Scherma: lo sciabolatore Ciari scrive al presidente Petrucci
Il Presidente del CONI, Giovanni Petrucci, ha ricevuto questa mattina una lettera di scuse dallo sciabolatore Marco Ciari. Ottenuta l'autorizzazione dall'interessato, la pubblichiamo sul sito.
Al Presidente del CONI Dr. G. PETRUCCI
Al Presidente della F.I.S. Dr. G. SCARSO
A Tutti i Consiglieri della F.I.S.
Al Maestro Andrea Magro
A Tutti i Maestri ed allo Staff Tecnico della Nazionale di Sciabola
Al Comandante del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle Gen.B. Dr. G. GOLA
Livorno, 24 agosto 2007
Ho cominciato a realizzare pienamente quanto è successo e Vi scrivo queste parole perché sento il dovere di scusarmi profondamente per l’inqualificabile comportamento che ho tenuto in quella maledetta serata di inizio estate; una cretinata è stata sufficiente a macchiare, forse indelebilmente, la mia carriera sportiva e la dignità di atleta e di uomo.
Non servono giustificazioni, non servono controanalisi, è colpa mia…..ci tengo comunque a chiarire che l’assunzione di sostanza proibita è stata fatta solo per uno stupido ed ingiustificabile momento di “leggerezza” con gli amici; mai e poi mai c’è stata intenzione da parte mia di aumentare le prestazioni psico-fisiche allo scopo di compiere una frode sportiva.
Purtroppo mi rendo conto che ho tradito la fiducia di tutti: dei miei Genitori, del CONI, della F.I.S., Presidente e Dirigenti tutti, che si sono sempre dimostrati vicini e disponibili; del mio Gruppo Sportivo Fiamme Gialle che ha creduto in me fin dalla fondazione della sezione scherma e che mi ha supportato al massimo delle disponibilità e competenza; dei Maestri, dello Staff tecnico e dei Compagni di squadra con cui ho trascorso momenti bellissimi ed esaltanti, che resteranno per sempre impressi nella mia mente.
Vorrei poter tornare indietro, vorrei poter cancellare quel momento di follia, vorrei non aver mai tradito la scherma: uno sport pulito, trasparente ed esaltante, dove tutto si basa sul sano agonismo e sul rispetto dell’avversario, cosa, per altro che non è mai mancata da parte mia.
Spero di poter essere al più presto reintegrato, perché amo il mio sport: mi pento e mi pentirò amaramente di quella sciocchezza ma, Vi prego, non mi considerate un “dopato” o un “drogato”, casomai un cretino che per gli eccessi di una serata rischia di buttare in fumo dieci anni di lavoro ed una futura possibile carriera sportiva piena di soddisfazioni.
Sarà dura stare lontano dai campi di gara, però sono pronto ad espiare la mia colpa; sono strapentito per quanto ho commesso ed in particolare per il danno di immagine che ho provocato al CONI, alla scherma italiana ed al Gruppo Sportivo Fiamme Gialle e, soprattutto, per il dolore che ho causato alla mia mamma ed al mio babbo.
Sinceramente
Marco Ciari
Al Presidente del CONI Dr. G. PETRUCCI
Al Presidente della F.I.S. Dr. G. SCARSO
A Tutti i Consiglieri della F.I.S.
Al Maestro Andrea Magro
A Tutti i Maestri ed allo Staff Tecnico della Nazionale di Sciabola
Al Comandante del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle Gen.B. Dr. G. GOLA
Livorno, 24 agosto 2007
Ho cominciato a realizzare pienamente quanto è successo e Vi scrivo queste parole perché sento il dovere di scusarmi profondamente per l’inqualificabile comportamento che ho tenuto in quella maledetta serata di inizio estate; una cretinata è stata sufficiente a macchiare, forse indelebilmente, la mia carriera sportiva e la dignità di atleta e di uomo.
Non servono giustificazioni, non servono controanalisi, è colpa mia…..ci tengo comunque a chiarire che l’assunzione di sostanza proibita è stata fatta solo per uno stupido ed ingiustificabile momento di “leggerezza” con gli amici; mai e poi mai c’è stata intenzione da parte mia di aumentare le prestazioni psico-fisiche allo scopo di compiere una frode sportiva.
Purtroppo mi rendo conto che ho tradito la fiducia di tutti: dei miei Genitori, del CONI, della F.I.S., Presidente e Dirigenti tutti, che si sono sempre dimostrati vicini e disponibili; del mio Gruppo Sportivo Fiamme Gialle che ha creduto in me fin dalla fondazione della sezione scherma e che mi ha supportato al massimo delle disponibilità e competenza; dei Maestri, dello Staff tecnico e dei Compagni di squadra con cui ho trascorso momenti bellissimi ed esaltanti, che resteranno per sempre impressi nella mia mente.
Vorrei poter tornare indietro, vorrei poter cancellare quel momento di follia, vorrei non aver mai tradito la scherma: uno sport pulito, trasparente ed esaltante, dove tutto si basa sul sano agonismo e sul rispetto dell’avversario, cosa, per altro che non è mai mancata da parte mia.
Spero di poter essere al più presto reintegrato, perché amo il mio sport: mi pento e mi pentirò amaramente di quella sciocchezza ma, Vi prego, non mi considerate un “dopato” o un “drogato”, casomai un cretino che per gli eccessi di una serata rischia di buttare in fumo dieci anni di lavoro ed una futura possibile carriera sportiva piena di soddisfazioni.
Sarà dura stare lontano dai campi di gara, però sono pronto ad espiare la mia colpa; sono strapentito per quanto ho commesso ed in particolare per il danno di immagine che ho provocato al CONI, alla scherma italiana ed al Gruppo Sportivo Fiamme Gialle e, soprattutto, per il dolore che ho causato alla mia mamma ed al mio babbo.
Sinceramente
Marco Ciari