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AMBROSINI Ernesto

Monza 29.09.1894 / Monza 04.11.1951

1920. Atletica Leggera. MEDAGLIA DI BRONZO 3000 siepi, 5° 3000 m a squadre, eliminato Semifinale 800 m

1924. Atletica Leggera. Eliminato Primo Turno 3000 Siepi e 3000 m a Squadre (con Bruni, Davoli e Garaventa)

Comincia a gareggiare come podista da adolescente, col “Veloce Club” monzese. Dopo un esordio non felicssimo (33° nel cross di Taliedo), ottiene il primo successo rilevante il 28 luglio 1912, in una gara di 9 km su strada nella natia Monza. Sulla stessa distanza è poi 2° dietro Esposti nel GP Vigentino, poi il 25 agosto vince a Nova una prova di 10 km. Sembra promettere bene ed il 2° posto nel Campionato Italiano “Giovanetti” (6 km, primo Periani) conferma le sue qualità. Si confronta coi migliori podisti italiani e non sfigura: il 20 settembre è difatti buon terzo nella Traversata di Milano vinta dall’olimpionico Orlando, peraltro in una mattinata di tuoni e fulmini, con forte nubifragio e strade allagate. Il 6 ottobre è protagonista di un grande episodio di fairplay nella Milano-Monsecino-Milano di 6 km: dopo una ferrea lotta con Austoni, i due non riescono a staccarsi a vicenda e decidono, amichevolmente, di giungere abbracciati sul traguardo tra gli applausi generali. Ambrosini, a 18 anni, sembra ormai pronto per le sfide più importanti dove infatti non demerita: giunge 3° nel circuito di Incino vinto da Zanti, nel “Triplo Giro di Monza”, alle spalle di Lussana e Bertini e nel “Giro di Bergamo” (12 km) dietro Speroni e Lussana, battuto sempre da avversari ormai affermati. Austoni lo supera nella “Coppa Politi” a Milano ed il 1 dicembre Ambrosini chiude la sua prima annata da protagonista col quarto posto nel “Giro di Lodi” appannaggio di Lussana. Nel 1913, tesserato per l’US Monzese, esordisce il 5 gennaio col sesto posto nel cross di Gorla vinto dall’onnipresente Lussana, poi il 2 febbraio nel “Meeting Invernale” a Milano, 6 km su strada, chiude terzo, battuto nell’ordine da Re ed Austoni. Venti giorni dopo coglie il sesto posto nella “Coppa Malvezzi” vinta da Speroni che è primo anche nella “Coppa Vanzulli” di 11 km dove Ambrosini sale sul gradino più basso del podio. Il “Criterium Primaverile” vede invece Ambrosini al posto d’onore, superato solo da Martinenghi. Il 12 maggio disputa la sua prima maratona, a Milano, chiudendo 13° e ben lontano dal vincitore, il francese Pauteux[1]. Ambrosini comunque si disimpegna bene: il 25 maggio vince la “Targa Poliziano” e 15 giorni dopo è secondo nel “GP Reale”, entrambe gare meneghine. In luglio, evento abbastanza comune per gli atleti di quel tempo, cambia momentaneamente sport e si cimenta nel nuoto: giunge buon 3° nella “popolare” organizzata dalla “Gazzetta” sul Naviglio Grande, con centinaia di partecipanti. Poi torna alle corse su strada: il 3 agosto vince il “Giro di Monza” davanti a Lussana che si prende subito la rivincita, superandolo la settimana seguente nel “Giro dei 4 Ponti” a Genova.

