Buon compleanno Edoardo, "Mister Olimpiade"
Edoardo Mangiarotti compie oggi 90 anni. Per celebrare l’anniversario dello sportivo più medagliato d’Italia il Presidente del CONI e il Presidente della Federazione Italiana Scherma Giorgio Scarso prendono parte oggi a Milano alla conferenza stampa, presso il Circolo della Stampa (Palazzo Serbelloni - Corso Venezia, 16), dove in suo onore sono presentati il numero monografico della rivista "La Scherma", mentre sarà proiettato il trailer de "Il secolo di Edoardo Mangiarotti", documentario realizzato da Carlo Milazzi e Claudio Bonafede prodotto da Apnea Film. In serata, invece, i festeggiamenti proseguono al Four Seasons con una cena di gala alla presenza dell’unitissima famiglia, degli amici di sempre, dei campioni di ieri e di oggi e dei massimi dirigenti sportivi. Presenti, tra gli altri, Dario, Mario, Marco e Carola Mangiarotti, Giancarlo Bergamini (oro a squadre nel fioretto maschile a Melbourne 1956), Pieralberto Testoni (in pedana nella spada maschile alle Olimpiadi di Monaco 1972), Carlo Milazzi (ha realizzato il documentario "Il secolo di Edoardo Mangiarotti"), Irene Camber (prima donna a vincere nel fioretto femminile ad Helsinki nel 1952), Antonio Spallino (oro a squadre nel fioretto maschile a Melbourne 1956, argento a squadre nel fioretto maschile ad Helsinki 1952 e bronzo individuale nel fioretto maschile a Melbourne 1956), Livio Berruti (oro nell’atletica nei 200 metri piani a Roma 1960), Nino Benvenuti (oro nel pugilato pesi welters a Roma 1960), Giovanni Petrucci (Presidente CONI), Giorgio Scarso (Presidente Federazione Italiana Scherma), Ottavio Cinquanta (Presidente International Skating Union e membro del CIO) e Luigi Arturo Carpaneda (oro a squadre nel fioretto maschile a Melbourne 1956).
Biografia
Partecipazioni Olimpiche
Il secolo di Edoardo Mangiarotti
La sua storia
Edoardo Mangiarotti, classe 1919, è lo sportivo italiano più decorato di tutti i tempi vanta 13 medaglie olimpiche (6 ori, 5 argenti, 2 bronzi) e 26 iridate (13 ori, 8 argenti e 5 bronzi), ha vissuto 17 edizioni estive dei Giochi Olimpici. Nella prima, a 17 anni nel ’36 a Berlino, vince già un oro a squadre, quindi ne disputa altre 4 da atleta, ancora 5 come dirigente sportivo e giornalista della Gazzetta dello Sport e per le successive come invitato d’onore dal C.I.O. Senza mai perderne una. Due volte è Portabandiera della squadra italiana nel 1956 Melbourne e nel 1960 a Roma. Lo scorso agosto raggiunge Pechino ad 89 anni compiuti: non sono stati sufficienti a fermarlo il caldo, il lungo volo, il jet lag e non lievi problemi di salute, superati con la solita forza di volontà. L’amore per lo sport e per i Giochi è stato più forte di ogni ostacolo, di ogni sacrificio.
Edoardo Mangiarotti nato a Renate il 7 aprile 1919, compie oggi 90 anni. Tutto il mondo dello Sport vuole onorare questa ricorrenza, sottolineando che con il grande Uomo si celebra soprattutto una scuola che da oltre un secolo onora la scherma italiana. Nei primi anni del 1900 Giuseppe Mangiarotti, padre di Dario, Edoardo e Mario si avvicina infatti alla scherma. Si tratta di una storia che sembra quasi una leggenda, che lo stesso "Edo" ha voluto raccontare nei meno noti particolari alla rivista federale La Scherma che doverosamente gli ha dedicato un numero speciale.
