Stati Generali, gli interventi dei Presidenti delle Federazioni Sportive, degli Atleti e dei Tecnici
La terza, la quarta e la quinta sessione degli Stati Generali dello Sport sono state caratterizzate dagli interventi dei Presidenti delle Federazioni Olimpiche, di quelle non olimpiche, degli Atleti e dei tecnici.
TERZA SESSIONE – PRESIDENTI FEDERAZIONI OLIMPICHE
Luciano Buonfiglio (Presidente FICK): “Oggi ho capito che sono un artigiano che sa bene qual è il suo mestiere di nicchia. Voglio dire grazie a Malagò, perché se non ci fossimo comportati come indicato dal Consiglio Nazionale, avrei fatto fatica a immaginare le parole spese dai Sottosegretari Giorgetti e Valente. I messaggi erano ben diversi e spero tutti comprendano quello che è stato fatto. La nostra forza è l’unità, altrimenti non saremmo stati considerati. So che qualcuno ha chiesto udienza ma da solo non si ottengono risultati. Cominciamo a non parlare dei soldi ma di quello che il Governo può fare nei settori in cui non siamo competenti. Non abbiamo fatto la guerra a nessuno ma nelle aziende, di solito, prima bisogna conoscere, poi operare. Parliamo di preparazione olimpica ma tutti sappiamo che l’attività inizia dall’attività giovanile. Siamo un puzzle e se non facciamo attenzione possiamo fare danni. Continuiamo a dare forza al Presidente e alla Giunta perché ci è stata dichiarata disponibilità a contemplare un miglioramento attraverso i decreti attuativi. Dobbiamo rimanere uniti perché così si può vincere. La politica ci aiuti a eliminare dei processi di burocratizzazione legati alle Federazioni, confermando con certezza il metodo contributivo alle nostre realtà senza demolire la forza e la credibilità del CONI all’estero”.
Giuseppe Abbagnale (Presidente FIC): “Vorrei riportare il discorso all’altezza di un atleta. Il cambiamento non lo spaventa mai e noi dobbiamo fare altrettanto. Un atleta che vuole migliorarsi deve sapere però da che punto si parte. Abbiamo una certezza: sappiamo cosa è il CONI e quanto vale e questo non va disperso. Oggi sembra che si vada su un percorso positivo, ma dobbiamo valutare i fatti".
Angelo Cito (Presidente FITA): “Gli interventi dei Sottosegretari mi hanno dato la sensazione che conoscano poco le cose. Sappiamo benissimo cosa è un’associazione sportiva di base, partiamo tutti da quella base. Da lì nasce un atleta, si creano le condizioni per crescere. Non c’è differenza tra Federazione centrale e associazione. Difenderemo il nostro sistema, la collaborazione poteva essere data anche prima della stesura della legge, sarebbe stato molto bello. Non c’era bisogno di smantellare tutto il sistema nell’anno preolimpico, potremmo trovarci in un potenziale marasma”.
Francesco Ettorre (Presidente FIV): “Mi chiedo per quale ragione oggi si parli di rispetto, ma allora per quale motivo non è stata chiesta prima la collaborazione. La legge c’è, inutile discuterla. Abbiamo sentito parlare di tanti temi che però conosciamo bene perché fanno parte di questo mondo, non di realtà esterne. Rimango perplesso. Da Presidente federale posso dire che c’è una confusione incredibile, non so rispondere ai quesiti che mi pongono i nostri atleti. Diamo fiducia, è giusto farlo. Nello sport di solito non si insegue, si attacca, questa volta dobbiamo attuare il processo inverso. Il CONI non può essere messo da parte e mi auguro che il futuro sia ancora nel suo segno”.
Domenico Falcone (Presidente FIJLKAM): “Questa iniziativa del Governo non è una cosa che fa piacere ma dobbiamo prenderne atto. Ora sembra esista la volontà di fare insieme il percorso di cambiamento. Saremo anche noi attori, almeno me lo auguro. Da Presidente Federale mi sento di dire che siamo soffocati da una marea di situazioni burocratiche. Non chiediamo di svincolarci dalle leggi ma di esserne assoggettati con provvedimenti corretti. Diamo fiducia al Governo con la speranza di migliorare il nostro mondo”.