Ambrosini, rispetto ad altri podisti che gareggiano quasi ogni settimana, sembra selezionare gli impegni con oculatezza ed ottimi risultati: il 30 agosto vince il “Giro notturno di Torino” (8,5 km) ed un mese dopo festeggia il suo 19° compleanno col successo nella “Coppa Brianza”, 14 km a Vedano al Lambro. Appare tra i giovani più interessanti dell’intero panorama nazionale, ma il finale di stagione è per lui amaro. Battuto da Bausola nel “Circuito di San Salvario” a Torino, il 2 novembre è tra i protagonisti del tricolore di maratona a Milano: parte bene, va in testa ma ha osato troppo, ha un malore, si ferma, viene superato, riparte e chiude in quarta posizione. Forse la strada della maratona non è quella giusta ed Ambrosini si rituffa nelle distanze più brevi. Intanto l’esordio del 1914 è ottimo: l’11 gennaio vince il cross della Ranza[2] a Milano. La settimana seguente è terzo nel cross di Cavaria, poi si sloga una caviglia e sta fuori dalle corse per tre mesi. Si ripresenta il 5 aprile nel “Giro di Codogno”, quarto e la settimana seguente è battuto solo da Speroni nel “GP Pasqua” (11 km) a Milano. Coglie un altro secondo posto nella “Traversata nottura di Milano”, 3.2 km, alle spalle di Porro. Quindi il 26 aprile domina il 5mila della “Coppa Pentathlon” sulla pista dell’US Milanese, costringendo alla resa Speroni dopo un bel duello nelle fasi centrali di gara. Si rivede il 21 giugno nel “Giro dei 4 Ponti” a Torino, dove chiude terzo. Nel mese seguente si piazza secondo dietro Porro nella “Traversata notturna di Varese” e nel “Giro di Legnano” alle spalle di Speroni. Nella seconda metà di agosto torna alla vittoria nel casalingo “Triplo Giro di Monza”, 18.5 km e nel “GP Crescenzago” di 14 km, ma diserta i tricolori. Si rivede solo il 14 marzo 1915 nel cross di Torino, dove chiude al quinto posto (vince Bausola). Poi la guerra blocca l’attività ed Ambrosini è inviato al fronte, nel 68° Reggimento Fanteria, assieme al fratello gemello Michele, calciatore della “Pro Lissone”. I due combattono in prima linea ed entrambi vengono feriti, praticamente lo stesso giorno, alla fine di novembre del 1915 nei pressi di Santa Lucia. Ricoverati in un ospedale da campo a Pieve di Cadore, Michele non ce la fa: muore per malattia, probabilmente un’infezione, il 14 gennaio 1916. Ernesto viene trasferito all’ospedale di Monza, dove rimane parecchi giorni. Sembra preoccupante, ai fini dell’attività sportiva, una ferita provocata da una pallottola al calcagno sinistro. Ambrosini si riprende, non senza fatica, afflitto dalla morte del gemello. Trova conforto nella danza, tramite la quale il suo fisico ritrova movimenti, sicurezza ed automatismi.

Ambrosini rientra alle gare solo l’8 luglio 1917 nella grande manifestazione che si svolge all’Arena per beneficenza a favore degli orfani di guerra ed alla quale assistono ben 30mila spettatori: giunge terzo sui mille dominati da Porro davanti a Sauro. Intanto, ancora militare ma considerando il suo passato, le comprensive autorità militari lo inquadrano come operaio alla Fiat di Torino, città in cui riprende a gareggiare. Il 5 agosto torna addirittura al vecchio amore del nuoto: nella “Popolare”, sul Po, chiude quarto, non lontano dal vincitore, il canottiere Chiara. A settembre rientra al podismo e trova pure il successo: il giorno 9 si aggiudica ad Avigliana una gara sui 15 km. Sette giorni dopo chiude 4° la “Traversata di Torino” vinta da Pagliani, che è l’unico a superarlo il 7 ottobre nel “Giro dei 4 Ponti”, ancora nel capoluogo sabaudo. Pagliani lo batte anche tre settimane dopo nel “Circuito di Monza”, quando già l’intero paese è sconvolto dalla disfatta di Caporetto. Ma lo sport non si ferma: anzi, deve dare l’esempio e dimostrare che l’Italia è viva, non teme il futuro, tutto continua come prima. In realtà la situazione è grave, abbiamo rischiato il tracollo ma da qui si riparte. Le autorità militari difatti, a differenza di quanto accaduto sino a quel momento, favoriscono le gare sportive che, teoricamente, dovrebbero preparare gli atleti-soldati. Si inizia coi cross. Il 13 gennaio 1918 Ambrosini, tesserato per la torinese US Barriera di Nizza, è sesto a Stupinigi, dove vince l’outsider Omodei. Si prosegue il 24 febbraio nel cross organizzato dalla “Modoetia” a Monza: favorito dalla conoscenza del tracciato e da una fuga iniziale cui gli altri lasciano troppo spazio, Ambrosini resiste brillantemente fino al traguardo e vince sulle strade di casa davanti al grande Speroni, partito troppo tardi alla rincorsa.