Una storia che si identifica con quella dello sport italiano e della nostra partecipazione ai Giochi Olimpici. Si parte da Londra 1908 quando Giuseppe rappresentò la spada italiana in quell’edizione delle Olimpiadi, ricordata soprattutto per le imprese di Dorando Pietri, il maratoneta che "vinse e perse la vittoria"; di Enrico Porro, il lottatore milanese che frequentava la mitica palestra del "paviment de jazz" in cui si allenavano anche Giovanni Raichevich e pure "Pino" Mangiarotti, egli stesso uomo di forza; del Barone Pierre de Coubertin, che in quei giorni di fine luglio ricordò come partecipare fosse ancora più importante che vincere. Giuseppe Mangiarotti aprì poi in Milano la sua prima Sala d’Armi che allora come ora si chiama Circolo della Spada e quando Edoardo non aveva ancora compiuto i dieci anni gli insegnò a maneggiare le armi.
Il padre-maestro lo volle mancino, lui che è nato destro, perché riteneva che l’impostazione di sinistra fosse più impegnativa per gli avversari e soprattutto perché mancino era lo schermitore che più di ogni altro egli ammirava, il francese Lucien Gaudin. La vicenda diventa sempre più avvincente, con il comparire sulla scena di personaggi che hanno fatto la storia, e non solo sportiva, dell’Italia. Prima gara di rilievo i campionati del 1933 per balilla ed avanguardisti disputati sulla Quarta Sponda, a Tripoli: in quell’occasione il ragazzino di Milano suscitò l’interesse di Nedo Nadi, sei volte campione olimpico, mito di quella scuola livornese che ha dominato il mondo.
E Nadi lo vorrà titolare nella squadra di spada che vincerà il titolo olimpico nel 1936, preferendolo al pur dotatissimo e più anziano fratello Dario, campione italiano in carica. Prima di ogni incontro Nedo Nadi, che intanto è anche assurto alla carica di presidente federale, gli darà il suo viatico infallibile: “Vai, Edo, ho fiducia in te!” Fiducia che Edo dimostra di meritare, non deludendo mai in tutte le occasioni in cui è chiamato a dimostrare la sua affidabilità, cinque edizioni dei Giochi Olimpici, undici Campionati Mondiali, due Giochi del Mediterraneo.
Non verrà meno al suo dovere di Ufficiale nei giorni dello smarrimento e del “tutti a casa”: metterà in salvo i cento mortaisti affidati al suo comando trovando rifugio nella ospitale Confederazione Elvetica. Insegnerà scherma in tutti i circoli svizzeri, così come svelerà ai sovietici, che lo invocano come maestro, i segreti della Spada Mangiarotti che ha il momento di maggiore fulgore nel 1952 ai Giochi di Helsinki dove Edo e Dario fraternamente si abbracciano sui grandini più alti del podio individuale e dividono l’oro a squadre con Battaglia, Franco Bertinetti, Delfino e Pavesi. E sarà ancora in prima linea sino a Roma 1960 quando si presenta ai Giochi di casa nostra con l’onore di essere ancora una volta il Portabandiera azzurro, con l’onere della massima responsabilità dirigenziale che per più di un anno ha sostenuto con Nostini e Darè e con l’impegno di essere nuovamente, all’età di 41 anni, lo spadista che non conosce sconfitta. Da allora è trascorso quasi mezzo secolo e la Saga dei Mangiarotti continua.
Il Circolo della Spada, diretto da Carola, affida a venti maestri, fra cui si batte ancora Dario, il compito di seguire circa 400 allievi. Edo si è sempre schierato con coloro che come lui hanno onorato l’Italia nelle lotte leali dello sport: per lunghi anni è Presidente dell’Unione Veterani Sportivi e della A.M.O.V.A., l’Associazione che lui stesso ha fondato per riunire attorno alla bandiera del ricordo e dell’onore le Medaglie d’Oro al Valore Atletico. Impegnato allo stremo, alla fine vittorioso, ha ottenuto che ai campioni meno fortunati nella vita venisse corrisposto quello che ora si chiama “Assegno vitalizio Giulio Onesti”. Uno dei suoi tanti successi e sicuramente quello che maggiormente lo ha gratificato. Membro onorario della Federazione Internazionale di Scherma (F.I.E.) e di quella Italiana (F.I.S.), è stato insignito della Stella d’Oro del C.O.N.I. e per tre volte della medaglia al Valore Atletico. Proprio nei primi giorni di questo 2009 ha ricevuto ad Istanbul il Premio Fair Play alla carriera. Meritato come atleta, come Uomo e, soprattutto, quale Gentiluomo dello Sport.