Sergio Mignardi (Presidente FIH): Lo sport non è solo denaro ma filosofia. La voglia di vivere e di essere protagonisti, è olimpismo. E’ cultura, è organizzazione. Il nostro sistema è molto di più. E’ complesso e unico e il CONI ha saputo semplificare. Lo sport ha delle preziosità, come la Scuola dello Sport, l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport, il sistema dell’organizzazione degli eventi prerogativa del CONI, solo per citarne alcune, vanno conservate. Il Governo dovrebbe darsi come obiettivo quello di comunicare per far avvicinare le nuove generazioni. Bisogna andare nell’indirizzo della semplificazione della vita e della dinamica dello sport, non ci devono dire che le Associazioni hanno dei problemi. Lo sappiamo benissimo. La proposta può essere articolata per i decreti attuativi. Che ci siano amministratori capaci di andare verso la direzione auspicata e siano formati a livello sportivo. E mi auguro arrivino più fondi per lo sport giovanile e per la formazione delle risorse".
Antonio Urso (Presidente FIPE): “Mi vorrei soffermare sulle cose che non hanno detto. Cioè che questa Italia non può fare a meno del CONI. I ragazzi che escono da Scienze Motorie non hanno a che fare con la pratica, non ci sono più gli ISEF, che sapevano operare in ambiti determinati. Attenzione con le riforme, perché bisogna saperle declinarla. Questa specifica manca di scopo”.
Luciano Serafica (Presidente FISW): “Sono orgoglioso di far parte di questo movimento, se vogliamo rimanere ai vertici, in ogni ambito, bisogna sempre migliorarsi. Il CONI è il migliore e deve rimanere tale. Finisco con un augurio, visto che siamo in un momento di vuoto normativo. Speriamo ci ascoltino”.
Luca Pancalli (Presidente CIP): "Non siamo una Federazione ma orgogliosamente il Comitato Italiano Paralimpico e abbiamo sempre fatto, con fierezza, parte del mondo sportivo italiano. Siamo un pianeta della galassia e non possiamo disinteressarci della riforma anche se non ci tocca. Sarebbe stato mortificante non intervenire. Oggi se esiste il mondo paralimpico lo dobbiamo a questo momento. Ho delle perplessità: non c’è stata condivisione precedentemente, mi auguro ci possa essere ora. Però mi preme una risposta che sfugge. In un Paese serve una vision, la politica fa la politica, ora mi interessa capire i ruoli e i compiti per raggiungere gli obiettivi che ci hanno indicato. Qual è il centro di elaborazione delle politiche del Paese. A me interessa sapere questo, ma sono assolutamente convinto che lo sport sia un pezzo del welfare attivo del Paese però questo deve rientrare in un contesto in cui sia chiaro lo schema di gioco. Non esiste il presente, siamo oltre, siamo nella fase della concertazione dei decreti attuativi. Ormai quello che è fatto è fatto, bisogna mettere in campo le idee dello sport italiano”.
QUARTA SESSIONE – PRESIDENTI FEDERAZIONI NON OLIMPICHE
Giovanni Copioli (Presidente FMI): “Siamo preoccupati ma anche orgogliosi di far parte di questa famiglia. Nel 2017 abbiamo vinto 7 titoli mondiali e 6 nel 2018. Rappresentiamo con passione la base e abbiamo dimostrato di sapergli dare ascolto. Dobbiamo attuare la riforma e penso sia fondamentale che il management abbia competenza e conoscenza del movimento”.
Marco Giunio De Sanctis (Presidente FIB): “Ho fatto tante esperienze e di varia natura a livello sportivo, molto diverse da quelle che svolgo attualmente. In una di queste, al CIP, seguire il modello del CONI ha consentito al Comitato Italiano Paralimpico di diventare ente pubblico. Non c’era confusione con il modello che ci ha sempre caratterizzato, oggi sì. Vedo troppi interlocutori e diverse vigilanze. Queste sono cose che non possono andare bene, è una questione di rispetto per gli atleti. E’ un mondo che non deve essere diviso. Il mio auspicio è che questi cambiamenti vengano fatti con il CONI e con le Federazioni pronte a suggerire i percorsi”.
Vincenzo Iaconianni (Presidente FIM): “Ho sentito tanti cori dalla politica e visto pochi fulmini in questi anni di esperienza nel Consiglio Nazionale. Sono fiducioso. Questa riforma esiste, nasce da un fallo a gioco fermo, ma spero si possa condurre verso il sentiero migliore e questo a prescindere dalla condivisione dell’auspicio che si valorizzino le associazioni e si tuteli l’attività di base, come detto dal Sottosegretario Giorgetti".