Un successo che rilancia le quotazioni di Ambrosini, ormai pienamente recuperato a livello fisico. Dopo il ritiro nei tricolori di cross il 2 marzo, si conferma presto: il 24 marzo si impone difatti nel “Giro dei 4 Ponti” a Torino, alla fine di uno sprint incertissimo col compagno Arri. Il 1 aprile è poi superato dal solo Pagliani in una prova di 2,8 km al Velodromo Sempione di Milano. Una ferita ad un piede lo costringe all’inattività. Si ripresenta il 5 maggio al “Sempione” dove, pur partito con 10 m di vantaggio, è battuto da Speroni in un handicap di mille metri. Il 9 maggio è grande protagonista a Torino nella prova “Dal Po al Monte”, risultando primo sulla salita dei Cappuccini, ma perdendo terreno in discesa fino al punto di ritirarsi sfiduciato (vince Omodei). Poi, tra obblighi militari e qualche infortunio, non si rivede più fino al termine della stagione. Si ripresenta solo il 19 giugno 1919, quando vince il “Giro di Torino”. Tre giorni dopo è superato dal solo De Benedetti nel “Giro di Savona”. Si ripete il 24 agosto, quando è primo in un altro “Giro di Torino” ma disputato in notturna. Sette giorni dopo, è battuto dal ritrovato Maccario in una prova di 3.5 km a Brescia, ma il 7 settembre vince il “Giro di Novara”. E’ in forma: sette giorni dopo fa sua la “XX Settembre” di Torino, poi è terzo nel “Giro di Acqui” dietro Pagliani e Marenco. Il 12 ottobre a Milano, sul campo di Via Goldoni[3], nei tricolori dei 5mila è superato solo dal romano Brega. Ambrosini si riscatta il 2 novembre quando si impone nella Torino-Rivoli di 10 km davanti al neo-tricolore di maratona Arri. Giornata campale il 4 novembre, anniversario della Vittoria: in mattinata Ambrosini è 2° nella “Traversata di Milano” dietro Porro e nel pomeriggio vince la “Coppa Brianza”. Il 30 novembre coglie un altro bel successo nel cross di Genova, il primo della stagione invernale, al quale abbina due successi a Torino, il 14 e 28 dicembre. Tra queste due vittorie, il 21 dicembre è secondo nel “Giro di Pavia”, sopravanzato da Lussana.

Ambrosini inizia alla grande il 1920, cruciale annata olimpica: il 1 gennaio vince difatti la “Traversata notturna di Bergamo” e cinque giorni dopo guadagna il cross di Mantova mentre il 10 gennaio è battuto da Lussana all’ippodromo di Bergamo su 8 km. Identica situazione il 25 gennaio a Cavaria, nel “cross dei 7 campanili”. Il duello con Lussana continua e l’8 febbraio Ambrosini riesce a superarlo nel cross della Bovisa. Altra vittoria il 22 febbraio nell’americana di Busto dove, assieme a Simonazzi, supera Lussana-Parisio, con i fratelli Speroni solo terzi. Il 14 marzo Ambrosini guadagna il cross di Legnano e sette giorni dopo è primo nel cross dei Boschi di Stura a Torino. 14 giorni dopo finisce sul gradino più basso del podio, sopravanzato da Martinenghi e Parisio, nel “Giro di Mantova”. Sul podio, ma secondo, giunge anche ai tricolori di cross, disputati a Genova l’11 aprile e vinti dallo stesso Martinenghi che stacca Ambrosini solo nel finale. Il 9 aprile, a Gonzaga, Ambrosini torna alla pista: dopo essere giunto secondo sui 400 m, alle spalle dell’outsider Alfieri, vince la prova su 6 km davanti a Lussana. Passa un mese ed il 13 maggio, a Cremona, Ambrosini vince gli 800 m: cerca un posto per i Giochi, ma non sembra semplice per lui scegliere la specialità più adatta. Tant’è vero che a Roma il 23 maggio vince sia i 400 che i 1500 dove realizza l’ottimo tempo di 4’15”. Sette giorni dopo si conferma a Brescia ma sui 1200 siepi, complicando ancor di più la scelta della distanza. Intanto, lo stesso giorno, si fa precedere da Martinenghi nella “Traversata di Brescia”. Il 13 giugno Ambrosini è grande nella prima gara di selezione per i Giochi, a Udine: vince 800 e 1500, guadagnandosi in pratica il viaggio in Belgio, anche se rimane incerta la prova in cui gareggiare. Alla decisione non giova la volontà dello stesso Ambrosini di cimentarsi in diverse gare: il 27 giugno a S. Pietro in Casale vince 400 e mille. Il weekend successivo è grandissimo protagonista delle prove di selezione olimpica che si tengono a Milano, zona Baggina, sul campo dello SC Italia: rivince 800 e 1500, confermandosi il nostro miglior mezzofondista. Non ce ne sarebbe bisogno, ma Ambrosini dà un ennesimo sfoggio delle sue qualità: il 18 luglio vince gli 800 a Busto Arsizio, dove si sono radunati per alcuni giorni diversi azzurrabili sotto la guida del CT Adams[4]. Nessuno può togliergli la maglia azzurra ad Anversa, anche perchè nella rifinitura del 25 luglio, sul campo dello SC Italia, domina 800 e 1500.

