AMBROSINI Tito
-
Genova 24.06.1903 / Genova 1965
1924. Pallanuoto. Eliminato Primo Turno (10° p.m.)
Buon nuotatore, come tutti i pallanotisti, è alto 1.82m per 72kg. Tesserato per l’Andrea Doria, ha un inizio non proprio eccezionale. Nel 1921, ai primi di luglio, è difatti titolare nella squadra che perde nel torneo di Millesimo 3-1 con i napoletani della RN Partenope e 2-0 con i tradizionali rivali dello Sturla. I doriani però imparano la lezione e migliorano costantemente le loro prestazioni. A metà agosto difatti vincono il torneo di Passignano, disputato in concomitanza coi tricolori di nuoto, battendo in finale la stessa RN Partenope. Poi tocca al Campionato che inizia con le selezioni liguri: nella finale, disputata a Genova nel bacino di carenaggio delle Grazie, la Doria si vendica dello Sturla, vincendo 2-0. L’11 settembre i doriani vincono il Campionato Alta Italia a Lecco, battendo la RN Milano 6-0 ed il “solito” Sturla 1-0, con gol decisivo proprio di Ambrosini, ormai tra i migliori giocatori italiani nonostante i 18 anni appena compiuti. Il 25 settembre si disputa la finalissima per il titolo nazionale a Livorno, nelle acque antistanti il Bagno Acquaviva, zona San Jacopo: la Doria batte 3-1 la RN Partenope, con un Ambrosini sempre nel vivo del gioco ed ottimo nel ruolo di esterno. Nel 1922 Ambrosini è il miglior goleador della Doria, soprattutto nel girone eliminatorio ligure: il 30 luglio segna le due reti che fisssano il 2-2 contro lo Sturla. Altri due gol li firma il 6 agosto quando, nel golfo di Quarto, la Doria batte 4-0 l’Otter SC, quotata compagine inglese che sta effettuando un tournée in Italia. Ambrosini è incontenibile: il 10 agosto, a Sampierdarena, una selezione ligure affronta di nuovo l’Otter che viene sconfitto 2-1, con altra doppietta di Tito. Il 27 agosto ecco il torneo a Milano nella piscina di via Argellati[1]: la Doria vince 1-0 col Genoa e la rete è di Ambrosini, quindi il giorno seguente batte 2-0 la RN Milano e si aggiudica il trofeo. Con Ambrosini primattore, con un gol all’attivo, la Doria vince anche il tricolore, superando il 1 ottobre in finale la RN Partenope di Napoli per 2-0, nel bacino di carenaggio del porto di Genova tra l’entusiasmo generale. Il 1923 è invece un’annata-no. Battuti dallo Sturla, Ambrosini e compagni non accedono alle finali di Roma anche se si tolgono la soddisfazione di vincere nettamente il torneo di Milano, di nuovo organizzato nella piscina di Via Argellati: strabattuti Como (3-0) e RN Milano (4-0). Il 1924 è annata olimpica e sin da subito si fanno le cose sul serio. Il CT Boero, olimpionico del 1920, inserisce Ambrosini nella lista dei “probabili olimpici” che si ritrovano ogni domenica, tra metà aprile e primi di giugno, nel ritiro collegiale della piscina delle Terme di Milano[2]. In un primo momento il napoletano De Luca, altro ottimo goleador, sembra favorito per il ruolo di esterno, ma Ambrosini parla con i fatti: il 29 giugno la Doria vince la “Coppa Fortoul” a Genova, superando 2-0 lo Sturla, ed Ambrosini è sempre uno dei migliori. Alla fine, non trascurando la geopolitica sportiva (la Nazionale è a schiacciante maggioranza ligure), il CT Boero si convince e schiera Ambrosini titolare, ai danni proprio di De Luca. Il torneo olimpico di pallanuoto si tiene nella Piscine des Tourelles, in Rue de Tourelles, nella parte orientale di Parigi, nei pressi della Porte des Lilas, praticamente dove oggi sorge lo “Stadio Nautico Georges Vallerey”. Partecipano 13 nazioni, col criterio dell’eliminazione diretta ed un complicato girone di consolazione che attribuisce le medaglie dei piazzati. L’Italia esordisce il 13 luglio ed è una debacle clamorosa, storica ed estremamente deludente: perdiamo difatti 7-0 con la Svezia e siamo subito eliminati. Non siamo ammessi neppure al girone per argento e bronzo: dunque disputiamo solo una partita. Visto l’esito, e la pessima figura, potevamo anche risparmiarci il viaggio. L’oro va alla Francia che in finale batte 3-0 il Belgio, che poi nel girone di consolazione conquista l’argento ai danni degli USA, bronzo. La partecipazione a Parigi nel 1924 rimane per la pallanuoto italiana una brutta macchia, di cui peraltro s’è sempre parlato poco.
