Stati Generali, gli interventi dei membri CIO e dei componenti della Giunta Nazionale
I lavori degli Stati Generali dello Sport, introdotti dagli interventi del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e dei Sottosegretari, Giancarlo Giorgetti e Simone Valenti, sono iniziati con le prime due sessioni, riservati ai membri CIO e ai componenti della Giunta Nazionale del CONI. (Foto Mezzelani-GMT Sport)
PRIMA SESSIONE
Franco Carraro: “Sono legato al modello che ci ha caratterizzato fino a dicembre e penso che ci abbia lasciato un bilancio complessivamente positivo. Quando ho visto la prima bozza della legge di riforma sono rimasto perplesso. Il Presidente Malagò ha successivamente sintetizzato bene lo spirito di un mondo che voleva tutelare la propria identità, pur raccogliendo l’invito a dialogare. Fino al 30 dicembre questa la linea aveva una logica. Oggi le cose sono diverse ed è giusto che siano stati convocati gli Stati Generali. Le società sportive hanno molte difficoltà perché vivono di volontariato, di persone che sottraggono tempo alla propria famiglia per l’amore nei confronti dello sport. Ci sono i sacrifici degli atleti, dei tecnici e di tante altre figure. Oggi ciascuno di voi deve esplicitare delle istanze da far recepire dalle norme attuative. Mi farebbe piacere poter dire, tra qualche anno, che questa riforma sia stata un bene per lo sport. E sarebbe importante che arrivino proposte, idee attraverso le quali la vita delle componenti diventi migliore, come i risultati”.
Mario Pescante: “Condivido tutto quello che ha detto Franco Carraro e per questo focalizzo il mio intervento sulla candidatura olimpica, senza dimenticare la crisi delle candidature nel mondo, situazione per la quale il CIO ha studiato le contromisure. Penso a diverse edizioni dei Giochi organizzati in passato con costi lievitati in corso d'opera, situazione che ha gettato molte ombre sul tema. Il CIO con l’Agenda 2020 ha rivisto i criteri, cambiato l'approccio legato alle candidature. Milano e Cortina sono due belle cartoline nel mondo, per motivi diversi. Siamo in due a concorrere per l'assegnazione dell'edizione invernale a cinque cerchi del 2026. E anche stavolta ci possiamo fare male da soli. Devo dire che la partenza è stata giusta, le cose procedono, addirittura anzitempo rispetto a certe tematiche. A giugno si deciderà, non sarà facile. La speranza è che il sistema Italia sia compatto, a costo di dichiararci una tregua olimpica interna. Dobbiamo dimostrare di voler alzare la testa, dopo due candidature dalle quali ci siamo ritirati. Diamo questa possibilità e sono convinto che la candidatura avvicini le parti. Il punto di forza della candidatura è anche il prestigio dello sport italiano sotto il profilo organizzativo, oltre agli uomini della governance del nostro movimento nel mondo. Il rispetto di certe esperienze in campo internazionale non si può fare a meno. Sono fiducioso, una candidatura vincente darà spinta per migliorare il modello e la riforma”.
Bruno Grandi: “Ho vissuto due cambiamenti. Uno durò due anni e poi furono costretti a cambiarlo. Ringrazio per il dialogo. La prima volta ci fu arroganza da parte del mondo politico, non sono d’accordo neanche tanto questa volta ma c’è la volontà di dialogo. I cambiamenti nella scuola li auspichiamo da sempre anche noi. Questo mondo vive di grande democrazia, per questo dico grazie a quello che volete intenzionalmente fare. Per parlare di sport e scuola, troverete molte difficoltà, in diversi ambiti ma l’intento è importante. Spero che le intenzioni siano indirizzate nel migliorare il nostro mondo con qualcosa che ci proietti nel futuro”.
SECONDA SESSIONE – GIUNTA NAZIONALE
Franco Chimenti (Vice Presidente Vicario CONI): “Forse c’era qualcuno che si aspettava ci fosse il morto in questa vicenda, non noi. Ho partecipato in prima persona alla successione dei vertici CONI. Si era instaurata una tradizione che vedeva succedere al vecchio Presidente il Segretario Generale. Sostenemmo Malagò e arrivammo a un risultato insperato per molti. Sapevo che ci sarebbe stato Valente nel nuovo Governo ma avevo dei dubbi sul fatto che ci fosse Giorgetti e invece sono felice perché conosce il nostro mondo. Grandi timori quando si parlava di cambiamenti e invece oggi, grazie alle parole del Sottosegretario, penso che possiamo rallegrarci perché stiamo parlando di qualcosa che poteva significare uno sconvolgimento e invece abbiamo più fiducia sul fatto che sia una riforma. Ho la certezza che lo sport su cui si può contare, funziona veramente. Cambiare è un pericolo ma se significa migliorare sono il primo ad augurarmelo. I dissensi sono superati, si va avanti verso un futuro che può voler dire qualcosa di ancora più importante. Una raccomandazione: andiamo avanti con un certo spirito, dando sempre alle Federazioni la stessa dignità”.
Sabatino Aracu (Presidente Sport Rotellistici): “Il sogno deve andare avanti. Ho avuto la fortuna di stare nel Parlamento italiano per 4 legislature. Devo ringraziare il Sottosegretario Giorgetti, gli riconosco di essere abile, e apprezzo Valente perché ci mette la faccia. Se la politica ci deve mettere la testa mi auguro si vada in una direzione migliore. La scuola ha un potenziale enorme, la politica può sfruttarlo e valorizzarlo, noi no senza il loro aiuto. Lo sport è un’azienda e la classe politica ha il dovere di gestire e di guardare, di migliorare. Ognuno di noi ha il dovere di aiutare il Governo in questa missione”.
