La squadra di ginnastica vince ancora l’oro dopo due mesi di collegiale
Il 24 agosto del 1920 l’Italia vinse l’ottava medaglia d’oro ai Giochi della VII Olimpiade di Anversa. Nel concorso generale a squadre di ginnastica, gli azzurri, con oltre tredici punti di vantaggio sui padroni di casa del Belgio, conquistarono il secondo titolo olimpico consecutivo, a distanza di otto anni dal trionfo di Stoccolma. Un grande successo, frutto di sacrificio e duro lavoro.
I magnifici ventiquattro, selezionati dal commissario tecnico Manlio Pastorini (un maestro toscano tra i più quotati in Europa), si ritrovarono per due mesi di collegiale a Villa Badia, a Cornigliano, un castello stile liberty sul mare genovese di proprietà del Conte Carlo Raggio. Il 16 agosto, prima della partenza in treno da Torino, sul campo sportivo di Sampierdarena, effettuarono la prova generale ad una settimana esatta dall’esordio olimpico.
La squadra azzurra era composta da Giuseppe Domenichelli, Carlo Fregosi, Francesco Loi, Luigi Maiocco, Lorenzo Mangiante, Paolo Salvi, Giorgio Zampori e Angelo Zorzi, reduci dalla vittoria di Stoccolma; dai liguri Fernando Bonatti, Luigi Cambiaso, Carlo e Luigi Costigliolo, Roberto Ferrari, Romualdo Ghiglione, Ezio Roselli e da Giovan Battista Tubino; dai lombardi Luigi Contessi, Ambrogio Levati, Ferdinando Mandrini, Antonio Marovelli; dal modenese Arnaldo Andreoli, dal vicentino Ettore Bellotto, dal livornese Vittorio Lucchetti e dal cagliaritano Michele Mastromarino.
La prova si disputò al Kielstadion, in due giorni di gare. Cinque le squadre iscritte: Belgio, Cecoslovacchia, Francia, Gran Bretagna e Italia. I concorrenti dovevano cimentarsi in esercizi con attrezzi, sbarra, parallele, cavallo con maniglie ed ostacoli da 70 cm. Si gareggiò con il “medodo tedesco”, uno stile di ginnastica reso popolare da Friedrich Ludwig Jahn ed Adolf Spiess. La Germania, però, a causa delle conseguenze belliche, non partecipò all’Olimpiade, come pure la Svizzera, un’altra delle grandi interpreti della specialità. Gli azzurri confermarono la loro superiorità, ottenendo quasi il 90% del massimo punteggio possibile: 359,855 punti su 404,000.
Medaglia d’argento al Belgio (346,765) e bronzo alla Francia (340,100). Una prestazione sublime che confermò ancora una volta il valore della scuola italiana, ma soprattutto il grande cuore dei ginnasti azzurri.