Storico oro nel canottaggio: una vittoria al bacio nel due con
Il 29 agosto del 1920, ai Giochi della VII Olimpiade, i fotografi immortalarono il bacio tra Ercole Olgeni e Giovanni Scatturin, un’immagine diventata l’icona di uno storico successo. I due azzurri, insieme al timoniere Guido De Filip, avevano infatti conquistato la prima medaglia d’oro olimpica italiana nel canottaggio, una gioia immensa che diede libero sfogo a quell’esultanza che rese ancor più epica quella vittoria.
L’equipaggio era formato dal trio veneziano composto dal veterano Olgeni, 37 anni, otto medaglie continentali, di cui tre ori; il compagno di club nella Reale Società Canottieri Bucintoro, Giovanni Scatturin, di dieci anni più giovane e il minuscolo timoniere De Filip, che con i suoi 15 anni e 342 giorni, stabilì un temporaneo record di precocità tra i campioni olimpici. La specialità del “due con” tornò ad essere disciplina olimpica nel canottaggio ad Anversa, dopo essere stata disputata una prima volta nel 1900 a Parigi. Continuò a far parte del programma olimpico fino a Barcellona 1992 consacrando alla storia tra gli altri i fratelli Carmine e Giuseppe Abbagnale che, con Giuseppe Di Capua timoniere, vinsero due ori (1984 e1988) e un argento (1992) olimpici oltre a 7 titoli mondiali nella specialità.
I favori del pronostico erano per i francesi, anche se la coppia Giran/Plé, che aveva vinto gli Europei disputati a Macon qualche settimana prima, partecipò alla gara del “due di coppia”, lasciando il “due con” ai compagni Gabriel Poix e Maurice Bouton e al timoniere Ernest Barberolle, che avevano vinto la Coppa Interalleati nel 1919. Quattro gli equipaggi partecipanti che si affrontarono nelle due giornate d gare.
Il 28 agosto si disputarono le batterie. Nella prima, l’Italia, con il tempo di 8’10”, superò nettamente i padroni di casa del Belgio (George Van Den Bossche, Oscar Van Den Bossche, Guillaume Visser), che tagliarono il traguardo con 15 secondi di distacco. Nelle altre due, invece, la Francia e la Svizzera corsero da sole, separatamente, concludendo le rispettive batterie in 9’15 e 8’50”, due prove cronometriche assolutamente indicative vista la mancanza di avversari.
Il giorno dopo, però, nella finale per il titolo nulla era scontato. La Svizzera (Edouard Candeveau, Alfred Felber, Paul Piaget) partì in testa, vogando a 44 colpi al minuto, mentre, l’Italia, mai doma, si riportò sotto ai settecento metri. A quel punto la Francia si fece avanti con decisione, ma l’equipaggio azzurro, con uno sprint vigoroso, superò gli avversari conquistando così il suo primo titolo olimpico. Una volta superato il traguardo, Olgeni si buttò indietro tenendo con la mano destra il remo e cingendo con la sinistra il collo di Scatturin. Un abbraccio gioioso che sfociò in quel bacio indimenticabile, uno scatto che resterà per sempre una pietra miliare nell’iconografia dello sport italiano.