Minisini-Flamini bronzo nel sincro misto: 100ª medaglia azzurra ai Mondiali
Un bronzo nella routine tecnica del sincro misto per la prima volta inserito nel programma sportivo dei Campionati del Mondo che vale la centesima medaglia iridata della Federazione Italiana Nuoto (27 ori, 32 argenti e 41 bronzi) e la seconda del sincro italiano dopo il terzo posto di Beatrice Adelizzi nel libero a Roma 2009. Manila Flamini e Giorgio Minisini (nella foto Deepblumedia-FIN) hanno danzato sulle note di Robot Boys di Dubstepic, con la coreografia ideata da Anastasiya Yermakova (quattro volte campionessa olimpica e sette volte campionessa mondiale tra il 2001 e il 2007) insieme allo staff azzurro, coniugando forza, plasticità e creatività.
Il risultato ha regalato una storico bronzo con 86,3640 punti (25,7 per l'esecuzione; 26,6 per l'impressione artistica; 34,0640 per gli elementi), a poco più di 24 ore dagli 85,4125 punti (26 + 25,6 + 34,8125) delle eliminatorie.
Il duo italiano ha chiuso alle spalle della coppia statunitense formata da Christina Jones e dal mitico 36enne Bill May (88,5108 / 27 + 27,1 + 34,4108), il primo atleta a portare il nuoto sincronizzato maschile in tournee per il mondo mezzo secolo dopo la connazionale Esther Williams; al secondo posto i russi Darina Valitova e Aleksandr Maltseve - già protagonisti al Settecolli il 13 giugno scorso - che vengono scavalcati dopo i preliminari tra lo stupore generale (88,2986 punti / 26,6 + 26,8 + 34,8986). Medaglie rivoluzionarie perché "la normalità del sincro è il misto. Sto provando un'emozione unica, indescrivibile", racconta Giorgio Minisini. Il sogno è diventato realtà, anzi tanti sogni. "Prima l'introduzione del sincro misto ai campionati mondiali; poi il sostegno della Federazione al progetto italiano che mi coinvolge; la solidarietà delle mie compagne di Nazionale che hanno accettato un novellino ripartendo da zero e mettendo a disposizione tutta la loro esperienza; quindi l'esibizione davanti ad 8.000 persone e la medaglia". Un sogno coltivato da bambino quando Minisini - nato a Roma il 9 marzo 1996 e residente a Ladispoli - vede esibirsi Bill May al Roma Synchro, allo Stadio del Nuoto. Era accompagnato da mamma Susanna De Angelis, ex atleta e tecnico, e dal papà Roberto, giudice internazionale. Ne rimase impressionato, così come il fratello maggiore di due anni, Marco, ex sincronetto con minore talento che poi ha scelto la pallanuoto. Minisini aveva sei anni; da allora non si è mai fermato. Inizia nella piscina del Gabbiano. A 10 anni si trasferisce al Village Fitness Club di Cerveteri e a 15 anni all'Olgiata 20.12 - società con cui è tuttora tesserata anche la fidanzata Eleonora Cordeschi - e in prestito alla SNC Civitavecchia dove ha iniziato anche l'attività di allenatore
Ha sempre fronteggiato i pregiudizi, lui che pratica anche il taekwondo. "Le persone che giudicano negativamente non sanno i sacrifici che compiamo. Non so quanti atleti potrebbero reggere 10 ore di allenamento e lunghi collegiali per trattenere il respiro nel momento di massimo sforzo, rimanere elastici e fluidi quando si è esausti, seguire la musica quando tutto intorno diventa ronzio. Sono certo che attraverso le nostre esibizioni il movimento crescerà. Magari un giorno arriveremo anche alle Olimpiadi". E si è smarcato abilmente anche a Kazan ribattendo la polemica innescata dal ministro russo allo sport Vitalu Mutko, che ha definito il sincro uno sport per solo donne e l'apertura agli uomini stupida e sbagliata. "Ritengo che siano considerazioni sbagliate. Abbiamo dimostrato che il misto rappresenta la perfezione del gesto tecnico e agonistico; il pubblico ha apprezzato lo spettacolo legitimando la novità".
Manila Flamini rappresenta la storia del nuoto sincronizzato italiano degli ultimi dieci anni. Romana di Velletri, che compirà 28 anni il prossimo 18 settembre, è cresciuta nell'Aurelia Nuoto, fucina di talenti inesauribile per il movimento nazionale, con i tecnici Loredana Montico (già nello staff della nazionale, poi head coach della Gran Bretagna e adesso nello staff degli Stati Uniti), Laura De Renzis e Roberta Farinelli. Quasi diventata sirena per le ore passate in acqua, poliziotta, è il capitano dell'Italsincro che piace e diverte. In carriera ha vinto meno di quanto meritasse e soprattutto lavorasse; sei campionati mondiali e cinque campionati europei con due argenti e cinque bronzi tra squadra e combo e l'Olimpiade mai raggiunta. Sul suto sito ufficiale campeggia lo slogan "If you can dream it, you can do it". Proprio come la medaglia iridata. "Al sesto mondiale ce l'ho fatta. C'eravamo imposti di non pensare al risultato. Sapevamo che se il giudizio fosse stato sereno avremmo ottenuto il risultato desiderato. Abbiamo dimostrato di essere nettamente superiori agli altri. Giorgio è un ottimo compagno. Non c'è mai stato un alterco e ha sempre accettato che gli dicessi in faccia quello che penso. Siamo felicissimi della medaglia e più passa il tempo più ci rendiamo conto di cosa abbiamo fatto: non avevo mai partecipato ad una conferenza stampa internazionale così lunga né risposto a tante domande. Il nuoto sincronizzato oggi è cambiato per sempre. La vittoria di Bill May? Lui ha fatto la storia, è merito suo se siamo qui ed esiste il sincro misto. Potrebbe anche essere una medaglia alla carriera più che alla prestazione di per sé comunque ottima".
Entusiasta il cittì Patrizia Giallombardo: "Si tratta di una soddisfazione immensa - racconta - Dopo cinque anni dalla medaglia di bronzo conquistata a Roma da Beatrice Adelizzi torniamo sul podio in una gara inedita, spettacolare, che sta dando molte soddisfazioni a tutto il movimento attraverso i tanti consensi raccolti, l'entusiasmo del pubblico e l'interesse mediatico. Sono certo che questa disciplina può avere un futuro olimpico. L'Italia ci ha puntato molto. Grazie al sostegno della Federnuoto abbiamo avuto la possibilità di lavorare serenamente in collegiale. Giorgio si è inserito facilmente. Avrebbe potuto patire un po' di soggezione, invece ha mostrato personalità e determinazione