Fabbricini: CONI grande grazie al territorio. Miglietta: ottimi risultati con il know how di Coni Servizi
Nel pomeriggio è stato il turno del cerchio verde, che è anche il colore della speranza, dei parchi, dell’erba e la cui sessione è stata suddivisa in due parti. Per la prima il tema è stato: “Sport Dovunque, sport comunque” con moderatore il Direttore del Corriere dello Sport, Alessandro Vocalelli.
L’introduzione è stata curata dal Segretario Generale del CONI, Roberto Fabbricini. “Lo sport deve essere un diritto e anche un dovere nei confronti di noi stessi. Ricordo quello che succedeva quando eravamo bambini: facevamo attività senza saperlo, bisognerebbe ritornare a quei tempi. La parola decisiva è territorio, che è sempre stata fondamentale nell’attività del CONI. Onesti istituì il Servizio organizzazione periferica e portò nelle case di tutti gli italiani lo sport, come elemento vissuto. Tutti abbiamo chiara la mission del Comitato Olimpico Nazionale Italiano a livello statutario. Per soddisfare questo compito diventa fondamentale interagire con il territorio. Negli ultimi anni, con i Ministeri, si sono pianificati progetti che hanno trovato applicazione grazie alle strutture territoriali. Il Governo rappresenta un interlocutore attento delle istanze del nostro mondo. Per espletare questa attività è fondamentale Coni Servizi. Sarebbe importante ripristinare il vecchio sistema, sempre nel rispetto normativo. La storia è sempre maestra, credo che possiamo affermare che lo sport italiano ha un grande avvenire dietro alle spalle”.
L’Amministratore Delegato di Coni Servizi, Alberto Miglietta: “Coni Servizi esiste per rendere operativa la politica dell’Ente, tramite risorse umane e materiali. Svolgiamo anche molte attività per concretizzare i progetti ottenuti attraverso i Ministeri e vogliamo far crescere il nostro know how per valorizzarlo. Ci sono 21 Comitati Regionali e 104 Coni Point, il cuore dell’attività territoriale per lo sviluppo della quotidianità. Non è una gestione facile, perché la macchina va fatta funzionare perfettamente controllando i costi. 1277, di cui 678 utilizzati da Coni Servizi e 599 in aspettativa perché in organico nelle Federazioni. Negli ultimi 4 anni della nostra attività, oltre al sostegno di quello che il CONI ci chiede, ci siamo impegnati per fare in modo che il contratto di servizio fosse sempre più basso e nell'ultimo anno siamo scesi per la prima volta nella storia sotto la soglia dei 100 milioni (99): pensando che i primi contratti si attestavano intorno ai 180 milioni la cosa ci riempie di orgoglio, anche perché quelle risorse vengono trasferite all'attività agonistica. Nel 2016 i ricavi ammontano a 25 milioni, 3 milioni in più rispetto al 2013. Più il nostro know how cresce più possiamo ridurre il contratto di servizio. I ricavi extra rispetto al contratto di servizio sono passati dai 2 milioni del 2013 ai 14 del 2016. Questo è un dato significativo, perché ci permette di sostenere, tra l’altro, l’attività di Sport e Periferie. Coni Servizi è la società di tutti. Sono onorato di avere una società come questa”.
Raffaele Squitieri (progetto Sport e Periferie). “La logica di questo intervento è elementare: la valenza dello sport non è finalizzata solo all’aspetto agonistico ma è decisiva ai fini dell’etica e dei comportamenti. Il CONI e il Governo hanno voluto portare questa realtà anche nelle zone maggiormente disagiate del Paese. E’ un progetto ambizioso ma concreto. Le iniziative sono state divise tra interventi urgenti e ordinari. Gli enti locali devono presentare le proposte, che poi passano al vaglio del CONI. Sbrigate le complesse pratiche burocratiche siamo passati all’aspetto sostanziale. La Giunta del CONI ha dettato le linee: valutare la fattibilità, incentivare gli interventi legati a impianti multidisciplinari che abbiano capacità gestionali. Siamo contenti che il progetto sia stato confermato: in una congiuntura economica non sono pochi e un merito va dato anche alla sensibilità del Governo”.
Piercarlo Rampini (Project Manager Sport e Periferie): “Il calcio è la disciplina per la quale è stato previsto il più alto numero di interventi, 47, seguita dai centri sportivi polivalente, 38, e dalle palestre polivalenti, 34. Le regioni nelle quali si è agito maggiormente sono state la Calabria, con 35 interventi, la Sicilia con 22 e la Campania 19, per arrivare a Marche 15 e a Puglia 14. Centoventotto interventi sono sotto i 200 milioni, 22 maggiori di 200 e 22 maggiori di 800. Fino al 15 dicembre c’è tempo per caricare la richiesta di intervento: che vinca il migliore”.
Cecilia D’Angelo, dirigente Territorio e Promozione dello Sport: “Il territorio è la seconda gamba del CONI dopo la Preparazione Olimpica. Per essere competitivi serve allargare la base e lo possiamo fare attraverso la rete unica e radicata rappresentata dal nostro territorio. Che sono le gambe solide dei nostri progetti, dettati dalle istanze rappresentata dai grandi temi, relativamente ai giovani, attraverso iniziative legate alla scuola – che ci vede impegnati con gli Educamp, trofeo CONI Kinder+sport e i centri estivi, al lavoro – con il progetto “La nuova stagione” e il servizio civile nazionale, allo sviluppo del territorio - valorizzando il connubio con il turismo anche attraverso lo stesso Trofeo Coni Kinder+Sport -, all’inclusione – con le iniziative FAMI e Sport in Carcere – alla salute – grazie a #BeActive e alla Giornata Nazionale dello Sport. I progetti costruiti in questi 4 anni insieme alla nostra rete territoriale, perché il cuore vitale pulsa proprio lì”.
Isidoro Alvisi: “L’atletica per Barletta è la storia. Si sono scritte pagine di storia e realizzati primati mondiali. La restituzione della pista è stato un momento di grandissima valore e importanza. Per Pietro Mennea, che ci vede dall’alto, è sicuramente un grande orgoglio, come lo è per noi. Questi interventi non sono solo di carattere finanziario, danno riconoscimento dello Stato e ne certificano la valenza. E’ un intervento promozionale: è una patrimonializzazione”.
Damiano Lembo (Enti di Promozione Sportiva): "Il modello Sport e Periferie rappresenta un punto di svolta epocale, in cui tutti gli attori dialogano e cercano insieme di rispondere alle esigenze dei cittadini. La Presidenza del Consiglio, il CONI, gli operatori e poi i proprietari degli impianti. Con questo progetto il cerchio si è chiuso. Prima il fare e poi il dire.Sul territorio, e specificatamente ad operare nelle periferie, siamo in tanti e quindi dobbiamo fare rete. Lo dice la particolarita del nostro territorio, abbiamo una diffusione capillare delle nostre strutture. Questo sistema deve diventare un modello di rete di inclusione sociale. Abbiamo tutti un obiettivo, rendere più vivibile, bello e compatibile il nostro Paese attraverso lo sport, che e un mezzo straordinario di trasmissione della solidarietà. Approfittiamo di questo progetto, che è stato rifinanziato in questi anni, dal punto di vista di rapporti sociali, concreti e profondi. Tutti tendiamo a fare qualcosa per gli altri. Lo possiamo fare, facciamolo".