnano il terzo posto ai nostri e stavolta anche Asinari si mette la medaglia al collo, forse non con pieno merito e dovendo ringraziare vivamente i suoi grandi compagni. I migliori, con 14 punti, di nuovo risultano gli svedesi che si portano a casa un altro oro davanti ai Belgi (16,25) e si confermano ad otto anni di distanza. Certo non grandi prestazioni di Asinari ai Giochi di Anversa, ma almeno può consolarsi con una bella medaglia di bronzo, e non è poco. Cavalcherà ancora per qualche tempo, ma senza più ottenere risultati degni di nota. Poi svilupperà una buona carriera militare, anche in Africa Orientale Italiana: sarà difatti Commissario Regionale in Somalia e, a metà degli anni ’30, guiderà le truppe nella regione dell’Ogaden.


[1] Le origini della famiglia risalgono addirittura intorno all’anno Mille, ai tempi di Carlo Magno. Tra i suoi avi figurano crociati, feudatari, ghibellini, banchieri, ambasciatori, ministri, generali. Tra questi anche Filippo Antonio, ministro degli esteri sabaudo, ed il figlio Carlo Emanuele, aiutante di campo di Vittorio Emanuele I, e tra i capi del fallito moto rivoluzionario sviluppato in Piemonte nel 1821, uno dei primi eventi del nostro Risorgimento