Integrazione nello sport, rinnovato accordo col Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, hanno presentato oggi, nel Salone d’Onore, il rinnovo dell’accordo di programma per la promozione delle politiche di integrazione attraverso lo sport. L’intesa era nata nel 2014 per sviluppare un’azione sinergica finalizzata allo sviluppo di attività destinate a favorire l’inclusione della popolazione straniera nella vita economica, sociale e culturale, contrastando contestualmente ogni forma di intolleranza e di discriminazione razziale. Le novità del progetto per il 2015 investono tre ambiti: la Cittadinanza Sportiva, attraverso la promozione di un percorso in grado di rimuovere i fattori che differenziano i giovani italiani da quelli con background migratorio nell’accesso e nella pratica dell’attività sportiva, la campagna educativa rivolta alle scuole e la diffusione delle “buone pratiche”.
Alla conferenza stampa nel Salone d’Onore del CONI hanno partecipato anche il Segretario Generale del CONI, Roberto Fabbricini, il Direttore Generale dell’immigrazione del Ministero, Natale Forlani, la Responsabile Strategia e Responsabilità Sociale del CONI, Teresa Zompetti, e Diana Bianchedi, componente del Comitato Scientifico.
Malagò ha sottolineato l’orgoglio dello sport italiano per il rinnovo dell’accordo. “E’ un progetto che ci sta molto a cuore, ci mettiamo la faccia. Con il ministro Poletti c’è piena condivisione di obiettivi. Si parla di integrazione e attraverso questo percorso vogliamo rimuovere qualunque limitazione sull’argomento, per traslare il desiderio della cittadinanza sportiva in una realtà legislativa. Penso alla finale mondiale Francia-Qatar di pallamano: risultato storico per il Qatar, ottenuto sfruttando la normativa a livello di federazione internazionale per il tesseramento di atleti. Non vogliamo trovarci penalizzati, né cambiare le carte ma sfruttare questo cammino, che ci vede orgogliosamente vicini al Ministero, per ottenere un risultato straordinario anche sotto il profilo sociale”.
Il Ministro Poletti ha sottolineato il concetto, ribadendone l’importanza. “Il nostro Paese non ama fare bilanci, in questo caso direi che abbiamo costruito il primo gradino del progetto dell’integrazione e vogliamo crescere . Dobbiamo avere piena consapevolezza del fatto che lo stato di salute di una comunità è legato allo stato di salute di ogni cittadino alla socialità. Le cose di solito si fanno dando l’incentivo, in realtà per perseguire l’obiettivo si dovrebbero togliere gli ostacoli. E’ quella la strada giusta. L’impegno è migliorare questo accordo con l’idea che lo sport è componente fondamentale per costruire la comunità e anche per studiare strumenti che sviluppino e anticipino azioni legislative in tal senso”.
Teresa Zompetti, responsabilità sociale del CONI, ha illustrato i contenuti del rinnovo del programma. “Per determinare un cambiamento culturale occorre sviluppare un percorso fondato sui princìpi del manifesto redatto l’anno scorso, che parte dal principio della cittadinanza sportiva. Ci piacerebbe che questo principio diventasse proposta attraverso il riconoscimento della specificità del nostro movimento. Per fare questo occorre rimuovere i fattori di differenziazione tra i giovani italiani e stranieri, favorire la campagna educativa rivolte alle scuole primarie e raccogliere le esperienze dei vari organismi sul tema integrazione e sport”.
Natale Forlani, Dg immigrazione del Ministero, ha ricordato la genesi del progetto. “E’ un’iniziativa nata per sviluppare l’integrazione e anche per contrastare il razzismo nello sport. Oggi consolidiamo questo proposito e rilanciamo con l’idea di creare una forte identità, facendo comunità: lo sport può diventare un modello in questo senso. In Italia abbiamo un milione di ragazzi stranieri, la metà è nata nel nostro Paese. Si può lavorare su una base formidabile e i ragazzi della seconda generazione sono testimonial perfetti in questo senso”.
Diana Bianchedi ha esaltato il concetto della cittadinanza sportiva come "il passaggio chiave più efficace per l'integrazione sociale perché è in una squadra che si ottiene il riconoscimento in funzione del raggiungimento di un obiettivo. E' un modo per rimuovere ogni differenza". Nel corso della conferenza sono state raccolte anche le testimonianze di alcuni atleti: Valentina Diouf (Pallavolo), e i 4 ragazzi dell’atletica, José Bencosme de Leon (400 ostacoli), Mach di Palmstein Ivan (110 ostacoli), Nkouloukidi Jean Jacques (marcia) e Ojiaku Kevin (salto in lungo), hanno spiegato il ruolo fondamentale dello sport “per abbattere ogni barriera nel segno della fratellanza e della lealtà”. Il più bel manifesto dell’integrazione in nome del movimento agonistico.