Claudio Matteoli (Presidente FIPSAS): “Quando sono andato a parlare con il Sottosegretario Giorgetti gli ho esternato un’assoluta sfiducia sull’intervento della politica nel mondo dello sport. L’intervento odierno è conciliante, alimenta la speranza di avere ancora un CONI come figura centrale. Tra 2 settimane faccio le premiazioni degli atleti della Federazioni: 82 atleti, 24 titoli Mondiali e lo faccio alla presenza del Presidente Malagò. I miei tesserati sono orgogliosi di far parte di questa famiglia. Non saprei come spiegare una parziale uscita dal mondo dello sport ai miei ragazzi. Spero diano seguito a quello che è stato detto e risolvano le nostre problematiche. Quello che non ho sentito dire è che l’applicazione della legge sui mandati potrebbe creare grandi problemi se dovesse permanere l'estensione alle organizzazioni territoriali”.
Felice Buglione (Presidente FIDASC): “Non è stato riferimento al fatto che al termine del 2017 sono stati organizzati altri Stati Generali, nel corso dei quali vennero portati alla luce i problemi del nostro movimento. Ora se ne organizzano altri per parlare invece della legge. Sono ottimista perché sembra, da quel che emerso, che i problemi dello sport li voglia risolvere la politica. Il discorso è: lo vogliono fare da soli o no?”
Michele Barbone (Presidente FIDS): “E’ una riforma quella di cui stiamo parlando? No, non lo è. Forse è un parziale riordino perché se lo fosse stata avrebbe inserito la parola sport nella Costituzione. Si sarebbero dovuti affrontare altri problemi legati al movimento. Una vera riforma avrebbe dovuto mettere mano alle diverse leggi e decreti che regolano il nostro mondo, invece non lo ha fatto. In questo riordino si prevede la sostituzione della Coni Servizi con una nuova società, Sport e Salute e una distribuzione di risorse tra questa realtà e il CONI. Ho l’impressione che questo riordino punti a cambiare il soggetto che debba gestire questi soldi. Certo, ora la legge c’è ma va posta molta attenzione a questo punto. E’ importante capire come verranno gestiti i fondi destinati a Sport e Salute. C’è la disponibilità, ora va attivata questa stretta collaborazione con il Governo per fare in modo che il Comitato Olimpico Nazionale Italiano si muova in sincro con Sport e Salute e viceversa”. (Foto Mezzelani-GMT Sport).
SESTA SESSIONE – ATLETI E TECNICI
Silvia Salis (FIDAL): "Noi atleti non ci interessiamo abbastanza di quello che accade nel mondo politico, ma più del percorso che ci conduce fino alle Olimpiadi. Oggi viviamo con preoccupazione le notizie che ci arrivano, che il CONI dovrà occuparsi solo della preparazione olimpica: è come pensare che metà albero debba occuparsi delle radici e l’altra metà dei frutti. Non si può pensare di dividere il territorio dal comitato olimpico perché in ogni provincia può nascere un campione olimpico. Da noi vince il migliore e la meritocrazia nel nostro mondo ci tutela. Sono nata in un impianto sportivo, sono figlia di un operaio che oggi sta parlando agli Stati Generali perché lo sport è l’unico vero strumento meritocratico in Italia. Io sono l’esempio di come dalla base si possano fare grandi cose. Noi chiediamo a chi vuole occuparsi del nostro mondo di rendersi conto del valore che c’è nel nostro mondo".
Giulia Quintavalle (FIJLKAM): "Grazie agli atleti c’è il CONI e grazie al CONI gli atleti riescono ad ottenere grandi risultati. Gli atleti con grande sacrificio riescono a raggiungere i propri obiettivi. Oggi ho portato qui la mia medaglia olimpica che è il mio tesoro. Mi raccomando non perdiamo di vista gli atleti perché sono il nostro futuro".
