Mondiali, Pertile a un passo dal sogno nella maratona. Meucci ottavo
Due maratoneti azzurri tra i primi otto nella gara d’esordio dei Campionati Mondiali di Pechino è senz’altro un buon risultato. Ruggero Pertile è giunto quarto nella maratona, vinta un po’ a sorpresa dal 19enne eritreo Ghirmay Gebreslassie (2h12:27), terminando i 42km e 15 metri (2h 14.23) a soli 53 secondi dal podio. Al secondo posto è giunto l'etiope Yemane Tsegay (2h13:07), mentre il bronzo è stato vinto dell'ugandese Solomon Mutai (2h13:29). Daniele Meucci (2h14:53) ha chiuso con un soddisfacente ottavo posto, che completa con un finale orgoglioso la bella giornata della maratona italiana.
Per i due azzurri, un piazzamento importante, ottenuto in una corsa che vedeva al via i più forti specialisti del mondo (sesto posto per il campione olimpico e mondiale in carica, l'ugandese Stephen Rotich, ritirate le superstar keniane Kimetto e Kipsang). Prova da protagonista soprattutto per il 41enne Pertile, impegnato fin dalle prime fasi a tenere costante il ritmo (1h06:55 a metà), e a lungo "pacemaker" d'eccezione per il compagno Meucci.
Quando poi la corsa è entrata nella fase decisiva, entrambi hanno saputo reagire ai momenti di crisi, risalendo posizioni nel finale, condizionato anche dalla temperatura superiore ai 30 gradi. Soddisfazione in chiave statistica: tra i Paesi che conquistano punti (Etiopia, Uganda, Eritrea, Bahrain), solo l'Italia rappresenta l'Europa.
Ruggero Pertile: "E' il miglior risultato di tutta la mia carriera, ma non ne sono ancora del tutto felice. Mi dispiace per la medaglia perchè non era troppo lontana (appena 53 secondi, ndr) ed io ci ho creduto dal primo metro dopo la partenza. Ho fatto una gara regolare, conoscendo bene i cambi di ritmo tipici degli africani, anche se qui ho visto i big abbastanza in difficoltà, sudavano tantissimo. Kipsang ad esempio era con me, ma si bloccava letteralmente ad ogni rifornimento. E' stata la maratona che avevo in mente, 42 chilometri e 195 metri in cui bisognava fare bene i conti con la benzina che si ha in corpo e dosarla bene fino all'ultimo. Rio nel 2016 sarà una gara difficile come questa. Ogni maratona è una storia che bisogna saper leggere. L'età conta, ma si vince e si arriva in fondo con la testa e le motivazioni. Nel 2014 venivo da sei mesi di stop, stavolta invece ho avuto la fortuna di poter lavorare come si deve per preparare una maratona. A 41 anni, ogni anno diventa più difficile, ma in Meucci ho trovato un ottimo compagno di allenamento. Ci si motiva a vicenda e sono convinto che lui abbia davanti a sè un futuro in cui potrà anche mettersi al collo altre medaglie. So cosa gli manca ancora e lui ha già dimostrato con la vittoria di Zurigo di avere tutte le carte in regola per riuscirci".
Daniele Meucci: "Ruggero è stato grande ed allenandoci insieme sapevo che stava molto bene. Io, invece, al 32° chilometro ho avuto un problema intestinale e mi sono dovuto fermare per andare in bagno. Lì purtroppo ho perso quasi un minuto e mezzo. Un vero peccato perchè ero lì anche io e con Pertile eravamo riusciti ad impostare una gara sul nostro ritmo. Il caldo si sentiva, ma non è stato esagerato. Una volta nello stadio ero pronto per la volata, avrei guadagnato giusto una posizione, ma il tratto da percorre in pista è stato più breve del previsto e così mi sono ritrovato al traguardo spalla a spalla con Desisa. Sono tra i primi otto al mondo, tutta esperienza guadagnata per Rio 2016 e il mio futuro da maratoneta".