E’ in grande forma, ma nessuno si fa illusioni per i Giochi. Le gare di atletica si svolgono nell’Olympisch Stadion. Ambrosini esordisce il 15 agosto nella batteria degli 800, ai quali sono iscritti 40 concorrenti di 17 paesi. Giunge 4°, ultimo posto utile per qualificarsi al turno successivo, sopravanzando allo spasimo il quotato svedese Engdahl (che poi sarà bronzo nei 400). La corsa è vinta dal francese Gouillieux davanti allo statunitense Campbell ed al sudafricano Dafel. Nel pomeriggio del giorno seguente, il 16, Ambrosini disputa la semifinale ma giunge 4° su sette e viene eliminato: passano il turno difatti i primi tre, rispettivamente lo statunitense Scott, il britannico Mountain e l’altro statunitense Sprott. Un risultato tutto sommato onorevole. Due giorni dopo, la mattina del 18 agosto, Ambrosini torna in pista o, meglio, in campo. Corre infatti la semifinale dei 3000 siepi, che si disputa sul prato dello stadio. Si inizia subito con le semifinale perchè gli iscritti sono soltanto 16 di 6 nazioni: d’altra parte la specialità è sostanzialmente nuova e regolamentata da poco, soprattutto la distanza[5]. Nella semifinale Ambrosini si comporta bene: è secondo, in 10’34”, alle spalle dello statunitense Devaney (10’23”) e davanti al finnico Rissanen che precede il francese Brossard, l’unico a non qualificarsi. La finale si tiene il 20 agosto, alle 9 di mattina, con 8 atleti: 4 statunitensi, due svedesi, un britannico ed Ambrosini (Rissanen non parte). Ambrosini rompe subito gli indugi ed attacca dal primo metro. La fila si sgrana subito, l’unico a seguirlo è il britannico Hodge, che poi rilancia l’azione e rimane presto solo al comando. Dietro rinvengono, Ambrosini si difende coi denti e viene superato dallo statunitense Flynn. Hodge è imprendibile è guadagna l’oro in 10’00”4, Flynn è secondo in 10’22” mentre Ambrosini resiste a stento al ritorno dello svedese Mattsson, ma resiste: chiude in 10’33” ed afferra un bellissimo bronzo, frutto di una gara garibaldina in cui l’azzardo stavolta ha pagato. Questa tra l’altro rimarrà l’unica medaglia azzurra in una prova di corsa in questa edizione dei Giochi. Il giorno seguente terza gara per Ambrosini, la prova a squadre sui 3000 metri. Soltanto sei le nazioni iscritte. Si parte tutti insieme e la classifica viene stilata a punti, in base ai piazzamenti ottenuti al traguardo dai primi tre di ogni Paese (1 al primo, 2 al secondo, ecc.). Il 21 agosto, nella semifinale, l’Italia è terza: totalizza difatti 25 punti (Ambrosini 6°, Maccario 9°, Speroni 11°, con Martinenghi 12°) contro i 12 della Svezia (Lindgren primo all’arrivo) e gli 11 della Gran Bretagna, ma davanti al Belgio (30). Si guadagna così l’accesso alla finale del giorno seguente, il 22. Un po’ a sorpresa, stravincono gli USA, che piazzano primo Brown e terzo Schardt, totalizzando solo 10 punti. Argento alla Gran Bretagna con 20 e bronzo alla Svezia con 24. Quarta la Francia con 30 ed infine solo quinta, ed ultima, l’Italia con 36: Ambrosini è di nuovo il migliore dei nostri, con l’11° posto; Maccario è 16°, Speroni 17° e Martinenghi 19°. Non certo una prestazione indimenticabile. Ambrosini comunque esce dai Giochi come il migliore tra i nostri mezzofondisti, e con un bel bronzo al collo: non è cosa di poco conto.