Carlo Molfetta (FITA): "Sono parecchio preoccupato soprattutto per la superficialità con cui si parla di sport. Io sono convinto di conoscerne solo una piccola parte e sono preoccupato per l’autonomia che ha lo sport. Lo sport deve andare a duemila perché ogni giorno cambia, devo anticipare i tempi e la burocrazia questo non lo permette. Chi stabilisce quando inizia la preparazione olimpica? Io a 12 anni firmavo già autografi dicendo che avrei vinto un’Olimpiade. Chi stabilisce che io a 12 anni non ero già in preparazione olimpica? La preparazione olimpica è tutto: è il bambino che crede di poter vincere, l’impiantistica… Io penso che lo sport sia il CONI e che il CONI sia lo sport".
Margherita Grambassi (FIS): "Le regole sono la prima cosa che ci viene insegnata qualsiasi sia lo sport che si decida di praticare: il rispetto delle gerarchie, delle regole, dell’avversario, dei compagni di squadra ed è questo lo spirito per cui continueremo a batterci. È giusto volersi migliorare, noi sportivi non ci tiriamo indietro ma dobbiamo essere tutti una squadra accanto al nostro capitano. Auspichiamo di mettere a disposizione le nostre competenze e che arrivino anche i risultati".
Kelum Perera (FCrI): "Come uomini e donne di sport, riteniamo importante far sentire la nostra voce. L’atleta è e deve essere al centro del movimento sportivo olimpico e di base. Il CIO ha ribadito che lo sport è un’unica area dell’esistenza umana e i leader politici devono garantire allo sport l’autonomia. L’atleta è fondamentale nell’azione del movimento olimpico. Ultimamente si è parlato di soldi, di competenze ma chi parlerà di sport? Ci preoccupa che lo sviluppo delle politiche sportive sia legato al governo di turno. Il CONI, il primo comitato olimpico al mondo, è un modello che molti invidiano. Sicuramente è migliorabile ma si è fatto carico di un ruolo che sarebbe toccato ad altre istituzioni. Lo sport ha la specificità che solo chi è cresciuto a pane e sport può conoscere ed è di vitale importanza che il nostro mondo sportivo sia tutelato da chi conosce le dinamiche e da chi ha la competenza per farlo. Nel nostro Paese c’è una grave malattia che eleva il dilettantismo a valore, lo sport invece ti insegna da bambino che non c’è nessun merito nell’improvvisazione. Ci auguriamo che continui ad occuparsi di sport chi lo vive, lo ama e lo conosce. I Comitati Olimpici ed il CIO devono lavorare per rafforzare la sua peculiare missione. Nonostante le mie origine chiaramente lontane sono onorato di essere qui, amo il mio Paese e sono orgoglioso di essere italiano".
Orazio Arancio (FIR): "Vengo da uno sport di squadra in cui il capitano è stato sempre scelto dallo spogliatoio. Oggi mi sembra che il capitano sia scelto da logiche diverse ma chi verrà dovrà guadagnarsi la fiducia. Le preoccupazioni del settore tecnico sono la salvaguardia del merito e le competenze. Dove la politica è voluta intervenire spesso non è riuscita a salvaguardarle. Lo sport italiano è pieno di eccellenze e non vorrei che questa situazione riguardi anche il nostro mondo. Lo sport italiano ha bisogno di risposte certe e rapide non possiamo attendere tempi della politica e della burocrazia. Ci auguriamo che la politica si renda conto di quanta velocità e di quante certezze abbia necessità il nostro mondo. A causa di scelte scellerate del passato, siamo ai minimi storici come cultura sportiva, ma anche attraverso i tecnici dello sport possiamo ricollocarci al centro del sistema. Da giovani abbiamo tutti giocato nel cortile e chi portava il pallone decideva chi doveva giocare. Spero che questo non accada e venga data a tutti l’opportunità di crescere e di giocare".
Daniela Isetti (FCI): "Come rappresentante dei tecnici vorrei sottolineare come i tecnici rappresentano un’importante risorsa. Essi sono un esercito di educatori. Lo sport ha una funzione sociale ed è fondamentale per la crescita dei giovani e lo sviluppo dell’attività di base. Il ruolo tecnico è primario e sarà fondamentale non privare queste risorse della dovuta formazione. Il patrimonio di conoscenze e risorse umane deve essere salvaguardato. In un contesto generale sempre più esigente, la professionalità dei tecnici può rappresentare un valore aggiunto. Ci auguriamo che il CONI possa continuare l’attività formativa dei tecnici, dei preparatori e di tutti coloro che hanno contribuito a rendere grande il Paese, nell’attività formativa dei giovani e in chiave olimpica".