Lo sport piange la perdita di Azeglio Vicini
Se ne è andato in punta di piedi. Con la discrezione e la classe che lo hanno accompagnato nel suo percorso, umano e professionale. Lo sport italiano, insieme al mondo del calcio, piange la scomparsa di Azeglio Vicini, il Commissario tecnico della Nazionale ai Mondiali di Italia '90, l’Italia che non ha mai perso sul campo, sconfitta solo in semifinale ai rigori dall’Argentina di Maradona. Vicini è deceduto a Brescia dove viveva da cinquant’anni. Era nato a San Vittore di Cesena (avrebbe compiuto 85 anni a marzo prossimo), in Romagna, terra di grandi tradizioni calcistiche, che ha dato i natali anche ad altri due ct, Edmondo Fabbri e Arrigo Sacchi.
Vicini è stato un allenatore molto amato per il suo carattere solare e sempre sorridente, ma anche per gli anni vissuti da tecnico federale dell'Under 21, che guida dal 1976 al 1986 arrivando in semifinale agli Europei del 1984 e perdendo la finale della kermesse continentale del 1986 soltanto ai rigori contro la Spagna. Nell'edizione del 1986 si piazzò al secondo posto perdendo ai rigori la finale contro la Spagna. Nel frattempo Enzo Bearzot lascia la Nazionale A e la Federcalcio affida a lui la panchina del ct campione del mondo nel 1982. Il debutto l'8 ottobre 1986 al Dall'Ara di Bologna in un'amichevole contro la Grecia vinta 2-0. Ottimo il cammino nelle qualificazioni agli Europei del 1988, ottima anche la fase finale, ma il cammino si ferma in semifinale contro l'allora Urss che si impone 2-0 a Stoccarda. L’Italia di Vicini regala grandi emozioni, e non solo per i risultati. E’ una nazionale che gioca con il cuore, con passione, che fa divertire gli italiani. Inizia il cammino per le qualificazioni ai Mondiali di Italia '90, un appuntamento speciale a cui gli azzurri si presentano con una Nazionale forte e plasmata dal commissario tecnico che conosce bene i suoi ragazzi, molti dei quali cresciuti con lui nell'Under 21 come Zenga, Vialli, Mancini, Giannini, Bergomi, Donadoni, Ferri tanto per citarne qualcuno. Alla guida della Nazionale è rimasto fino al 1991 quando, fallita la qualificazione agli Europei 1992, fu sostituito da un altro romagnolo: Arrigo Sacchi.
Premiato con la Panchina d’Oro alla carriera nel 1991 e con la Panchina d’oro speciale nel 2011, in FIGC ha ricoperto anche il ruolo di presidente del Settore Tecnico di Coverciano e direttore della Scuola Allenatori, prima di cedere il ruolo a Roberto Baggio che è stato suo giocatore ad Italia ’90, ma sarà ricordato come un bravo ct e per quelli che allora seguivano la Nazionale come straordinario raccontatore di barzellette, soprattutto in romagnolo. In memoria di Azeglio Vicini un minuto di raccoglimento sarà osservato su tutti i campi di calcio a partire dalla gara di questa sera di Coppa Italia Milan-Lazio e per tutto il prossimo week end. Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, interpretando i sentimenti della Giunta, del Consiglio Nazionale e di tutto il movimento, si stringe al dolore della famiglia per la perdita di un grande uomo di sport.