Oltre tutto si conferma alla grande nei tricolori di Roma, il 19 e 20 settembre, con una splendida tripletta: 800, 1500 e 1200 siepi. In quest’ultimo caso poi, col tempo di 3’31”1/5, stabilisce pure la miglior prestazione italiana. Ambrosini è in grande forma: il 26 settembre vince il “Giro d’Iseo” e sette giorni dopo è primo nella “Traversata Notturna” di Varese. Il 10 ottobre altro successo, sulle strade di casa, nella “Traversata di Monza”. Il giorno 17 ennesimo trionfo, nei 5mila al Velodromo di Padova. Dimostrando grande versatilità e capacità di primeggiare su più distanze, il 24 ottobre Ambrosini vince gli 800 a Lecco davanti a Bonini. Chiusura di stagione in grande stile: il 4 novembre Ambrosini è primo nella “Corsa delle Tre Piazze” a Genova e sette giorni dopo fa suo il “Giro di Modena” su 7 km. La morte della giovane sorella Lina, per una malattia incurabile, prostra Ambrosini, che rimane lontano un mese dalle corse. Non può mancare però il 12 dicembre nel suo “Giro di Monza”, su 8 km, che domina agevolmente. Chiude l’annata con un altro successo, il 19 dicembre nella “Traversata Notturna” di Brescia. Si riparte già nella notte di S. Silvestro, tra 31 dicembre e 1 gennaio 1921: Ambrosini vince la suggestiva “Traversata Notturna” di Bergamo e due giorni dopo bissa nel cross di Laveno. E’ in forma ed il 16 gennaio domina il cross di Padova. Il 6 febbraio, dopo un aspro duello, è battuto da Speroni nel cross “dei 7 campanili” a Cavaria e coglie la piazza d’onore anche ai tricolori di cross, ma stavolta l’unico a sopravanzarlo è Martinenghi. Ambrosini è secondo anche sui 1500 dell’importante meeting di Montecarlo, il 28 marzo. Sette giorni dopo invece, sulla stessa distanza, batte Ferrario a Busto. Il 17 aprile a Como vince perfino un 400, confermandosi adatto a tutte le distanze del mezzofondo, anche veloce. Un mese dopo è a Londra, nel mitico Stamford Bridge, in un prestigioso meeting che raccoglie i migliori atleti europei: giunge buon secondo sul miglio vinto dal fortissimo britannico Hill (due ori olimpici nel 1920). Ambrosini è in forma ed a fine maggio vince gli 800 a Milano, sul campo dello SC Italia, nella gara di selezione per l’incontro internazionale di Praga. Giunge invece secondo nei 1500, battuto da Ferrario, e pure nei 400hs, superato da Contoli. Nella capitale ceca Ambrosini chiude terzo gli 800, sopravanzato dal francese Delvart e dallo svedese Sundblad, ma vince la staffetta 4x400[6], davanti a Francia e Cecoslovacchia. I nostri giungono primi anche nella prova dei 3mila m a squadre, con Ambrosini secondo al traguardo dietro Martinenghi e vincono la classifica per nazioni[7], ottenendo uno storico successo.

Già la settimana seguente Ambrosini torna in pista ed alla vittoria: il 12 giugno a Bologna si impone su 400 e mille. Passa un mese ed il 10 luglio è primo a Cavarzere su 400 e 800. Il 16 luglio Ambrosini vince la “Traversata Notturna” di Monza ed il giorno seguente, probabilmente stanco, chiude solo terzo gli 800 a Gallarate, superato da Bonini e Porro. Si prende una piccola pausa e si ripresenta il 7 agosto a Parigi, al Velodromo Bouin, dove vince gli 800 davanti al quotato Duquesne: successo importante che gli conferisce una certa valenza internazionale. Non a caso sette giorni dopo è a Marsiglia, dove sui mille è superato dal solo svizzero Martin. E sempre sui mille il 4 settembre si aggiudica il Campionato Lombardo, disputato a Milano sul campo dello SC Italia. Il 14 settembre vince gli 800 organizzati nel capoluogo meneghino dal Milanino FC. Quindi pochi giorni dopo è a Bologna per i tricolori: il 18 settembre vince bene i 1500, ma il giorno seguente è battuto sugli 800 da Bonini dopo un serrato testa a testa finale. Quello stesso 19 vince però il titolo sui 1200 siepi, col nuovo record italiano di 3’30”3/5, uscendo dunque dai tricolori come il miglior mezzofondista italiano del momento. Con questa qualifica non può certo deludere nella sua Monza: il 26 settembre si aggiudica mille ed americana (con Ferrario). Il 2 ottobre altro successo, stavolta sui 1500 a Legnano, per l’inaugurazione del nuovo campo e sei giorni dopo fa sua anche la “Traversata Notturna di Varese”. Il 16 ottobre a Rovigo si cimenta in un per lui anomalo 5mila e vince. Sette giorni dopo, è secondo sui 400 ad Oggiono, battuto da Picco, ma vince gli 800. Il 1 novembre è sconfitto, dopo un bel duello, da Speroni nella “Traversata di Piacenza”. Il giorno 6 vince nella sua Monza un 3mila e l’americana sui 5mila, assieme allo stesso Speroni. Il 13 novembre viene superato dal solo Martinenghi nella “Traversata di Milano”. Sette giorni dopo, coglie un bel successo nella Milano-Busto a squadre, disputata a staffetta, con la “Pro Patria” dei fratelli Speroni cui è stato momentaneamente “prestato” dalla sua “Forti e Liberi” monzese. E’ la sua ultima gara dell’annata. Ambrosini inizia presto il 1922: il 15 gennaio vince difatti il cross di Padova ed un mese dopo, il 12 febbraio, è battuto dal solo Speroni nel cross di Legnano. Sette giorni dopo, assente Speroni, vince il cross di Cremona, denominato “Ai boschi eridanei” e disputato sulle rive del Po. Il 26 febbraio Ambrosini è primo nel “Giro di Sesto” ed il 5  marzo è superato da Speroni nel prestigioso cross internazionale di Milano, con presenza di francesi e svizzeri, rammaricandosi per una secchiata di acqua gelida (!) lanciatagli da uno spettatore a due km dall’arrivo, quando era in testa, che in pratica non gli permette di giocare appieno le sue carte. Sette giorni dopo, Ambrosini vince il cross di Gallarate. Il 19 marzo ottiene l’affermazione più brillante della stagione, laureandosi a Padova Campione Italiano di cross, dopo aver costretto alla resa uno Speroni non al meglio della condizione.