Ambrosini stempera la delusione olimpica nel Campionato dove la Doria è una delle squadre più forti. Lo dimostra la facilità con cui batte la Sampierdarenese nel girone eliminatorio ligure: 4-0 con un bel gol proprio di Ambrosini. La Doria, anche per la polemica rinuncia dello Sturla, vince l’eliminatoria ligure ed il 6-7 settembre disputa le finali del Campionato Alta Italia a Salò dove batte 3-1 la RN Milano e 3-0 la Triestina: in entrambi i matches Ambrosini firma un gol. I doriani guadagnano così l’accesso alla finale per il titolo italiano che però non viene disputata per problemi organizzativi[3]. Nel 1925 Ambrosini rimane nella Doria che dà spettacolo. Il 7 giugno a Milano, nella piscina di Via Argellati, vince la “Coppa Esperia”, superando 2-0 la Sampierdarenese e 4-0 la Triestina, pareggiando 1-1 con la MVSN di Napoli. I doriani si ripetono l’8 luglio a Sanremo, contro una rappresentativa inglese: vincono 5-0 ed Ambrosini realizza una bella tripletta[4]. Quindi la Doria domina il girone eliminatorio ligure del Campionato ed in finale a Napoli affronta, di nuovo, i padroni di casa della MVSN. La partita si svolge il 7 settembre nel civettuolo porticciolo di Santa Lucia tra centinaia di spettatori scalmanati assiepati ai bordi del campo di gioco. Il match è spigoloso, difficile, caotico: l’arbitro Massola stenta a tenere a freno il gioco duro da ambo le parti. I tempi regolamentari finiscono 0-0. Si va ai supplementari e qui avviene il “fattaccio”: mentre il partenopeo Del Giudice accusa i crampi, Della Casa segna per la Doria ed accade il finimondo. Il pubblico inferocito se la prende con l’arbitro, reo di non aver interrotto il gioco per soccorrere Del Giudice, e addirittura Massola viene preso di peso e gettato in acqua dove volano botte da orbi tra giocatori. Alla fine si riesce a riprendere il gioco, in un clima fortemente intimidatorio per arbitro e doriani che però non tremano e anzi, coi napoletanti troppo nervosi, raddoppiano con Ambrosini. La partita termina 2-0 e la Doria conquista il Campionato, ma arbitro e liguri rimangono per minuti assiedati negli spogliatoi finchè non interviene la forza pubblica a sedare gli animi. L’anno seguente tutto è più tranquillo, ma il risultato non cambia. La Doria vince nettamente il girone ligure di Campionato ed affronta in finale, nella piscina di Via Argellati a Milano, la 138a Legione MVSN di Napoli, costruita sui residui della “Partenope”. Partita combattuta, ben arbitrata dal grande Beretta, si risolve 1-0 a favore dei doriani con gol di Della Casa. Nel 1927 la Doria, con Ambrosini sempre primattore, rivince il Campionato: a Rapallo il 2 ottobre, in mare, in un derby infuocato viene battuta 1-0 la 32a Legione di Sampierdarena. Ambrosini intanto ha partecipato con la Nazionale anche agli Europei di Bologna: i nostri però perdono 3-1 la prima partita con la Cecoslovacchia e sono subito eliminati. Nel 1928 nessuna novità e Doria di nuovo tricolore. Stavolta però al termine di un girone a quattro, disputato a Milano il 19 e 20 settembre, nella piscina della “Canottieri”. I doriani vincono 1-0 con i napoletani della 138a Legione, 4-1 con la Triestina e pareggiano 0-0 con la “Mameli”, guadagando così il primo posto nel torneo. L’anno seguente però, dopo aver vinto il girone eliminatorio ligure, i doriani, con Ambrosini in acqua, sono ripetutamente, e clamorosamente, battuti nel girone finale che si disputa a Roma, nella piscina dello Stadio PNF, a metà agosto: chiudono addirittura al sesto ed ultimo posto. Vince la Triestina. I doriani si riscattano nel 1930 quando rivincono il Campionato. Il girone finale si svolge a Genova, a metà settembre e la Doria in semifinale supera 2-0 la Triestina. In finale domina la Florentia 5-0, con Ambrosini mattatore ed autore di una tripletta. I doriani si confermano nel 1931 quando comunque il Campionato ha un andamento alquanto complesso. Nel girone finale, a Roma, la Doria batte 5-1 il Camogli e 2-1 la “Mameli”: avrebbe vinto il torneo, ma in quest’ultima partita gli arbitri commettono un errore tecnico e l’incontro deve essere rigiocato. Il 6 settembre a Bologna la Doria supera di nuovo la “Mameli”, stavolta per 4-2 e si aggiudica definitivamente il Campionato. Gli anni però cominciano a pesare come il tipo di gioco adottato dalla Doria, rimasto ancorato ai vecchi princìpi dell’agonismo più sfrenato[5]. Nel 1932 avanzano forze nuove, più dinamiche e giovanili: la Doria chiude il Campionato al terzo posto, superata da RN Milano e Florentia. Il ciclo doriano è finito: difatti l’anno seguente finiscono quarti e poi conoscono pure l’onta della serie B. Ambrosini dunque non ottiene più risultati rilevanti.
[1] In precedenza, a fine ‘800, era nota col nome di “Bagno Ticino”. Di proprietà comunale ed a carattere popolare, prende l’acqua dalla Roggia Boniforti. Ristrutturata ed ampliata nel 1915, la grande vasca ha una superficie prossima ai 1800 mq
[2] La vasca ha le dimensioni di 18 x 6 m ed una profondità massima di 2,30 m. La temperatura dell’acqua oscilla intorno ai 30°C
[3] La finale si doveva disputare a Firenze, a metà settembre, ma la piena dell’Arno impedisce il regolare svolgimento della gara che, rimandata sine die, non viene più organizzata
[4] Le altre due reti sono di Dellacasa
[5] Non a caso, la partita del girone finale di Campionato con la Triestina viene sospesa proprio a causa del gioco troppo violento adottato dalla Doria che ha partita persa 0-2