Sergio D’Antoni (Rappresentante Comitati Regionali): “Guardiamo al futuro però partendo da certezze relativamente a quello che rappresentiamo. Rispetto a quello che ho ascoltato oggi mi accontenterei dell’autonomia e del riconoscimento dell’unicità del nostro mondo, ereditata da Onesti. Siamo un tutt’uno e dobbiamo difenderlo. Sport e Salute si può occupare di impianti, di scuola, ci sono oltre un milione di bambini che non fanno niente oltre alla scuola dell’obbligo, quindi neanche sport. E poi la salute, se finalmente si capisce che fare attività vuol dire combattere l’obesità. Tutto questo può fare la riforma. Sarebbe importante la collaborazione anche in previsione di una riforma del modello, dando pieno mandato al Presidente. Vogliamo difendere l’unicità del modello. Lo spirito è la positività”.
Giovanni Gallo (Rappresentante Enti di Promozione): “Il nostro modello sul territorio ha costruito aspetti positivi e alcuni da migliorare. Abbiamo parlato della riforma, ma questo è un articolo. Dentro a questo ragionamento c’è da chiarire molto. Credo che ci sia un passaggio ancora da fare. Mi piacerebbe il percorso che si intraprende possa essere ricondotto sotto il significato di sport è cultura”.
Alfio Giomi (Presidente FIDAL): “I decreti attuativi ci faranno capire quanto questa legge sarà adeguata al nostro modello. Importante il sistema di finanziamento automatico, l’altro pilastro è legato alla revisione delle competenze del CONI. Ci sono 2 aree che necessitano di interventi in tempi brevi. La prima riguarda l’attività di altissimo livello, a questo proposito a novembre sono stati assegnati alle Federazioni, per il 2019, gli stessi contributi del 2018. Si devono affrontare le qualificazioni e servono risorse diverse. L’altro aspetto è legato all’associazionismo di base. Noi rappresentiamo le società sportive, che devono continuare a vivere e sono basate per larga parte sul volontariato. Mi auguro vengano messe a disposizione le professionalità per far fronte alle necessità introdotte dalle recenti modifiche legislative”.
Francesco Ricci Bitti (Rappresentante Dirigenti): “Sono contento che la politica si interessi dello sport, però con qualche raccomandazione e preoccupazione. L’aspetto attuativo è fondamentale, il ruolo del CONI è importante perché sa cosa serve al nostro mondo. Sento di parlare molto di modelli stranieri, ma credo che il modello del Comitato Olimpico Nazionale Italiano sia molto apprezzato e goda di grande credibilità. Penso sia una delle cose che andasse meglio del Paese, poi è ovvio, si può sempre migliorare. Il modello francese va nella direzione del CONI e anche altri sistemi. Ritengo che certe cose possano essere integrate non divise, per questo bisogna studiare meglio i sistemi internazionali riconoscendo e partendo dal fatto che il CONI rappresenta un modello vincente”.
Alessandra Sensini (Vice Presidente CONI): “Senza gli atleti non c’è lo sport. L’atleta è testimone, con il suo stile di vita educa. Trasmette senso della disciplina, della lealtà, dei valori. Questa testimonianza è frutto di un percorso che inizia in giovane età e viene scandito da un cammino preciso e segnato dalle vittorie e dalle sconfitte. Questo percorso trasmette un esempio ai più giovani. In questo momento non si può dire che non cambia nulla, perché cambia lo schema e cambiano i punti di riferimento. Questo disorienta. Come si intende il percorso dell’atleta? Non bisogna dividere gli atleti perché non bisogna dividere lo sport. Non esistono solo le Olimpiadi dei grandi ma anche quelle giovanili. Questi sono i ragazzi del futuro olimpico, sono animati dagli stessi valori. Per questo occorre serenità”.
Guglielmo Talento (Rappresentante Delegati Provinciali): “Rappresento gli operatori di primo livello, che tutti i giorni sono sul campo recependo le aspettative della base. E’ un momento particolare, dobbiamo cercare di essere attenti. Noi delegati provinciali, abbiamo redatto un documento. Non è il momento di guardare indietro né di piangersi addosso ma di essere propositivi. Il Governo ha fatto un bagno di umiltà con certe dichiarazioni e vogliamo giocare d’anticipo con un testo di proposte. Rappresento il volontariato, ma dobbiamo sapere che stiamo perdendo una montagna di persone come me: se ci sono i primi livelli lo si deve a queste persone. Il vertice raccoglie i frutti del reclutamento che va fatto. Quello che vale nelle aziende sono l’avviamento e il nome. Sul territorio dobbiamo difendere il brand CONI, non posso immaginare Sport e Salute”.
Valentina Turisini (Rappresentante tecnici): “I tecnici sono una colonna portante del nostro mondo. La realtà legata a questa riforma è che nell’anno delle qualificazioni olimpiche non sappiamo su quali basi dobbiamo poggiare. Qualcuno dice che lo sport non è solo quello olimpico, ed è vero, ma il nostro movimento ha bisogno di conoscenza nel momento in cui si va a fare una riforma perché si possono creare danni a lungo termine. Agli atleti insegniamo ad adattarsi ai cambiamenti, siamo disponibili a collaborare ma sentiamo forte l’urgenza di essere interpellati dalle forze di Governo, come CONI, per fare un matrimonio di amore per il bene dello sport italiano”.
Riccardo Fraccari (Rappresentante Dirigenti): “Le norme non risolvono il problema ma vanno tradotte legandosi alle realtà. Siamo nel momento di riuscire a limitare quella norma, per farla aderire al nostro mondo. Vogliamo però essere noi gli attori di una riforma globale del sistema sportivo, costruendo un progetto importante ed essendo propositivi in questo senso. Dobbiamo andare a braccetto con chi ci vuole cambiare per farlo nel modo migliore”.