Il 9 aprile vince a Codogno i 5mila, prolungati per errore di un giro, e sette giorni dopo si ripete a Legnano. Il 7 maggio sulla stessa distanza è invece battuto a sorpresa dal genovese Davoli. Si prende un mese di pausa e si ripresenta in gara il 10 giugno, nella “Traversata Notturna di Cremona”, che vince alla grande. Otto giorni dopo altro successo, sui 1500 a Genova. Si rivede il 25 giugno a Copenaghen, in un’importante riunione internazionale per la quale è stato appositamente selezionato dalla FISA: scelta azzeccata perchè Ambrosini vince i 1500 sul boemo Vohralic e lo svedese Nielsen. Il giorno seguente è primo anche sugli 800 davanti al danese Jensen e lo svedese Petersen, consacrandosi ad alti livelli. Il 2 luglio però a Genova, sul campo della “Spes”, è battuto sui 1500 ad handicap da Ottolia, non riuscendo a colmare il gap iniziale. Vince però l’americana “gigante”, con Negri e Ferrario. Sui 1500 è superato anche a Praga l’8 luglio, stavolta da Vohralic. Otto giorni dopo è a Marsiglia dove, sui 5mila, a superarlo è Negri. Il 30 luglio Ambrosini vince una gara di 4618 m a Borgo S. Donnino, davanti ai più forti del momento, Speroni compreso. Il 6 agosto chiude terzo, dietro gli sconosciuti Beltramini e Pagani, un 5mila ad handicap a Busto. Nove giorni dopo, si impone nella “Traversata Notturna di Carpi” ed il 19 agosto si ripete in un’altra gara serale a Varese, su 2 km. Il giorno seguente, nonostante un viaggio notturno ed un riposo disagevole, vince a Reggio Emilia i 1500 siepi ed i 3mila. Il 7 settembre fa sua la “Traversata Notturna di Monza”. Tre giorni dopo, è primo anche a Padova nella “Coppa Arcella”, sotto una fitta pioggia, quindi a Renazzo vince 400 e 5mila. E’ il miglior viatico per i tricolori di Busto, dove il 17 settembre si impone nei 5mila col tempo di 15’18”4/5, che gli vale il nuovo primato italiano per una superiorità indiscutibile. Confermata peraltro tre giorni dopo quando, ancora a Busto ed in un’apposita “sessione dei records”, Ambrosini ottiene pure il primato nazionale dei 3mila, in 8’48”. Ed un altro record lo ottiene nella prova tricolore dei 1200 siepi, col tempo di 3’22”2/5, disputata il 24 settembre sul nuovo campo meneghino della “Forza e Coraggio”, in Via Trento. L’8 ottobre viene invitato a Parigi per il prestigioso “GP Bouin”, dove si fa onore, chiudendo secondo i 5mila, alle spalle dell’inglese Blewitt, dopo una bella gara d’attacco. Sette giorni dopo è a Bari e vince i 5mila al campo San Lorenzo. Rientrato a Milano, il 22 ottobre è sconfitto dal forte belga Bedarff in un 5mila al “Sempione”.

