ALVISI Alessandro
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Vicenza 12.02.1887 / Napoli 09.05.1951
1920. Equitazione. MEDAGLIA DI BRONZO Concorso Ostacoli a Squadre
1924. Equitazione. MEDAGLIA DI BRONZO Concorso Completo a Squadre, 12° Concorso Completo Individuale
Entra presto all’Accademia di Modena, poi alla Scuola di Pinerolo e si perfeziona al Reggimento dei Lancieri di Novara, mostrando uno stile elegante anche se non molto possente nei vari concorsi cui partecipa nei primi anni ’10. La Prima Guerra Mondiale interrompe la sua carriera sportiva, ma ne inizia un’altra, quella di aviatore, sulla scia di numerosi altri cavalieri. Combatte nei cieli e compie il raid aereo Napoli-Roma-Napoli. Nel frattempo, terminata finalmente la guerra, riprende anche a gareggiare in equitazione. Nell’estate del 1919 viene inviato ai “Giochi Interalleati” di Parigi, prima grande manifestazione polisportiva internazionale dopo sette anni e riservata ai soldati degli eserciti vincitori la guerra. Le autorità militari fanno le cose per bene, organizzando al meglio la spedizione, supervisionata da Cesare Tifi[1], vecchio marpione dello sport italiano e portando in Francia ben 120 atleti. Le gare di equitazione si svolgono a Meudon, pochi km a sud-ovest di Parigi. Il 3 luglio, montando Volo (un baio irlandese di 9 anni), Alvisi vince la gara di coppia ad ostacoli, assieme ad Antonelli (su Otello) e sopravanzando altri due cavalieri italiani, Ubertalli-Cafferati, per due soli punti, 236 a 234. Un grandissimo successo, soprattutto per la nostra scuola equestre, che però Alvisi non replica il 7 novembre, nell’importante concorso ad ostacoli per ufficiali di Tor di Quinto: montando Margherita, chiude solo ottavo, lontano dal vincitore Cacciandra. Alvisi rimane comunque tra i nostri migliori cavalieri e lo dimostra nel 1920, annata olimpica: il 27 giugno è terzo nel concorso di salto ad ostacoli di Genova, disputato sul campo di Marassi, dietro Caffaratti e Cacciandra. I tre sono inseriti de facto nella lista dei cavalieri in grado di difendere i nostri colori ai Giochi di Anversa. Alvisi, oltre tutto, a Genova è secondo nella gara handicap di velocità, alle spalle di Asinari. La nostra equitazione sembra ben attrezzata per figurare degnamente anche in Belgio. Alvisi esordisce il 12 settembre, all’Olympisch Stadion[2], nel concorso ad ostacoli a squadre. Gareggiano 20 cavalieri di 5 nazioni e per la classifica generale sono considerati i tre punteggi migliori di ogni compagine. I punti vengono assegnati per penalità perciò vince chi totalizza il quoziente più basso. Alvisi monta Raggio di Sole e si comporta molto bene. Se Caffaratti è il migliore di tutti in assoluto, totalizzando solo 1,5 punti di penalità, Alvisi non gli va molto lontano con 6,25 punti. Si difende Cacciandra (11 punti) mentre delude fortemente Asinari che incappa in una giornata-no e coi suoi 33 punti risulta addirittura il peggiore dei concorrenti in gara. Ma il conteggio si fa appunto sui primi tre risultati e l’Italia è terza con 18,75 punti alle spalle della sempre grande Svezia, prima con 14 punti, e Belgio (16,25). Nella Svezia, che si conferma dopo otto anni, tra l’altro è presente Van Rosen[3]. Per l’Italia è comunque un’altra medaglia, dopo l’argento a squadre ottenuto nel concorso completo due giorni prima, e per Alvisi una bella soddisfazione che corona la sua brillante carriera agonistica.