Ambrosini trascorre un inverno tranquillo, complice anche il fatto che la stagione dei cross inizia in ritardo. Il suo esordio del 1923 è infatti datato 28 gennaio quando, nel cross di Torino, a sorpresa è superato dallo sconosciuto Amerio. Le gare scarseggiano ed Ambrosini si rivede solo il 25 febbraio, quando chiude 5° il cross di Lucento vinto dall’emergente Davoli. Il 4 marzo Ambrosini si impone nel cross di Chiari, ma sette giorni dopo nei tricolori di cross a Firenze è nettamente superato proprio da Davoli, che lo relega al secondo posto con un distacco indiscutibile (27”). Va ancora peggio nel prestigioso cross internazionale, organizzato nell’Ippodromo di San Siro dalla “Gazzetta”: Ambrosini, mai coi primi, si ritira mentre il francese Schnellmann sorprende i nostri. Si riscatta il 1 aprile, vincendo bene il “GP Pasqua” a Milano, su strada, ed il giorno seguente batte tutti in pista a Caravaggio sui mille. L’8 aprile vince agevolmente il cross di Monza. 14 giorni dopo è a Merano, per un triangolare con Austria ed Ungheria: sui 5mila supera grazie ad un ottimo sprint il magiaro Nemethy. Tre giorni dopo a Venezia, con gli stessi avversari, Ambrosini domina sulla stessa distanza. Il 10 maggio è a Marsiglia, per un altro 5mila, ma la gara è caotica, male organizzata, il pubblico invade la pista, si percorre un giro in meno: Ambrosini finisce terzo dietro ai francesi Guillemot e Vermeulen, ma fioccano le polemiche. Tre giorni dopo, ci si ritrova ad Aix-les-bains, per una gara di 6 km su strada: Ambrosini si prende la succosa rivincita, zittendo gli spocchiosi transalpini. Il 20 maggio vince il “GP Reale” ad Abbiategrasso ed il 9 giugno è grandissimo a Parigi, dove è stato appositamente inviato dalla FISA per il meeting definito “pre-olimpico”, una sorta di prova generale per i Giochi dell’anno seguente e con molti protagonisti di valore. Ambrosini vince i 3mila siepi col tempo di 9’36”3/5, che vale addirittura il nuovo primato mondiale, sia pure in una specialità abbastanza nuova. Il giorno seguente, con un’altra notevole prestazione, Ambrosini batte tutti sui 10mila: è ormai un atleta di livello mondiale. C’è chi lo definisce “il Girardengo del podismo”. Il 17 giugno si aggiudica perentoriamente i 5 mila a Borgo S. Donnino. Ai tricolori di Bologna, disputati nel week-end successivo, dà spettacolo, vincendo con disinvoltura 5mila e 3mila siepi. Il 1 luglio domina i 1500 allo stadio di Agliate. Il 7 luglio stravince la “Traversata di Modena” ed il giorno successivo, ancora nella città della Ghirlandina, domina i 1500. Il 15 luglio primeggia in un 5mila a Trieste ed un mese dopo, il 12 agosto, si ripete a Padova. Il 15 agosto vince la “Traversata Notturna di Carpi”. Quindi va a Marsiglia dove il 19 agosto è battuto, ma con onore, dai francesi: Duquesne lo supera sui 1500 e vince anche i tremila, con Ambrosini sopravanzato pure da Guillemot. Ambrosini si rivede ai primi di settembre quando vince il “Giro di Alessandria” ed un’americana a Saluzzo, assieme ad Ottolia. Pensa già ai Giochi dell’anno successivo, ma è molto incerto sulle specialità da scegliere visto che è valido dai 1500 ai 10mila, senza dimenticare siepi e cross. Intanto si conferma il migliore sui 3mila siepi che vince a Milano, sul campo di Viale Lombardia, il 16 settembre, in una riunione definita già “preolimpica”. Sette giorni dopo, è a Lione, ma sui 5mila chiude solo quinto, dopo essersi però fermato a metà gara per un improvviso dolore alla milza.

E’ la sua ultima gara stagionale: passa qualche mese tranquillo, concentrandosi sulla stagione olimpica che inizia alla grande. Il 27 gennaio 1924 difatti vince il cross di Brescia, definito pre-olimpico (come poi lo saranno in pratica tutte le gare future). Si ripete il 24 febbraio a Cesano Maderno ed il 9 marzo nella sua Monza, in un cross organizzato dalla “Modoetia”. Il 30 marzo si aggiudica il campionato lombardo dei 3mila siepi sul campo del Milan di Viale Lombardia: è una carta sicura da giocare a Parigi. Si ripete il 27 aprile nella preolimpica di Bologna, dove si aggiudica i 3mila piani. Fa suoi invece i 3mila siepi a Vercelli il 4 maggio. Bissa questo successo dopo una settimana a Busto, in un’altra “preolimpionica” (in quel tempo le chiamano così): nessuno può togliergli la maglia azzurra. Il 18 maggio al Velodromo Sempione, durante una riunione polisportiva, vince una gara su 3250 m. 11 giorni dopo, Ambrosini è a Sesto, sul campo del GS Breda, dove sui 5mila ingaggia un bel duello con Speroni che però lo distacca nel finale, costringendolo addirittura al ritiro quando capisce di non avere più chances. Il 7 e 8 giugno a Milano, sul campo di Viale Lombardia, si disputano le ultime e decisive prove di selezione olimpica: Ambrosini vince in scioltezza i 3mila siepi e la Commissione Tecnica (presieduta dall’ex ostacolista Colbachini e di cui fa parte anche il grande Lunghi) lo inserisce ovviamente nella lista degli azzurri per Parigi. Le prove olimpiche di atletica si svolgono nel mitico stadio di Colombes, ancora oggi esistente ed immortalato dal celebre film “Momenti di Gloria”. Ambrosini esordisce il 7 luglio nei 3mila siepi cui partecipano 20 atleti di 9 nazioni. Nella sua batteria però arriva quarto, preceduto nell’ordine dal francese Isola, lo statunitense Devaney ed il finlandese Ebb. Riesce a sopravanzare quattro avversari: il britannico Cummings, il sudafricano Richardson, l’irlandese Kelly e l’olandese Zeegers. Ma poichè passano i primi tre, Ambrosini è subito eliminato.

Compie dunque un enorme passo indietro rispetto al bronzo di quattro anni prima, in una gara stavolta interpretata non al meglio, con troppa titubanza. La prova si traduce in un grande trionfo finnico, con Ritola oro e Katz argento i quali precedeono il francese Bontemps. Ambrosini tenta il riscatto nella prova a squadre sui 3mila metri, ma va ancora peggio. Il regolamento è semplice: si parte tutti insieme e per la classifica valgono i piazzamenti sul traguardo (1 punto al primo, 2 al secondo e così via). Partecipano solo nove nazioni. L’11 luglio i nostri al via della batteria sono Ambrosini, Bruni, Davoli e Garaventa. Il migliore dei nostri è Davoli, che chiude settimo mentre non risultano sufficienti le prove di Bruni e Garaventa, rispettivamente 14° e 17°. Ambrosini addirittura si ritira. Chiudiamo solo quarti, dietro l’inarrivabile Finlandia, Gran Bretagna e Norvegia. Battiamo solo la Polonia. Passano le prime tre e rimaniamo di nuovo esclusi. L’oro va, neanche a dirlo, alla stratosferica Finlandia su Gran Bretagna e Stati Uniti. A conti fatti, per Ambrosini prestazioni alquanto scadenti, al di sotto del suo potenziale. Dopo i Giochi continua a non brillare. Ai tricolori di Bologna, disputati il 20 e 21 settembre, sul campo della gloriosa “Virtus”, arriva fuori forma: sui 3mila siepi non resiste al ritmo di Negri, poi vincitore, e si ritira a metà gara. Il 28 settembre è terzo nel “GP Reale” ad Abbiategrasso vinto da Negri e non sembra in forma. Difatti, data una condizione non ottimale, chiude anzitempo la stagione su strada ed attende Natale per iniziare quella dei cross che non gli riserva grosse soddisfazioni. Il 21 dicembre è difatti terzo nel cross della “Modoetia” a Monza, superato da Garavaglia e Bertini. Sette giorni dopo, stesso risultato a Vimercate, battuto stavolta da Ferrario e Peroni. Il bilancio della sua annata non è poi molto esaltante. In effetti la sua parabola vira rapidamente verso il basso e negli anni seguenti compare sempre più raramente negli ordini d’arrivo. Probabilmente ha sprecato troppo energie negli anni giovanili e già intorno ai 30 anni lascia l’attività.


[1] Il tempo finale realizzato dal francese, 2h36’19”, è tra i migliori di tutti i tempi fino a quel momento

[2] La Ranza è una cascina situata nel nord della metropoli meneghina

[3] E’ il campo in cui l’Inter gioca le sue partite casalinghe. La pista è lunga 337 m. Intitolato poi a Virgilio Fossati, capitano dell’Inter caduto nella Prima Guerra Mondiale. Il campo rimarrà attivo fino al 1930

[4] Platt Adams, nato a Belleville (USA) il 23.03.1885. Alto 1.88 m per 78 kg. Nel 1912 vince l’oro olimpico nel salto in alto da fermo e l’argento nel lungo da fermo. Nel 1908 e 1912 è 5° nel triplo ai Giochi. Atleta a tutto tondo, è anche discreto lanciatore ed ottimo giocatore di baseball (vince il torneo dimostrativo ai Giochi del 1912). Poi applica le sue esperienze nella didattica e nella carica di coach: è il CT della Nazionale di atletica USA ai “Giochi Interalleati” di Parigi del 1919. In Italia arriva nel gennaio 1920 e si dà un gran daffare, girando tutta al penisola in cerca dei migliori atleti, consigliando e gestendo la Nazionale. Il suo operato non sarà apprezzato da tutti

[5] Prima della guerra infatti, fin dai primi anni del Novecento, si è soliti disputare i 1200 m siepi di cui la prima edizione dei tricolori è datata 1908. L’ultima edizione dei 1200 m siepi in un Campionato Italiano sarà disputata nel 1922 e vinta proprio da Ambrosini

[6] Con lui gareggiano Contoli, Orlandi e Tosi. Per gli azzurri si tratta della prima affermazione nella specialità a livello internazionale

[7] L’Italia è prima con 48 punti contro i 39 della Cecoslovacchia che precede Francia (27 punti), Svezia (20), Jugoslavia (12) e Danimarca (10)


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