Alvisi però non si ferma qui, anzi. Nel 1921 e 1922 è difatti nella squadra italiana che vince la “Coppa delle Nazioni” a Nizza, montando Raggio di Sole mentre nel 1921, su Margherita, è 3° nel GP Montburon vinto da Caffaratti, ancora nella stessa località della Costa Azzurra. Nel 1923 a Stresa vince la gara di elevazione su Fortunello, con 2,20m, a pari merito con Marsigli su Unigeno. Quando si tratta di formare la squadra per i Giochi di Parigi, il CT colonello Starita non esita a puntare su Alvisi che ha l’esperienza e le capacità giuste per ben comportarsi in una simile competizione. Alvisi esordisce nel cosidetto “Campionato Equestre” o “evento dei tre giorni”: oggi si direbbe “concorso completo”. In effetti si tratta di una competizione molto articolata che si sviluppa su tre giorni e tre gare: dressage (allo stadio di Colombes), cross-country (con steeple-chase e galoppo tra Bois de Boulogne e Villacoublay) e salto (di nuovo a Colombes). Partecipano 44 cavalieri di 13 nazioni. Alvisi, su Capiligio, scende in campo il 21 e 22 luglio nel dressage ma non va troppo bene, anzi finisce lontanissimo, addirittura 40°. Niente di seriamente compromesso, comunque, perchè il cross-country fornisce in pratica il 70% del punteggio complessivo. Questa prova, disputata il 24 luglio, con partenza alle 5 di mattina, si rivela alquanto caotica, con errori di cronometraggio, cadute, incidenti vari. La competizione inoltre è veramente complessa e difficile, prevedendo marce in campagna, un vero e proprio steeple-chase all’Ippodromo di Auteuil, cross e galoppo. Solo due concorrenti su 45 terminano nel tempo-limite stabilito. Alvisi si difende, ottenendo un discreto 17° posto anche se il distacco dai primi è divenuto pesante e praticamente irrecuperabile. Due giorni dopo, il 26 luglio, ultima prova, il salto. E qui gli italiani dimostrano che la nostra scuola teme pochi confronti: Alvisi difatti vince, non commettendo neppure una penalità. Anche gli altri azzurri si comportano ottimamente: Lombardi è quinto e Beraudo settimo. Questa grande prova di squadra sugli ostacoli permette ai nostri di risalire numerose posizioni nella generale dove Alvisi termina 12°, anche se ben lontano dal podio: ottiene difatti 1536 punti contro i 1845 del bronzo, lo statunitense Doak. L’oro va all’olandese Van der Voort van Zijp che precede il danese Kirkebjerg. Gli altri azzurri chiudono 11° (Lombardi) e 17° (Beraudo) mentre Lequio s’è ritirato nella prova di cross-country. Tutto questo però, fatti i conti, permette all’Italia, che totalizza 4512,5 punti, di guadagnare un bel bronzo nella prova a squadre dietro all’Olanda (5297,5) ed alla Svezia (4743,5). Una bella conferma per il nostro movimento equestre, con un Alvisi certamente all’altezza della situazione, sia pur molto deludente nel dressage. Alvisi ci riprova il 27 luglio nel concorso ad ostacoli che si svolge nello stadio di Colombes. Partecipano 43 cavalieri di 11 nazioni. Il percorso di gara si rivela molto ostico e difficile al punto che nessuno ottiene il “netto”. Alvisi non ripete la grande prestazione del “completo”, commettendo diversi errori, troppi: con 28,75 punti di penalità finisce addirittura 26°. Una prova veramente deludente, molto al di sotto del suo standard, lontanissimo dai 10 punti del bronzo, il polacco Krolikiewicz. L’oro va allo svizzero Gemuseus, in sella a Lucette, con 6 punti, mentre l’argento è appannaggio del sempre grande Lequio, sul fido Trebecco, che accusa 8,75 punti. Con il grande Lequio secondo ed argento, risulta ai limiti della sufficienza anche la prova di Valle, 15°, mentre Beraudo addirittura si ritira. Ciò compromette per i nostri la classifica a squadre: chiudono solo quinti, con 57,5 punti, sopravanzati nell’ordine da Svezia, Svizzera, Portogallo (53 punti) e Belgio (57). Bastava poco di più per ottenere il bronzo: un brusco passo indietro per i nostri in una specialità che il nostro movimento ha contribuito molto a sviluppare sotto il lato tecnico. Dopo i Giochi, Alvisi rimane in Francia per intraprendere l’attività di istruttore alla scuola di cavalleria di Saumur. Rientra in Italia nei primi anni Trenta quando, per volontà di Starace[4], diventa direttore della scuola ippica della MVSN[5], ottenendo buoni risultati. Alla fine si stabilisce nel “buen ritiro” di Capri. Nel 1938 pubblica il libro “Gli aforismi e i paradossi equestri” dove, accanto ai suoi concetti ed insegnamenti, non mancano frecciatine polemiche[6].
[1] Nato a Roma nel 1874. Maestro di ginnastica, direttore della “Ginnastica Roma”, Presidente della Commissione Tecnica della FGNI. Guida i ginnasti italiani ad Atene 1906, Londra 1908 e Stoccolma 1912
[2] Noto anche come Kielstadion, situato non lontano dal fiume Schelda, costruito appositamente per i Giochi, può contenere 35mila spettatori. La pista ha il fondo in cenere. La struttura esiste ancora oggi ed è pienamente funzionale
[3] Hans Von Rosen, nato a Stoccolma l’08.08.1888 e figlio del ciambellano reale, aveva già vinto l’oro nel 1912 nella stessa specialità. Ad Anversa sarà anche bronzo nel dressage individuale
[4] Achille Starace, nato a Sannicola (LE) il 18.08.1889. Segretario del Partito Nazionale Fascista e Presidente del CONI (1933-1939). Partecipante alla Marcia su Roma, personalità eminente del regime fascista dagli atteggiamenti guasconeschi e caricaturali, fedelissimo di Mussolini presso il quale poi cadde in disgrazia nei primi anni ‘40. Sarà fucilato dai partigiani in Piazzale Loreto il 29 aprile 1945
[5] Acronimo di Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale. Creata come milizia esclusiva del PNF, dalla divisa costituita dalle famigerate camicie nere, divenne poi vera e propria forza armata del regime
[6] Tra le altre nel libro, corredato anche da un intervento di Gabriele D’Annunzio, sono presenti queste frasi: “i cavalli sono sempre cavalli. I cavalieri non sono sempre cavalieri”; “come la donna, così il cavallo non ama i deboli, tanto meno li rispetta”; “le gambe del cavallo diventano del cavaliere; in cambio questi gli dona il proprio cervello”